TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

La cospirazione balcanica

Di Giorgio Bongiovanni
 

 

Convergenze parallele tra Occidente, Russia, NATO, il dittatore Milosevic, l’UCK e i mercanti di morte.
Il nero commmercio di armi, droga, e riciclaggio del denaro sporco in miliardi di dollari.
Il popolo serbo, il popolo kossovaro, i profughi e tutti i cittadini d’Europa e del Mondo, ignare vittime dell’ Anticristo del 2000.

E se l’umanità non dovesse opporvisi?... (Terzo Segreto di Fatima)

Cominciamo subito: la Russia è un protettorato dell’Occidente, in particolare degli USA. Il Presidente Boris Eltsin e tutti i suoi più stretti collaboratori, vecchi e nuovi (Ciubajs, Chernomyrdin...) hanno svenduto il loro paese a discapito del popolo, entrando nel circolo vizioso del ricatto economico. Ogni volta, infatti, che gli Stati Uniti e i partners attingono dal fondo monetario internazionale per elargire un prestito (in miliardi di dollari) alla Russia, esigono in cambio una contropartita, preferibilmente in politica estera. Nonostante ciò la Russia riesce comunque a svolgere un ruolo importante durante le crisi internazionali, come quella nei balcani. Anche la Russia infatti utilizza la stessa metodologia del ricatto in alcune occasioni. Ne è un esempio l’ultima trovata di “zar Boris” che di recente ha consegnato agli americani una copia del dossier Kennedy contenente le investigazioni del KGB sulla morte del Presidente. Non si fa fatica ad intuire che all’interno del fascicolo vi siano le prove della congiura CIA- mafia americana - mafia italiana per uccidere il famoso Presidente, mentre le ultime notizie, sebbene in tono ironico, dicono che JFK nel 1962 avrebbe avuto l’intenzione di rivelare la realtà extraterrestre. Quindi nonostante le sue condizioni di salute precarie, Boris sa ancora fare il suo lavoro.
L’ONU, inoltre, è completamente scomparso, ogni sua decisione è stata influenzata dalla politica statunitense. Tanto è vero che solo adesso gli Usa hanno cominciato a versare il contributo dovuto nel fondo delle casse ONU.
La fine dell’ONU decreta l’inizio dell’ultima fase di oscurantismo di questo secolo e apre definitivamente al nuovo ordine mondiale voluto, controllato e gestito dai magnati dell’economia tramite gli USA e poche altra potenze. Al fine di poter capire in profondità questo concetto occorre esaminare le gravissime situazioni che dilaniano circa 70 paesi nel mondo. Guerre civili, disordini, migliaia di morti nei paesi meno sviluppati; false democrazie, terrorismo, mafia, criminalità, disoccupazione, inquinamento, ecc... nel mondo civilizzato occidentale.
Purtroppo non vi è lo spazio sufficiente per analizzarle tutte in una sola volta, ma promettiamo a tutti i lettori di Terzo Millennio che numero dopo numero cercheremo di analizzare le varie situazioni anche in chiave spirituale. Per ora ci siamo soffermati sulla crisi dei Balcani per mettere in evidenza la metodologia dello Anticristo del 2000 tesa a sottomettere l’opinione pubblica al Nuovo Ordine Mondiale.
Siamo comunque coscienti che in Italia come all’estero stanno sorgendo nuove generazioni che saranno pioniere dell’uomo del futuro, amante della Vita, della Giustizia, Pacifista, Universale, Tollerante, ma soprattutto libero, ma libero davvero. Onde evitare di essere scambiati per filo-Milosevic o filo-russi, slavi, desideriamo fare alcune precisazioni qualora ce ne fosse bisogno. Milosevic è un dittatore che ha distrutto il suo paese, responsabile delle barbarie orrende perpetrate ai danni del popolo kossovaro. Come il suo “collega” Eltsin è sopratutto colpevole di aver svenduto il suo popolo, di averlo fatto bombardare arrecando danni gravissimi, per poi rimanere al potere grazie al tacito accordo con gli Stati Uniti di cui abbiamo già parlato (Vedi Terzo Millennio anno II n°I).
Milosevic è comunque un tiranno nelle mani di “Altri” uno dei capri espiatori della NATO, niente altro che il braccio armato delle famiglie economiche.
Milosevic, però, “serbo” e quindi difficilmente sottomissibile, ha fatto resistenza affichè il dominio americano si restringesse esclusivamente al Kosovo e non a tutta la “sua” Jugoslavia come invece era postulato negli accordi di Rambouillet.
Al contrario altri dittatori della ex-Jugoslavia, come Tujilman, che appoggiato dall’Occidente ha ottenuto la quasi totalità di etnia croata in Croazia, hanno ordinato pulizie etniche ignobili e persino campi di concentramento. Le forze di Pace, però non hanno mosso un dito, ma possono intervenire a loro piacimento in questi territori che sono divenuti praticamente protettorati. Questa è solo una delle contraddizioni dei governi occidentali. Speriamo che i nostri lettori, tra i quali magari anche uomini politici onesti e integri nei valori della vita, apprezzino l’articolo che segue pubblicato da “Año Cero” e scritto dal giornalista Roman Ribera e comprendano come la realtà sulla guerra dei balcani sia stata presentata loro solo in parte.

