Per una alimentazione cosciente |
Di Giada Solari |
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Lalimentazione ha seriamente a
cuore la qualità e larmonia della vita di ogni individuo oltre che la salute,
lequilibrio ed il benessere personale. Tutto ciò appartiene alla manifestazione che
deriva dal grado di comprensione dellinfinito ordine delluniverso, sia essa
intuitiva o cosciente e delle leggi che plasmano il destino delluomo. Lalimentazione ideale ed equilibrata non consiste solamente nel mangiare alimenti naturali e biologici, vale a dire coltivati o prodotti senza sostanze chimiche, poiché, se ci si limita unicamente a questo principio, si può incorrere in errori, contribuendo a distoglierci dal distinguere unalimentazione equilibrata da una potenzialmente dannosa; quindi, alimento biodinamico cioè prodotto in armonia alle forze cosmiche, purché consapevoli del nutrimento ideale per lessere umano. Possiamo immaginare i vari tipi di cibo come lenti diversamente colorate che ci fanno vedere lo stesso mondo in tante tonalità differenti. Per cui, chi si ciba di dolore causerà unicamente sofferenza e distruzione, come chi si ciba di veleni produrrà inquinamento e desolazione. Quanti, invece, si nutriranno con alimenti semplici e biologici, avranno in sé la forza per cambiare il destino del mondo. Esistono cibi che la scienza dellalimentazione considera poco adatti al nostro benessere: sono quelli che nellultimo secolo la nostra civiltà ha creato attraverso processi industriali e tecnologici di raffinazione o di sintesi ed ha saputo proporre come abitudini alimentari nuove e vincenti. Sono lo zucchero e linfinità di prodotti alimentari che lo contengono, le bevande industriali, i cibi colorati, fino ad arrivare agli alimenti geneticamente modificati che stanno prepotentemente affacciandosi alle nostre mense. Ad essi lorganismo umano non ha avuto e non ha alcuna possibilità dadattarsi in quanto introdotti nel nostro corpo contemporaneamente ed improvvisamente in quantità smisurata. E, di conseguenza, utile scegliere lalimento, non necessariamente lo stesso per ognuno di noi, di più agevole digestione, perché quanto più facilmente lenergia viene estratta dal cibo, tanto più lorganismo avrà tempo di riposarsi, prima che gli sia necessario assorbire nuovi nutrimenti. Quando ci si discosta troppo o per vario tempo da un modello alimentare sano, inevitabilmente si ingenerano problemi alla propria salute ed è opportuno quindi adottare ulteriori scelte onde riequilibrare lo stato iniziale. Un ruolo determinante in tutto questo è giocato dalla pubblicità e dai mass-media che pervicacemente, cavalcando un successo notevole, plagiano il consumatore. E ancora diffuso tra la popolazione un fortissimo e residuale istinto di aggregazione al branco che determina comportamenti massificati per necessità di sicurezza intrinseca. In ogni elemento introdotto nei nostri corpi esiste la vitalità peculiare e prima di poterla innestare in noi, mediante il processo di assimilazione, è necessario vincerla e sottometterla; contrariamente nel corpo umano non regnerebbe larmonia. Le diverse parti agirebbero indipendentemente una dallaltra e subentrerebbe così, con il deperimento, un processo di disintegrazione opposto allassimilazione; fino al momento in cui esse cercheranno ostinatamente di affermare la propria individualità. Gli esseri umani non sono organizzati in modo da poter utilizzare direttamente i minerali come alimenti, dal momento che questi sono inanimati. Se, però luomo, riuscisse a nutrirsi di tali elementi, essi diverrebbero un regime ideale per la loro stabilità e per lesigua quantità denergia richiesta nel dominarli ed assoggettarli alla vita del corpo. Lindividuo mangerebbe in modo meno abbondante e sovente di come fa attualmente. I laboratori interni dellorganismo provvederebbero a formare, col tempo, alimenti chimici di qualità molto superiore a quella dei cibi attuali e fra laltro, sarebbero sempre freschi. Lalimento ottenuto dalle piante superiori, e