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Quello che leggerete è un
documento storico di grande importanza e per questo motivo deve essere conosciuto da tutti
i cittadini che vogliono sapere cosa sia realmente successo nella loro patria. La
<storia ufficiale> viene costruita sulla base della versione che i vincitori
intendono lasciare ai posteri, ma questo proposito viene cancellato dallo sforzo di altri
che raccontano la storia delle vittime, episodi che i <vincitori> vogliono
occultare
Patricia VerdugoCon queste parole si
apre il libro Interferencia Secreta, un libro che pagina dopo pagina è
riuscito a rapire lattenzione dei lettori di tutto il Cile, in un crescendo di
emozioni e riferimenti storici. Ci troviamo di fronte ad un documento così preciso e
potente, che è riuscito a scuotere un intero paese, provocando forti polemiche tra i
<conservatori>. Un documento che ha reso giustizia alle migliaia di vittime di un
regime spietato e ai loro parenti che per anni, oltre al dolore, hanno subìto
lumiliazione di vedere gli assassini dei loro cari, vivere indisturbati e protetti
dallo Stato.
In principio ci sono i peggiori. Sunto di ogni male, lievito di ogni violenza.
Sui loro peccati si avvia la storia e si misura il passato. Si chiamano Giuda o Pinochet,
sono sempre un dolore necessario. Il profilo oscuro della vita. Finché accade che ne
incroci qualcuno sul tuo cammino: lo insegui, annusi le sue parole, ascolti le sue bugie.
Alla fine ti accorgi che il male è materia assai più complessa, senza equazioni risolte
in punta di catechismo. E che tutto sommato, perfino loro i tiranni, sono personaggi
incompiuti, votati alla crudeltà ma grotteschi fino alla bestemmia
. Parole
dello scrittore Claudio Fava, che nel libro La notte in cui Victor non cantò
ha descritto bene <quella sottile linea rossa> che separa lodio dalla follia e
che per troppi anni ha segnato con il sangue il destino di questo paese. Sui verbali del
Senato degli Stati Uniti, il golpe viene descritto come se si trattasse di una felice
bravata. Fra il 1971 e il 1973 la CIA finanziò in nero le opposizioni e i circoli
militari cileni con settanta milioni di dollari. Anche la ITT, la multinazionale dei
telefoni che Allende avrebbe voluto nazionalizzare, fece la propria parte, garantendo la
paga a cinquantamila camionisti durante lo sciopero generale di 47 giorni che
nellestate del 73 aveva messo il Cile in ginocchio. Per fare arrivare il
denaro a Santiago del Cile, gli agenti pagatori utilizzavano la valigia diplomatica del
signor ambasciatore degli Stati Uniti. Tutto a verbale. Gli agenti infiltrati dalla CIA in
Cile, alla vigilia del colpo di Stato furono 1500. 40 le radio dellopposizione,
finanziate dai servizi americani a Santiago del Cile durante la presidenza Allende. Gli
ufficiali cileni addestrati a Panama dagli americani durante il 1973: 257. I cileni
costretti allesilio dopo il golpe: 1.800.000. Un quinto della popolazione del Cile.
Numeri
numeri che uno scrittore, degno della professione che esercita, non può
occultare o sminuire e che riaprono inevitabilmente una ferita profonda. Eppure, cè
chi ha detto che Pinochet sia stato salvato dai numeri. Diciassette anni di regime,
quattromila omicidi politici, non un solo colpevole. Negli ultimi anni del <regno di
Pinochet>, linflazione si è ridotta alluno per cento, il debito estero è
stato quasi azzerato, il prodotto interno è cresciuto grazie allaumento del prezzo
del rame sul mercato internazionale. Poi, dimprovviso il mercato si è saturato, il
prezzo del rame è crollato e oggi al Cile rimane linutile vanità di quei numeri.
Viene chiamata <macroeconomia>: una pagella di cifre in perfetto ordine, come
auspica il Fondo Monetario. Ma dietro quelle tabelline, il Cile occulta uneconomia
fragilissima: cinque milioni di poveri, salari che precipitano verso il basso, con un
aumento incontrollato del lavorio precario, mal pagato, insicuro, il <trabajo
informal>.
