|
|
25.05.1999 - ORIOLO
ROMANO
D. Qual è la sua opinione sullattentato DAntona?
R. La mia opinione è che tutto è possibile, anche perché ci sono sia elementi che
portano ad ingerenze dei servizi segreti nella storia delle BR sia precedenti che
risalgono alla nascita delle Brigate Rosse. Infatti Franceschini e Curcio, i
fondatori, ci hanno riferito che proprio loro ricevettero, da parte dei
Servizi Segreti Israeliani, proposte di un piano comune. Gli stessi Servizi Segreti
Israeliani gli avrebbero consentito di svolgere addestramenti in campi situati nel loro
paese ; avrebbero poi fornito loro denaro, armi e informazioni. Per mettere alla prova la
loro buona volontà consegnarono alle BR uninformazione preziosa. Gli dissero che
due persone stavano per infiltrarsi e la cosa risultò essere veritiera. Dopo aver
esaminato questa proposta, i brigatisti decisero però di rifiutare, poiché avevano
timore di cadere in un gioco troppo grande: un gioco internazionale. Gli
Israeliani dicevano di avere tutto linteresse affinché loro facessero la
rivoluzione, e questo perché più la situazione politico-militare in Italia si
destabilizzava, più gli americani erano costretti ad appoggiarsi su Israele,
nellarea mediterranea. Avevano quindi rivelato esplicitamente la ragione di questa
proposta. Stando a quanto da loro dichiarato, in seguito al rifiuto, furono arrestati sia
Curcio che Franceschini. La Cagol ( moglie di Curcio, ndr.) venne uccisa. Nella seconda
generazione, non si sa se hanno mantenuta ferma la loro autonomia e la loro indipendenza,
non lo sappiamo. Ci sono state altre ingerenze più avanti quando è avvenuto il sequestro
Dozier.
Nel corso dellinchiesta, infatti, sono emerse tracce di un collegamento tra BR e
Servizi Segreti bulgari. Esiste inoltre una connessione tra BR e la RAF,
lOrganizzazione Terroristica Tedesca, a sua volta collegata con lEst. Dopo la
caduta del muro di Berlino altri elementi ci hanno fatto capire che la RAF aveva ricevuto
protezione da parte della STASI, i Servizi Segreti della Germania.
Io possiedo un documento con cui le BR unitamente alla RAF rivendicano lattacco a un
sottosegretario tedesco alle finanze avvenuto nel marzo 89 in Germania.
Ciononostante noi, allinfuori di questi indizi, non siamo mai riusciti a provare
questo legame con i servizi segreti per sapere quali servizi effettivamente abbiano
inzuppato il pane nellattività delle Brigate Rosse; ci arriviamo
indirettamente... Non è mai avvenuto che il Governo italiano o i servizi segreti italiani
abbiano fornito alla commissione di inchiesta parlamentare o alla magistratura, un
elemento concreto a supporto di questa teoria. Per cui, se non ci siamo riusciti prima,
immaginiamoci adesso che cè la guerra e tutto è corazzato...
D. E per quanto riguarda una vera e propria strumentalizzazione delle Brigate Rosse?
R. Tenga presente che quel documento può essere la facciata, la maschera per
nascondere una realtà. Loro usano tutte le categorie di linguaggio che sono
proprie delle Brigate Rosse. In una lettera di quel documento, si ritrovano
formulazioni lessicali già usate dalle precedenti risoluzioni delle direzioni
strategiche. Il linguaggio è lo stesso. Bisogna scoprire se sono le stesse persone che
hanno scritto i precedenti documenti o se invece il gergo viene usato e strumentalizzato.
