Antonio D'ALOI e Raffaele CORSO

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Raffaele Corso

nelle corrispondenze giornalistiche di don Antonio D'Aloi

Aggiungere LO SCRITTO DALLA RIVISTA SCRITTORI CALABRESI

1) L’Avvenire d’Italia – 17 novembre 1937 a. XII

OMAGGIO DELLA CALABRIA

Al Prof. Raffaele Corso

     Al Congresso di studi etnografici italiani, tenutosi in Napoli dal 16 al 20 corr., tra le altre consorelle, la regione Calabria ha voluto essere presente con le dotte relazioni dei professori A: Basile, G. Cerbella, C. Chiapparo; anche il venerando barone Satriani Lombardi, ha portato il contributo della sua esperienza.

     Nota di particolare rilievo abbiamo notato nel Congresso pomeridiano del 18 scorso, a proposito della relazione del dott. Antonio D’Aloi, compaesano dell’illustre prof. Corso.

    Fatta una rapida rassegna del ricco Folklore di Nicotera, augurava, avviandosi alla fine, che la raccolta e lo studio delle tradizioni del popolo della sua Nicotera, continuino con migliore cura e migliore intendimento, e contribuiscano al progresso della scienza.

      A questo punto il dr. G. Carmignani, direttore del «Oltremare» proponeva di costituire un Comitato nazionale per tributare un omaggio all’illustre maestro, Prof. Raffaele Corso, che compie il 30. anno di insegnamento, quale titolare dell’unica, stabile cattedra di etnografia che esiste in Italia.

     La proposta, approvata ad unanimità dall’uditorio, dava a sua volta occasione al dottor Antonio D’Aloi di leggere i voti di plauso con i quali i quattro Comune calabresi di Nicotera, Ioppolo, Oppido Mamertina, Limbadi intendono rendere omaggio all’illustre giubilato, che onora altamente l’Italia nel mondo della cultura.

 

2) L’Avvenire di Roma, 14 settembre 1938 - XVI

Gli Sviluppi del Folklore in Calabria

 

NICOTERA, 13 - Facendo una rapida corsa nel campo degli studi popolari passeremo in rassegna i nomi dei calabresi i quali gettarono le fondamenta per innalzare il superbo edifizio della nuova scienza: il «folklore». Principe fondatore di tali studi fu il Pitrè, al quale la Sicilia deve il merito di essere meglio esaminata. L’ «Archivio per lo studio delle tradizioni popolari siciliane», il cui intento è quello di illustrare la vita di quel popolo, sono un monumento insigne di lui. Ma alla Calabria spettava dare forma e dignità letteraria a tali studi, voglio dire al folklore (vocabolo anglo-sassone da Folk-vulgus e Lore-scienza).

    Fra i maestri calabresi è doveroso ricordare con sommo rispetto il chiarissimo prof. Raffaele Corso, da Nicotera, pareggiato dell’università di Roma e di Napoli e designato alla direzione del museo etnografico italiano.

    Conosciuto in tutto il mondo per le sue pregevoli opere, con incrollabile tenacia nascente dai profondi studi, egli è penetrato nel cuore dei suoi calabrofili per discernere chiaro ciò che vi è riposto. Per tale modo gli ha innalzato un monumento imperituro a sé stesso e dev’essere considerato come il duce rigeneratore dalla Calabria folkloristica. Ma il Corso oltre ad avere efficacemente contribuito all’incremento di siffatti studi col dar forma concreta, ha pure l’alto merito di essersi occupato della cronistoria civile e religiosa di Nicotera.

    Accanto all’insigne maestro ecco lo studioso Barone Satriani Lombardi, da Briatico, il quale raccoglie in preziosi volumi tutta la musa calabra. Ma prima che il folklore rivestisse forma letteraria aveva avuto i suoi precursori: fra gli stranieri: Herder, Goethe, Gnirom i quali raccolsero e tradussero canti popolari italiani: Guglielmo Muller, Augusto Kopisch esplicarono la loro attività nel Lazio. Nel 1818 Michele Placucci, italiano, pubblicò «usi e pregiudizi dei contadini di Romagna, nel 1824 Basetti e Paolo Opici raccolsero le «poesie contadinesche» e Giusti i proverbi e i canti. Il Nievo, il Tigri, Vigo, Lizio, Nigra, Imbriani, Comparetti, non poco contributo diedero alle lettere italiane con le loro raccolte. Fra i calabresi basterà circolare il concreto affermarsi di Diego Corso, padre dell’illustre prof. Raffaele Corso, pasquale Rossi, G. B. Moscato, Padula, De Chiara, Marzano, Dorsa, Pagano, Capialbi e moti altri. Eppure nonostante tanti e si generosi sforzi non mancano oggi i detrattori di s nobile scienza: «Quanta species, sed cerebrum non habent» direbbe Fedro. Quando il Folklore ci regala l’anima musicale del popolo calabrese nella poesia che è il suo prodotto più genuino; quando il folklore ci presenta dinanzi il calabrese che prega, ama, soffre, lavora, gioisce tra gli argomenti: il destino, il malocchio, le serenate, le invocazioni che sanno di paganesimo, la fraseologia, i riti nuziali, ecc. non possono fare a meno di non trascurare tale scienza che ci fa conoscere il nostro passato e schiude nuovi orizzonti alle future generazioni.

 

3) Da "Il Grido della Calabria", a. VI, n. 12, mercoledì 19 marzo 1952 – Catanzaro.

ONORANZE AD UN CALABRESE ILLUSTRE

Raffaele Corso e il folklore

…col suo insegnamento all’Istituto Universitario Orientale in Napoli, colla pubblicazione e direzione della rivista internazionale "Folklore", è riuscito ad imporsi alla ammirazione del mondo culturale e a tenere alto il nome della nostra Calabria.

NICOTERA, Marzo – Abbiamo appreso con vivissimo compiacimento che il nostro illustre concittadino professore Raffaele Corso, ordinario della prima, unica e stabile cattedra di etnografia che esista in Italia, sarà solennemente festeggiato nella città partenopea in occasione del suo trentennio d’insegnamento della nuova disciplina assurta per merito suo a dignità di scienza. Difatti, pur essendo discepolo del Pitrè, egli segue un indirizzo proprio  originale portando lo studio della tradizione popolare dal campo delle semplici raccolte locali e regionali in quello della comparazione, che stende la ricerca e la disamina dei documenti q più popoli in tempi e luoghi diversi.

