Povero cervo, sei azzoppato - e l'arto rotto non è
curato;
e necessaria la fasciatura - e lasciar fare alla natura
Le mollettiere sono servite - da forti bende per le ferite.
"O soldatino fammi giocare, - fra le tue braccia voglio
saltare!"
"Ma...il mio fucile ti può colpire, - con il
suo ferro ti puoi ferire.."
Giace il fucile, dimenticato, - in mezzo all'erba del grande
prato.
Piange una volpe nel laccio stretta: - presto prendiamo
la baionetta,
tagliamo i fili dei bracconieri ! - Fugge la volpe pei
suoi sentieri
e la terribile sua baionetta, - giace nel bosco sola soletta.
Mangiano il grano in tanti uccelli: - passeri, merli, tordi,
stornelli
e si dispera il contadino: - non ha un rimedio pronto e
vicino.
Con la divisa questo è trovato: - fatto un fantoccio
si salva il prato.
Continua il caldo: tutto sudato - maglia e panciera si
è ormai levato,
ora in mutande che deve fare? - Su, rinfreschiamoci nel
verde mare,
tra schizzi e spruzzi tutto pimpante - non più soldato:
solo un bagnante.
Su questa storia ormai finita - cala la tela: vince la
vita
che ti costringe l'armi a buttare - e solo un uomo infin
restare.