sei stato molto fortunato a partire lunedì mattina prima delle
nove.
Infatti, poco dopo la tua partenza, si è abbattuta sulla città
di Pisa una terribile disgrazia e i pochi cittadini salvatisi vivono asserragliati
sulla torre in attesa di soccorsi.
Siamo qua, senza acqua e senza viveri, in una dozzina di persone.
Oltre a me c'è la marchesa Filomena cassetto delle calze, che pesa
1850 chili senza scarpe; la poverina canta notte e giorno "Sandokan",
accompagnando la canzone con terribili barriti. Questo disturba non poco
il generale cinese Ciò- nafi- fablù, anche lui salvatosi per
miracolo, e il cuoco francese Pathé de Simmenthal, impegnato a cuocere,
su un misero braciere improvvisato, favolosi arrosti di petti di formica
ripieni, unico cibo che ci possiamo procurare quassù.
Ma non ti ho ancora detto perché siamo qui : poco dopo la
tua partenza, verso le ore 9, 15 minuti, 47 secondi, 8 decimi, 23 centesimi
circa, la città è stata investita dall'improvviso quanto imprevisto
arrivo di sciami, orde, miriadi di moscardoni delle Ande.
Se ti sfuggisse, e mi sembra strano data la loro notorietà,
il loro aspetto, allego una foto, l'unica in nostro possesso, fortunosamente
scattata da un turista bumirgaldese con una modernissima macchina fotografica
a carbonella col fischio.
Come tu ricorderai certamente i moscardoni delle Ande, a differenza
di quelli himalayani che si nutrono solo di radio a transistor, sono ghiottissimi
di ogni tipo di bottoni che inghiottono senza masticare cantando il loro
inno ufficiale che qui trascrivo.
"Noi siam moscardoni, veniam dalle Ande
strappiamo i bottoni, restate in mutande!
Invano tu fuggi, non c'è via di scampo,
strappiamo, stupite, persino le lampo.
Mangiamo cinture, laccetti, bottoni
tremate, tremate, noi siam moscardoni !"
Calati su Pisa i moscardoni, con astuzia diabolica si sono scagliati
su i telefonisti e i radio telegrafisti , dopo essersi suddivisi in squadre
composte da due maschi adulti, tre femmine pelate, quattro cuccioli e mezzo-
come possono dividere i cuccioli è un mistero che la scienza non
riesce a spiegare.
Questa mossa era stata attentamente studiata: avendo i solerti operatori
perso qualsivoglia strumento atto a reggere i calzoni hanno dovuto ricorrere
alle mani per non restare in mutande e di conseguenza non potevano lanciare
messaggi di soccorso.
Isolata la città i moscardoni hanno poi assalito i vigili
urbani. I tapini, con le mani impegnate a reggersi le brache comunali, non
hanno più potuto dirigere il traffico: si sono creati ingorghi terribili:
la città caduta nel caos è ormai preda dei moscardoni.
Io, dato che dai miei profondi studi ho ricavato la conoscenza profonda
di queste bestiacce, ricordando che i moscardoni non hanno tasche, e di
conseguenza portafogli, mi sono rifugiato sulla torre, certo di essere al
sicuro poiché le immonde bestiacce non possono pagare il biglietto
d'ingresso.
Si sono infatti fermati alla porta ed ora in 147 e tre quarti stanno
assediando il campanile in attesa di una nostra discesa, ma noi non cederemo.
Viva Pisa, viva i bottoni e la civiltà occidentale che su
essi si fonda!
Affido questo mio messaggio ad un piccione calabro di passaggio.
Un abbraccio dal tuo sventurato genitore!
dall'alto della torre di Pisa, 12 luglio, ore 10,45.