   Quante lotte, quante incomprensioni al principio della sua luminosa carriera! La rane gracidarono nel pantano, ma furono messe a tacere dalla prova dei fatti. E Raffaele Corso coi suoi numerosi articoli sparsi su riviste nostrane e straniere, con la sua collaborazione alle enciclopedie, coi suoi volumi in alati valore scientifico, con le sue dotte dissertazioni in congressi italiani ed stranieri, con la sua missione scientifica un Africa, nel 1935 tra i Tauregh per studiarvi quei costumi, col suo insegnamento all’Istituto Universitario Orientale in Napoli, colla pubblicazione e direzione della rivista internazionale «Folklore»è riuscito ad imporsi all’ammirazione del mondo cultural e a tenere alto il nome della nostra Calabria per la quale sta scrivendo un libro e a cui auguriamo larghissima diffusione. A ben ragione, nel campo etnografico, può volgere indietro, ora, quale gigante, lo sguardo al cammino percorso e gridare con intima soddisfazione «da me solo», per avere rivendicato all’Italia nostra il primato degli studi etnografici. Basterebbe oggi, a distanza di anni, meditare quanto scriveva nell’ottobre del 1926 in «Folklore»: «Quanto sia inesatta e infondata addirittura, l’opinione secondo cui l’Italia sarebbe stata l’ultima tra le nazioni culte a comprendere l’importanza del folklore, è facile rilevare».

Ma non saranno solo l’Italia e la sua e nostra Nicotera, la città che lo vide nascere e che ogni anno lo accoglie, nella ridente marina, per un breve periodo di riposo, a festeggiarlo solennemente, ma onoranze internazionali sono già state proposte in una riunione del Club internazionale del Folklore in cui il prof, Raffaele Corso, membro direttivo, rappresenta degnamente la patria nostra.

E l’11-14 giugno corrente anno,Egli, il Maestro, presiederà in Napoli in congresso di studi etnografici. Gli faranno corona una elite di scienziati, di studiosi, di amici, di ammiratori che converranno da tutte le parti del mondo.

Allora gli grideranno col cuore che racchiuse il fuoco dei vulcani spenti della natìa bruzia terra: «La Calabria nostra, o illustre scienziato, che Lei tanto ama e onora col suo sapere, non è soltanto la terra di Francesco di Paola, di Tommaso Campanella, di Bernardino Telesio, di Pasquale Galluppi, di Mons. Vincenzo Brancia, del Suo amato e compianto genitore Cav. Diego "buono storico" e cultore insigne di tradizioni locali, ma è e sarà la Sua Terra, la Terra di Raffaele Corso».

                                                                                 Antonio D’Aloi

 

4) Da IL GIORNALE D’ITALIA, Giovedì 28 Agosto 1952, pag. 4

Omaggio di Nicotera al prof. Raffaele Corso

NICOTERA, 27 – E’ ospite graditissimo in Nicotera, per un breve periodo di riposo, il prof. Raffaele Corso al quale si tributeranno in Napoli, nel prossimo settembre, solenni onoranze pel trentennio di insegnamento nell’unica, stabile cattedra di etnografia che esiste in Italia.

Per tale occasione ci è caro rilevare che Nicotera, cittadina ove ebbe i natali, conserva, dopo tanta forza di eventi e di secoli, pel raccoglitore di patrie memorie, una miniera inesauribile di usi, costumi, tradizioni, canti, la cui ricerca, se è spesso ingrata, come avverte il pellegrini, per le infinite difficoltà che presenta, pur tuttavia costituisce un contributo non indifferente all’Archivio nazionale di tradizioni popolari.

     E non a caso, quindi, dalle colonne di questo giornale Nicotera folkloristica vuole rendere, oggi, devoto omaggio al suo diletto figlio, con animo pieno di ammirazione e stima ricordando rapidamente al turista o al distratto professionista il folklore delizioso e primitivo.

     Dallo «sputa marrugiu» il quale stona allegramente la sua «tarantella» accompagnando le canzoni di «amuri, gelosia, partenza e sdegnu» col dondolio di tutta la persona: dal «pecuraru» che, come nota il Padula, cammina in punta di piedi al pari delle capre, coi «caladrej» e, sino a pochi anni fa, con gli «uccula» all’orecchio; dalla «jornatera» che lungo il sentiero dei campi fa echeggiare la sua musa melodiosa, regalandoci tesori di poesia che non ha nulla da invidiare a quella dei paesi italiani e stranieri; dai «cotrari» i quali nei giuochi ci conservano con scrupolosa religiosità l’antico; dalle «pacchiane» che nella raccolta delle ulive, dell’uva e della mietitura ci ripetono indovinelli, proverbi, leggende; dalle care «nanne» dalle «sale a nove tili», che, per differenza verso le novità e per le proprietà conservatrici della nostra razza fanno rivivere le idee della fede con episodi evangelici o con fatti ricavati dalla vita dei santi, dalla ricca medicina popolare sino alle più gustose curiosità, è tutto un passato ricco di fede e di civiltà: qui troviamo fotografati noi stessi con pochi vizi e molte virtù; qui, in siffatto ambiente, si cullò lo giovinezza di Raffaele Corso assurto oggi al vertice della piramide etnografica.

                                                                                   Antonio D’Aloi

 

5 ) Da "Giornale d’Italia", Domenica 7 settembre 1952

AD APPIDO MAMERTINA

Omaggio a Raffaele Corso da parte del Consiglio Comunale

NICOTERA,6. - Anche la vicina Oppido Mamertina, la cui vetusta e gloriosa sede vescovile è legata spiritualmente a Nicotera per essere stato colà come vescovo il nostro concittadino mons. F. M. Coppola (1853) ha voluito tributare un caloroso omaggio all’illustre prof. Raffaele Corso; e ciò per un triplice motivo: e per tradizione di sangue, in quanto la genitrice del festeggiando ebbe in Natali in Oppido; e per motivi professionali e culturali, per essersi reso benemerito il padre dott. Cav. Diego esercitando colà la professione di medico e per aver illustrato le glorie della città con una dotta monografia che vide la luce in Napoli; e in ultimo per i cari ricordi che, da studente in quelle scuole, il Prof. Raffele Corso lasciò, per aver trascorso gli anni della fanciullezza e della prima giovinezza.

     A ben ragione dunque, dopo la magistrale illustrazione del nobile avv. Grillo sull’attività scientifica del prof, Raffaele Corso, il Sindaco avv. Giuseppe Mittica, cui va ascritto a suo sommo onore ed orgoglio la deliberazione davvero sentita del Consiglio, proponeva il tributo di omaggio di cui riferiamo i seguenti passi: «Il nostro illustre conterraneo prof. Raffaele Corso che tanto credito riscuote tra gli studiosi d’Italia e del mondo per i suoi lavori su le tradizioni e i costumi dei popoli, compie il 30° anno di insegnamento universitario.

