Tu volere ein Sgnuff Beer, jà? Una Giornata come altre al Buko del Goblin...



Kuezto ezzere ein eztratto di ein rakkonto mandato nella ML da tempo, ormai,
ma kui riportato per der zua descrizione del Buko del Goblin,
jà!

Gente strana, di tutti i tipi... un vero calderone di razze, vite, modi di essere, dialetti e linguaggi.
Dall'Orko Selvaggio dalle braccia lunghe e la bocca larga e sdentata, al Signore Elfico vestito di eleganti sete adornate di pietre preziose di tale valore che una sola di quelle potrebbe comprare l'intero Buko del Goblin e tutto il villaggio di Dragoneye... peccato brucino le carni dei ladri al solo tocco.
All'origine l'idea di locanda che aveva in mente Sgnuff era quella di scavare un profondo sotterraneo di piccole dimensioni, con il posto necessario per due o tre tavoli, un largo bancone, e una discreta quantita' di botti dietro di esso. Ma a mano a mano che il tempo passava le esigenze cambiavano, e se all'inizio era divertente avere tutte le sere una bella rissa fra gli Orki Neri e i Goblin Spaccakrani, o fra i Signori Elfici e i Necromanti, o fra qualsiasi gruppo di teste calde con troppo alcool nelle vene e troppo poco sale in zucca, col tempo la situazione divenne insostenibile, e i clienti troppi...
Fu in quel periodo che Sgnuff, nel poco tempo che gli rimaneva al di fuori dalla gestione del "Buko", ebbe la fortuna di razziare una carovana di gnomi genieri e nani minatori. La carovana da cui proviene Sputino.
Era stato molto tentato di ucciderli e sacrificare il loro sangue a Sturmtruppen, o a qualsiasi cazzo di dio che avrebbe accettato il sacrificio... ma l'offerta implorante dei nani e degli gnomi rimasti gli era sembrata allettante, e comunque avrebbe sempre potuto rimangiarsi la parola e ucciderli ugualmente.
Quella di risparmiarli si rivelo' la decisione migliore.
Grazie a loro, infatti, il "Buko" si trasformo' presto in un dedalo di gallerie e stanze circolari, ognuna adatta per le diverse esigenze degli avventori... stanze pietrose, con i pavimenti coperti di pelli mal conciate e una nicchia scavata al centro della stanza per il fuoco e l'illuminazione per i clienti piu' selvaggi, poltrone di giunchi intrecciati, edera verde che ricopre le pareti, tavolini scolpiti nell'ebano e incensieri per l'illuminazione per gli elfi piu' nobili, e cosi' via, creando stanze diversissime fra loro come diversissimi fra loro erano i clienti che serviva Sgnuff.
L'ingegnio degli gnomi genieri e la perizia dei nani scavatori fecero del "Buko del Goblin", e della sua "Ragnatela di Dieci Stanze" un vero capolavoro architettonico in cui convivevano separate le arti delle diverse culture che s'incontravano di fronte ai suoi occhi, nella vecchia, bassa, buia, molto goblinesca "stanza del banco"... che altro non era che la prima stanza del "Buko", costruita da Sgnuff in persona.