maggiormente quello ricavato dal regno animale, è decisamente ripugnante a causa della rapidità con cui si decompone, sotto lo sforzo delle particelle individuali che lo costituiscono e che cercano di liberarsi dal dominio dellinsieme. Il regno vegetale è immediatamente superiore a quello minerale, perché fornito di vita ed è perciò organizzato per poter assorbire i propri componenti direttamente dalla terra. Luomo e gli animali possono assimilare le piante, la cui coscienza non oppone resistenza essendo essa ottusa, ed ottenere così dei composti chimici adatti a sostenere i propri corpi, richiedendo poca energia per trasformare le particelle così ottenute. Queste ultime non sono che debolmente individualizzate, la vita che risiede in loro non tenta di sfuggire dai nostri organismi tanto presto, quanto gli alimenti derivati da forme più altamente sviluppate. Lenergia proveniente da unalimentazione vegetariana è più resistente, allinterno della nostra organizzazione individuale, di quella scaturita da alimenti carnei; inoltre, per provvedersi di cibo non occorrono rifornimenti frequenti poiché si produce, proporzionalmente, maggior forza a causa della minor attività energetica richiesta per assimilarli. Gli alimenti carnei sono costituiti da cellule formate ed interpenetrate singolarmente, esse sono perciò individualizzate più a fondo di quelle vegetali. Nellanimale esiste unanima cellulare individuale, permeata dalle passioni e dai desideri ed una coscienza di tipo sognante, perciò, per dominare il cibo da esso derivato cè bisogno di un tempo molto più lungo, con un dispendio considerevole di energia affinché venga assimilato e tuttavia, non può essere incorporato completamente nellorganizzazione del corpo umano, come avviene per gli elementi costitutivi della pianta che non hanno tendenze individuali così pronunciate come lanimale. Quanto esposto ci induce a dedurre che colui che segue un regime carneo necessita di una maggior quantità di alimento insieme ad una maggiore frequenza di pasti del vegetariano. Inoltre, questa lotta interna delle cellule della carne causa in generale un deterioramento superiore del corpo, rendendo il carnivoro meno attivo e meno resistente di chi si alimenta vegetarianamente. Di conseguenza, poiché lalimento carneo, derivante dagli animali erbivori, offre una nutrizione così discutibile, è evidente che se utilizzassimo la carne degli animali carnivori, nei quali le cellule sono ancor più individualizzate, saremmo obbligati, per assimilarli, a consumare ancor più quantità di cibo. Il mangiare, perciò, occuperebbe la maggior parte del nostro tempo e tuttavia saremmo sempre magri, senza forze ed affamati. Un esempio di ciò è riscontrabile nel lupo e nellavvoltoio, la magrezza e la voracità dei quali sono proverbiali. Se la carne degli animali erbivori fosse lessenza di quanto di meglio esiste nella pianta, la logica ci indurrebbe a pensare che la carne dei carnivori rappresenterebbe la quintessenza del gusto e soprattutto del nutrimento e di conseguenza, i tessuti fisici degli avvoltoi e dei lupi dovrebbero essere i più desiderabili. Ma non è così! Se ciò fosse vero, la carne degli animali carnivori sarebbe ricercata dagli animali da preda, ma questo non succede, anzi si verifica proprio il contrario! Lessere umano, comunque, non si limita esclusivamente ad una dieta carnea, e maggiormente savvicina al regno vegetale più energia trae dalla propria alimentazione. E un falso bisogno, una esigenza fittizia quella che luomo moderno ha per le proteine animali, il quale, oltre a sconvolgere le sue abitudini millenarie sta turbando gravemente il pianeta, tramutandolo in un ambiente sterile e desertico. Troppo grande è la distanza che, surrettiziamente, luomo ha posto fra sé ed il resto degli animali, per non apparire equivoca. Il sospetto è che ciò sia stato fatto per poter così disporre a piacimento della vita di queste creature, senza problemi di coscienza: tanto sono esseri inferiori, carne da macello e da esperimento. Lo stesso