Quanto sangue versato da allora sino ad oggi e quanto dolore, gridato ad un muro di una
cella 2mt x 2, o da una madre per il proprio figlio torturato e ucciso per farne dono a
Pinochet. Come si può cancellare una parte di storia che continua a tormentare
lanimo di chi è sopravvissuto? Nessuno può arrogarsi il diritto di farlo e <chi
scaglia la prima pietra> su coloro che chiedono solamente giustizia, lo fa per il
timore di vedere scoperti gli sporchi legami fra ambienti istituzionali e criminalità,
che per decenni sono rimasti coperti da una coltre di omertà e favoritismi.
I risultati ai quali è giunta la scrittrice Patricia Verdugo, si devono anche allo sforzo
e alla collaborazione di storici, giornalisti, scrittori e molte altre persone che hanno
sentito il dovere e la responsabilità di testimoniare per difendere una parte di storia
che deve arrivare alle nuove generazioni, affinché simili crimini non vengano più
commessi.
Martedì 11 settembre 1973, un cittadino di Santiago, radioamatore, si ritrovò a captare
involontariamente con il suo apparecchio, le comunicazioni via etere fra i <capi>
delle Forze Armate Nazionali. In quel giorno finiva lera del presidente Salvador
Allende, con un colpo di kalashnikov sparatosi in bocca al termine dellassalto e con
Isabelita e Beatriz le figlie tanto amate, portate via durgenza prima del
bombardamento a La Moneda, il palazzo Presidenziale.
Ma per arrivare a tutto questo, bisogna entrare in unipotetica macchina del tempo e
rivivere quei fatidici momenti, quegli istanti nei quali chi impersonava Giuda si toglieva
la maschera e chi invece era amico, restava fino allultimo, fosse anche per morire.
Il generale Augusto Pinochet, comandante in capo allesercito, seppe del golpe solo
poche ore prima. Non era allorigine del complotto. I golpisti, con a capo il
generale Sergio Arellano Stark, non avevano fiducia in lui, visto che era stato nominato
dal presidente Salvador Allende a fine agosto di quello stesso anno. Troppo poco tempo.
Tutti credevamo che Pinochet si sarebbe opposto
affermò il
generale della Forza Aerea (Fach) Nicanor Diaz Estrada, uno degli alti ufficiali implicati
nel golpe. Ciononostante, in ultimo momento decisero di correre il rischio, onde evitare
la divisione fra le Forze Armate. Il generale Arellano Stark, arrivò a casa del generale
Pinochet, sabato 8 settembre circa alle ore 20.30 e lo mise al corrente del progetto
contro il presidente. Secondo le testuali parole di Estrada, al rendersi conto che in una
decisione già presa, unicamente veniva richiesta la sua adesione, la reazione di Pinochet
fu un insieme di sorpresa e di fastidio. Durò poco, il giorno seguente partecipò ad una
riunione insieme a tutti gli altri cospiratori del golpe per definire i <dettagli>
della presa de La Moneda, il golpe era pronto e per Pinochet si prospettava un futuro da
dittatore. Da allora sino ad oggi hanno dato svariate spiegazioni al colpo di stato,
comunisti contro fascisti e viceversa. In un manuale di storia, di quelli che si studiano
attualmente nei licei di Santiago del Cile, lultima pagina si ferma al 1973. Nel
libro, il colpo di Stato viene descritto come uno <strumento> che servì a
scongiurare la guerriglia comunista. Il presidente Salvador Allende viene raffigurato come
un fantoccio di Mosca. Pinochet viene esaltato come un buon soldato. Ma dei morti
il
libro non ne fa alcun cenno. La domanda che sorge spontanea è come sia possibile
addossare la colpa ad una corrente politica, ignorando le vittime? La sinistra, la
destra
e la vita di un uomo si decide in base alla sua appartenenza politica. Cosa
ricorderanno i posteri, se nel mondo ancora esiste un forte protezionismo nei confronti di
chi si macchia dei peggiori crimini contro lumanità? Oggi, nelle vetrine delle
librerie di Santiago, si possono ammirare i libri dedicati alla biografia di Pinochet. Nel
libro Ego Sum, alla prima pagina si può leggere:
Sono un uomo che
si è battuto per una giusta causa, la battaglia del cristianesimo e della spiritualità
contro il marxismo e il materialismo. E Dio che mi ha dato la forza
. Ma
questa ormai è storia recente, per capire meglio, bisogna ritornare indietro negli anni,
là dove la nostra macchina del tempo si è fermata permettendoci di essere testimoni di
un ennesima sconfitta del genere umano.
