TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

La terra divorata

Di Juan Alberto Rambaldo
 

 

"La forza di quelli che violentano la Natura dipende dalla debolezza di quelli che l'amano" (Albert Schweitzer)

Nessuno sa come e perché, ma circa 4000 milioni di anni fa nacque la Terra, da allora la vita si è evoluta sulla sua superficie, nelle acque e nei cieli. Il tempo sta per scadere. Immagina l’intera storia del mondo concentrata in un solo anno, un anno che inizia il primo di gennaio; pochi giorni dopo compaiono i primi batteri, segue un miracolo dell’evoluzione ed ogni estensione di acqua, ogni strato di fango, ogni traccia di terra diventa abitato. Pesci gelatinosi e ragni appaiono solo agli inizi di novembre. All’incirca nello stesso periodo i pesci cominciano ad abitare le acque e gli insetti l’aria. Pochi giorni dopo dal 1° al 15 di dicembre i dinosauri dominano incontrastati. Quindici minuti, prima della mezzanotte del 31 dicembre, appare la specie umana. Appena due secondi fa con l’inizio della Rivoluzione Industriale è iniziata la nostra aggressione alla Terra, un assalto che l’ha messa in ginocchio.

 LA QUARTA CONFERENZA MONDIALE SUI PROBLEMI CLIMATICI (MEGLIO DI NIENTE)

Dal 2 al 14 novembre del 1998 a Buenos Aires, in Argentina, si è svolta la 4ª Conferenza dell’ONU sul problema dei mutamenti climatici e alla quale hanno preso parte più di 4.000 delegati di 170 paesi con un diverso stadio di sviluppo economico.

Nel corso del 1997 era stato stipulato il cosiddetto "Protocollo di Kyoto", secondo il quale i paesi più industrializzati si impegnavano a ridurre del 5,2% l’emissione di gas altamente inquinanti, principali responsabili dell’ "effetto serra". Riconoscevano, in questo modo, la loro responsabilità storica nell’aumento dei gas di emissione in tutto il pianeta (20 paesi disperdono nell’aria l’80% delle sostanze dannose per l’ozono).

Il progetto di riduzione dei gas inquinanti sarebbe stato realizzato sulla base dei dati raccolti nel 1990 e dovrebbe raggiungere il punto di perfezione nella prima decade del terzo millennio. Il protocollo entrerà in vigore quando sarà ratificato dalle nazioni che rappresentano il 55% dei produttori di gas responsabili dell’effetto serra.

L’accordo, quindi, fu aperto alla firma il 16 maggio del 1998 ma, nonostante ciò, alla data di inizio della quarta conferenza era stato sottoscritto solo da 59 paesi tra i quali non figuravano gli Stati Uniti, responsabili del 25% (qualcuno assicura che potrebbe trattarsi del 35%) della contaminazione ambientale del pianeta. Ma, la cosa più allarmante, era che solo Fidji, Barbados e Antigua (tre piccoli stati insulari che corrono il rischio di inabissarsi a causa del costante aumento del livello del mare causato dallo scioglimento delle calotte polari) lo avevano ratificato.

La conferenza, come era presumibile, non ha proposto soluzioni definitive nonostante il lungo dibattito intercorso tra i paesi in via di sviluppo (gruppo dei 77 più la Cina) e gli Stati Uniti. I primi hanno classificato le loro emissioni di gas inquinante come "emissioni di sopravvivenza" sostenendo che la loro economia non sarebbe in condizione di affrontare la spesa necessaria all’acquisto di macchinari costruiti con tecnologia ad alto costo. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno dichiarato di dover necessariamente soddisfare le richieste delle grandi imprese produttrici di petrolio, automotori, energia elettrica e trasporti, e hanno negato la possibilità di compromettersi totalmente. Nonostante ciò all’ultimo momento, quando la conferenza stava volgendo al termine, hanno firmato il Protocollo di Kyoto, assoggettando la loro ratifica al patto che i paesi in via di sviluppo si impegnassero a fare lo stesso.

La posizione dell’Europa si è avvicinata a quella del G-77. Il continente europeo ha dichiarato che i paesi sviluppati dovrebbero collaborare con i paesi in via di sviluppo mediante il trasferimento di tecnologia a basso costo, in modo da evitare che l’aumento del consumo e il confort in questi luoghi produca un disequilibrio nella tassazione individuale delle emissioni di gas contaminanti.

