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Ho aspettato per tre anni, non in
silenzio, ma operando per una riscoperta del valore autentico del Giubileo. Ho sperato
invano che la Chiesa lo annunciasse, ma solo qualche tiepido appello è venuto dal Papa,
quasi a titolo personale. Ora che il grande spettacolo sta per iniziare, non volendo
essere nè attore nè spettatore, ho deciso di scrivere questo articolo. Giubileo
è un termine derivato da Jobhel, in aramaico lo strumento ritorto ricavato
dal corno dellariete che veniva suonato in occasioni speciali, ma principalmente per
annunziare linizio dellanno santo dIsraele.
Jobhel però significava anche remissione, indicando così la
caratteristica dominante dellevento.
Infine Giubileo è associato, presso i latini, al verbo giubilare,
indicazione di meraviglia, festa e gioia: quindi, in una visione superficiale, Giubileo
significa un evento speciale, lAnno Santo, nel quale la remissione delle nostre
colpe genera in noi stessi meraviglia, festa e gioia.
In diversi passi dellA.T. la parola giubileo è utilizzata in modo
esplicito: Lv 25,8-55, Lv 27,17-24 e in Nm 36,4; il gruppo dei brani del Levitico è detto
sinteticamente Legge di Santità, e questa dicitura ci sembra ancora
attualissima.
Lanno santo iniziava il 10 di Tishri, circa il 23 settembre, nella festa della
grande espiazione, il jom kippur (Lv 23,27-32), cioè il giorno
dellespiazione pubblica di tutti i peccati secondo la tradizione ebraica, e
ricorreva ogni 50 anni, dopo un ciclo di 7 volte i 7 anni che separavano gli anni
sabbatici.
Durante questanno, come in tutti quelli sabbatici, la terra doveva riposare, e con
essa anche luomo, ad immagine del riposo di Dio al termine della creazione:
Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel
settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché
in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. (Gen 2,2-3)
Pertanto gli anni sabbatici ricorrevano ogni sette, e i loro frutti spontanei di ogni
genere dovevano essere lasciati ai poveri ed ai forestieri (Lv 25,2-7), (Es 23,10-11).
Molteplici sono i risvolti che si celano in queste parole, sia sul piano religioso, sia su
quello culturale e quello sociale, piani come sempre tra loro fortemente interconnessi.
La prima considerazione che viene spontanea riguarda il tema della proprietà delle cose:
la proprietà di Dio sul creato è sacra, e non viene modificata nel tempo perché anche
il tempo è sua proprietà (Es 19,5).
In assoluto la proprietà riguarda tutto, anche gli uomini, ma questi ultimi godono di una
singolare condizione di libertà, che permette loro di dominare e custodire la
terra (Gen 2,15), (Gen 9,7): questa non deve essere sfruttata fino allo stremo o messa a
repentaglio, perché deve essere custodita anche per le generazioni future; quindi nessuno
ha diritto di saccheggiare la natura o di violentarla.
La seconda considerazione riguarda il corretto uso delle cose: tutto il creato ha una
propria funzionalità, spesso celata alluomo; questi deve scoprirla, farla propria,
dominarla, utilizzarla per il proprio bene, ma sempre rispettandone la
proprietà originale.
Luomo, nellarco dellevoluzione, ha dimenticato spesso questa condizione,
ed oggi sembra scoprire lecologia come una propria creatura della ricerca
scientifica, mentre è dalle origini che questa scienza ci era data come area
dinvestigazione e studio, a suo tempo mai intrapreso.
Che lanno sabbatico abbia preceduto lanno giubilare e lo abbia influenzato
costitutivamente ci è dimostrato dalle prescrizioni del Deuteronomio circa il come
celebrare lanno sabbatico:
Alla fine di ogni sette anni celebrerete lanno di remissione. Ecco la norma di
questa remissione: ogni creditore che abbia diritto a una prestazione personale in pegno
per un prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal
suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato lanno di remissione per
il Signore. (Dt 15,1-2)
Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città
del paese che il Signore tuo Dio ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la
mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto
occorre alla necessità in cui si trova. (Dt 15,7-8)
Lanno sabbatico si configura quindi anche come un anno di carità reciproca.
Bada bene che non ti entri in cuore questo pensiero iniquo: E vicino il settimo
anno, lanno della remissione; e il tuo occhio sia cattivo verso il tuo fratello
bisognoso e tu non gli dia nulla; egli griderebbe al Signore contro di te e un peccato
sarebbe su di te. (Dt 15,9)
Dio è anche il signore del tempo: chi pensa di operare con maliziosa astuzia rispetto a
questo parametro si comporta in modo iniquo.