processo mentale, di separazione, è stato fatto nellantichità fra uomini liberi e schiavi, e più recentemente nei secoli XVI e XVII per distinguere i colonizzatori (spagnoli, portoghesi e molti altri) dagli indigeni dellAmerica, ai quali non si riconosceva lo status di uomini, bensì gli si accomunava agli animali (dunque, con licenza di uccidere). Contrariamente a quel che si pensa, lalimentazione vegetariana, (maggiormente difficile sotto laspetto assimilativo umano) giova di più alla costituzione, in quanto mobilita una prevalente quantità di risorse dellorganismo, un maggior numero di meccanismi metabolici. E falso affermare che le diete vegetariane indeboliscono il fisico e non favoriscono la crescita. Unalimentazione cerealicola e a base di vegetali, ben equilibrata, può sviluppare i muscoli e produrre energia e forza più di quella a base di prodotti animali. Si obbietta che anche mangiando frutta e verdura si distrugge la vita, non è proprio così. Quando il frutto è maturo, esso ha raggiunto il suo fine che è quello di fungere da matrice per il seme. Se non è mangiato, deperisce è viene gettato tra i rifiuti. Esso è designato ad alimentare il regno animale ed umano per dare, perciò, al seme lopportunità di cadere nel suolo fertile e quindi nascere e crescere. Daltronde, proprio come lovulo ed il seme degli esseri umani sono sterili senza la matrice dellatomo-seme primigenio (vedi un evento meraviglioso: la nascita- Terzomillennio n°5 ottobre 1998), così, qualunque uovo o seme è per sé stesso privo di vita senza le necessarie condizioni di incubazione o di terreno. Noi non siamo in grado di creare nulla, nemmeno un granello di polvere, perciò che diritto abbiamo, dunque, di distruggere sia pure la più piccola ed umile delle forme di vita che cerca di fare, mediante un veicolo (il corpo) nuove esperienze per imparare ad evolversi? Ognuna di esse rappresenta lespressione dellUnica Vita, quella Divina che dovremmo coscientemente e religiosamente rispettare. Chi sceglie di alimentarsi con alimenti vitali (cereali, frutta e verdura) può essere mosso da varie motivazioni, le quali, oltre a garantire una miglior condizione dello stato fisico, possono pure riguardare moventi etici ed evoluzionistici, piuttosto che religiosi. Sta di fatto che a sostegno di tutto ciò emerge una cosciente sensibilizzazione verso quanto la natura generosamente elargisce, quale madre prodiga e saggia, assimilando il gesto nutrizionale ad un profondo atto damore, di donazione, come la puerpera verso il neonato. Essa ci stimola a non uccidere rispettando la vita e levoluzione di ogni essere vivente. Di fronte ad un continuo depauperamento delle risorse del pianeta, cè bisogno di unazione utopica forte, che sappia porre freno alle devastazioni dei territori, compiute giornalmente dai gruppi economici e politici dominanti, affinché la ragione (principio spirituale) prevalga sulleconomia (elemento materiale). Mai come oggi lesigenza di ricreare, stimolando un rapporto di intima armonia tra uomo e natura si è fatta così necessaria. Questo per le precarie condizioni ambientali, dal buco di ozono, allinquinamento di territori sempre più vasti del pianeta che rischiano ormai lirreversibilità. E inimmaginabile un diverso rapporto tra uomo ed uomo fino a quando non sarà ripristinato quello tra questultimo ed il proprio ambiente. Pensiamo alla necessità dellinstaurazione di una controeconomia che riesca a porsi come reale alternativa credibile, poiché lattuale modello responsabile della mercificazione di ogni cosa, dalle acque alle foreste, dallaria alla terra, mal si concilia con lo sviluppo di una economia rispettosa dellambiente. E necessario percorrere la strada che porta allo sganciamento delle regole imposte dal mercato promuovendo la solidarietà del mutualismo e della cooperazione, nel rispetto delluomo, del territorio e di ogni essere che popola il pianeta, per una diversa qualità della vita a partire dal nostro presente. |
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