Nicotera. Biagio D’Ambrosio, presidente
dell’associazione nata a sostegno dell’infrastruttura, punta il dito
contro l’amministrazione.
Progetto del porto,
una pratica dimenticata
Alla base dei ritardi accumulati anche le
divergenze sulla localizzazione dell’opera.
Pino Brosio NICOTERA
Porto
di Nicotera: una storia lunga quasi sessant'anni. Decenni di
polemiche. Progetti e studi di fattibilità prima non approvati dal
consiglio comunale e, poi, sopraffatti dalla polvere, convenzioni
sottoscritte con Sviluppo Italia per la realizzazione di un
porto a secco e mai attivate anche per l'opposizione delle forze
locali all'allora sindaco Princivalle Adilardi. E quando sembra che
il vento stia per soffiare nella direzione giusta, altri stop
inattesi.
Saltano cosi i finanziamenti già ottenuti, si
perde il treno buono del Por 2000-2006. Ora bisogna ricominciare
tutto da capo. Sperando nel Por 2008-2013 e, soprattutto, sperando
che le dispute tra fautori del porto-canale e del porto a mare -
atteso che non dovrebbero trovare più spazio i fautori del porto a
secco -possano sfociare nella sintesi giusta consentendo alla città
di dotarsi di una struttura fondamentale per il suo sviluppo.
Al momento, comunque, è tutto fermo. Una fase di
stallo che non piace a Biagio D'Ambrosio, presidente della società
"Porto Nicotera", fermo assertore del porto-canale da realizzare in
località Fosso San Giovanni a sud dell'abitato di Nicotera Marina.
La ricostruzione che fa dei fatti è capillare. Punta il dito contro
tutto e contro tutti. La sua amarezza nasce dal constatare che «c'è
qualcosa di ancestrale che incombe su questa città. Diversamente non
si spiega perché - afferma -ogni qualvolta un progetto sta per
arrivare alla fine c'è sempre qualcosa o qualcuno che riporta tutto
al punto di partenza». Anche stavolta che il porto sembrava a
portata di mano, qualcosa è andato di traverso. «La verità è -
sostiene D'Ambrosio - che la società che presiedo trovava maggior
interlocuzione con la commissione straordinaria piuttosto che con
l'attuale amministrazione. I com-missari peraltro, avendo intuito
l'importanza del progetto, erano ripetutamente intervenuti sulla
Regione, mentre con la Prefettura avevano avviato la pratica per gli
espropri dei terreni interessai i dall'esecuzione dell'opera».
Ma c'è un altro punto che D'Ambrosio non manda
giù. «Nel febbraio 2008 - racconta - la Regione, avendo l'esigenza
di rendicontare la somma di 29 milioni di euro, non ancora spesa col
Poi 2000-06, indiceva una riunione nel corso della quale emergeva
che Nicotera, già individuata tra i nuovi porti da realizzare, aveva
l'opportunità di accedere alla citata somma a condizione che il
Comune predisponesse una scheda tecnica per il porto cantierabile
entro il dicembre 2008. Sollecitato per ben due volte dalla Regione
- prosegue D'Ambrosio - l'amministrazione Reggio rispondeva alla
fine negativamente asserendo che a Nicotera non c'era niente di
cantierabile». Accuse pesanti quelle del presidente della società
"Porto Nicotera" anche perché «il sindaco - aggiunge -ignorando
quanto era stato fatto, da successivamente mandato ad un tecnico per
sviluppare un progetto di porto da realizzare nel vecchio sito della
scogliera a nord del litorale, in una zona cioè che non riceverà mai
il parere favorevole di Regione e ministero dell'Ambiente.
Stranamente – continua – il primo cittadino ignora che nel Prg
l'ubicazione del porto era a sud della Marina. Tale iniziativa ha
bloccato tutto. Ora ci sono ancora le condizioni per recuperare il
tempo perso, ma l'amministrazione deve attivarsi per entrare nel Por
2008-13».