LA SCIENZA CHE MERITIAMO |
di Tanchi Guido | |||
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"La cura del Prof. Di Bella non è miracolosa, ma rappresenta in sè oltre che un patrimonio di ricerche condotte con la forza delle idee, la piattaforma per la ricerca medico - scientifica del futuro, al servizio dell'uomo e della corporazione" Il caso del prof. Luigi Di Bella ha fatto riemergere alla memoria della collettività una serie di problematiche, antiche ed ataviche, che luomo moderno ha da tempo "seppellito" nei meandri dellinconscio creandosi, al contempo, una serie di verità artificiali per ritrovarsi espropriato della propria identità, nellaffrontare le angosce dei suoi enigmi irrisolti e lo "strazio" della malattia. La scienza medica con il suo corporativismo si è rivelata, al pari delle altre discipline scientifiche, inadatta a fornire alluomo gli strumenti utili alla vita spirituale e allevoluzione, anzi lha distolto dai problemi inerenti la precarietà della condizione umana, che riaffiorano irrisolti e inquietanti. La scienza è ormai fatta da "scientisti" più che da scienziati, che orbitano allinterno di un sistema ampio e diffuso, al centro del quale al posto dei problemi delluomo, comentità in evoluzione, si sono insediati gli interessi delle corporazioni, alle quali risponde una "controcultura" di ricercatori che studiano luomo e il pianeta nella loro globalità, ma che fatica a far conoscere e a divulgare le teorie, i lavori e le esperienze della propria ricerca. Come logica conseguenza, dal sistema totalitario di dittatura della scienza ne è derivata "unorgia" di potere usato in maniera impropria e apologetica, al punto che da Galileo in poi abbiamo subito una scienza che gradualmente ha deificato se stessa e i propri dogmi, con il beneplacito di "stato e chiesa", allinterno di un governo oligarchico e poco rispettoso dei diritti fondamentali della collettività. Oggi luomo possiede una tecnologia sofisticata, e lo sarà sempre di più, ma ha perso il controllo del proprio "centro" e, grazie alla complicità della "sua" scienza disancorata, ha indotto profonde modificazioni allecosistema del pianeta, tanto da mettere in discussione la sopravvivenza stessa della specie. In questo scenario preapocalittico di fine millennio, nel nostro paese, grazie ad un pretore di Maglie, Carlo Madaro, si è aperto un dibattito sulla cura del cancro che potrebbe avere degli sviluppi clamorosi. Al centro del contraddittorio, che coinvolge la comunità scientifica e il prof. Di Bella, alcuni farmaci presenti sul mercato da diversi anni ma considerati di scarso spessore terapeutico da parte della medicina ufficiale. Non mi soffermo sugli aspetti legati al reperimento sul mercato della somatostatina, che ora è regolato dal decreto legge approvato dalla Camera il 1° aprile scorso (che di fatto limita molto la libertà dei medici che prescrivono il protocollo Di Bella), ma vorrei stimolare la curiosità e linteresse dei lettori partendo da alcune informazioni tecniche riguardanti la somatostatina e la melatonina, per arrivare poi a delle deduzioni più ampie che riguardano la scienza medica del futuro. La somatostatina è una proteina prodotta dallipotalamo, formazione anatomica del diencefalo, posta sotto il talamo e il III ventricolo, che presiede al controllo e alla regolazione della vita viscerale sia attraverso rapporti anatomici che con lausilio di sintesi ormonali; possiede centri per la regolazione della temperatura corporea, del bilancio idrico, della circolazione sanguigna, del metabolismo e del sistema endocrino, attraverso il controllo sullipofisi. Lipotalamo, inoltre, svolge un ruolo importante nel comportamento istintivo dellindividuo dove influenza il sonno, i bisogni alimentari, le emozioni e la sessualità. La somatostatina è prodotta per regolare o inibire la sintesi ipofisaria dellormone della crescita (GH o STH), ed è presente in tutte le cellule nervose dellorganismo dalla corteccia ai gangli sensitivi dei visceri e, recentemente, ulteriori studi hanno accertato che i recettori per lormone sono presenti sulle cellule di tutti i distretti organici: ci troviamo di fronte ad un messaggero ubiquitario che regola o blocca i processi di crescita anomali delle cellule di tutto lorganismo, e non solo del tratto