Si tratta di una nuova realtà rispetto al passato? Questo è uno dei grandi interrogativi
che ho visto riproporre continuamente nei giornali anche da parte degli analisti. Non mi
risulta che ci sia stato ancora un analista che sia riuscito ad individuare dei termini
concreti per dire: questo è uguale a quello. Le ipotesi sono varie. Il fatto è che la
parola dordine in questo documento, è la stessa presente in precedenti documenti:
Guerra alla guerra. Loro la pronunciavano già quando la guerra non
cera. Se andate a leggere la prima risoluzione della direzione strategica del
Partito Comunista Combattente, cioè BR PCC (vale a dire quella del dicembre del 1981,
quando cè stata la scissione tra il Partito guerriglia di Senzari e PCC di Moretti,
Balzarani, Gallinari, Seghetti e Piccioni), vedrete che il primo capitolo di quella
risoluzione è proprio questo: la crisi della borghesia imperialista genera la guerra e
poi cè guerra alla guerra: cè tutto. E un libro! Adesso che la guerra
cè, le dico la verità: Io me laspettavo! Mi è capitato svariate
volte di arrivare a questa conclusione. Tutta la storia delle BR e del terrorismo in
Italia è stata usata per impedire che la Sinistra arrivasse al governo. Adesso che è
arrivata al governo è possibile che non succeda niente? I terroristi sono morti? Quando
è scoppiata la guerra, ho pensato che fossero morti sul serio, altrimenti sarebbero
saltati fuori... eccoli qui. Considerata poi la situazione internazionale di questo
momento, devo pormi il problema anche dei servizi segreti...
Bisogna essere molto prudenti, stare ai fatti. Non possiamo non prendere in considerazione
anche l organizzazione terroristica greca, 27 novembre, che il sabato o
la domenica precedente al delitto DAntona ha colpito il consolato tedesco con un
bazooka: eravamo alla vigilia dellincontro Schroeder-DAlema.
Questo è un attacco che si produce in un momento in cui lItalia è impegnata a
risolvere il problema del Kosovo e dei Balcani attraverso una via diplomatica. Ecco che
ritorniamo alla solita strategia brigatista, perché per loro la guerra è
unoccasione e la guerra deve durare se si vogliono tirare fuori i frutti! Questa è
unazione per parlare durante la guerra e non per farla smettere. Poi
cè da notare che loro si schierano con Milosevic, perché nella risoluzione è
chiarissimo il riferimento alla Serbia, alla guerra folle da parte dello Stato italiano,
alla Nato e via di seguito. E chiaro che ci sono delle potenze che hanno interesse
affinché la guerra duri. Allinterno degli stessi stati non cè una politica
omogenea come non cè allinterno dei servizi segreti. Entriamo in un
mare aperto e lo affermo alla luce dellesperienza che ho io degli stessi
servizi segreti americani. Basti pensare che cè ancora da chiarire chi ha ammazzato
Kennedy.
D. Cosa pensa dellipotesi che Moretti possa essere stato un infliltrato
dei Servizi Segreti allinterno delle Brigate Rosse?
R. Io non sono di questopinione sul caso Moretti. Credo che sia stato il classico
brigatista collegato a delle menti, che ha creduto magari di fare la
rivoluzione mentre, invece, è stato favorito nella sua azione perché erano informati di
quello che stava facendo. Però non ho nessun elemento e non è mai emerso che lui potesse
essere una spia, un infiltrato. Io credo piuttosto allintera direzione delle BR
nella fase del delitto Moro. Nel mio libro Convergenze Parallele ho spiegato
alcuni elementi a sostegno di questa convinzione; chi sapeva, anziché far arrestare, ha
favorito. I nostri Servizi Segreti erano in mano a quelli della Loggia Massonica P2 la
quale aveva un programma politico diametralmente opposto a quello di Moro. E
abbastanza chiaro che quando si presta un giuramento ad una loggia, dopo si è vincolati.
Questo loro lo sapevano. Li hanno incanalati, hanno lasciato loro lo spazio quando avevano
già compiuto il Caso Moro e dando in mano a Dalla Chiesa lanti-terrorismo, li hanno debellati.
D. Moro diceva che il nostro paese era un paese libero, indipendente,
nonostante grandi alleati come lAmerica e con questo firmò la sua condanna a morte.
Quale fu la fase più importante che portò a questo delitto?
R. Innanzitutto cè un periodo relativo alla sua politica estera: il suo contrasto a
livello internazionale con gli americani, con Kissinger in particolare. Kissinger poi non
è stato soltanto il capo della politica estera, non è stato solo il segretario di stato,
ma è stato responsabile anche della sicurezza, quindi ha avuto il controllo totale e
questo, naturalmente, prima del delitto Moro. Era quindi informatissimo su tutto, anche
sul fatto che Moro era un filo-palestinese; di fatto Moro strinse laccordo con
Arafat con il quale i palestinesi si impegnavano a lasciare il territorio italiano al di
fuori dalla loro area di azione militare contro gli israeliani e questo in cambio di un
riconoscimento. Non a caso lItalia fu il primo paese europeo a
riconoscere lOLP.