     L’Accademia Internazionale di Tucuman (Argentina) ha chiamato intorno al suo nome tutti gli studiosi di Europa che gli offriranno per l’occasione due volumi di saggi sulla opera assieme ad una medaglia di oro». E proseguendo:«Il nostro Consiglio Comunale con caloroso plauso saluta quindi lo studioso insigne che con l’insegnamento della cattedra universitaria e con le sue pregevoli opere tanto lustro e tanto decoro conferisce alla Calabria e all’Italia».

    Noi plaudendo, entusiasti, alla nobile iniziativa oppidese che viene ad aggiungersi a quella di Nicotera, città natìa del giubilato, e di Ioppolo, di cui il compianto suo genitore fu «cittadino onorario», storico valoroso e raccoglitore diligente di quelle tradizioni, porgiamo i più vivi ringraziamenti al sindaco avv, Giuseppe Mittica al Consiglio, all’avv. Grillo che il 19 dello scorso mese fecero risuonare l’aula del nome dell’illustre nostro concittadino prof. Raffaele Corso, vanto e decoro della Calabria.

                                                                                     Antonio D’Aloi

6) Da "Il Quotidiano", Domenica 5 ottobre 1952, Roma

Contributo della Calabria

al Congresso di studi etnografici

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Illustrate le caratteristiche del folklore nicoterese

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NICOTERA, 4

        Al Congresso di studi etnografici italiani, organizzato dalla Mostra d’Oltremare, con la collaborazione del Comitato delle Arti e Tradizioni Popolari, sotto l’alto patronato del Ministero della Pubblica istruzione, in Napoli, dal 16 al 20 dello scorso mese, tra le altre consorelle, la regione calabra ha partecipato con le relazioni dei professori A. Basile, G. Cerbella, C. Chiapparo, A. D’Aloi; anche il barone Satriani Lombardi, il «Pitrè della Calabria» per essersi reso benemerito con la «Biblioteca delle tradizioni popolari», ha portato il contributo della sua attività.

      Nota di particolare rilievo abbiamo notato nel Congresso a proposito della relazione del sac. Dottor Antonio D’Aloi, additato nel discorso ufficiale di apertura da parte del Presidente, prof. Raffale Corso, come uno dei più dotti etnografici italiani.

     Fatta una rapida rassegna del ricco, vario, interessante folklore di Nicotera che conserva, dopo tanta forza di secoli, delle reviviscenze greco-romane in alcuni usi, tradizioni e consuetudini, e, informato il dotto uditorio delle sue ricerche sulla musa calabrese, augurava, avviandosi alla fine, che la raccolta e lo studio delle tradizioni del popolo della sua Nicotera, che ha l’orgoglio di aver dato i natali al presidente del Congresso, continuino con migliore cura e migliore intendimento, e contribuiscano al progresso della scienza, che si è affermata tra noi, per l’opera monumentale di Giuseppe Pitrè e dei suoi discepoli, fra cui eccelle Raffaele Corso, a ragione ritenuto fra i più insigni folkloristi del mondo, come lo attestano le onoranze a lui rivolte dalla associazione internazionale del folklore.

       A questo punto il Dott. G. Carmignani, direttore della «Oltremare» , molto opportunamente proponeva che si votasse un ordine del giorno a che l’Italia, aderendo a quelle onoranze, si costituisse in Comitato nazionale per tributare un omaggio all’illustre Maestro, prof. Raffaele Corso,che compie il 30° anno di insegnamento, quale titolare dell’unica stabile cattedra di etnografia che esista in Italia.

       La proposta, approvata ad unanimità dall’uditorio, dava occasione al Dott. Antonio D’Aloi di leggere i voti di plauso coi quali i quattro Comuni calabresi di Nicotera. Ioppolo, Oppido Mamertina e Limbadi intendono rendere omaggio all’illustre giubilato che onora altamente l’Italia nel mondo della cultura. A questi voti il relatore, che nutre pel Prof. Corso devozione profonda, aggiungeva il suo saluto accompagnandolo con l’augurio che altre più superbe ascensioni possono coronare ancora la luminosa carriera dell’insigne studioso e scienziato, mentre, con crescendo lirico, gli gridava: «O illutstre Maestro, la nostra Calabria che fu tanto ami e onori col tuo sapere, non è soltanto la terra di Francesco di Paola, di Tommaso Campanella, di Bernardino Telesio, di Pasquale Galluppi, di numerosissimi altri spiriti magni, tra cui il tuo compianto genitore, Dott. Cavalier Diego Corso, storico valoroso ed etnografo insigne, ma è e sarà anche la tua terra: la terra di Raffaele Corso»

 

 

7) Da "Giornale d’Italia", 17 ottobre 1952

Omaggio al prof. R. Corso

dalla Giunta comunale di Limbadi

Nicotera, 16 (A.D) –

     Anche il limitrofo comune di Limbadi ha voluto tributare un caloroso omaggio al prof. Raffaele Corso per la comunanza di idee e per l’antica amicizia che legò suo padre cav. Dott. Diego, celebre medico, non meno che storico di valore, in occasione delle grande onoranze che si preparavano nella città partenopea ad iniziativa del Club Internazionale del Folklore, pel trentennio di insegnamento.

       Noi plaudendo con lieto animo alla nobile iniziativa limbadese che viene ad aggiungersi a quella di Nicotera, città del giubilato, di Ioppolo, di cui il compianto suo genitore fu «cittadino onorario»; di Oppido Mamertina, ove l’illustre scienziato lasciò cari ricordi, da studente, in quelle scuole e ove trascorse gli anni della fanciullezza e della prima giovinezza, ringraziamo sentitamente il Sindaco cav. Dott. A.Saladino, il segretario avv. S. Galasso, nostro concittadino, per aver ricordato e magnificato l’attività scientifica del degno figlio di nostra terra prof. Raffaele Corso, di fama internazionale.

 

8) Da "Giornale d’Italia", Domenica 19 ottobre 1952, pag. 4

AL CONGRESSO ETNOGRAFICO NAZIONALE

Omaggio della Calabria al prof. Raffaele Corso

NICOTERA, 18 (Medameus) –

     Al congresso di studi etnografici italiani, tenutosi in Napoli, tra le altre consorelle, la Regione Calabria ha voluto essere presente con le dotte relazioni dei professori A. Basile, G. Cerbella, G. Chiapparo, A. D’Aloi; anche il venerando barone Satriani Lombardi, benemerito fondatore della «Biblioteca delle tradizioni popolari» ha portato il contributo della sua esperienza e indefessa attività.

     Una nota particolare rilievo vogliamo far rilevare a proposito del Convegno pomeridiano odierno per quanto riguarda la relazione del dott. Antonio D’Aloi.