Avendo presente la gravissima crisi sociale e morale che attraversa il paese,
il signor Presidente della Repubblica deve procedere allimmediata consegna del suo
alto incarico alle Forze Armate e al corpo di Polizia del Cile
. Con un tono di
voce grave, rimasto nella memoria di milioni di cileni, dal quinto piano del Palazzo del
Ministero della Difesa, il tenente colonnello Roberto Guillard, annunciava ai microfoni
del circuito Radio della destra, la <prematura> fine del mandato presidenziale di
Salvador Allende. Erano le 8.30 di martedì 11 settembre 1973. Nel palazzo presidenziale
la voce del comandante Guillard sembrava un eco fantasma, che invadeva corridoi e cortili
deserti, esigeva la rinuncia del presidente Allende. Ordinava limmediata sospensione
di tutte le attività dinformazione: radio, canali televisivi e stampa di sinistra,
altrimenti attaccavano
riceverete un <castigo> aereo e
terrestre
ed esortava la popolazione a restare in casa, per evitare
<vittime innocenti>. Poi al termine della conversazione, i nomi dei capi implicati
nel complotto: generale Augusto Pinochet, ammiraglio Josè Toribio Merino, generale
Gustavo Leigh e generale César Mendoza. Esercito, Forze Armate, Forza Aerea e Polizia. A
La Moneda ci fu un silenzio di alcuni secondi, un silenzio che presagiva la tragedia,
dopodichè il presidente Allende prese il telefono che, ancora lo metteva in contatto con
lemittente radiofonica Radio Magallanes e comunicò alla nazione la sua decisa
intenzione a continuare a difendere il Cile nella sua forma giuridica e nella sua
costituzione. Il resto, è storia, quella stessa che hanno tentato di occultare,
distorcere e strumentalizzare. Dopo 25 anni, la registrazione del dialogo fra Augusto
Pinochet e gli alti graduati delle Forze Armate del Cile, è diventata di dominio
pubblico, tramite il supporto in CD allegato al libro di Patricia Verdugo.
Nellorganizzazione del colpo di Stato, al Comando Militare di Penalolén, il
generale Pinochet aveva la Postazione Uno. AllAccademia di Guerra della Forza Aerea,
il generale Gustavo Leigh occupava la Postazione Due. Il punto di unione era la Postazione
Tre, ubicata alla scuola militare. La Postazione Cinque si installò presso il Ministero
della Difesa, con a capo il Viceammiraglio Patricio Carvajal, insieme al generale Nicanor
Dìaz Estrada della Forza Aerea. Nella registrazione non compare la Postazione Quattro.
Chiaramente, a giudicare dalle conversazioni, la Polizia non si trovava ne allo stesso
livello di contatto, ne tantomeno a quello di comando, come il resto dei golpisti. La
registrazione è di discreta qualità, si riesce a distinguere bene la voce di Augusto
Pinochet, carica di enfasi, che ad ogni parola manifesta la sua sete di potere e la sua
determinazione a <vincere> costi quel che costi. Le conversazioni riportate, sono
solo una parte di quelle contenute nel libro della Verdugo. Alla luce degli ultimi
avvenimenti intorno alla figura di questuomo o pseudo-tale, in quanto a volte ci si
domanda fino a che punto si può considerare essere umano chi è capace di commettere
azioni efferate, il documento riesce a fornire limmagine reale della personalità di
Augusto Pinochet Ugarte.