Dagli generosamente e, quando gli darai, il tuo cuore non si rattristi; perché proprio
per questo il Signore Dio tuo ti benedirà in ogni lavoro e in ogni cosa a cui avrai messo
mano. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti dò questo comando
e ti dico: apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese. Se
un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servirà per sei anni, ma il settimo
lo manderai via da te libero. (Dt 15,10-12)
La libertà viene da Dio: essendo tutti suoi figli, siamo fratelli, quindi anche la
sudditanza ha un limite temporale imposto da Dio.
Quando lo lascerai andare via libero, non lo rimanderai a mani vuote. (Dt 15,13)
La libertà deve essere reale e non apparente, significa creare le condizioni per una
libertà duratura.
Gli farai doni dal tuo gregge, dalla tua aia e dal tuo torchio; gli darai ciò con cui il
Signore tuo Dio ti avrà benedetto; ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese di
Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha riscattato; perciò io ti dò oggi questo comando.
(Dt 15,14-15)
Le condizioni imposte sono particolarmente pesanti, se pensiamo al significato storico di
una simile prescrizione, perché si tratta di cedere i propri mezzi di produzione.
Il Giubileo apparteneva alla tradizione ebraica, ed era sempre stato festeggiato, anche se
le sue regole non venivano perfettamente attuate; questo fatto permette a Gesù nel tempio
di presentarsi pubblicamente facendo esplicito riferimento allanno del Signore,
espressione nota a tutti gli astanti.
In tutto il Nuovo Testamento, il termine Giubileo non viene impiegato, e dopo
capiremo perché, ma troviamo un suo riferimento esplicito in uno dei passi più
importanti, che rappresenta la dichiarazione pubblica didentità resa da Gesù nella
sinagoga di Nazaret .
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
lunzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà
gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo
consegnò allinserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi
sopra di lui. Allora cominciò a dire: Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi
avete udita con i vostri orecchi. (Lc 4,17-21)
Gesù utilizza il brano di Isaia 61,1-2 per identificare se stesso come il Messia, il
Salvatore, colui che proclama lanno di grazia del Signore, cioè
lanno giubilare.
La sua venuta è il Giubileo per lintera umanità, come aveva predetto Isaia, ed è
Giubileo per sempre, il che spiega perché nella prima Chiesa non ci sia traccia di questo
termine.
Certo non fu facile per gli astanti comprendere la portata di questo annuncio, e non lo fu
neanche per gli apostoli e per la prima Chiesa, che progressivamente si staccò dalle
tradizioni ebraiche per generarne di proprie.
Quindi con lavvento di Gesù il Giubileo trova la sua dimensione definitiva:
liberato dalla schiavitù del tempo, non è più un anno di dodici mesi, ma è una
presenza continua nel tempo, che si snoda ed evolverà sino allavvento definitivo
del Regno.
Jobhel però significava anche remissione, come già detto, e
quindi lavvento del Messia inteso come lanno del Signore per eccellenza, a
prescindere dalla durata temporale degli eventi, è motivato anche in questo senso: Gesù
lo proclama, gli apostoli raccolgono il suo messaggio.
Gli risposero: Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di
nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?. Gesù rispose: In verità, in
verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non
resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà
liberi, sarete liberi davvero. (Gv 8,33-36)
Non più un Giubileo limitato alla liberazione dalla schiavitù corporale e dalla
impossibilità a sfamarsi con il proprio, ma un Giubileo perenne che abbraccia tutta la
persona umana, nella sua interezza.
Quindi non è necessario per gli evangelisti e per Paolo fare riferimento al passato e
alle sue tradizioni, ormai superate, anzi sarebbe quasi fuorviante: lanno Santo è
ormai iniziato, e durerà per sempre, sino allavvento del Regno.
Si può dire che la chiesa nascente festeggi quotidianamente il Giubileo, come ci
testimoniano gli Atti degli Apostoli e lo stesso Pietro, che dava molta importanza alla
condivisione di tutti i beni: si arriva così alla prima parte del secondo secolo con una
visione del Giubileo fortemente legata al Cristo, che non ha nulla a che fare con
ricorrenze storiche.
Poi il cambiamento, o lo smarrimento: si salta al 1300 per trovare il primo Giubileo
dellepoca moderna, tra le incertezze dello stesso Papa Bonifacio VIII sul da farsi.