Secondo me la cosa risale a molto prima del 78. Tra laltro cera il fatto
che Moro aveva aperto la sua politica ai socialisti con il primo Governo di Centro
sinistra. Già allepoca ci fu Pecorelli che scrisse un articolo sulla rivista
Mondo di oggi, nel quale sosteneva che Moro doveva essere rapito già durante
il Golpe di De Lorenzo. Doveva essere rapito, sequestrato e poi ucciso nel
1964.
Guarda caso, Moro stava lavorando per trovare un accordo di Centro Sinistra. Kennedy si
interessò al suo operato, e dopo aver chiamato i suoi consiglieri, avallò le scelte di
Moro.
Il presidente americano venne poi ucciso... Non sono stati ancora pubblicati documenti che
possano spiegarci gli eventi di quel periodo storico, però questa è stata la prima
tappa. La seconda è invece quella del Medio Oriente. Durante la Guerra del
Kipur nellottobre del 1973, Moro, sotto la spinta della sinistra di
Berlinguer, rifiutò luso delle basi agli americani nella missione in aiuto agli
israeliani.
Il Medio Oriente era fuori della zona di influenza europea della NATO e lo statuto della
NATO non prevedeva una cosa del genere, Moro si faceva forte di quella che doveva essere
la funzione originaria della NATO. Moro usò questo argomento. Quello è stato
lelemento di maggiore frizione. Non a caso Moro lo scrisse da prigioniero delle BR.
Lo mise in rilievo nei suoi scritti. Nel libro Il mio sangue ricadrà su di
loro, riporto tutti questi scritti. La crisi di Governo si aprì proprio con la
richiesta del PCI di entrare al Governo. Dopo tutta una serie di trattative abilmente
dirette da Moro, arrivarono allaccordo di maggioranza programmatica. Un esempio è
il famoso articolo che Moro ha indirizzato sia agli americani sia ai sovietici. La
contestazione infatti non fu solo americana, ma anche sovietica rispetto alla politica
dellEuro-comunismo. La figura di Moro, poi, non è stata adeguatamente considerata,
così come la sua prigionia, sotto il profilo spirituale, perché si era presi dalla
vicenda politica: trattativa non trattativa, scambio, prigionieri ecc. Uno studio accurato
degli aspetti della sua condizione fa capire come lui abbia avuto la forza spirituale di
resistere ad una vicenda del genere..
D. Quanto ha influito la presenza di Cossiga come coordinatore alle indagini
sul caso Moro?
R. Parecchio e negativamente, perché Cossiga è un personaggio che non ha molte
attitudini organizzative, mentre per dirigere un ministero, come quello degli Interni,
occorre concretezza. Lui aveva la responsabilità del coordinamento e non ha coordinato
niente. Certo, si è dimesso quando ha avuto la consapevolezza del suo fallimento, ma poi
ha preso le difese dei suoi subordinati dirigenti dei Servizi Segreti assumendosi tutte le
responsabilità. Con quel gesto non ha aiutato il procedere delle indagini, perché si
poteva subito aprire uninchiesta, anche di tipo amministrativo per individuare le
responsabilità che ci sono state, ad esempio dei capi dei servizi segreti iscritti alla
P2. Quando la commissione dinchiesta parlamentare della quale ha fatto parte ha
concluso la sua relazione, sul punto del coordinamento ha fatto una critica severa e
pesante.
