Le immagini della fantasia |
Di Paola Fantin, illustrazione di apertura di Nicoletta Ceccoli |
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La sera, dopo aver sorvolato oceani e continenti, le nuvole sono stanche e si fermano a dormire sulle cime delle montagne. Nuvolina, invece, preferisce riposare sulla Luna. E la Luna la culla teneramente tutta la notte, facendo bene attenzione che nessuna stella gelosa la punga durante il sonno. (Riccardo Geminiani). Magia. Gioco. Favola. Amore. Chi di noi, nei propri sogni di
bambino, non ha sperato di trovare un giorno un luogo fatato, pieno di colori, di alberi
parlanti, di dolci fatine che ci sussurravano parole di speranza? Un luogo dove la
fantasia è la sua Regina e bambini e grandi si tengono per mano, imparando gli uni dagli
altri. Un posto magico e irraggiungibile, reale solo nel mondo dei bambini ma
irrealizzabile qui in Terra? Nulla è impossibile se anche un solo uomo vi crede con
convinzione. E Stepan Zavrel, illustratore di immagini per linfanzia, ci credette
profondamente. Ci credette così tanto che nel 1969 partì da Praga alla volta
dellItalia e giunse a Sarmede, un piccolo paesino di non più di tremila abitanti,
nella provincia di Treviso. Qui Zavrel e i suoi collaboratori idearono la Mostra
Internazionale di illustrazione per linfanzia Le immagini della
Fantasia, giunta ora alla sua 17esima edizione. Un paesino da fiaba, con le case
affrescate di immagini fantastiche, affollato di bambini ma anche di adulti che vogliono
imparare a essere bambini. Qui è una festa tutto lanno: laboratori creativi, corsi
di disegno illustrato per insegnanti e artisti, manifestazioni continue. Questa è
Sarmede. Qui ogni anno confluiscono gli illustratori più creativi di tutto il mondo. Per
ledizione 1999, dedicata al tema del folletto, hanno esposto artisti del Messico,
Francia, Polonia, Brasile, Italia, Usa, Slovacchia, Cina, Spagna, Germania, Sudafrica,
Argentina, Croazia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Olanda, Belgio e Giappone.
Zavrel, scomparso prematuramente meno di un anno fa, aveva un progetto: voleva trasmettere
un messaggio di libertà proprio attraverso lillustrazione. Come ha scritto Livio
Sossi, esperto di letteratura giovanile, egli insisteva molto sul messaggio da
trasmettere. Un libro illustrato deve sempre trasmettere un messaggio al bambino. Con ciò
non intendiamo dire che lillustrazione, come la scrittura per linfanzia, debba
insegnare qualcosa. La letteratura e lillustrazione non devono insegnare, devono
però far pensare il bambino e ladulto. Lillustrazione - continua Sossi - deve
sempre stimolare nel lettore adulto o ragazzo una ricerca, un interrogativo, una
riflessione su alcuni aspetti della nostra società. Zavrel voleva questo: smuovere
gli animi attraverso la creatività del disegno. Perché la creatività viene diritta dal
cuore, tocca i sentimenti, è un filo continuo dalle tradizioni passate e le mode attuali.