Riportiamo alcuni passi integralmente tratti dal CD originale.
-Generale Pinochet (Postazione Uno):
dobbiamo ribadire che le Forze Armate non sono
contro il popolo! Ma anzi sono contro la carestia che è stata seminata dal governo
marxista del signor Allende!!
Contro le grida che si odono per tutte le vie di
Santiago!!
Contro la fame, contro la povertà, contro la miseria, contro il
settarismo verso il quale ci sta portando il signor Allende, mentre lui se la spassa tra
feste e divertimenti a casa sua
-Postazione Tre (Scuola Militare): ...Si
ora vediamo
Postazione Uno. Postazione
Tre mi ricevi?
La voce degli ufficiali denota limpatto ad aver ascoltato il primo discorso solenne
del Comandante in Capo dellEsercito. Il tono del generale Pinochet manifesta
chiaramente la sua decisione di assumere il massimo comando. Fra gli artefici del golpe
iniziò una sorta di apprensione:
Bisognerà chiarire questa cosa non appena
possiamo. Non eravamo rimasti daccordo che la Giunta Militare avrebbe assunto il
comando del governo? Non eravamo rimasti daccordo di alternarci al massimo comando?
Bisognerà mettere i puntini sulle I appena termineremo questo
, furono queste
alcune delle domande che si fece il generale Gustavo Leigh, comandante in capo della Forza
Aerea. Ma ormai Pinochet era inarrestabile e se ne sarebbero accorti gli stessi fautori
del colpo di Stato.
-Generale Augusto Pinochet: Si vada ad applicare la Legge Marziale a tutte le persone che
verranno sorprese con armi!! Devono essere fucilate immediatamente!! Senza aspettare alcun
processo!!
-Viceammiraglio Carvajal: Ricevuto, affermativo. Legge marziale.
-Generale Augusto Pinochet:
per quei <cavalieri> (si riferisce al presidente
Allende ed ai pochissimi rimasti con lui a La Moneda ndr) la mia idea è prenderli,
portarli su un aereo e gettarli dallalto da qualche parte
-Viceammiraglio Carvajal: (risata) Affermativo
li prenderemo vivi e poi sceglieremo
quali <portare> sullaereo
-Generale Augusto Pinochet: Il signor Allende e quellaltro
il signor Puccio li
getteremo dallaereo
Ascolta Patricio, quanto segue. Bisogna dare un comunicato
che non esiste governo!! Il governo è il <governo militare>!! La gente deve
attenersi a quello che dice il governo militare, visto che cè gente che non vuole
consegnare i propri posti. Tutti gli stranieri presenti nel nostro paese illegalmente,
devono presentarsi al commissariato! Per quanto riguarda la stampa, assolutamente no!!
Nessuna attività di stampa per adesso!!
-Viceammiraglio Carvajal: Affermativo.
-Generale Augusto Pinochet: Patricio dimmi
E Allende? E uscito o non è
uscito?
-Viceammiraglio Carvajal: No, non è uscito. Secondo quanto ha detto, Flores vuole
ottenere delle condizioni decorose per la consegna di
Allende
-Generale Augusto Pinochet: Non ci sarà nessuna condizione decorosa che quel figlio di
puttana si è immaginato!!!
Al momento di bombardare La Moneda, ci fu un ritardo di 10 minuti, dovuti a problemi
tecnici. Inconcepibili per Pinochet, che immediatamente fece sentire la sua voce.
-Generale Augusto Pinochet: Ho già ordinato a Brady di attuare con lartiglieria!!
Siamo già in ritardo di 10 minuti!! Altrimenti quei bastardi faranno qualcosa
-Generale Dìaz Estrada: Affermativo, mio generale, ma devo comunicarlo alla seconda
Divisione
-Generale Augusto Pinochet: Questa è la mia decisione!!
