TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

Un prodigio ancora vivo: la "Madonna delle lacrime"

Di Monica Centofante

 

 

Quante volte, nel rapido e frenetico scorrere della nostra vita, ci siamo soffermati ad ammirare la poetica armonia della natura che ci circonda, che come una madre ci culla, senza nulla chiedere? Secondo alcune statistiche, la maggior parte degli uomini non alza quasi mai gli occhi al cielo perché imprigionata in un vortice di quotidianità che limita la sua attenzione alle azioni pratiche di ogni giorno. Una rapida colazione, uno sguardo all’orologio e poi il traffico, l’ufficio, la fabbrica, i problemi, i soldi, la politica e infine la sera, le tanto sospirate pantofole, la televisione, il letto. Sembra non esista altro, per la maggior parte di noi, che un mondo nel quale la realtà è rappresentata da un complesso di cose “concrete”, materiali, inanimate. Sembra siano ormai pochi coloro che in un paesaggio primaverile riescano a vedere, oltre i colori di un prato fiorito, il miracolo della vita che si rinnova, della vita che ci è stata donata e che spesso non sappiamo apprezzare. Chi siamo? Da dove veniamo? Sono secoli che uomini di scienza si affannano nel tentativo di spiegare il mistero della creazione e della morte e sono secoli che “qualcuno”, o “qualcosa”, ci offre la risposta nel tentativo di aprire i nostri orizzonti a nuove e incredibili possibilità. Esiste una realtà immateriale che ci circonda, che ci avvolge, una dimensione che si appalesa ai nostri occhi in forme che noi definiamo miracoli. Quando, il 1° settembre del 1953, una commissione composta da quattro medici, un chimico, il comandante del Presidio militare di Siracusa, l’ufficiale superiore del Presidio e il parroco della stessa città si recò nell’abitazione dei signori Angelo e Antonina Iannuso, pensava forse di smascherare agli occhi dell’opinione pubblica una colossale truffa. Solo grazie all’aiuto degli agenti di P.S. la commissione riuscì ad aprirsi un corridoio tra la moltitudine di fedeli che circondava casa Iannuso e che si erano riuniti lì nella speranza di poter ammirare, anche solo per un attimo, “l’espressione viva” di un’effige in gesso della Madonna che versava lacrime umane. Tutto ebbe inizio la mattina del 29 agosto del 1953, dopo una notte tremenda per Antonia Iannuso, tormentata da una gravidanza difficile, da frequenti crisi convulsive che le provocavano la momentanea perdita della vista. Quella notte il marito Angelo, costretto a recarsi molto presto al lavoro, chiese alla sorella Grazia e alla zia Antonina di fare compagnia alla moglie che solo all’alba, spossata dagli attacchi, riuscì ad addormentarsi. Al risveglio, in un gesto istintivo, la donna appoggiò il suo sguardo sull’effigie della Madonna alla quale era solita rivolgere le sue preghiere e notò qualcosa di insolito. “Forse non ho visto bene”, pensò, e poi, con quanta più voce aveva in corpo, “Graziaaa… zia Antoninaaa… veniiite… veniiite prestooo!… piange!”. Le due donne si affrettarono a raggiungere Antonina e poi, incredule, fissarono quelle perline di liquido che “si formano nel canale lacrimale e traboccano, seguendo il percorso delle lacrime umane. Rigano il volto, lasciando una scia. Ricadono nell’incavo della mano che la Madonnina poggia sul cuore. ‘La Madonnina piange?!