Il prezioso cimelio è stato recuperato dal
Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari
A Bari la
pipa di Giuseppe Garibaldi
Sarà donata alla Collezione del Museo Storico
Civico
È stata recuperata dal Nucleo
Tutela Patrimonio Culturale di Bari una pipa appartenuta a Giuseppe
Garibaldi che fu raccolta, in occasione del celebre ferimento del
condottiero dei Mille, da un suo luogotenente e poi trasmessa
ereditariamente fino al giorno d’oggi. Il Nucleo, coordinato dal Ten.
Michele Miulli, ha provveduto al recupero di questo pregevole cimelio
risalendo alla famiglia che lo possedeva, emigrata fino in Venezuela. La
pipa sarà presto donata al Museo Storico Civico di Bari ed andrà ad
integrare una già esistente collezione di reperti dell’epoca, come lettere
autografe di Mazzini e dello stesso Garibaldi.
Il Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale è una sezione dell’Arma dei Carabinieri che si occupa della
protezione delle opere d’arte; a Bari, nel Castello Svevo, ne è dislocata
una sede che coordina Puglia, Basilicata e Molise. Il giorno 26 gennaio 2005
noi, classi 1^ e 5^ A del Liceo Classico Socrate, abbiamo cercato di capire
come si possa imparare la Storia “sul campo”, attraverso lo studio dei
reperti archeologici e del modo in cui essi vengono tutelati. Ci siamo così
trovati di fronte alle “due facce” della Storia a Bari: il Nucleo Tutela
Patrimonio Culturale dei Carabinieri ed il Museo Storico Civico. Essi sono
proprio le due facce della stessa medaglia perché entrambi si occupano, in
fondo, della valorizzazione del patrimonio artistico della nostra città,
seppur in modi diversi. Con le spiegazioni del Ten. Miulli, a cui va il
nostro ringraziamento per la disponibilità dimostrataci, abbiamo capito come
importante e difficoltoso possa essere il lavoro degli esperti nel settore
della conservazione dei Beni Culturali. Infatti, il numero di opere d’arte
trafugate dai siti di scavi archeologici è notevole; è, perciò, necessaria
un’ampia rete di comunicazione e di scambio di dati: qui interviene una
banca dati informatica contenente ogni sorta di informazione sulle opere
scomparse. In base alle informazioni fornite da questo “cervellone”
elettronico nazionale, in grado di consentire con una certa rapidità
l’accesso ad oltre un milione di opere schedate e oggetto di indagini, si
muovono questi veri e propri esperti di storia dell’arte che spesso riescono
ad impedire la commercializzazione di veri e propri patrimoni dell’umanità.
Un esempio del loro lavoro? Il recupero di un quadro del Mabuse, un olio su
tavola dei primi del‘500 dall’inestimabile valore economico, sottratto ad un
collezionista londinese e recuperato proprio dal Nucleo di Bari in seguito
ad una rogatoria internazionale. Oltre a questo pregevolissimo dipinto, ci
sono stati mostrati anche molti vasi di fattura greca o italica trafugati in
Puglia e recuperati in Francia nel corso di una recente operazione. Insomma,
il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale è un’èquipe che lavora in tutto il
mondo per evitare lo smembramento delle opere d’arte italiane.
Bari, tra le altre
attrattive turistiche di cui dispone, ha anche un Museo Storico Civico. Si
tratta di un Museo dalla lunga tradizione, nato nel 1916 in alcuni locali
annessi al Teatro Margherita dopo lo strepitoso successo dell’Esposizione
per ricordare il centenario della fondazione del Borgo Murattiano, nel 1913.
Purtroppo durante la 2^ Guerra Mondiale, il Museo fu chiuso e riaprì solo
dopo alcuni anni, Quando già era avvenuta la sparizione di parte del
materiale. In realtà, l’effettiva riapertura al pubblico risale soltanto al
2002; la sede espositiva si trova al civico 13 di Strada Sagges, nel margine
Sud Est della Città Vecchia. Dopo una breve ed esauriente introduzione
tenutaci dalla Direttrice, dott.sa Paola Bibbò, abbiamo visitato il Museo
Storico ed in particolare una mostra dal titolo “L’abito aristocratico e
l’uniforme popolare nel periodo murattiano”. La mostra era dotata di un
ottimo dépliant che illustrava dettagliatamente il vestiario utilizzato
nell’epoca murattiana dai cittadini dei vari paesi in provincia di Bari.
Sono però evidenti molti problemi di carattere organizzativo, di certo non
dipendenti dall’ottimo (seppur ridottissimo) personale: la struttura,
infatti, è di piccole dimensioni e non consente l’esposizione di più mostre
in contemporanea. Quanto dovremo ancora aspettare, dopo 50 anni di chiusura
del Museo Storico, perché Bari si decida ad ingrandire questa struttura?
Perché nessuno, alla Provincia, al Comune o alla Regione, ha ancora previsto
un progetto di ampliamento che possa sfruttare i fondi della Comunità
Europea o di istituzioni private (banche, assicurazioni…)? I problemi di cui
soffre il Museo Storico sono tali per tutta la città vecchia: infatti, esso
potrebbe essere un forte polo d’attrazione per studenti e turisti e offrire
il fenomenale patrimonio di conoscenze nascosto nei propri reperti a tutta
la città.
D’altronde, Herman Hesse
diceva: “Studiare la Storia vuol dire abbandonarsi al caos, ma nello stesso
tempo conservare la fede nell’ordine e nel senno”. Una città, un popolo, un
mondo che non capisca l’importanza della Storia è destinato a restare nel
caos della propria limitata visione temporale, senza la luce della fede
nell’ordine a ricondurla sulla retta via. Bari, ora più che mai, ha bisogno
di Storia. Ora più che mai, in un’ora in cui valori e prospettive cambiano,
per fare il futuro abbiamo bisogno del passato.
Andrea Milzi-5^A - Bari