gastrointestinale come si pensava in passato. Laltro neuro - ormone usato da Di Bella è la melatonina, prodotta dalla ghiandola pineale o epifisi, piccolo organo posto sotto lepitalamo sopra lestremo posteriore del III ventricolo. Cartesio la riteneva sede dellanima e rapportò la sua funzione di valvola degli "spiriti" con gli stimoli visivi; oggi si riconosce alla pineale la funzione di traduttore neuroendocrino: risponde a stimoli nervosi e ottici producendo degli ormoni, il più conosciuto e studiato dei quali è proprio la melatonina. Questa sostanza ha la funzione di sincronizzatore dei ritmi biologici, influenzati dal ritmo sonno/veglia, che ne spiega lattività anti - depressiva e anti - tumorale, grazie anche allinfluenza diretta sul sistema immunitario. Non è difficile intuire, come le diverse funzioni di epifisi e ipotalamo siano strettamente correlate tra loro: lo stress, dovuto ad agenti di varia natura ed origine, modifica i naturali ritmi biologici e la loro azione protratta evidenzia le innate debolezze costituzionali e genetiche degli individui e nel tempo altera lequilibrio dellasse psico - neuro - endocrino, con ripercussioni sia sullimmunità del soggetto che su tutte le sue funzioni organiche; questi fenomeni rappresentano lanticamera di tutte le malattie degenerative sia ad eziologia infettiva che autoimmune e neoplastica. Il cancro, probabilmente, è una malattia che rappresenta lo stadio finale di un disquilibrio che ha radici antiche e profonde, sia di ordine genealogico che etnico, sulle quali hanno inciso come fattori scatenanti e aggravanti le modificazioni indotte dalluomo sullambiente. Il metodo del prof. Di Bella, sotto il profilo farmacologico, ha lo scopo di ripristinare lequilibrio perduto con lesaltazione della fisiologia cellulare attraverso unazione multidirezionale che inizia ostacolando e inibendo la produzione dei più importanti fattori di crescita, che supportano la crescita del tumore, e termina esaltando le funzioni di controllo e regolazione neuro - endocrina del ricambio cellulare. Se il "cocktail" di farmaci usati dal professore di Modena, riesce in percentuale apprezzabile e senza danno per il paziente, a frenare lo sviluppo della massa tumorale e anche a farla regredire, ciò significa che il ricercatore che studierà il cancro dovrà interrogarsi seriamente e in profondità sulle radici del "male del secolo" e sulle metodologie più giuste da applicare alla ricerca. Vincere il cancro non vorrà dire vincere una malattia ma sconfiggere "il nemico" dentro e fuori di noi. Luomo deve riappropriarsi dellessenza che incarna, per decifrarne il codice e iniziare lunico percorso possibile, che passa attraverso il rispetto del pianeta come un essere vivente, per capire la propria identità e il significato evolutivo della vita; in questa ottica la malattia diventa quasi una necessità per capire, una chiave per aprire la porta della conoscenza e del vero progresso. Al punto in cui siamo oggi, abbiamo sicuramente al nostro servizio la scienza che meritiamo: disancorata, presuntuosa, arrogante e cieca di fronte ai variegati percorsi dellanima, così come la maggioranza del genere umano. Linversione di rotta sarà possibile alluomo che vivrà in sè il "discorso della montagna" senza fanatismi, nè dogmi, nè chiese perché, come ci ricordava Alexander Solgenitsyn sulla "Repubblica" del 21 Agosto 1997, "luomo non potrà avanzare verso lelevazione della sua coscienza morale se non con un cuore puro e contrito e con sufficiente saggezza da accettare che dei limiti siano imposti al proprio campo e anche a se stesso prima che agli altri...". La cura del prof. Di Bella non è miracolosa ma rappresenta in sé, oltre che un patrimonio di ricerche condotte con la forza delle idee contro ogni tipo di potere, la piattaforma per la ricerca medico - scientifica del futuro, al servizio delluomo e non della corporazione. La tetralogia del Professore
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"L'uomo non potrà avanzare verso l'elevazione della sua coscienza morale se non con un cuore puro e contrito e con sufficiente saggezza da accettare che dei limiti siano imposti al proprio campo e anche a se stesso prima che agli altri..." A. Solgenitsyn |
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