      Fatta una rapida rassegna del ricco, vario, interessante folklore di Nicotera che conserva dopo tanta forza di secoli, delle reviviscenze grco-romane in alcuni usi, il relatore augurava, avviandosi alla fine, che la raccolta e lo studio delle tradizioni del popolo della sua Nicotera, che ha l’orgoglio di aver dato i natali al presidente del Congresso, continuino con maggiore cura e migliore intendimento, e contribuiscano al progresso della scienza, che si è affermata tra noi, per l’opera monumentale di Giuseppe Pitrè e dei suoi discepoli e continuatori, fra cui eccelle Raffaele Corso, a ragione ritenuto fra i più insigni folkloristi del mondo, come attestano le onoranze a Lui tributate dall’Associazione internazionale del Folklore. A questo punto il dott. G. Carmignani, direttore di «Oltremare» ha proposto di costituire un Comitato nazionale per tributare un omaggio all’illustre maestro, prof. Raffaele Corso, che compie il 50° anno di insegnamento, quale titolare dell’unica stabile cattedra di etnografia che esiste in Italia.

      La proposta, approvata ad unanimità dall’uditorio, dava a sua volta occasione al dottor Antonio D’Aloi di leggere i voti di plauso coi quali i quattro Comuni calabresi di Nicotera, Ioppolo, Oppido Mamertina, Limbadi intendono rendere omaggio all’illustre giubilato, che onora altamente l’Italia nel mondo della cultura.

 

9) Da "Cronaca di Calabria", 11 ottobre 1953, n. 51, Cosenza

Nicotera onora il prof. Raffaele Corso

     In un’atmosfera di caldo entusiasmo e di alto patriottismo Nicotera ha tributato al suo degno figlio, prof. Raffaele Corso, grandi onoranze a compimento del trentennio di insegnamento nell’unica stabile cattedra di etnografia che esiste in Italia. E a ben ragione, al tenace lottatore pel trionfo dell’indirizzo etnografico spiccatamente italiano, all’assertore intrepido e investigatore acuto dei valori morali e spirituali di nostra gente, al principe dell’etnografia disciplina assurta per merito suo a dignità di scienza, il 27 scorso mese, in pubblica adunanza, fu intonato il peana della vittoria. Un animo assetato dall’eterno vero, amante della bellezza greca e ammiratore della virtù romana, può comprendere la solenne e religiosa maestà di quella storica ora in cui fu salutata, affermata e tramandata ai posteri l’immortalità del genio di Raffaele Corso il cui nome è destinato a rimanere vivo, attraverso i millenni, come monumento aere perennius.

     L’ampia sala del cinema «Moderno» era affollata in ogni ordine di posti; fuori, il sole inondava della sua vivida luce la cittadina insolitamente animata; laggiù, nella ridente marina, le onde azzurrine dolcemente carezzavano l’ampia spiaggia e la pittoresca scogliera; da lontano, sembravamo udire, in seguito al plauso, il melodioso canto delle Sirene; nella pianura sottostante, la greca Medma si affacciava coi ricordi dei suoi templi, delle sue marmoree colonne, delle sue gesta, dei suoi uomini illustri per virtù e sapere tra cui il matematico Filippo.

      Attorno al «Maestro», umile in tanta gloria, la Calabria letteraria, e, in modo invisibile, la numerosa schiera di «Spiriti Magni» della città natia, che ni parvero sorgere dei loro sepolcri per gridare anch’essi al loro concittadino l’inno di onore e di gloria: Nifo, Fossataro, Coppola, Brancia. Russo e per primo fra tutti, il dottor Diego genitore dell’illustre festeggiato….

     Sul palco, come in un’orchestra bene intonata, Il Sindaco, Marzano, Basile, Satriani Lombardi, Putortì, D’Aloi fecero sentire la loro voce, da vero artista, Carmignani interpretando i sentimenti del colto uditorio «Corso è un genio» gridava «Corso è un genio» pareva rispondessero le gloriose urne (???) degli italiani.

    L’atmosfera è calda di effetti, gli astanti, in piedi, applaudiscono il «Maestro», gli occhi di molti scintillano di lacrime. Ed ora in un religioso silenzio, la voce commossa di ringraziamento del Figlio della madre terra: tutto ha un significato per Lui:: pergamena, medaglia, offerta di fiori, abbracci, sorrisi, propositi, applausi…

    Il gonfalone della città spiega al carezzevole Zefiro le sue pieghe. E’ l’ira più che rara, unica, negli annali del bel Paese, di questa nostra brucia terra, di questa nostra vetusta Nicotera è l’ora del nereggio senza tramonto.

                                                                 Antonio D’Aloi

 

10) Da "La Voce di Calabria", Giovedì 28 – Venerdì 29 ottobre 1954,

ALL’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLA NAVIGAZIONE

Il primo Congresso Internazionale di Etnografia

e Folklore del mare presieduta da Raffaele Corso

Nicotera, 28

Promosso dalla Mostra d’Oltremare, in occasione dell’Esposizione Internazionale della Navigazione si è concluso in Napoli, dopo otto giorni di intensi lavori (dal 3 al 10 c.m.) il I Congresso Internazionale di etnografia e Folklore del mare posto sotto l’alto patronato dell’UNESCO.

     Dopo un fervido indirizzo di ringraziamento al numeroso e scelto uditorio di rappresentanti di varie nazioni, il presidente prof. Raffale Corso addentratasi nell’argomento con quella competenza e vastità di vedute, che gli provengono dalle profonde ricerche scientifiche, facendo rilevare l’importanza dello studio della gente di mare, per una intensa collaborazione fra i diversi paesi marinari alla nobile causa della pace già tanto minacciata. Congresso questo – sottolineava l’oratore - rivolto ad illustrare le tradizioni che il mare ha ispirato, nel corso dei millenni e nei differenti paesi, alle diverse genti che vivono a contatto col mar o che da esso ritraggono i mezzi di esistenza. Un caloroso e prolungato applauso accolse la magistrale prolusione.

     Messaggi e voti augurali pronunciarono il Prof. Ernesto Pontieri, Magnifico Rettore dell’Università di Napoli, rappresentante del Ministro della Pubblica Istruzione e nostro illustre conterraneo; l’Assessore al Comune Serino, in nome del Sindaco di Napoli; l’0n. Tescione in nome dell’Unione Italiana delle Camere e dell’Associazione della Pesca, e il Prof. Baddudri.

     Numerose, poi, le adesioni da ogni regione d’Italia, da parte di enti, Associazioni, Accademie, di uomini della politica, delle lettere, delle scienze, delle arti, da parte di amici, colleghi ed ammiratori dell’opera del prof. Corso, per cui l’Italia occupa, oggi, nel campo internazionale dell’etnografia e folklore un posto eminente.