… Ma no, non è possibile!… Un quadro di gesso non può piagere!…”. Qualche minuto dopo le donne stavano già bussando freneticamente alle porte dei vicini gridando al miracolo e in poche ore la notizia si diffuse. Centinaia di persone accorsero nella speranza di ricevere una grazia o semplicemente incuriosite da un fenomeno che il giornalista Aldo Carratore esulerà dalla sfera della pura suggestione “in quanto la constatazione è stata fatta anche da persone che non credono per radicato pregiudizio, e che si sono accostati all’immagine prodigiosa solo per curiosità, e per darsi a qualunque costo una spiegazione naturale del fenomeno. Di fronte a quelle gocce miracolose, che sgorgano di tanto in tanto dagli occhi della Madonna, anche l’incredulità più ostinata è stata costretta a subire un durissimo colpo… e molti sono quelli che, uscendo da via degli Orti, hanno gli occhi gonfi e la voce tremante”. Tra questi anche lo stesso Angelo che, confuso, non sapeva se interpretare quelle lacrime come segno di sventura o di benedizione per la sua casa.
Qualche giorno dopo i membri della commissione medica incaricati di analizzare le lacrime della Vergine giunsero alla conclusione che “l’aspetto, l’alcalinità e la composizione” inducevano “a far ritenere il liquido di analoga composizione del secreto lacrimale umano”. Il 22 settembre dello stesso anno la Curia di Siracusa costituì un tribunale ecclesiastico che procedette, con 51 sessioni, all’interrogatorio di quasi 200 testimoni oculari dell’accaduto. Il 17 ottobre del 1954, dai microfoni di Radio Vaticana, Papa Pio XII fece un accorato annuncio: “Certamente la Santa Sede non ha manifestato finora in alcun modo il suo giudizio intorno alle lacrime che si dissero sgorgate da una effige di Maria SS. in un’umile casa di lavoratori, tuttavia non senza viva commozione, prendemmo conoscenza dell’unanime dichiarazione dell’Episcopato della Sicilia sulla realtà dell’evento… Comprenderanno gli uomini il linguaggio di quelle lacrime?…”. E quello dei numerosi miracoli che hanno fatto seguito alle lacrimazioni? Già nel 1953 si parlava di 300 guarigioni ma è sicuro che oggi sono aumentate come sono aumentati i fenomeni simili a quello di via degli Orti n. 11 o che hanno comunque la stessa origine. Quale? Se lo chiediamo a Nunziatina Trovato, che ha riacquistato l’uso delle gambe, o a Enza Moncada, che è improvvisamente guarita da una paralisi al braccio destro, la risposta sarà sicuramente una: divina. Sono lacrime di speranza quelle sgorgate dagli occhi della Vergine, speranza per il mondo che può cambiare se solo ascolta gli accorati appelli di una Madre che soffre nel vederci soffrire (lo ha più volte manifestato con le lacrimazioni di sangue), che piange nel vederci piangere, che gioisce della nostra felicità e che ci indica il cammino per raggiungerla. Dobbiamo solo saper ascoltare. “C’è qualcuno fuori di questo mondo, legato agli uomini, che si interessa di loro, così da rendersi loro presente in modo straordinario e commovente!… c’è un qualcosa sopra la natura, sopra le sue leggi, le sue forze, i suoi fenomeni, le sue possibilità… c’è un qualche cosa sopra la scienza, la tecnica e la storia degli uomini!” E allora alziamo gli occhi al cielo, e scopriamolo.

