Pantera
 
 
"Allora,vai via -se vuoi- vai via e non tornare più! Era avvenuto così. E lui aveva obbedito, aveva dimenticato le notti al chiaro di luna ,vicino al fiume ad ansimare :"-Pantera , ti prego, leva le scarpe , le calze e fammi sentire il tuo corpo! Voglio sentirti per sapere che sei mia: ti amo, non sfuggirmi. Lei aveva reso docile il suo carattere, aveva dimenticato le leggende della sua stirpe , aveva abbandonato la sua maledizione ed era diventata vulnerabile; avevano giocato nudi sul letto, toccandosi come due bambini, l'uno alla ricerca dell'altro. Ma ora tutto doveva essere dimenticato. I suoi passi con i tacchi alti in scarpe di pelle nera risuonavano sull'acciottolato di un luogo che le sembrava conosciuto e nello stesso tempo misterioso. Sentì un brivido sulla pelle . -Dove sono ?-Si chiese:la vista di una torre blu cobalto vicino ad un lago che le ricordava il lago della tristezza la fece quasi sussultare .. No ,no non avrebbe dovuto pensare più al "suo "mondo! "Mi hermana, va via !Voglio essere anche io felice e normale in un mondo normale". Sentì il vento sussurrare parole quasi umane e rabbrividì nel vestito stretto di pelle nera .Era tutta fasciata di nero,solo il rosso dei suoi capelli una vampa. E gli occhi di un verde cupo ,come sempre quando il loro brillare era fra tragedia e rabbia. L'attraversare un folto bosco di alberi alti,spesso lugubri con tristi nenie non la spaventò; le sembrò anche di udire un dolce canto di menestrello: si girò d'improvviso verso un albero e la sua meraviglia fu nel capire che la voce veniva di lì, dal tronco. Sarò in un luogo come Gondal si disse ,incontrerò ancora allora uomini e donne che potrebbero farmi del male: ma ora so.Basta che io sferri l'attacco per prima: .mai più essere innamorata o triste. In quel momento al cuore una trafittura di nostalgia : i suoi baci, lo scorrere delle sue mani sul corpo reso levigato dall'amore e dalla volontà di essere come le altre…. -Mai più , non avverrà mai più- si disse Pantera intravedendo un fioco lume lontano che indicava una locanda. Si avvicinò e lesse"Locanda del lupomannaro". Una risata stridula , raggelante inondò la landa desolata che andava oltre la taverna. Entrerò, si disse, e sicuramente farò amicizia con questo lupo. Io e lui avremo molte cose da raccontarci,per lo meno sapremo di essere arrivati qui da un mondo che non vuole la nostra diversità. Da lontano un mugghiare di vento sembrò urlarle " mi hermana , non mi abbandonare! " Non era possibile,non era più possibile. Ora sarebbe diventata la signorina Pantera e nessuno, nessuno avrebbe saputo della sua vita passata. -Desidereranno i miei baci, il mio calore, ma non cederò più .- Con un balzo quasi un salto, si accostò alla porta della locanda e poi aprì, con l'andatura flessuosa che le apparteneva. All'interno della locanda capì che tutti gli sguardi si erano fermati ed erano puntati su di lei. E' fatta - si disse- socchiudendo gli occhi, una fessura da cui usciva una luce dorata.. Per ora e' fatta , Si avviò lentamente verso il bancone e chiese a voce bassa e roca. dov'era , e chi sarebbe passato di lì per potere ripartire al più presto e come mai quella splendida torre blu cobalto sembrava così isolata e irraggiungibile. Non per me-si disse sorridendo Invece finse di ascoltare con occhi di bambina spaurita il vecchio contadino che la guardava e le raccontava i misteri della torre....
 
Bacio di Pantera
 
Pantera mentre si nasconde alla vista di un cacciatore
 
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