LE FONTI
- “Armi all’Uck, moderne, tante, un fiume. Da dove passano? Come? Il flusso verso il nord dell’Albania sembra inarrestabile, nonostante l’embargo... le armi sono soltanto una delle tante merci di scambio. Arriverebbero da ogni parte d’Europa, da trafficanti albanesi come da mercanti di armi internazionali, da fabbriche e arsenali di qualche paese Nato, come dalle caserme dell’esercito di Tirana... Le rotte di questo traffico sono molte, e nella gran parte passano attraverso il nostro paese... Gran parte dei carichi di armi stanno transitando sotto la voce “aiuti umanitari”... A Gorizia, ad esempio, alcuni addetti alla dogana raccontano che ‘solo pochi carichi vengono controllati, soprattutto se provengono da qualche paese dell’Unione europea. E non c’è più neppure l’obbligo della bolla di accompagnamento, sostituita da un documento che non ha lo stesso peso legale’. Se non vengono controllati tutti i trasporti commerciali, figurarsi quelli ‘umanitari’”.
(da “Il Manifesto” - Giovedì, 13 Maggio 1999)

- “ANCONA - Trenta tonnellate di armi destinate all’Uck, esercito di liberazione del Kosovo. Mitragliatrici, fucili, un cannone, missili antiaereo e anticarro, migliaia di granate, bombe a mano, provenienti dagli arsenali della ex-Urss e della ex - Jugoslavia, ma anche da quelli Nato in Germania. Partite da Sarajevo erano nascoste nei doppifondi di tre Tir di aiuti umanitari destinati ufficialmente alla Caritas di Scutari. Il carico è stato intercettato dalla Finanza il 12 aprile nel porto di Ancona. Interrogato a Durazzo uno dei responsabili Caritas. Ricercato a Scutari un frate di origini kosovare”.
(da “Il Corriere della Sera” - 3 maggio 1999)

— “Mirko Strugar, ex-giornalista croato, è stato imprigionato in un campo di concentramento delle milizie croate nel 1992 per i suoi articoli sulla guerra in Jugoslavia, e per la sua appartenenza a una famiglia di fede titina. Mentre era in carcere, la moglie (serba ortodossa), i figli e la madre venivano uccisi da estremisti croati. Ora Mirko Strugar vive in Italia, a Empoli. E’ quasi cieco per le botte ricevute e la sua ragione di vita sono gli aiuti alla ex-Jugoslavia, in particolare alla Bosnia. Il suo più recente progetto è diretto ai 160 bambini dell’orfanotrofio di Nis, Serbia”. Nel diario dei suoi 56 giorni di prigionia Strugar racconta le torture delle quali è stato vittima. “... cominciò a schiaffeggiarmi rabbiosamente”, scrive, “la porta si aprì ed entrò un altro uomo. Mi picchiavano entrambi e il sangue mi ricoprì gli occhi. Finii per terra, ma loro continuarono a darmi calci. Sentii un tremendo colpo nell’occhio sinistro e un colpo nei reni dopodiché svenni... due di noi cominciarono a lamentarsi e furono portati nel corridoio dove cominciarono a picchiarli, ma poiché opponevano resistenza i guardiani li uccisero a colpi di pistola... Il cinquantaseiesimo giorno della mia prigionia si sentivano molte voci e passi... A un tratto si sentirono dei passi nel corridoio che si fermarono davanti alla nostra porta. Qualcuno cercava di aprirla... erano in due, completamente ubriachi... riuscimmo a bloccarli e a disarmarli, e così cominciò la nostra fuga verso la libertà... Di noi 14 prigionieri che cercammo di fuggire siamo rimasti vivi solo in due. Ora sono libero... Ho perso tutto; la famiglia, la casa, anche l’onore perché dovetti uccidere per sopravvivere. Ma vivo con la speranza che un giorno Dio e gli uomini mi perdoneranno e che troverò una vita tranquilla e pacifica”.
(da “Avvenimenti” - 6 giugno 1999).