Ma tutto è una battaglia di interessi economici e settoriali vincolati alle grandi corporazioni e al settore nel quale si trovano radicati gli impieghi di capitali. Mentre le corporazioni legate alla produzione e al consumo di combustibile fossile cercano di boicottare l’avanzamento degli accordi sul tema, le imprese assicuratrici appoggiano la tesi dell’ "aria pulita" perché è benefica per la riduzione dei rischi sinistri, mentre l’industria nucleare e delle costruzioni lo fanno perché questo potrebbe essere motivo di espansione come conseguenza della necessaria riconversione dei sistemi produttivi di energia.

Tutto questo è un gioco di interessi economici nei quali la sopravvivenza del pianeta conta molto poco, tanto quanto quella degli esseri che lo abitano.

Tutto lascia presupporre che l’accordo si risolverà in un gigantesco negoziato: la compravendita dell’aria impura e dell’aria pulita. Così ad ogni paese sarà assegnata un quota di emissione e, nel caso in cui qualcuno producesse più gas di quello permesso potrà comprare dai paesi meno contaminati la percentuale di emissione di gas che questi non ha utilizzato.

Ci troviamo così di fronte ad un nuovo e assolutamente sofisticato mercato della Vita, che supera in perversione il commercio delle armi o il traffico di droga, e che è considerato legale dall’ "ordine internazionale".

Ma, cosa peggiore: le alternative proposte per risolvere il problema dell’emanazione di gas derivati dall’utilizzo dei combustibili fossili costituiscono una soluzione perversa. Mentre il Brasile si batte per la creazione di grandi centrali idroelettriche che hanno generato il caos nell’intero ecosistema provocando l’estinzione di specie animali e vegetali e la concentrazione di grandi masse di acqua che hanno considerevolmente alterato il clima della regione, il 70% della popolazione degli Stati Uniti è a favore dell’energia nucleare per rimpiazzare l’energia termoelettrica consumatrice di combustibile fossile.

Intanto, l’emissione di gas responsabili dell’effetto serra continua ad aumentare, non solo in termini assoluti ma anche percentuali (nel 1998 si è registrato un aumento del 30% rispetto all’anno precedente).

Le conseguenze sono palesi :

- Lo scongelamento delle calotte polari e il conseguente aumento del livello del mare distrugge e modifica l’ecosistema. L’acqua infatti invade le isole dell’Oceano Pacifico mettendo in serio pericolo la loro esistenza;

- Gli uragani si moltiplicano in quantità e forza devastatrice. Basti pensare all’uragano Mitch che ha provocato la morte di 30.000 persone e che ha condannato alla fame le popolazioni di Honduras e Nicaragua. Ricordiamo anche i tifoni del Bangla Desh, che hanno lasciato al loro passaggio morte e distruzione ;

- Le siccità sono terribili. Ad Atacama, in Argentina, non piove da più di un anno mentre, in altre parti del mondo, le inondazioni devastano il pianeta e sono la causa di ingenti perdite di vite umane e di beni materiali;

- Il luglio del 1998 è stato il mese più caldo degli ultimi 10.000 anni... e la cosa sembra voler peggiorare.

E a soffrire le conseguenze di questi problemi sono sempre i popoli più poveri. La concentrazione della ricchezza in poche mani li ha condannati alla fame e ai debiti e quindi il potere distruttivo della natura li trova impreparati. Sono gli stessi popoli le cui terre sono adibite a depositi di immondizia nucleare.

Verrà però un giorno in cui le cose andranno per tutti allo stesso modo. Se l’aria finisce, finisce per tutti. Se l’incremento della contaminazione ambientale continua di questo passo tra quarant’anni raggiungeremo il limite ecologico di massima variabilità climatica e, di conseguenza, gli effetti saranno irreversibili e le catastrofi che si avvicineranno, impossibili da prevedere.

Mi sorgono quindi una serie di interrogativi che trasmetto a tutti coloro che si preoccupano per l’attuale stato delle cose:

E’ possibile che tutte le proposte alternative siano comunque distruttive? E’ possibile che l’incoscienza raggiunga livelli tali da mettere in serio pericolo la sopravvivenza del pianeta?

Pensiamoci su e agiamo di conseguenza.

 

DAL CIELO ALLA TERRA

IO SONO LA TERRA.

IO SONO LA NUTRICE DELLA VITA FISICA.

VOI VIVETE PERCHE’ IO VIVO, MA SE CONTINUATE A DEBILITARE LE MIE ENERGIE VITALI, NON SARO’ PIU’ IN GRADO DI ASSISTERVI E ALLORA MORIRETE.

