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Webmaster Serafino Pisanu

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Vidal (& Sergio Bullegas)

Nel manoscritto secentesco, si fa una ricostruzione storico-metaforica della Passione di Sant'Antioco  Martire, ambientandola prima in Nord Africa e quindi nei territori del Sulcis, citando tra le sue "ville", cioè i paesi, anche Nuxis, indicata in latino, secondo studi del Vidal, come Oppidum Pardi) e quella che sembrerebbe essere la Chiesa di Sant'Elia (Santu Elias, opp. Puxrae). 
Nel manoscritto del Seicento si parla tra l'altro di una donazione fatta nel 1216 dalla Giudicessa Benedetta da Laconi e da suo figlio Don Guglielmo, Giudice della Provincia di Cagliari, a favore di Bandino, vescovo di Sulcis. A tal proposito, nel saggio di Bullegas si ricorda giustamente la circostanza che a Nuxis esistono le fondamenta di una antichissima e possente costruzione, chiamata anche attualmente "S'omu 'e sa Donna" o "Sa Turri", che la leggenda dice fosse una nobildonna di Cagliari perseguitata e forse lì confinata, in tempi antichissimi.
Ancora, si accenna alla presenza, riscontrabile anche oggi, delle fondazioni di antiche costruzioni e delle tracce di imponenti strade sui monti, sulle cui pendici si ergeva  "Sa Turri". Si ipotizza che tali percorsi fossero utilizzati forse anche come "Via dell'argento", cioè come via per i mercanti e per coloro che trasportavano verso il mare preziosi carichi di minerali, provenienti dalle miniere dell'Iglesiente (e forse anche dalle cave e dalle miniere situate nei territori di Nuxis, anch'essi ricchi di minerali e sfruttati sin dalla più remota antichità).
Nel saggio "la Scena e il Paesaggio", di Sergio Bullegas, si riportano anche in breve  alcune notizie sulla storia di Nuxis nel periodo feudale, tratte da "Feudi e Feudatari in Sardegna", di Francesco Floris. Qui si ricorda come Nuxis nel 1324 sia stata concessa in feudo assieme a Giba, Palmas e Santadi. Si dice che nel 1421 questo feudo  fu concesso a Visconte Gessa, che a sua volta lo cedette a Ludovico Aragall. Quest'ultimo lo rivendette, praticamente disabitato, ad Angelo Gessa nel 1428. I Gessa, nel 1492, anno della scoperta dell'America, lo cedettero a Giacomo Aragall, signore di Giojosaguardia (Villamassargia) che dopo pochi giorni lo passò, con riserva di riscatto, a Nicolò Escarchoni. Nel 1575, il feudo di Nuxis, dopo varie dispute, toccò a Ranieri Bellit, erede degli Aragall, che l'anno dopo lo vendette nuovamente, ad un tal Michel Otger, i cui eredi continuarono a  possederlo fino al 1817, quando si estinse il diritto, facendo rientrare il feudo nelle proprietà del fisco. 

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