     Nei giorni seguenti vari gli argomenti trattati in diverse sezioni: leggende, usi, costumi, credenze, fauna, flora, cerimonie, linguaggio: un panorama di luci e di colori marini.

     Degli stranieri presero parte il Prof. Aufhauser dell’Università di Wuerzburg; il prof. Duncan della Library of Congress dell’U. S. A. ; il prof. Foncke della Commissione Nazionale del Folcklore Belga, il Colonnello Grilla Iturriaga del Ministero derllas marina Spagnla; il prof. Kutvai, xche rappresenta il governo turco; il prof. Lailler del Museo di saint Malò; il dottor Passier del Museo di Hannover; il prof. Roukens dell’Università di Nimega; il dott. Sanderson dell’Università di Edimburgo; il prof. Amedes (Soagna); il orof. Taylor (U.S.A.); il dot. Rosemberg ( Argentina); il prof. Castillo – De Lucas dell’Università di Madrid; il prof. Earty e molti altri ancora.

      Degli italiani sono intervenuti il prof. Saverio La Sorsa dell’Univesità di Bari; la prof. Naselli dell’Università di Catania; la prof. Fumagalli dell’Università di Torino; il prof. Pestalozza dell’Università di Milano; il colonnello medico Pezzi; il prof. Ridossi dell’Università di Torino; Il prof. Scotti dell’Università di Genova; i proff. Padano, Spano, Onciulescu, Fedele dell’Istituto Orientale di Napoli; il Dott. Toscano, degno discepolo del dotto orientalista prof. Tucci; il dott. Pannicelli; i proff. Cebella, Castaldi, Casaburi, Algranati, Cucinotta, Giuseppe Corso, Babbudri, Malecore, Marcelli, Rosamanni, Breglia, Solinas, Calogero de Mino, L’avv. Priori, l’Ammiraglio Angelo Ginocchietti e moltissimi altri ancora, che sarebbe troppo lungo enumerare.

      Tutte le regioni italiane erano rappresentate. La nostra Calabria era presente col prof. Giuseppe Chiapparo e col sottoscritto. L’uno ha dato un esauriente panorama della marineria di Tropea; usi, costumi, tradizioni, con quella competenza che gli proviene dagli studi seri e severi e dalla carità del natio loco. L’altro ha trattato degli usi e costumi della gente di mare di Nicotera, con riferimenti storici, mercè l’ausilio di documenti conservati nell’Archivio capitolare della cattedrale. Esposizione esauriente – ha creduto gli almeno – di particolari, per cui ha potuto confutare l’approdo favoloso della statua dell’Immacolata, titolare della marina di Nicotera, come di tante altre sacre immagini, sempre sulla scorta di ricerche storiche.

      Gli ordini del giorno. Degni di rilievo i seguenti approvati all’unanimità: 1) Istituzione di un Museo Folklorico del mare di carattere internazionale, comparativo, in Napoli, città marinara per eccellenza e benemerita, perché promotrice del Congresso del mare; 2) Compilazione di un Atlante etnografico-folklorico internazionale; 3) Compilazione di un Vocabolario della Marina, integrativo dell’Atlante. Tutti su proposta dei Proff. Creston, Gella Itturiaga e Pessier.

     Per l’erigendo Museo si è già a buon punto: il solerte e fattivo segretario della Mostra d’Oltremare, dott. Cesare Del Prato, ha promesso i locali. La proposta è stata accolta dai congressisti con lungo applauso.

     Al prof. Raffaele Corso, degno figlio di nostra terra vada il plauso di tutti i conterranei, per l’affermazione dell’etnografia e del folklore, assurti per merito di lui, a dignità di scienza.

 Nicotera, ottobre 1954.

                                                                             Antonio D’Aloi

Assai volentieri trasmetto il presente resoconto del I Congresso Internazionale di Etnografia – Folklore del Mare, che mi manda il mio caro universitario – ex allievo sac. Prof. Antonio D’Aloi, per la pubblicazione in Reggio, dove del nostro grande Raffaele Corso finora si è tanto parlato a proposito del locale istituendo Museo del Risorgimento e delle Tradizioni Popolari, per cui voti solenni sono stati fatti durante le cerimonie celebrative avvenute nello scorso anno, in onore di Lui, presso le nostre care cittadine di Vibo Valentia e di Nicotera. Il Museo delle Tradizioni Popolari in Reggio chiedevano gli interventi colà da tutte le parti della Calabria che fosse intitolata a Raffaele Corso, come al grande conterraneo, assunto a fama internazionale, perché riconosciuto e proclamato, in una festa precedente a Roma,creatore della scienza dei popoli, sulla base di studi severi, che abbracciano tutte le manifestazioni della vita passata e presente, e per i quali si era posto fine a tutto il vago dilettantismo paesano, sino allora imperversato al riguardo in tutta l’Italia, specialmente nel mezzogiorno. Il dott. Aloi è stato proprio in Vibo Valentia ed a Nicotera lettore di due miei ordini del giorno, seguiti ai miei interventi nelle due feste e proponenti agli immensi uditori, tra gli plausi deliranti di tutti in piedi, la nomina di Raffaele Corso a senatore a vita e l’intitolazione al suo nome del predetto Museo folklorico in Reggio; per la quale erano state anche lette due magnifiche lettere impegnative da parte del Sindaco di Reggio e dell’avvocato Nino Zuccalà, grande amico di Raffaele Corso.

Per la creazione dei due Musei del Risorgimento e delle Tradizioni Popolari in Reggio, era stata letta che in precedenza, fra gli applausi generali, nelle due adunanza, l’indovinatissima formula proposta dall’illustre Prof. Raffaele Pettazzoni, ordinario di Storia delle Religioni nell’Ateno romano, per la quale «le due istituzioni sarebbero idealmente congiunte, entrambe proponendosi di raccogliere e conservare le memorie di quello spirito italico, che, alimentato dalla tradizione, animò di entusiasmi e le speranze degli uomini del Risorgimento».

Il dott. D'Aloi oggi mi domanda – come mi domandano parecchi altri intervenuti alla due feste di Vibo Valentia e di Nicotera e come hanno chiesto recentemente in Reggio gli intervenuti al XXXIII Congresso nazionale del Risorgimento, che cosa sia avvenuto delle due creande istituzioni. Ho risposto a tutti - come ha risposto anche il mio caro e vecchio amico avv. Guglielmo Calarco, presentatore della proposta al Consiglio Comunale, insieme con i suoi colleghi avv. Comm. Angelo Zappia e Nino Zuccalà - che l’argomento sarà trattato nelle prossima sessione autunnale del Consenso Civico,

«Hoc est in votis!». Sia per l’intitolazione del Museo al grande calabrese, sia per la nomina di lui a senatore a vita: entrambe meritatissime.

