Con l’arrivo dei partigiani jugoslavi scomparve in quella zona Rudi Bonessi, istruttore di golf 
Monte Maggiore, quattro infoibati
I resti appartengono a persone decedute poco più di cinquant’anni fa 


FIUME - Non ci sono più dubbi: le ossa rinvenute lo scorso gennaio nella foiba di Plahuti nella zona di Vrutki sovrastante Abbazia, non erano di animali, appartenevano a persone decedute più di cinquant’anni fa, probabilmente nel corso della seconda guerra mondiale o nell’immediato dopoguerra. Lo ha dichiarato Renata Dobi Babic, perito dell’istituto di medicina legale del capoluogo quarnerino. La dottoressa Dobi Babic, chiamata a compiere una perizia dopo il ritrovamento, ha affermato che in fondo alla voragine, profonda 35 metri, si trovavano i resti di quattro persone. «Non ho motivo di ritenere che vi fosse una donna tra esse – ha aggiunto – e posso confermare che le ossa giacevano lì da più di mezzo secolo».
Sollecitata a rispondere su quali fossero le cause della morte la Dobi Babic è stata molto cauta: «Il procedimento è tuttora in corso, posso soltanto dire di aver notato un femore fratturato, ma sulla scorta di ciò non si può risalire alle cause dei decessi. Sono necessarie ulteriori indagini di laboratorio». La dottoressa ha quindi concluso rivelando che assieme alle ossa umane ce n’erano anche di animali e che sarà la magistratura a decidere se le indagini dovranno continuare.
Comunque le rilevazioni del medico legale confermano che le viscere del Monte Maggiore hanno nascosto per tanto tempo le prove, le testimonianze di uno dei tanti tragici episodi che hanno contraddistinto la storia della guerra e del dopoguerra in queste terre. In proposito Mario Dassovich, studioso di storia fiumana, ricorda che la cavità di Plahuti, presso Apriano (Veprinac) viene menzionata insieme ad altri due pozzi nel volume «Duemila Grotte» di Bertarelli Boegan, pubblicato nel ’26 e recentemente ristampato a Trieste. La zona di Vrutki nel periodo italiano era chiamata Vassania e proprio in questa località abitava Rodolfo (Rudi) Bonessi, istruttore al circolo del golf di Abbazia, scomparso subito dopo l’arrivo dei partigiani jugoslavi in quella zona.
La foiba è situata su un terreno oggi quasi inaccessibile a 200 metri sul livello del mare. Ma Dassovich, citando la «Guida di Fiume e dei suoi monti» del 1913 di Guido Depoli, ci riporta un’immagine diversa. Scriveva Depoli: «Da Veprinaz all’Abbazia si scende in tre quarti d’ora per una bella mulattiera. Arrivati presso le prime case di Abbazia si viene alle sorgenti Vrutki in una pittoresca gola...
In gennaio gli speleologi della società «Estrarela» di Castua si calarono nella voragine per un’ispezione quasi di routine, e si trovarono davanti ai resti umani. Avvisarono immediatamente la polizia che transennò l’area del ritrovamento per permettere il recupero degli scheletri. Prima però furono tolti di mezzo diversi ordigni esplosivi, fabbricati negli anni Quaranta che giacevano nella cavità e che vennero fatti brillare.
Adesso, come accennato, i magistrati fiumani, dopo aver preso visione di tutte le perizie, dovranno decidere se aprire un’indagine che cerchi di stabilire la verità su quanto il «ventre» del Monte Maggiore ha custodito per lunghi decenni.