D. La figura di Andreotti in tutto questo?
R. Anche Andreotti ha avuto delle responsabilità. Due sono i maggiori responsabili della
questione. Uno è Cossiga, Ministro degli interni, e laltro è Andreotti, il
Presidente del Consiglio. Fra laltro è da notare che il Presidente del Consiglio si
fece dare una specie di delega perché il Consiglio dei Ministri, lorgano collegiale
istituzionale che si sarebbe dovuto occupare di questo grande caso, venne praticamente
espropriato interessandosene pochissime volte. Ci siamo fatti dare i verbali delle
riunioni dei ministri di quei 55 giorni, ma chi doveva, se ne è occupato assai poco e
molto sommariamente. Invece la effettiva gestione dal punto di vista politico, venne
diretta da un comitato interministeriale presieduto da Andreotti e del quale facevano
parte Cossiga, Malfatti, allora Ministro delle Finanze, Ruffini, il Ministro della Difesa
e i capi dei servizi, i generali piduisti, Grassini, Santovito. Il Ministro Morlino aveva
il compito di tenere i collegamenti con la famiglia Moro ecc. Non si capisce il perché,
visto che era un comitato che doveva prendere decisioni politiche, ne
facessero parte i dirigenti dei servizi segreti. Ecco una anomalia! Comunque
laspetto politico doveva essere diretto da questo comitato, mentre laspetto
operativo doveva essere diretto da Cossiga. Al Ministero degli interni, dove lui costituì
tutta una serie di comitati di cui poi si perderanno i verbali, non si sa cosa
effettivamente abbiano fatto. Quindi dal punto di vista politico-operativo, certamente i
due maggiori responsabili sono Andreotti e Cossiga.
D. Mi viene da pensare a uno dei tanti misteri della morte di Moro. Alla
permanenza in via Montalcini e al fatto che non sia stata lunica sede dove lui sia
stato. Visto anche che hanno trovato della sabbia nei pantaloni, sulla pelle come se fosse
stato trasportato...
R. Sono diversi i pareri e sono parecchi i misteri. Se dovessimo ammettere che la prigione
di via Montalcini sia stata leffettiva e unica prigione, allora è tanto più grave.
E un episodio che capitò ad un certo momento delle ricerche, io denunciai questo
fatto, lo rivelai già nella prima edizione della Tela del Ragno nella quale
si parla delle perquisizioni. La polizia arrivò in via Montalcini, nella casa del n° 8,
dove sarebbe stata la prigione di Moro e si ritirarono. Arrivano sino alla soglia e non
fanno lispezione!?
Io mi sono meravigliato leggendo un libro di Nicotri, un giornalista dellEspresso,
La verità nel confessionale.
Nicotri viene a sapere da un sacerdote che un suo allievo, un poliziotto, appartenente a
un reparto adibito a queste perquisizioni gli aveva riferito che gli agenti arrivarono
proprio alla soglia della casa dove ci sarebbe stato Moro e ricevettero lordine di
ritirarsi. Strana coincidenza... Come commissione Moro noi chiedemmo di aver lelenco
delle perquisizioni fatte giorno per giorno. Constatai che un certo giorno si verificò
quanto segue: raggiunsero la casa nella quale Moro era tenuto prigioniero e non la
perquisirono. Perché?
D. Alla magistratura non fu data la possibilità di avere a disposizione il
cadavere di Moro. Cè il riscontro che i fori sul suo cadavere siano stati coperti
con dei fazzolettini...
R. Esatto e questo perché dalle carte processuali che io ho esaminato, viene fuori il
caso dei fazzolettini. Cè una perizia autoptica nella quale vengono descritte le
condizioni del cadavere. Questo è importantissimo perché i brigatisti dicono le bugie.
Anche Maccari durante gli interrogatori mente perché dai rilievi risulta che Moro è
stato ucciso tra le 9 e le 10 del mattino. Loro, invece, dicono di averlo ucciso intorno
alle 6 e mezza 7. Quindi i conti non tornano. E un dato matematico misurato con la
temperatura dellambiente e la temperatura del corpo di Moro.
D. Quale può essere linteresse a coprire tutto ciò?
R. Tutta una materia da indagare, da scoprire. Loro hanno nascosto qualcosa di grosso.
D. Loro...?
R. I brigatisti, perché hanno parlato proprio loro. Noi li conosciamo. Poi cè un
altro dato oggettivo molto importante. Loro dicono di averlo ammazzato in via Montalcini,
invece, quando i periti arrivarono in via Caetani cominciarono ad esaminare la situazione
e notarono la precisa corrispondenza dei fori che hanno oltrepassato la coperta, i vestiti
e il corpo di Moro. Si possono fare 12 Km. (la distanza tra via Montalcini a via Caetani)
senza che una vibrazione sposti qualcosa? A me fa pensare che chi lha ammazzato lo
ha ammazzato vicino, in via Caetani.