                                                                            Nicola Putortì

 

11) Da "Il Quotidiano" – Sabato 4-12-1954 - Roma

CRONACA DELLA CALABRIA

Echi del Congresso internazionale di etnografia e folklore del mare

Nicotera, dicembre

       E’ stato di grande interesse scientifico e per gli argomenti trattati e per la novità del soggetto, questo primo Congresso Internazionale di Etnografia e Folklore del mare di cui la stampa diede ampi resoconti. Non volgiamo, però, lasciare passare inosservata negli ambienti del Clero, dell’Azione Cattolica e del colto laicato di terra brucia questa superba assise dell’attività culturale in quanto ci interessa più da vicino essendo stata presiduta e diretta da, nostro illustre conterraneo prof. Raffaele Corso per il cui merito l’etnografia e il folklore assursero a dignità di scienza.

       Scienziati e illustri cultori della materia di qua e di là dell’Oceano e dei monti riposero prontamente all’invito del Comitato con relazioni che, senza dubbio, apriranno la via ad altre più approfondite ricerche nel campo specifico della marineria, campo che sebbene ricco di costumi e tradizioni che affondano le loro radici nella più remota antichità, rimase sino ad ieri inesplorato.

        Non è proprio il caso che riferisca i nomi degli illustri convenuti dall’estero e dall’Italia, avendolo già fatto in altra sede, che rievochi la cronaca di quelle memorande sessioni, solo voglio sottolineare e portare a conoscenza dei corregionali che il Congresso di Napoli portò l’Italia all’avanguardia nel campo degli studi di etnologia e folklore. Difatti, degni di rilievo i quattro ordini del giorno approvati ad unanimità e che condotti al più presto a termine confermeranno ancora una volta il genio di Rafaele Corso:

1) Istituzione di un museo Folkloristico del mare di carattere internazionale, comparativo, in Napoli, città marinara per eccellenza e benemerita perché promotrice del Congresso del Mare;

2) Compilazione di un Atlante etnografico-folklorico internazionale;

3) Compilazione di un Vocabolario della marina, integrativo dell’Atlante;

4) Una Associazione Universale di studiosi e cultori delle tradizioni del mare, sotto gli auspici dell’UNESCO.

     I primi due ordini del giorno sono dovuti al dottor Paster; il terzo al col. Gella Ittuiaga della Marina spagnola; il quarto al Creston.

    Per il Museo si è a buon punto: il dotto e fattivo segretario della Mostra d’Oltremare Cesare Del Prato ha promesso i locali che metteranno in mostra gli oggetti popolari; il Vocabolario designerà i nomi strettamente a questi connessi, l’Atlante ci darà la diffusione degli oggetti cioè a dire il loro valore nel mondo. Tutti e tre avranno lo stesso contenuto ma ciascuno è considerato secondo l’oggetto o la lingua o il lato geografico. Sotto la guida del prof. Corso, a Napoli si farà del meglio affinché l’Atlante, il Vocabolario e Museo nel loro insieme diano la dimostrazione del valore del folklore del Mare, in modo che possa dirsi col geografo Ratzel: «Il Mare come sorgetene della grandezza dei popoli».

     Tutte le regioni italiane erano presenti. La Calabria nostra col suo degno figlio prof. Raffaele Corso, col prof. Giuseppe Chiapparo e col sottoscritto: questi ultimi due con relazioni sulla marineria di Tropea e Nicotera.

 

12) Il Giornale d’Italia, Domenica, 5 dicembre 1954

ECHI DELL’ESPOSIZIONE DELLA NAVIGAZIONE

L’etnografia e il folklore del mare nell’opera appassionata di Raffaele Corso

NICOTERA, 4 - Il prof. Raffaele Corso, nostro illustre conterraneo, ha visto ancora una volta coronati i suoi grandi meriti scientifici e i suoi non meno gravi sacrifici col primo Congresso Internazionale di Etnografia e Folklore del Mare sapientemente da lui presieduto nella città partenopea.

        Superba affermazione questa, dell’etnografia e folklore assurte per merito suo a dignità di scienza. Dotti di qua e di là dell’Oceano ad un invito del Maestro risposero prontamente con relazioni che senza dubbio apriranno la via ad altre e a più approfondite ricerche nel campo specifico della marineria, campo che, sebbene ricco di costumi e tradizioni che affidano la loro radice nella più mota antichità, non era stato sino a ieri esplorato. Qui voglio portare a conoscenza dei conterranei che al Congresso di Napoli, per merito del prof. Raffaele Corso, ha posto l’Italia all’avanguardia di questi studi. Difatti, degni di rilievo i quattro ordini del giorno approvati ad unanimità e che condotti al più presto a termine confermeranno ancora una volta il genio di Raffale Corso:

1) Istituzione di un Museo Folkloristico del Mare di carattere internazionale, comparativo, in Napoli, città marinara per eccellenza e benemerita perché promotrice del Congresso del Mare; 2) Compilazione di un Atlante etnografico folkloristico internazionale; 3) Compilazione di un vocabolario della Marina, integrativo dell’Atlante; Una Associazione universale di studiosi e cultori delle tradizioni del mare, sotto gli auspici dell’UNESCO.

      I primi due ordini del giorno sono dovuti al dr.Passler; il terzo al col. Gella Itturiaga della marina spagnola; il quarto a Creston.

      Per il Museo si è già a buon punto: il dotto e fattivo segretario della Mostra d’Oltremare, Cesare del Prato, ha promesso o locali che metteranno in mostra gli oggetti popolarti; il vocabolario designerà i nomi strettamente a questi connessi:l’atlante ci darà la diffusione degli oggetti cioè a dire il loro valore nel mondo.

     Sotto la guida del prof. Corso a Napoli si farà dl meglio affinché le tre geniali creazioni diano la dimostrazione del valore del Folklore del Mare in modo che possa dirsi col geografo Ratzel: «Il Mare come sorgente della grandezza dei popoli».

      Tutte le regioni italiane erano rappresentate. La nostra Calabria era presente col professore Giuseppe Chiapparo e col sottoscritto. L’uno ha dato un panorama della marineria di Tropea: usi, costumi, tradizioni con quella competenza che gli proviene dai suoi studi seri e severi e dalla carità del natio loco: l’altro ha trattato degli usi e costumi della gente do mare di Nicotera, con riferimenti storici, mercè l’aiuto di documenti conservati nell’Archivio Capitolare della Cattedrale. Esposizione esauriente, a suo parere, di particolari, per cui ha potuto confutare l’approdo miracoloso della statua dell’Immacolata, titolare della marina di Nicotera, come di tante altre sacre immagini, sempre sulla scorta di ricerche storiche.

        All’illustre e degno figlio di nostra terra vada il plauso di tutti i conterranei per questa e per altre più superbe ascensioni nel campo della scienza per cui tanto onora Nicotera, l’Italia.