LE VOSTRE OPERE NON MI DANNO FORZA NE’ MI CONSOLANO. IL VOSTRO AMORE NON LO SENTO PIU’. IL MIO VOLTO E’ PIENO DI CALIGINI E LA LUCE E’ DIVENUTA FIOCA E L’OMBRA FITTA. SONO POCHI COLORO CHE VERAMENTE MI AMANO E MI ASSISTONO ED IO A QUESTI DO IL MIO AMORE, LA MIA TENEREZZA DI NUTRICE.

MA QUANTI, QUANTI SONO INDIFFERENTI E DISTRUGGONO SENZA PIETA’ QUELLO CHE MI E’ INDISPENSABILE PER RIGENERARE E DARE SENZA NULLA CHIEDERE. MOLTI CHIEDONO DA ME L’IMPOSSIBILE E MI TORTURANO CONTINUAMENTE.

IO SONO LA TERRA, LA NUTRICE DELLA VOSTRA VITA FISICA. IO SONO LA FONTE DI OGNI VOSTRO BENESSERE. RISPETTATEMI ED AMATEMI.

SARETE RISPETTATI ED AMATI.

IO SONO LA TERRA

Valverde, 12 ottobre 1974 - ore 8

 

Messaggio di G. Bongiovanni del 9/11/98 sui disastri naturali e catastrofici degli ultimi anni.

 

I FATTI

Il 90% di tutte le specie animali della Terra vive nella foresta tropicale. La foresta tropicale viene distrutta ad una media superiore a 164.000 Km2 l’anno. In Costa Rica il 71% della deforestazione avviene per creare pascoli. Il Nepal ha perduto circa la metà della sua foresta negli ultimi 20 anni, principalmente per mantenere il suo bestiame. I pascoli prodotti con la deforestazione possono mantenere solo un capo di bestiame per ettaro. L’America Latina ha esportato circa 8 milioni di tonnellate di soia nel 1991, quasi tutti utilizzati come mangimi per i nostri allevamenti.

Un solo bovino può ridurre 23 tonnellate di stallatico ogni anno. 10 maiali possono produrre 21 tonnellate di escrementi ogni anno. Sparsi sul terreno gli escrementi contribuiscono alle piogge acide e all’inquinamento del suolo e delle acque. L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti è riconosciuta come una delle maggiori cause delle piogge acide, causando più del 70% dell’aumento di acidità in alcune aree. In Olanda, dove il maiale sopravanza il numero degli umani di 7 a 1, è stato chiesto agli allevatori di ridurre il numero di capi per cercare di salvare le rimanenti foreste.

I pescherecci con le reti a strascico solcano e scavano gli Oceani incrementando il numero di pesci sempre più piccoli. Le pesanti tavole delle reti sballottano violentemente sul fondo dell’Oceano distruggendo tutto sulla loro strada. Ogni anno sempre più paesi partecipano alla pesca del tonno e in ogni rete perdono la vita balene e delfini, razze di uccelli di mare, tartarughe e squali. Alcuni paesi continuano con la strage delle balene, mammiferi con un linguaggio più complesso del nostro, ma del quale non riusciamo a capire una sola parola. Gli allevamenti intensivi sono arrivati fino ai mari europei e sono stati i salmoni, questi animali delle migrazioni misteriose, i prigionieri prescelti. E’ come mettere in gabbia delle rondini, stipate nelle gabbie riescono a sopravvivere per l’uso massiccio di antibiotici e sono rese vendibili ritoccando la loro carne con un colorante vietato negli Stati Uniti. E per nutrire questi animali prigionieri, altro pesce viene pescato nei mari; pesce industriale, cinque chili per produrre un chilo di carne di salmone. I PCB sono prodotti chimici industriali, alcune tra le più velenose sostanze conosciute, che ora infettano quasi l’intera catena alimentare dell’Oceano.

Le malattie cardiache sono la maggiore causa di morte nel mondo sviluppato. Alcuni studi mostrano come i vegetariani siano soggetti al 30% in meno di malattie cardiache dei mangiatori di carne. Il cancro è responsabile per un quarto delle morti premature in UK: almeno un terzo di tutti i tumori sono direttamente collegati alla dieta. Molti fattori di rischio sono significativamente ridotti in una dieta vegetariana. Le ricerche mostrano come i tumori del colon, del seno ed altri, abbiano una minore incidenza nei vegetariani. Si stima che circa 2 milioni di persone vengono affette da avvelenamento alimentare ogni anno in UK. Quasi tutti i casi derivano dalla carne o dai prodotti caseari.

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