E insomma il punto di riferimento per ogni nuova generazione. Tutto questo va
disperdendosi, appiattito da una omologazione che ci vuole tutti uguali, soprattutto per
soddisfare prepotenti leggi di mercato. Leo Pizzol, uno dei più stretti collaboratori di
Zavrel e uno tra i massimi curatori della Mostra allarga le braccia quando gli chiediamo
cosa pensa dei fumetti, delle fiabe, dei cartoni animati standardizzati sui quali oggi i
bambini crescono. Per carità, non tiratemi fuori Walt Disney adesso - esclama con
unaria di insofferenza - Dicono che i nostri disegni sono troppo dolci, poetici. E i
loro? Tutta roba omologata, standard, imposta da una cultura che non ha niente a che
vedere con la nostra. Non è così che si trasmette ai giovani il rispetto delle
diversità. Le diversità ci sono, sono importanti, rappresentano la massima ricchezza di
una società. Grazie a essa è possibile il confronto e quindi la crescita di una
comunità. Nella nostra Mostra non ci sono forse le culture più diverse? Ognuna
rappresenta a suo modo il tema che noi proponiamo. Una volta era il drago, oggi è il
folletto. Che si chiama mazzariol, mazzaroto, salvanel, ghignarell, mazapegul, linchetto,
mazzamurello, scazzameriedde, monachicco, monacheddu, mazzamurieddu. Lavventura è
esaltante e porta alla continua scoperta della creatività altrui. Quindi, disegni
standard del tipo giapponese scopiazzato su modello americano qui da noi restano fuori
della porta. Per Pizzol comunque la globalizzazione è e rimane un problema reale:
Senza nulla togliere agli aspetti positivi che sicuramente ci saranno, ve lo
immaginate voi cosa potrebbe succedere tra 300 anni se continueremo a lasciar fare ai
patròn della Terra quello che hanno iniziato? I nostri ragazzi saranno tutti
uguali, studieranno tutti linglese, compreranno tutti gli stessi
fumetti. Così tutti sapranno chi è Aladino, non quello vero eh?, quello di Disney
ovviamente, ma nessuno saprà più chi è il mazzariol, il folletto veneto.
Tutto verrà fatto in serie, al computer, con lo stesso tratto e le stesse
caratteristiche. Una prospettiva che per Pizzol e lintera équipe della Mostra
è e deve restare solo unipotesi teorica: Noi vogliamo la cultura di
quel popolo. Il disegno, la fiaba devono mostrarci quella cultura.
America Latina, Africa, Europa, ci sono patrimoni favolosi che non devono sparire perché
fanno di noi un unicum, parte essenziale della comunità mondiale. Non vedete cosa ci
stanno facendo attraverso i mass media? Film, telenovelas, cartoni animati rappresentano
un mondo che non cè e che vorrebbero creare sulla nostra pelle. Santo cielo, è mai
possibile che i protagonisti delle telenovelas dellAmerica Latina siano tutti
ricchissimi? La realtà, mi risulta, è ben diversa e ben più tragica. Non vedete -
aggiunge - che abbiamo perso la manualità, che gli artigiani stanno sparendo, che ci
stanno scippando la nostra lingua e anche le nostre favole? Le favole sono
lunico legame che sopravvive da una generazione allaltra. Le leggende, le
fiabe, le storie, tutte tramandano un insegnamento e una morale di vita: Trasmettono
il senso della storia e dellappartenenza a un gruppo umano, creano dialogo, uniscono
le vecchie alle nuove generazioni. La favola fa vedere il pescatore, il contadino,
lartigiano, le loro fatiche. Lillustrazione è in grado di raccontare da sola
tutta una storia, stimolando la fantasia e la riflessione. Trasmette un messaggio, che è
il messaggio dellamore, della pace, del rispetto della natura, della necessità di
essere responsabili di noi stessi. La televisione invece - commenta amaramente Pizzol -
non fa dialogo, è solo un parcheggio. I 40 mila visitatori che in poche settimane
si sono riversati a Sarmede da tutta Italia e da tutta Europa testimoniano che il seme è
stato gettato e cè chi è pronto a raccoglierlo: Tutti quei bambini che
arrivano mano per mano coi genitori o addirittura i tanti genitori che ritornano per conto
proprio nei giorni successivi - sorride Pizzol - sono il segno che qualcosa sta cambiando.
Comprano libri, li leggono, li discutono in famiglia. Tutto questo non avveniva da tempo.
Le nuove generazioni di genitori sono più attente alle tradizioni. Ne vedi tanti che si
fermano a guardare le immagini e poi ad ascoltare rapiti, magari per la prima volta, i
figli che con un linguaggio semplicissimo gliele spiegano. E davvero eccezionale.
Perché il disegno è arte. Se ti avvicini a essa divertendoti sarai poi in grado di
leggere qualsiasi altra opera, di apprezzarne la creatività, di scoprire
magari che anche tu hai molto da creare e da fare per questo mondo. |
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