L'AVVENIMENTO SECONDO GIOTTO

 

In occasione della festa del paese è stata allestita nella chiesa di S. Rocco una mostra che riguarda la Cappella degli Scrovegni di Padova.

Il titolo della mostra  è: "L'AVVENIMENTO SECONDO GIOTTO". L'Avvenimento è quello cristiano, cioè la venuta di Cristo nel mondo, la sua vita, la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione.

Nella settimana della festa  con il Prof. Leonardi siamo andati a visitarla.

Partendo dal libro scritto dal Prof. Filippetti, il curatore della mostra, il nostro prof. ci ha spiegato tutta la storia raccontata nei vari quadri che sono stati disposti proprio come Giotto li ha realizzati nella cappella padovana.

In questo modo è più facile capire perché questo tipo di pittura veniva chiamata "bibbia dei poveri": essa racconta la storia di Cristo attraverso le immagini così che anche gli analfabeti, che all'epoca di Giotto erano la maggior parte dalla popolazione, potevano conoscerla.

I 37 quadri si possono dividere in 3 gruppi.

Il primo gruppo "parla" dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, della nascita di Maria, e di Giuseppe.

Questi quadri raccontano quindi la parte di storia che sta prima dell'Annunciazione e la preparazione del mondo alla nascita di Cristo.

Come ponte fra il primo e il secondo gruppo di quadri c'è l'Annunciazione rappresentata in due icone, a sinistra l'Arcangelo Gabriele e a destra Maria, poste su un arco che rappresenta la congiunzione tra Dio e gli uomini: "il Verbo si fa carne".

Il secondo gruppo inizia con la visita di Maria alla cugina Elisabetta, continua con la Natività, l'Epifania, la presentazione di Gesù al tempio e la fuga in Egitto.

Seguono poi la strage degli innocenti, Gesù al tempio con i dottori e il battesimo di Gesù.

Giotto poi decide di rappresentare la vita pubblica di Gesù illustrando il primo e l'ultimo miracolo e cioè le nozze di Cana e la risurrezione di Lazzaro.

Il terzo gruppo di affreschi inizia con il tradimento di Giuda che è rappresentato  mentre riceve i soldi e con una figura nera, Satana, alle sue spalle.

Il ventesimo dipinto è l'ultima cena a cui fa seguito la lavanda dei piedi che è raffigurata nello stesso ambiente, il Cenacolo, e il bacio di Giuda.

I dipinti successivi raccontano la condanna di Gesù, la sua passione e la sua morte.

Gli ultimi tre dipinti testimoniano la Risurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste.

I dipinti sono spesso collegati tra loro a triplette con le quali Giotto ha voluto ricordare continuamente  l'Unità e la Trinità di Dio.

Sopra l'entrata della cappella c'è il giudizio universale.

Cristo seduto sul trono è al centro dell'affresco. Alla sua destra e alla sua sinistra ci sono gli Apostoli e più sopra gli otto cori angelici.

La trifora che si trova sopra Cristo non è solo una finestra dalla quale entra la luce rossa del tramonto ma il trono dal quale Dio, Uno e Trino, scende a giudicare gli uomini.

A destra della trifora due angeli sembrano arrotolare il cielo come per chiudere il sipario sul mondo: l'azzurro che rappresenta l'umano lascia il posto al rosso che rappresenta il divino.

Dalla mandorla che racchiude il Cristo partono quattro lingue di fuoco che trascinano all'infermo le anime dei dannati tra i quali spicca Lucifero.

All'orrore dell'inferno si contrappone il Paradiso con la schiera dei Santi guidata da Maria e seguita da tutti gli uomini che hanno santificato la loro vita.

Una grande croce separa il Paradiso dall'inferno.

Secondo me la mostra è stata molto interessante e, oltre ad aver contribuito ad arricchire la mia cultura artistica, mi ha fatto ripensare al grande dono che Dio ci ha fatto.

    Simone D’Adda