 

13) "Cronaca di Calabria", 1° settembre 1957, n. 49

Un ospite illustre di Nicotera: il Prof. Raffaele Corso

       Nicotera Marina, fulgida gemma del tirrenico mare, Accoglie per un breve periodo di ben meritato riposo, il suo più illustre figlio: il professor Raffaele Corso. Abbiamo avvicinato lui, il Maestro, umile in tanta gloria, e, come sempre, c accolse col suo amabile sorriso, con la pupilla scintillante amor patrio, coll’animo aperto ad incoraggiarci a non desistere dalla raccolta del nostro ricco patrimonio folkloristico-etnografico, così ricco così importante. Reduce dall’Università per gli Stranieri di Perugina illustrò il folklore della Campania. L’aula era affollata all’inverosimile. E non poteva essere diversamente essendo il prof. Corso il creatore del metodo comparativo di questa branca del sapere dei popoli assurto anche per merito suo a dignità di scienza tale da meritare l’ingresso nelle Università italiane e straniere.

      Difatti ogni anno il Maestro raccoglie allori e superbi tronfi e, secondo il mio modesto parere, nel corrente anno

      Il nome suo è legato e tramandato ai posteri per la pubblicazione degli Atti del 1. Congresso Internazionale di Etnografia e Folklore del Mare. Congresso quello, unico nel suo genere, e importante per le memorie presentate e originale per i deliberata.

      Il volume, nutrito e poderoso, si aggiunge all’altro ove è illustrata la cronaca di quelle memorabili assisi. L’Italia può, a ben ragione, guardare con fiducia, il su grande figlio che ha saputo accomunare fervide energie di eminenti studiosi italiani e stranieri i quali mirano unanimi ad un solo scopo, nel rinato clima attuale: la grandezza dell’Italia democratica.

Nicotera, settembre 1957

  •              Antonino D’Aloi

  • 14) "Giornale d’Italia" di Buenos Aires, sabato 4 febbraio 1956.

    Un illustre calabrese: Prof. Raffaele Corso

           Alla numerosa collettività italo – calabrese residente in questa capitale farà piacere i sapere che un illustre conterraneo, il prof. Raffaele Corso, ha il grande merito di aver innalzato a dignità di scienza il Folklore e l’Etnografia, ragion per cui è stata creata a Napoli l’unica e stabile cattedra che esiste in Italia.

    A compimento del suo trentennio di insegnamento gli sono stati tributate in Vibo grandi onoranze, come pure a Nicotera, sua città natale ed in Roma alla Villa Celimontana.

        Ora il mondo scientifico dell’America Latina si sta preparando a tributare al Maestro solenni manifestazioni: attivo organizzatore è il prof. Rosemberg della Università di Tucumàn, coadiuvato da una eletta schiera di amici e ammiratori.

         Al prof. Corso, che risiede in Napoli, via dei Cimbri 23, auguriamo nuove e ancora maggiori affermazioni per il nome della scienza d’Italia, per il prestigio della Calabria e per il vanto e gloria di Nicotera, terra ferace di ingegni.

     

    15) "Folklore", a. XII, fs, I-IV, Catania, 1958, pg. 119

    Degne onoranze a Napoli al prof. Raffaele Corso

         Siamo informati che per iniziativa del Circolo Calabrese, di cui è degnissimo presidente il dott. Amleto Occhiuzzi, il 25 scorso mese, in Napoli, alle ore 18 nel salone elle manifestazioni culturali, venne data una serata in onore del prof. Raffaele Corso: a lui pochi mesi or sono è stata conferita la più alta benemerenza del Ministero della P.I. in riconoscimento della sua vasta e profonda attività scientifica che lo rese celebre nell’Etnografia e Folklore in campo internazionale. Si deve proprio a Lui, difatti, se tali discipline salirono nelle superbe aule della Università italiane la Cattedra, Cattedra tenuta ora dai suoi discepoli, alcuni dei quali immemori di tanto benefizio; si devono proprio al Maestro se, in Napoli, nel salone dei Congressi alla Mostra d’Oltremare, si poterono tenere con grande ammirazione ed entusiasmo dei doti, poche anni or sono, due congressi di etnografia e folklore di cui uno a carattere nazionale, l’altro internazionale. I più grossi calibri, come si è, oggi, solito dire, vi parteciparono. Molti governi erano degnamente rappresentati dai loro figli migliori.

          Da ciò si spiegano le superbe onoranze che pel trentennio d’insegnamento Gli tributò l’Italia, la Calabria, Nicotera.

          L’Italia: nella villa Celimentana, in Roma, il genio fulgidissimo della nostra stirpe aveva il riconoscimento solenne dei suoi alti meriti di scienziato; la Calabria, in Vibo Valentia, coronava di gloria immortale. Uno dei suoi migliori figli; Nicotera, la città che lo vide nascere, quale madre abbracciava il suo diletto figlio e, caso unico nella nobile tradizione di questa gente, rinnovava, come nei tempi medievali il superbo trionfo della festosa accoglienza.

          Alcuni Comuni della Calabria vollero tramandare ai posteri nel libri delle sessioni il loro encomio e il fervido voto di plauso.

         Dall’estero giungevano messaggi di felicitazioni ed auguri. La stampa italiana e quella di oltre oceano dedicavano, plaudendo, lunghi articoli.

          Il cav. Dott. Renzo Carmignani, allievo prediletto, così come aveva fatto altrove, illustrò la vita e le opere dell’insigne etnologo. Stile rapido e conciso, parola concettosa ed ornata, dizione elegante ed armoniosa, alto lirismo di sincero affetto, in una superba cornice di studiosi, di discepoli, di amministratori, di amici, illuminarono di luce, direi quasi divina, il Maestro, il Grande, umile in tanta gloria.

         Non per nulla lo stensore di questa nota interpretando l’animi dei calabresi poteva telegrafare «plaudo solenni onoranze prof. Raffaele Corso fulgido splendore nostra gente».

         Nicotera, 10 novembre 1958

                                                                                Antonio D’Aloi

     

    16) "Cronaca di Calabria" – 30 agosto 1959, n. 54

    Il Prof. Corso ospite illustre a Nicotera M.

         E’ tra noi nella ridente e solitaria Marina di Nicotera, per un periodo di ben meritato riposo (che a mod0o dei latini possiamo dire ozio) l’illustre prof. Raffaele Corso, il primo dei folkloristi ed etnografi non solo d’Italia ma del mondo.

         Ricco di meriti scientifici sparge a piene mani i tesori del suo vasto sapere agli amici e studiosi che dai più lontani paesi vanno a visitarlo.

