TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

Cibo per il corpo o nutrimento per lo spirito?

Di Giada Solari

 

 

Da quando l’essere umano è comparso sulla Terra ha avuto sempre la necessità di nutrirsi ed il modo d’alimentarsi è cambiato col suo evolversi.

Come ben sappiamo, i nostri progenitori coglievano i frutti che la natura generosamente donava loro e di questi copiosamente si nutrivano; col tempo cominciarono a cacciare ed iniziarono a cibarsi di carne animale, prima cruda e poi cotta, allorché impararono ad usare il fuoco.

Il passo susseguente vide l’uomo coltivatore di piante per la propria sussistenza, ma la storia ci parla anche dei momenti successivi; del ruolo, cioè, che l’alimentazione ha svolto e svolge, considerando il fatto che essa non rappresenta solo un evento nutrizionale.

Esaminando l’uomo sotto l’aspetto delle funzioni organizzatrici, inerenti agli elementi interiori che lo governano, si scopre che queste strutture rappresentano l’individuo in modo triarticolato. La prima di tali organizzazioni è la neuro-sensoriale a cui fanno capo i nervi, i sensi e tutte le terminazioni nervose periferiche; la seconda trova corrispondenza nel complesso cuore-circolazione e polmoni, ed è caratterizzata per essere la sede del ritmo. La terza presiede al metabolismo a cui sottendono gli arti e le membra.

Le tre costituzioni sono anche denominate della Testa, del Ritmo e del Metabolismo.

R. Steiner afferma che queste sono tipiche di ogni essere vivente, per cui trovano naturale corrispondenza anche nella pianta e vede la testa dell’essere umano equivalente alle radici del vegetale, in altre parole la loro assunzione nutrirà la zona cerebrale. Tramite l’introduzione di foglie agiremo sul ritmo, ed infine cibandoci dei fiori, dei semi e dei frutti della pianta stessa opereremo sul metabolismo.

I vari alimenti non assolvono solamente alla stimolazione delle tre organizzazioni, ma in base ai loro costituenti principali: proteine, grassi, amidi e sali, agiscono sul corpo fisico dell’individuo, sul corpo eterico o vitale, su quello astrale o del desiderio e sull’Io od organismo mentale.

Le proteine (alla base della vita stessa) nutrono principalmente il corpo fisico e sostengono i processi metabolici, i quali, sono a loro volta controllati dall’organizzazione della struttura eterica che vitalizza il corpo fisico.

Allorché la nostra alimentazione contiene un eccesso di proteine, l’organismo vitale non riesce più a controllare il processo e si incorre in eventi putrefattivi.

I grassi nutrono il corpo eterico e la sfera del ritmo. Anche questo processo è controllato dalla struttura superiore, cioè l’astrale, qui preposto. Un eccesso di lipidi inibisce l’azione del corpo astrale conducendo ad un conseguente stadio d’irrancidimento.

I carboidrati invece vivificano il corpo astrale e sono controllati dall’Io. La loro azione si esplica maggiormente nell’organizzazione della testa ed il loro eccesso produce uno stato putrefattivo, agendo negativamente sulla coscienza dell’uomo.

I sali sono controllati dal sistema osseo, al cui interno avviene la formazione dei globuli rossi, ed hanno un’azione sul sangue e quindi sull’Io. Un’eventuale loro carenza conduce ad un mancato contributo dello sviluppo del corpo mentale; come un loro eccesso porta a processi d’indurimento ed alla sclerosi.

Ora, dopo queste analisi, potremmo pensare, osservando noi stessi e la gente che ci circonda, che la nostra corporeità sia rimasta nel tempo sempre la stessa. Spesso non ci rendiamo conto che i tessuti, le cellule, le sostanze del nostro corpo sono in continuo mutamento. Dovremmo, tuttavia, stupirci come l’organismo crei da pane, verdura, carne e frutta sostanze cornee, sangue o cellule nervose.

Noi purtroppo di questi processi interni non sperimentiamo nulla. Dopo aver fiutato, masticato e gustato, anche il boccone più squisito scompare in una zona ignota sotto l’aspetto sensitivo al di là dell’esofago.

In realtà, anche se non abbiamo coscienza del nostro metabolismo endogeno, pur tuttavia, operano, in correlazione con il nucleo più profondo ed essenziale dell’uomo, quelle forze formatrici che accolgono il cibo nello stomaco "uccidendo" ulteriormente tutto ciò che noi immettiamo nel nostro corpo in modo che non resti più nulla dell’origine vitale dell’alimento, fino al livello fisico-minerale.

La seconda fase metabolica prevede la rivivificazione delle sostanze morte fino ad un innalzamento a livello dell’umano. Qui, poiché in ogni uomo si trova un piano organizzativo personale (lavoro unico nel suo genere), il flusso rigeneratore delle sostanze viene condotto fino all’ultima cellula del corpo.

Allo stesso modo in cui noi inconsciamente ci affidiamo fiduciosi al fatto che, all’interno della nostra organizzazione metabolica, le sagge forze creatrici si occupano del nostro prosperare corporeo, così dovremmo trovare con coraggio un legame con esse, per affrontare con rinsaldate energie personali, i problemi di oggi e quelli del futuro.

Dobbiamo guardare al cibo con un occhio rivolto verso il suo più profondo significato animico, senza aspettarci ogni salvezza da elucubrate e continue diete, per non scivolare nell’allettante pensiero egoistico ed alla pericolosa chiusura verso la società.

Se così fa l’uomo rischia di legarsi troppo alla terra e dimentica di rivolgere gli occhi al cielo.

Con le parole di A. Silesius potremmo concludere affermando che "non è il pane che ci nutre; ciò che ci nutre nel pane è la parola eterna di Dio, è la vita ed è lo Spirito".

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