D. Qual è la verità intorno a quella famosa seduta spiritica, alla quale
prese parte anche Prodi?
R. E ancora da scoprire, non so se ci sia stata effettivamente una seduta spiritica
o se è stato un modo per coprire uninformazione. In quella circostanza è emerso il
nome di Gradoli. Il giorno dopo Prodi si recò alla Democrazia Cristiana e parlò con
Cavina, nel biglietto, che poi viene dato al capo della polizia, si parla della casa e
della cantina di Gradoli che si trova vicino al lago di Bolsena. Se il nome Gradoli si
voleva trasmettere, doveva essere fatto in maniera spiritica. Quindi non lo
so.... Mi ricordo che quando abbiamo interrogato i presenti, erano tutti imbarazzati.
Bisogna però ricordare che erano tutti professori universitari cattolici di sinistra,
quindi amici di Moro e quindi interessati a salvarlo.
D. Può darsi che fosse unoccasione per dare un indizio...
R. Probabilmente. Io fra laltro, nella stesura de La tela del Ragno
lho scritto per cercare di capirne di più. Mi sono occupato di parapsicologia
perché durante i lavori della commissione, il presidente continuava a chiedere se fra i
partecipanti alla seduta spiritica ci fosse un medium, ma questo medium non veniva fuori.
Allora mi sono rivolto al centro Italiano di parapsicologia di Napoli.
Mi hanno spiegato che i partecipanti ad una seduta spiritica ne condizionano il risultato
a livello di inconscio. Quindi quel nome era già stato sentito da qualcuno, magari negli
ambienti universitari.
Alluniversità di Bologna, per esempio, si era fatta lipotesi di
autonomia bolognese.
D. Perché quando la moglie di Moro telefonò le dissero che via Grandoli non
esisteva? Quando una settimana prima erano già stati in via Grandoli? Si sa chi fu a
rispondere?
R. La moglie di Moro ce ne parlò, anche una delle figlie ce lo disse, ma non è stato
individuato colui che lo avrebbe detto. Probabilmente una delle guardie del corpo che era
in servizio, a cui la Signora Moro si era rivolta, le rispose che aveva già consultato le
pagine gialle. So di preciso che non si è individuata la persona che ha pronunciato
quella parola. Per cui Cossiga ha avuto buon gioco a dire che questa era
uninvenzione della moglie di Moro.
D. Cosa può fare la gente per esigere chiarezza, per esigere qualcosa che
finora non si è fatto?
R. E difficile a dirsi perché la gente si è distaccata dalla vita politica,
cè una minore partecipazione rispetto al passato.
D. Secondo lei a livello politico-militare di organizzazione sul territorio,
in questo nuovo terrorismo è possibile il contatto con i vecchi reduci e le
nuove reclute?
R. Sì, io penso che sia possibile, perché essendo stato un terrorismo
sostenuto dallideologia e avendo molti dei suoi membri assunto una posizione da
irriducibili, potrebbe rinascere...
Non è stato fatto un processo autocritico che li poteva portare ad una
consapevolezza effettiva del superamento.
Oggi uno degli irriducibili con il carisma che potrebbe esercitare sui giovani, potrebbe
riproporsi. Molti di loro sono in stato di semi-libertà o hanno già scontato la pena.
Bisogna stare attenti. Non va confuso il disagio sociale che esiste in certe sacche, ma
non va nemmeno sottovalutata la possibilità di reclutamento.
Stiamo vivendo la teorizzazione del terrorismo per il terrorismo, e questa era una
caratteristica della RAF. Cè sempre stata una polemica tra la RAF (da come mi hanno
raccontato loro perché io ho avuto tutto un periodo in cui visitavo le carceri da
parlamentare) e le BR. In questultimo documento a firma BR cè questa frase
che è molto precisa che dice:
La guerriglia antimperialista, non può costruire basi rosse stabili, non può
avere retroterra logistico perché lo scontro rivoluzionario nei centri imperialisti è
una guerra senza fronti..., mentre invece bisogna ricordarsi che le Brigate Rosse ci
tenevano ad avere la fabbrica come base rossa stabile. Hanno cominciato con la
fabbrica, loro volevano essere i rappresentanti degli emarginati, dei proletari, facevano
i sequestri del capo-fabbrica, incendiavano le macchine dei capi reparto, ecc...