L'esperienza del contattista Eugenio Siragusa

Eugenio Siragusa, padre spirituale di Giorgio Bongiovanni, visse in quei giorni una singolare esperienza.

“Un giorno dell’agosto / settembre 1953 passavo per piazza Università, a Catania, quando si è avvicinata a me una donna vestita di nero. Era anziana, ma molto bella e con un viso molto luminoso. Il suo abito era elegante, sembrava di seta pesante. La donna mi ha fermato e con molta umiltà mi ha detto: “Mi fai l’elemosina?”. Io in un primo momento sono rimasto perplesso perché vedendola così ben vestita non potevo certamente immaginare che potesse essere così povera. Lei mi ha guardato fisso negli occhi e a quel punto ho cominciato a capire e a non dubitare oltre. Purtroppo, in tasca avevo solo cinquanta lire (anche se nel 1953 50 lire erano già qualcosa) ed alla sua richiesta ho risposto: “Ho solo 50 lire”. Nel momento in cui ho messo le mani in tasca per offrirgliele lei mi ha preso per le spalle e mi ha girato mettendosi con le sue spalle contro il vento, come a volermi riparare dal vento stesso o da qualcosa in segno di materna protezione. La cosa mi ha stupito non poco e mi ha dato un certo brivido nello spirito. Le ho chiesto: “Dove abiti, signora?” (le ho chiesto questo perché allora lavoravo al dazio, all’Imposta di Consumo di Catania, e siccome a volte coloro che venivano a pagare i tributi allo stato mi facevano dei regali, soprattutto alimentari, pensavo di potergliene offrire)... Lei mi ha risposto: “Abito in un sottoscala, esattamente in via...”. Subito dopo ci siamo salutati e io sono ritornato a casa. Passato un pò di tempo ho cominciato a cercare questa via perché stimolato ad incontrare nuovamente quella signora per portarle in dono qualcosa, ma non l’ho trovata. Mi sono informato meglio e mi hanno detto che a Catania quella via non esisteva. Allora, rammaricato, ho lasciato perdere. Sono trascorsi alcuni giorni ed io ho fatto un sogno in cui ho visto questa signora che passava davanti al luogo del mio impiego a bordo di una carrozza trainata da cinque cavalli bianchi. Era lei che teneva le redini e guidava la carrozza. L’ho riconosciuta subito nella signora che avevo incontrato e l’ho rincorsa cercando di fermarla. L’ho chiamata dicendole: “Signora, l’indirizzo della sua abitazione che mi ha dato non lo trovo, come faccio a venirla a trovare?”. Lei mi ha preso per mano e mi ha fatto salire sulla carrozza. A questo punto mi sono svegliato per il forte trauma ricevuto. Il giorno seguente sono andato in ufficio e ho visto, di fronte alla strada dove nel sogno avevo incontrato la signora, alcune camionette colme di gente che percorrevano la strada Catania - Siracusa. A un certo punto ho visto un guidatore che si è fermato per telefonare e gli ho chiesto: “Ma cosa sta succedendo? Che cos’è tutto questo traffico?”. Lui mi ha risposto: “C’è una Madonna a Siracusa che piange, c’è moltissima folla e quindi facciamo la spola per evitare che possano nascere incidenti. Anzi, guardi, se vuole c’è la fotografia e un pezzo di cotone bagnato con le lacrime. L’ho messo ad un ammalato grave ai reni ed è guarito!”. Ho capito cosa volesse significare il segno e mi sono predisposto ad andare a Siracusa. E’ trascorso ancora un pò di tempo e finalmente sono riuscito ad andarvi. Già avevano cominciato a erigere il tempio della Madonna delle lacrime e se qualcuno è andato a Siracusa in quel periodo e anche successivamente può aver notato che il tempio venne fatto al livello inferiore della strada, come un sottoscala. (Oggi, dopo molti anni il tempio è stato innalzato come un grande palazzo, ma fino agli anni settanta era così come lo descrive Eugenio Siragusa, scavato sotto terra). Sono andato ad acquistare qualcosa che volevo portare in dono ed ho notato l’indirizzo dove era situato il tempio, l’ho letto e qui ho subìto un altro trauma interiore: era lo stesso indirizzo che mi aveva dato la signora dal viso luminoso! Allora, tutto emozionato, sono andato di fronte al quadro della Madonna e piangendo come un bambino le ho parlato e ho pregato (meno male che a quell’ora nel tempio non c’era nessuno altrimenti i presenti sarebbero certamente stati colpiti dallo stato estremamente emotivo nel quale mi trovavo!). L’esperienza finisce quì”

Mappa tematica del Sito NONSIAMOSOLI

Mappa del  sito 

 

 

 

 

 

 

Per tornare alla pagina iniziale

Home Page

 

 

 

 

 

 

Indirizzi di posta elettronica del gruppo

Indirizzi di mail

 

 

 

 

 

 

ultime novità e prossimi impegni di Giorgio

Ultimissime

 

 

 

 

 

 

Altri articoli

 

 

 

 

 

 

 

 La rivista mensile ufologica presente in tutte le edicole. Puo' essere tua a sole Lire 7.000 oppure con Videocassetta a Lire 19.900 ogni due mesi.

Conosci l'altra nostra  rivista?

 

 

 

 

 

Conoscere.... per scegliere

La rivista mensile ufologica presente in tutte le edicole. Puo' essere tua a sole Lire 7.000 oppure con Videocassetta a Lire 19.900 ogni due mesi.