Dopo essere riuscito a convincere le sue due figlie ad uscire dal palazzo presidenziale,
Salvador Allende era pronto ad affrontare lepilogo di quella lunga mattinata. Il
bombardamento fu realmente qualcosa di sconvolgente, dallalto, i caccia <O.
Hunter> colpirono in 21 minuti La Moneda, sganciando 17 bombe incendiarie; vetri
infranti, calcinacci che cadevano, bombe lacrimogene e una nuvola di fumo che sembrava non
finire mai. Poi, lassalto ed il ritrovamento del corpo di Allende con il cranio
fracassato dal colpo sparatosi alla bocca con un kalashnikov. La fine. Il Dottor Patricio
Gujiòn, nel momento che arrivarono i militari, non fece alcun movimento, era come
pietrificato, aveva appena visto un amico uccidersi. Il Dottor Gujiòn, fu uno dei
sopravvissuti che raccontò esattamente come andarono i fatti.
Da quel momento in poi, per Augusto Pinochet si spalancarono le porte del potere,
appoggiato da una super potenza come gli Stati Uniti. Chiunque si fosse opposto al suo
regime subìva la tortura, il carcere, lisolamento, lesilio o la morte. Nel
1986 Pinochet uscì illeso da un attentato contro di lui, realizzato dai membri del gruppo
insorto Fronte Patriottico Manuel Rodriguez (FPMR). Quello che seguì il fallito attentato
fu una feroce, brutale ed indiscriminata campagna di repressione. Si torturava come ai
vecchi tempi, nelle carceri e nei commissariati regnava il terrore: una delle pratiche
più diffuse era quella di appendere nudo il prigioniero per le gambe ed inserirgli un
ratto nellano. La maggior parte delle volte al prigioniero venivano applicati degli
elettrodi in vari punti del corpo, venivano mandate delle scariche elettriche di tre o
quattro ore, con un intervallo di due ore. Venivano spezzate le ossa in varie parti del
corpo, veniva provocata la rottura di un timpano con conseguente emorragia interna, si
lasciava agonizzare due o tre giorni, il tempo che si potesse riprendere, per ricominciare
con altre torture. Poteva durare dei mesi. Non basterebbero le pagine di un libro per
elencare le atrocità commesse in quel periodo.
Lo scorso anno, ci fu la notizia che Augusto Pinochet Ugarte sarebbe diventato senatore a
vita. Accanto a lui, sugli stessi banchi del senato avrebbe trovato i figli di coloro che
i suoi <macellai> avevano ucciso. E accanto agli orfani, anche i sopravvissuti, gli
esiliati, i carcerati, i torturati, i braccati. Nel mese di settembre del 1998 Pinochet
venne arrestato a Londra in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dal
giudice spagnolo Baltasar Garzòn che ne chiese lestradizione a Madrid per i crimini
commessi durante gli anni della dittatura.
Il 24 marzo di questanno, la sentenza dei Lord negava limmunità a Pinochet,
ma ne limitava la perseguibilità ai soli casi di tortura commessi dopo l88,
praticamente solo per 7 capi di accusa, quando invece nella domanda di Garzòn se ne
elencavano più di 3000.
Il giudice Garzòn non si arrese ed inviò alla Procura della corona britannica, una
quarantina di altri casi di tortura denunciati negli ultimi due anni di governo del
dittatore, fra il 1988 e il 1990. Anche il ministro degli interni britannico, Jack Straw
fece pervenire le prove di altri 46 casi di tortura ed omicidio che sarebbero state utili
per il processo di estradizione.
Paradossalmente, per la liberazione immediata del generale Augusto Pinochet, si erano
espressi a favore: la baronessa Margareth Tatcher (che ha così tanti morti sulla
coscienza per la guerra delle Falkland, da non ricordarli più), lex segretario di
Stato Kissinger, Papa Wojtila, il Dalai Lama e lex presidente George Bush.
