Ciampi, svolta per gli italiani in
Istria (Il Messaggero di Roma)
Storica missione del capo dello Stato a Fiume e Pola: sarà firmato
un trattato di amicizia per tutelare i diritti della nostra minoranza
in Croazia
E sulla guerra dice: «Non tollereremo le minacce di estremisti e
terroristi, non ci piegheranno»
dal nostro inviato Paolo Cacace
POLA - Italiani d'Istria, si volta pagina. A oltre mezzo secolo di
distanza
dai massacri, dagli esodi di massa, dalle persecuzioni, si delinea
finalmente un futuro diverso. Italia e Croazia sono pronte a
firmare, entro
il mese prossimo, un accordo di amicizia e di cooperazione che
superi i
punti ancora in sospeso dei trattati di Osimo del '75 e soprattutto
apra una
nuova stagione di convivenza per i 32 mila nostri connazionali che
vivono in
queste terre. E' stato Carlo Azeglio Ciampi a suggellare
quest'accordo che
merita appieno l'attributo di "storico" nel corso del suo
pellegrinaggio in
Istria che l'ha portato, in un'atmosfera spesso commovente, a
Fiume, a
Rovigno e infine qui a Pola. Ciampi - primo capo di Stato italiano
a
visitare la città che visse l'epopea dannunziana - è stato
accompagnato
nella sua missione dal presidente croato Mesic, a palese
dimostrazione che
esiste una volontà comune di superare i contenziosi del passato. I
termini
tecnici dell'accordo sono stati negoziati - com'è ovvio - dai
ministeri
degli Esteri dei due Paesi. Si può dire che si tratta di un'intesa
di
principio che parte dal presupposto che i patti fin qui definiti
vanno
rispettati. Da essa scaturiscono effetti che dovrebbero chiudere,
una volta
per tutte, il contenzioso sul risarcimento dei beni espropriati
agli
istriani e ai giuliano-dalmati dalla dittatura di Tito e sul
rientro in
possesso degli immobili. La Croazia dovrebbe versare una somma di
circa 35
milioni di dollari a titolo d'indennizzo. Inoltre, il governo di
Zagabria
dovrebbe donare un immobile per la nascita di un grande centro di
cultura e
fornire tutte le garanzie possibili per il rispetto di un effettivo
bilinguismo. Insomma, si va verso la fine di ogni dicriminazione
nei
confronti dei nostri connazionali e dovrebbe essere varato anche lo
statuto
regionale (sin qui bloccato). La chiave per aiutare le autorità
croate in
tale direzione è quella dell'Europa. Zagabria punta decisamente ad
una
crescente integrazione nell'Ue. Tra pochi giorni firmerà a
Lussemburgo un
accordo d'associazione con l'Unione, premessa per una vera e
propria
candidatura. Ma l'ingresso in Europa comporta regole precise. Le ha
richiamate Ciampi nei suoi interventi a Fiume e a Pola laddove ha
ricordato
che «i muri che dividevano l'Europa sono caduti» e che esiste un
«modello
europeo di convivenza tra gruppi linguistici diversi». Questo
modello - ha
precisato Ciampi - è quello attuato dall'Italia nel Trentino-Sud
Tirol (ha
detto proprio così). Dunque, il messaggio è chiaro. Il nostro
Paese è deciso
ad appoggiare l'inserimento di Zagabria nell'Unione europea. Ma i
dirigenti
croati devono impegnarsi per venire incontro alle aspettative della
comunità
italiana in Croazia. Ciampi le ha elencate con scrupolo: frenare
l'esodo dei
giovani, offrire prospettive concrete di lavoro, operare per la
salvaguardia
dell'identità culturale, essere rassicurata nell'osservanza dei
diritti
delle minoranze. «Il governo italiano è impegnato per la loro
realizzazione», ha assicurato il Presidente e ha detto ai nostri
connazionali: «Vi so leali cittadini della Repubblica croata, ma
vi sento
italiani nel midollo delle ossa». Ciampi ha anche reso omaggio «alla
tragedia degli italiani che hanno dovuto lasciare queste terre».
Ma il suo
non è stato un messaggio rivolto al passato. Certo, nell'intensa
giornata
istriana non sono mancati i momenti di commozione. Come a Fiume
quando ha
abbracciato Neli Protta, una giovanissima studentessa dello storico
liceo
italiano. Ma per il capo dello Stato quella di ieri è stata
un'altra,
importante, tappa in quel tenace processo di recupero dei valori
dell'
identità nazionale che incontra sempre di più il consenso degli
italiani. Un
sondaggio "Abacus" del 4 ottobre scorso rivela che l'83
per cento degli
intervistati mostra fiducia nell'istituzione presidenziale e ben
l'85 per
cento nel presidente
Ciampi.
http://www.ilmessaggero.it/indexmsgr.htm