SULLA GUERRA...opinioni autorevoli.
Il maggiore drammaturgo di lingua inglese Harold Pinter, celebre per la maestria con cui riesce a trasferire sulla scena teatrale l’inadeguatezza del linguaggio e la potenza del silenzio si è schierato duramente contro l’intervento NATO in Jugoslavia.
In particolar modo Pinter ritiene che la Gran Bretagna dovrebbe prendere le distanze dalla politica statunitense
“Siamo incoraggiati a pensare, in Occidente, che abbiamo un vantaggio morale, che ci collochiamo in una posizione morale superiore. Ma gli Stati Uniti hanno abbattuto il governo cileno e ora stanno facendo lo stesso in Nicaragua. Se stringi la mano agli assassini, non hai nessuna posizione morale”.
Pinter si scaglia seccamente contro il rapporto di dipendenza degli inglesi nei confronti degli americani di cui definisce la metodologia con una colorita espressione “o mi lecchi il culo o ti sfondo la testa a calci”.
( da Diario 26 maggio-1 giugno)

GEOPOLITICA E CRISI BALCANICA.
Lo sviluppo degli avvenimenti nella penisola balcanica ha chiarito una volta per tutte che la “ guerra umanitaria” non era altro che una copertura per celare gli interessi di pochi a scapito di molti. In un interessante articolo pubblicato su “Il calendario del popolo, aprile1999”, Emanuela Caldera sintetizza in cinque punti, quali, a suo avviso siano i reali moventi di questo assurdo conflitto. Noi abbiamo scelto di seguire la traccia del suo articolo del quale ci sentiamo di condividere il punto di vista.
1. I Balcani sono sicuramente in un punto strategico tanto per il controllo del MedioOriente quanto per le vie di rifornimento che conducono il petrolio del Mar Caspio in Occidente. Gli Stati Uniti vorrebbero creare nuove vie di comunicazione penalizzando quelle già esistenti che sono in territorio russo.
2. La guerra potrebbe essere intesa come un invito esplicito alla Russia a non intraprendere strade diverse da quelle stabilite ed incoraggiate economicamente dagli Stati Uniti. L’avvertimento vale anche per le eventuali alleanze che si potrebbero profilare con India e Cina. (vedi bombardamento dell’ambasciata).
3. Con questo violento conflitto, gli Stati Europei hanno perso quell’autonomia nei confronti degli Stati Uniti che invece erano riusciti a mantenere durante l’ultima crisi irachena del dicembre scorso. Questo stabilisce l’egemonia di un unico stato su tutto il mondo.
4. La guerra offre sempre una preziosa occasione per testare i propri armamenti, per svuotare i magazzini e reinvestire nella produzione.
E’ inoltre un pretesto per indagare sulla potenza della propria strategia di politica estera e, nel caso degli Stati Uniti, per confermare la propria predominanza supportata solamente dall’arsenale militare.
5. L’ufficializzazione del diritto di poter intervenire comodamente a distruggere governi scomodi o per appoggiare forze poco chiare anche sul piano della legalità internazionale (pare che il Kosovo sia nei Balcani il crocevia dei traffici di droga).

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