Inspiegabilmente, la maggioranza del governo cileno si pronunciò in favore del criminale,
nonostante lopinione contraria ad una sua immunità, della stragrande maggioranza
del popolo. Emilio Rojas, autore del libro I miei primi 3 minuti (un documento
su come il tempo di un eventuale interrogatorio ai tempi delle persecuzioni durava al
massimo 5 minuti, per poi finire in qualche centro di tortura ndr), dopo aver subìto la
tortura e lumiliazione di non venire accettato dopo la liberazione, ha detto che nei
confronti di Augusto Pinochet non prova rancore, è riuscito a perdonare, ma non
dimentica. Secondo lui, lex dittatore sta raccogliendo tutto quello che ha seminato
e sa cosa lo aspetta
Sarà la storia che darà ragione alle vittime della dittatura di Pinochet. E quando
finalmente, quel sorriso blasfemo si spegnerà sulla faccia del <generalissimo>,
vorrà dire che la vera giustizia avrà vinto. Allora nessuna chiesa proteggerà più
<il macellaio>, non ci saranno papi ad affacciarsi insieme a lui al Palazzo
Presidenziale e nessuna posizione diplomatica lo potrà salvare. In attesa di vedere gli
sviluppi di questa triste storia, vengono in mente le parole dello scrittore Luis
Sepulveda, torturato ed esiliato allepoca di Pinochet, che nei confronti del
processo al dittatore si è così espresso:
vedremo il tiranno seduto al banco
degli imputati, e forse non è più così importante la severità della sua condanna,
perché lumanità che contempla con schifo i trucchetti legali ha già pronunciato
il verdetto della decenza: Colpevole.. Colpevoli anche e soprattutto i tiranni, i
guerrafondai, i mercanti di morte che a lui hanno dato il potere.
Il processo Pinochet
22 settembre 1998: Augusto Pinochet parte per Londra per unoperazione chirurgica. Il
10 ottobre Amnesty International chiede il fermo di Pinochet, accusato di violazioni dei
diritti umani. 13 ottobre: la giustizia spagnola chiede a Londra lautorizzazione per
interrogare Pinochet sulla morte di spagnoli in Cile. 16 ottobre: su richiesta del giudice
Garzòn, la polizia dispone larresto in clinica di Pinochet. 19 ottobre:
lambasciatore cileno protesta con il Foreign Office e afferma che Pinochet gode
dellimmunità diplomatica. 28 ottobre: lAlta Corte decide che Pinochet ha
limmunità come ex capo di Stato ma deve restare nel Regno Unito controllato dalla
polizia in attesa della sentenza di appello. 25 novembre: la camera dei Lord conclude
lesame del ricorso contro la sentenza dellAlta Corte e decide (tre contro due)
di non riconoscere limmunità a Pinochet. 9 dicembre: il ministro dellInterno
approva le procedure per la richiesta di estradizione spagnola presentata il 6 novembre.
10 dicembre: Pinochet chiede lannullamento della sentenza dei Lord perché uno di
loro ( lord Hoffman) non avrebbe i requisiti di imparzialità avendo lavorato per Amnesty.
17 dicembre 1998: i Lord giudici annullano la sentenza del 25 novembre che ha negato
limmunità a Pinochet. 11 gennaio 1999: sono nominati i sette Lord giudici chiamati
a esaminare per la seconda volta la questione dellimmunità. 13 gennaio: il governo
cileno e Amnesty International sono ammessi a partecipare allappello. 18 gennaio:
comincia il nuovo processo di appello contro lex generale Augusto Pinochet. 22
febbraio: il tribunale londinese di Bow Street conferma la libertà vigilata per Pinochet.
24 marzo: la Camera dei Lord nega limmunità a Pinochet e afferma che il generale è
imputabile soltanto per i crimini eventualmente commessi dopo il 1988, quando la Gran
Bretagna ha introdotto nella sua legislazione un trattato internazionale contro la
tortura. 16 aprile: viene annullata la prima decisione del ministro dellinterno Jack
Straw, con la quale egli autorizzava lavvio della procedura di estradizione per
lex dittatore cileno. La strada è ancora lunga, ma per Pinochet è finita, il
disprezzo della gente sarà la sua spina nel fianco. |
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