Sulla base di una istanza popolare, forse fomentata dal cardinale Iacopo Stefaneschi, che
però seppe indirizzare la spinta che veniva dai pellegrini, e che vedeva il Papa
impreparato e reticente ad affrontare un simile impegno, nasce il nuovo Giubileo.
Certo quei pellegrini non avevano una chiara visione del significato dellAnno Santo,
comunque accorsero in massa: circa 2.000.000, tra i quali Dante Alighieri, Cimabue, Giotto
e Casella.
Dallora in poi lessenza del Giubileo annunciato da Gesù viene persa per
sempre, per far posto ad una ricorrenza su cui speculare e lucrare.
A questo punto potrei addentrarmi nel labirinto delle centomila opere in corso, con
investimenti di miliardi, o nelle lotte tra lo Stato Italiano e le sue istituzioni e la
Città del Vaticano, su chi doveva gestire il business della borsa del
pellegrino, ma preferisco soprassedere, almeno per compassione.
Sarebbe bene però che tutti sapessero cosa stanno facendo i prelati, e non, impegnati
ormai da tre anni nei 12 comitati che preparano levento.
La struttura vaticana è composta da un Consiglio di Presidenza (ma stiamo
parlando di una holding o di un evento religioso?) dal quale dipendono direttamente i due
comitati ritenuti più importanti, e cioè Mass-media (la comunicazione è
strategica e la pubblicità è lanima del commercio!) e il Comitato
tecnico, incaricato di gestire laccoglienza, cioè il business.
Dal Consiglio dipende anche il Comitato Centrale, che coordina le restanti dieci
commissioni: Ecumenica (cioè venite fratelli), Dialogo interreligioso (cioè
affari esteri), Teologico-storica (ovvero Lo scandalo della croce, come è
chiamata dalle fonti vaticane), Liturgica (il cerimoniale è fondamentale),
Artistico-culturale, Pastorale e Missionaria, Nuovi Martiri, Sociale, Comitato
Gerosolimitano (La preparazione dei santuari) e Comitato Romano (la preparazione di Roma).
Non si deve escludere che tra tante commissioni ci siano anche persone degnissime che
stiano operando al meglio, ma resta uno scandalo la totale assenza di coinvolgimento del
popolo di Dio, così come la struttura organizzativa prescelta, che per altro mette a nudo
immediatamente di che tipo di giubileo quei signori si occupino.
Ci sono però deglinterrogativi che ognuno deve porsi, quali a chi erano
destinati ovvero a chi sono stati sottratti tutti questi soldi? o come la
Chiesa potrebbe riannunciare il vero Giubileo? o per le grandi potenze, che
Giubileo? o per noi, popolo di Dio, che significato ha il Giubileo?.
Ponendosi questi interrogativi è facile capire che il Giubileo annunciato da Gesù non
prevede né pellegrinaggi né tantomeno assoluzioni a pagamento, ma impone un forte
cambiamento in tutte le dimensioni sociali e personali.
Dal punto di vista socio-politico il problema del controllo dei mezzi di produzione,
tipico dellera industriale, e dei mezzi di comunicazione, tipico dellera
attuale, emerge con chiarezza.
Il Giubileo, sul piano socio-politico, è riscoperta del valore delle leggi contenute nei
testi sacri, ed è anche analisi e discernimento delle leggi oggi in vigore nella società
contemporanea; richiede quindi anche un impegno per superare la giustizia
degli scribi e dei farisei, promuovendo un cambiamento sociale che vada in favore
delluguaglianza e dellabolizione di tutte le barriere che possono impedire la
realizzazione della fratellanza in Dio.
Il superamento del capitalismo a favore di una società antropocratica è un
obiettivo fondamentale in questo contesto.
Anche se lAnno del Signore in qualche modo cercava, con le sue regole, di
ripristinare la libertà, sia personale che economica, per chi laveva persa, non si
deve mai dimenticare che questo era un obiettivo strumentale del Giubileo, che restava
sempre fondamentalmente un anno di rendimento di grazia a Dio.
Pertanto la dimensione etica principale è il riconoscimento assoluto della dignità della
persona, non legato alle caratteristiche della stessa o al suo stato, sia essa un embrione
o un vecchio in fin di vita, ma connesso alla condizione universale di figli di
Dio. Inoltre da questa visione derivano direttamente la solidarietà e la
sussidiarietà come modalità di operare e la sacralità della famiglia come condizione di
fatto. Leconomia deve essere subordinata a questi principi. Infine il Giubileo é
anno di rendimento di grazia al Signore, che può essere realizzato solo se
oltre la volontà dei singoli si verifichino anche le condizioni socio-economiche
affinché questo possa avvenire, e questo può accadere solo se la società antepone i
valori a quelli economici.
