La Resistenza cancellata dei Militari.
Il nostro grazie al Presidente
Ciampi.
Dopo il viaggio «nella memoria» del presidente Ciampi, che lo ha
portato a
El Alamein, Sant'Anna di Stazzema, nella foresta di Tambov in
Russia,
Piombino, Porta San Paolo (Roma), Fiume,
Pola,
Appennino bolognese, ecc. per onorare tutti i Caduti e dopo il
chiaro invito
a una riconciliazione, alcuni personaggi hanno sollevato un
putiferio. A
questi signori domandiamo perché non hanno parlato quando gli
artefici della
storiografia ufficializzata hanno incentrato tutta la storia della
Liberazione sull'azione partigiana e condannato all'oblio i fatti e
gli atti
posti in essere dal Regio Esercito dall'8 settembre 1943 all'8
maggio 1945.
Perché non hanno parlato quando la storiografia ha ignorato e
fatto
ignorare: la difesa di Roma, Cefalonia, Corfù, Grecia, Albania,
Jugoslavia,
Venezia Giulia,
Provenza, Corsica, Sardegna, Bari, Monte Lungo, Monte Marrone ecc.,
il I°
Raggruppamento Motorizzato, il CIL, i Gruppi di Combattimento, le
Unità di
supporto e le imprese compiute dal Regio Esercito durante la Guerra
di
Liberazione, e incanalato la storia in un'unica direzione, dove non
c'era e
non c'è posto per le Forze Armate, per tramandare alle giovani
generazioni
solo fatti di comodo, per glorificare il Partigiano e la
Resistenza, dalla
quale, assurdamente, sono stati esclusi i militari, che per primi
hanno
preso posizione contro i tedeschi.
A Porta San Paolo (Roma), il 10 settembre, abbiamo ascoltato con
commozione
le parole del presidente Ciampi, dove ha affermato che i militari
l'8
settembre 1943 tennero alto l'onore della Patria, tennero fede al
giuramento
e insieme a tanti civili diedero vita alla Resistenza. Ha ricordato
gli
87.000 caduti appartenenti alle forze armate. «Tra loro ci sono
gli Eroi
di Cefalonia, Corfù, delle Isole dell'Egeo, i marinai di Roma e
tanti
altri che non vollero cedere le armi» e, cosa fondamentale, ha
ricordato i
414 militari caduti, con le armi in pugno, nella difesa di Roma,
mai
ricordati nelle passate manifestazioni organizzate dal Campidoglio.
Di fronte a questa realtà, respingere l'invito per una
riconciliazione e
attaccare il Presidente per le sue illuminate e illuminanti
esternazioni, è
pura follia. Nel ricordo della pacificazione, fatta, più di un
lustro fa,
davanti alla Patrona d'Italia, Santa Caterina da Siena, noi
Veterani della
Guerra di Liberazione chiediamo la revisione dei fatti e degli atti
riguardanti la Liberazione, con particolare riferimento alle Forze
Armate,
per tramandare alle giovani generazioni la vera storia, mondata
dagli
orpelli, posti in essere da uomini senza scrupoli. Al presidente
Ciampi il
nostro sentito e riconoscente grazie.
Gen. Giuseppe Velencich presidente
dell'ANCFARGL
http://www.lastampa.it/Search/Giornale/home.asp?PG_ID=264399&TxT=Grecia