Loro invece non teorizzano niente di tutto questo, quindi vuol dire che
vogliono essere terroristi puri. Era più facile quando si appoggiavano sul consenso,
bastava colpirli nel loro punto di riferimento, oggi invece il terrorismo è fine a sé
stesso, quindi è più facilmente strumentalizzabile.
D. Quindi forse anche senza consenso loro andrebbero avanti lo stesso?
R. Anzi, per loro il consenso è secondario. A loro basta essere terroristi. Questo è un
elemento preciso di differenza con le prime BR. Questa impostazione comincia a prevalere
nellultima fase degli anni 80.
D. Di cosa ha timore per il futuro e in cosa spera?
R. Spero che questo fenomeno non abbia a crescere. Mi vorrei augurare che si riesca a
trovare una soluzione politica alla guerra in atto. Al tempo stesso i timori ci sono, la
situazione è quella che è. Abbiamo la guerra e proprio perché il passato ci dimostra
che cè chi vuole inzuppare il pane in questa situazione per interessi
ben precisi. Vorrei che la speranza fosse sempre quella a prevalere... Però a mente
fredda, è un brutto fatto quello che è successo e mi suscita preoccupazione...
MORO: LO STATISTA, LINIZIATO, IL MARTIRE
...il nostro è un paese libero ed indipendente, nonostante i grandi alleati
americani. Non è azzardato ritenere che proprio con queste parole, il leader
politico della D.C. Aldo Moro avesse firmato la propria condanna a morte. E infatti
in seguito a tale dichiarazione, la quale presupponeva precise scelte politiche, che le
superpotenze cercarono un suo ravvedimento attraverso le dichiarazioni
pubbliche di Henry Kissinger, il segretario di stato nordamericano. La goccia che fece
traboccare il vaso fu poi linizio di un rapporto di collaborazione instaurato con
Berlinguer in seguito alla definitiva dissociazione di questultimo dalla linea
politica adottata in sede di congresso del partito Comunista Sovietico, svoltosi nel 1976.
Berlinguer, che non era di fede occidentalista, appoggiò inconsciamente, gli Stati Uniti
dAmerica sul delitto Moro e per la prima volta nella storia della nostra repubblica,
la sinistra ebbe accesso al governo. Tutti complici quindi: gli Stati Uniti, lUnione
Sovietica e anche lInghilterra; tutti pedine di un potere occulto, quello economico,
che rende palese a tutti la sua supremazia sul mondo. Colpevole, naturalmente, anche il
governo italiano che si prodigò con ogni mezzo per coprire leccidio della scorta e
lassassinio del politico. La responsabilità della gestione tecnico-pratica del caso
venne infatti affidata a magistratura, polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza,
servizi segreti, consiglieri esterni ed esercito mentre la supervisione spettò ai servizi
di intelligence americani. Tutti i capi di queste strutture appartenevano alla
loggia massonica P2, coordinata da Licio Gelli e ancora oggi paravento dei servizi segreti
americani nella gestione della politica italiana. La P2 coordinò a sua volta il potere
rappresentato dalla mafia. Altro importante anello di questa interminabile catena fu
Giulio Andreotti, che costituì il terminale di Gelli in Vaticano, e che, guarda caso,
allepoca delluccisione di Moro era presidente del consiglio nonché acerrimo
nemico del politico democristiano. Infine, lallora ministro degli interni, Francesco
Cossiga, gestiva ufficialmente le indagini sul caso Moro mentre Licio Gelli, per conto
degli americani, lo faceva in modo occulto. E così, una volta trovato il capro
espiatorio, le Brigate Rosse, si è compiuta la tremenda esecuzione a quelluomo che
godeva di un forte ascendente nellelettorato italiano. Chi lo ha conosciuto parla di
lui come di una persona altamente spirituale e ricorda quel giorno in cui Padre Pio, lo
stimmatizzato d Pietralcina, gli sussurrò allorecchio il suo destino e lo aiutò a
riscoprire in sé la forza di ergersi contro il mondo intero per amore della giustizia e
in ricordo del sacrificio di Cristo. |
|
Mappa
del sito
Home Page
Indirizzi di
mail
Ultimissime
Altri
articoli
Conosci
l'altra nostra rivista?
|