Questo Giubileo perenne pretende da ciascuno di noi un cambiamento morale di base: il
baricentro della coscienza morale non è più linsieme delle nostre azioni, ma
lAmore di Dio e il suo progetto di costruzione del Regno. Ogni nostra scelta diviene
simultaneamente momento di costruzione e testimonianza verso il prossimo; e il Giubileo di
Cristo pretende una testimonianza forte e continua.
Sino a che le scelte quotidiane non verranno vissute dai cristiani come risposta al volere
di Dio ben difficilmente si potranno mettere in atto i suddetti meccanismi
riequilibratori, e tantomeno i passi necessari alla costruzione del Regno.
La proprietà non è abolita, ma il possesso, anche parziale, di beni superflui o
destinati a garantire il domani è frutto di un atteggiamento morale errato, che non tiene
conto della infinita Misericordia di Dio.
La giustizia, leguaglianza, la solidarietà, ed ogni altro valore devono sempre
essere rapportati a ciò che ci proviene da Dio e non al frutto delle nostre azioni, anche
le migliori.
Il Giubileo impone un ripensamento sullatteggiamento morale collettivo nei confronti
della terra e dellecologia: dal valore dei terreni sino ai problemi
dellinquinamento, tutto deve essere rivisto nella luce del grande dono fatto nella
creazione a favore di tutti, quindi tutti devono poterne godere in misura paritetica,
anche se non egualitaria. Tutti significa anche le generazioni future, rispetto alle quali
gli abitanti attuali della terra hanno un debito inalienabile.
Pensare al Giubileo come una eredità storica legata alle tradizioni della Chiesa
significa snaturare il suo contenuto: la persona del Cristo è il nostro Giubileo, ed è
perenne, non solo nei cieli, ma anche in terra. Lanno del Signore annunciato da
Gesù attraverso le parole di Isaia non ha un termine temporale a noi noto, perché si
compirà solo con il definitivo avvento del Regno. In compenso abbiamo la certezza che sia
perennemente in atto. |
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...aveva ragione Dostojeski quando ha detto che i demoni si sono scatenati in questo
secolo. Un secolo di una violenza forsennata. Mi sono letto in questi giorni tutte le
stragi compiute in questo secolo, ma è
concepibile finirlo in maniera così macabra?
E possibile che le Chiese si apprestino a
celebrare il Giubileo del 2000 sotto le bombe? Che trasformino questo Giubileo in un
grande business, mentre il cuore del Giubileo è il cuore stesso del Vangelo. E
questo che io non riesco più a capire...
(Padre Alex Zanotelli, missionario a Korogocho, Nairobi, Kenya.)
GianPiero Abbate è nato
a Udine il 02-08-1949. Si è laureato in Fisica nel 1974 presso Luniversità di
Padova ed ha conseguito il diploma in Cultura Teologica presso lIstituto di
Formazione Teologica e di Promozione Umana di Pordenone. Attualmente impegnato in molte
attività tra le quali presiede la società Agire dedicata alla gestione dei progetti
europei e al reperimento di finanziamenti agevolati per i grandi gruppi industriali.
Da anni si occupa con passione di temi divenuti fondamentali per il nostro pianeta, come
linquinamento e il pericolo nucleare ponendosi di fronte alla conclusione del
millennio con lo spirito critico proprio degli uomini di coscienza.
...Questo è un mondo di morte che ammazza con le armi, ma ammazza ancora di più
con leconomia. E un mondo costruito sulla violenza ed è proprio questa che
dobbiamo
scardinare. Questa è lunica maniera di far Giubileo...
(A. Zanotelli)
...finiamola con questa logica,
diamoci tutti una mano, celebriamo davvero il Giubileo. Fate risuonare quel corno in tutte
le città italiane, riunitevi, datevi da fare perché nasca qualcosa di diverso da questa
logica di morte...
(A. Zanotelli)
Dai sotterranei della vita e della
storia vi dico questo con profonda amarezza, ma anche con grande
convinzione perché motivato dalla certezza che potrà esserci un mondo diverso da quello
che abbiamo, un mondo che tocca a noi costruire.
(A. Zanotelli)
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