TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

DOSSIER USTICA

di Umberto Telarico
 

 

UN CASO IRRISOLTO

Descrizione dell'evento in analisi

La sciagura aerea del DC-9 nel cielo di Ustica: Un ennesimo incidente "anomalo" avvenuto nel triangolo del Mar Tirreno

Il 28 giugno 1980, alle ore 20,00 circa, parte da Bologna il DC-9 IH 780 della compagnia ITAVIA, diretto a Palermo. Il volo ha due ore di ritardo sull’orario previsto. A bordo dell’aereo in questione ci sono 77 passeggeri e quattro uomini d’equipaggio. Ai comandi del cargo civile c’é il pilota Domenico Gatti, 44 anni, 7225 ore di volo alle spalle. Alle ore 20,50 si registra l’ultimo contatto radio tra il velivolo e la torre di controllo di Roma-Ciampino. In questa occasione, il comandante, a causa dei venti contrari, chiede al controllo di poter scendere di quota, dagli undicimila metri di crociera ai settemila. Il controllore gli dà l’ok per una prima discesa in quota fino ad 8000 mt. Il DC-9 ha, da poco, superato l’isola di Ponza. Nessuno ha comunicato avarie o difficoltà tecniche, nessuno ha lanciato l’S.O.S. L’aereo non arriverà mai a Palermo. Inizialmente, la commissione d’inchiesta formulò diverse ipotesi sulle possibili cause della sciagura di Ustica, fra queste erano contemplate: quella del cedimento strutturale di una parte dell’aereo; dell’esplosione a bordo di un ordigno (atto terroristico); della collisione con un meteorite; della collisione con un aereo militare e quella della collisione con un aereo-bersaglio, o un missile, sfuggiti al controllo radar.

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