TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

USTICA: la verità!

Di Giorgio Andretta

E' il romanziere Richard Bach con la sua opera "IL GABBIANO DI JONATHAN LIVING STON" che ce la indica.
Vale a dire, che bisogna ricercare in altre direzioni, cioè, non le solite scontate che la nostra cultura ci ispira. Sul caso è stato scritto e detto di più, ma non si è mai cercato di travalicare col limite, andando, quindi, a sondare nell'unica direzione possibile. Esiste un internet cosmico definito dagli orientali "Cronaca dell'Akasha" accessibile a determinate persone, con caratteristiche particolari, utilizzate, alcune volte, anche dai servizi segreti di vari paesi e dal Vaticano. Alcune di queste hanno riportato di aver visto nel "sito corrispondente", una soluzione completamente diversa, da quelle prospettate finora dalle nostre autorità competenti. Cioè, trattasi d'impatto, quasi frontale, del DC9 con la scia magnetica di un UFO. Udite, udite, eresia! Ma che cos'è un UFO? Ufficialmente non esiste, se non solo nella mente bacata d'alcuni settari, definiti tali dal nostro Ministero degli Interni. Almeno così, è stato enunciato nei telegiornali della TV di stato il 29 Aprile u.s. e ripreso dai maggiori quotidiani a tiratura nazionale il giorno successivo.
"La verità" vogliamo accettarla o no?
E' meglio vivere 100 giorni da pecora, accettando pedissequamente quello che l'autorità costituita ci propina. Salvo poi trovarci svuotati calanchivamente, della nostra dignità.
Ci chiediamo, questo è l'atteggiamento assunto anche dal responsabile delle indagini, visto che ha chiuso l'istruttoria?
Certo è che se l'UFO non esiste, non gli si possono attribuire delle responsabilità. Veritas filia temporis (la verità è figlia del tempo).
Così intendeva significare il sommo poeta quando enunciava"…Considerate la vostra semenza: fatti non foste a vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza…"? (Dante, D.C. inf. Canto XXVI v. 118 e succ.).
Dobbiamo mondarci delle incrostazioni culturali che ci calcificano, ostacolando qualsiasi espressione di umiltà, al fine d'abbandonare l'albagia che contraddistingue la nostra specie.
Finalmente potremmo accettare la sommergente quantità di prove, da più parti offerteci, della realtà sopra enunciata; addivenendo in modo cosciente alla "verità", propugnata da quel manipolo di settari esposti al pubblico ludibrio.
E se avessero ragione?
Vogliamo proprio lasciarla ai posteri l'ardua sentenza? Fate che i ciechi non guidichino i ciechi!

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