    Nicotera, la città natia, e la Calabria amano il loro diletto figlio e lo venerano perché porta i alto il nome d’Italia di quà e di là dell’oceano. A ben ragione la nostra bruzia terra Gli ha dedicato in Palmi, per merito del prof. A. Basile, altro insigne studioso, il Museo folkloristico, il secondi d’Italia, dopo quello di Bari, dovuto all’opera del prof. La Sorsa.

         Al Prof. Raffaele Corso, nostro beneamato ospite e concittadino i nostri auguri.

         Nicotera, agosto 1959

                                                                                         Antonio D’Aloi

     

    17) "il Quotidiano" – 28 settembre 1961

    ITINERARI CALABRESI

    Folklore di Nicotera

    Nicotera, 27.

           Nicotera, antichissima città sorta a breve distanza delle rovine della greca Medma, di cui si considera l’erede e continuatrice, conservava sino ad un trentennio or sono, un folklore ricco, vario, interessante, che io, spinto dalla «carità del natio loco», ho cercato come ho potuto, di sottrarre all’obblio e alla furia devastatrice della cosiddetta modernità, che, a marce forzate, sventola la bandiera col motto altezzoso: « recedant vetera, nova sint omnia» .

          Già in questo campo si ricerche, che è piuttosto ingrato per le infinite difficoltà che presenta, come giustamente osserva il Pellegrini, altri mi ha preceduto, ed è doveroso ricordare con somma venerazione il pof. Raffale Corso che degnamente, persegue l’etnografia e i folklore, e il di lui compianto genitore, Cav. Dott. Diego Corso, storico di gran valore, non meno che sapiente raccoglitore e illustratore di tradizioni popolari.

         E incominciammo per primo a rilevare, data l’identità dello spirito umano, la continuità di alcune tradizioni greco-romane, che rivissero con la patina di adattamento all’ambiente locale e non già come relitti o rottami. Difatti, attraverso le mie escursioni ho potuto notare che il popolino o meglio, quella classe sociale che Orazio chiamava plebucola, aveva un concetto pagano della vita. ammetteva dopo tanta luce di cristianesimo, l’ananche die greci: era necessario che Oreste uccidesse la madre, che Edipo si rendesse reo d’incesto.

         Tale concezione si identifica col, cieco e malvagio destino: forza preternaturale a cui tutti gli uomini devono sottostare e a cui si attribuiscono i tristissimi casi dell’esistenza. «Ognunu nasci cu destinu soi» è l’espressione che sentiamo ogni qualvolta capita un disgraziato decesso.

        Ma la mentalità popolare va oltre e ritiene che l’uomo, nascendo, abbia come compagna sino all’ultimo respiro la «Sorte» detta anche «Fortuna» la quale è concepita ora nelle sembianze di lucertola, ora in quella di donna assidua al lavoro o beata nel dolce far niente. Alla «Casa dei Misteri», in Pompei, riammira ancora oggi un mosaico ove sono effigiati tre satiri aventi ai loro piedi un serpente che rappresenta appunto il Destino.

        Né è raro il caso, di notte supplicare la luna perché rechi il saluto alla « Fortuna ».

         In tale credenza è facile scorgere il «Genio» degli antichi, assegnato ad ogni uomo subito dopo la nascita.

        Macabro il rituale nello scongiuro degli spiriti maligni (mali spezzi, si dice in gergo nicoterese, cioè di quegli uomini morti in disgrazia di Dio).

         La megera, sciolti i capelli, a mezzanotte, nei trivi, in un recipiente in cui ardono dei carboni con palma ed incenso benedetti, pronunzia delle frasi che sanno per lo più di bestemmia, perché l’anima dell’ucciso riposi in pace e non arrechi danno ad alcuno. Lo scongiuro si pratica per tre notti consecutive. A seconda dei casi viene incensato anche il lungo tratto di strada bagnato di sangue dell’ucciso. Tale rituale richiama alla memoria il verso di Vigilio (Eneide lib. IV, v. 609): "Nocturnisque Recate triviis ululata per urbes".

         Di cattivo augurio l’inciampare sulla soglia di casa quando gli sposi vanno in chiesa per celebrare il matrimonio: "o quoties ingressus iter tristia dixi, offensum in porta signa dedisse pedem" (Tib. 1,2).

    Antonio D’Aloi

    18) "Cronaca di Calabria" (?) – 8 agosto, 1965, n. 51

    Col Prof. Raffaele Corso

    è scomparso lo scienziato che onorò

    Nicotera, la Calabria, l’Italia, il Mondo

          Il 28 scorso mese, dopo una vita intensa di lavoro, all’età di 83 anni, in via Michelangelo 74, lasciava questa vita per  altra, la vera, il prof. Raffaele Corso, mio venerato Maestro, legato da vincoli di fraterna amicizia. E se prendo ora la penna lo faccio con dolore per ricordare il nostro conterraneo che onorò col suo profondo sapere la Calabria.

        Ricordiamo tutti che Raffaele Corso ordinario della prima, unica e stabile cattedra di etnografia che esiste in Italia fu festeggiato in occasione del suo trentennio d’insegnamento della nuova disciplina assunta per merito suo a dignità di scienza. Difatti, pur essendo discepolo del Pitrè, seguì un indirizzo proprio ed originale portando lo studio della tradizione popolare dal campo delle semplici raccolte locali e regionali in quello della comparazione che estende la ricerca e la disamina dei documenti a più popoli in tempi e luoghi diversi.

          Quante lotte, quante incomprensioni al principio della sua luminosa carriera ! Le rane gracidarono nel pantano, e furono messe a tacere dalla prova dei fatti. Raffaele Corso coi suoi numerosi articoli sparsi sulle riviste nostrane e straniere, con la sua collaborazione alle enciclopedie, coi suoi volumi di alto valore scientifico, colle sue dissertazioni in congressi italiani ed esteri, con la sua missione scientifica i Africa, nel 1935, tra i Tuareg, per studiarvi quei costumi, col suo insegnamento nell’Istituto Orientale di Napoli,colla direzione e pubblicazione della rivista internazionale «Folklore Italiano» e dopo la cessazione di questa, di «Folklore» è riuscito ad imporsi all’ammirazione del mondo culturale e a tenere alto il nome della nostra Calabria. A ben ragione nel cammino etnografico e folkloristico poteva volgere indietro lo sguardo nel cammino percorso e gridare con intima soddisfazione «da me, da solo», per aver rivendicato all’Italia nostra il primato degli studi etnografici. Basterebbe oggi, a distanza di anni, meditare quanto scriveva nell’ottobre del 1926 in «Folklore»: «Quanto sia inesatta e infondata addirittura, l’opinione secondo cui l’Italia sarebbe stata l’ultima tra le nazioni colte a comprendere l’importanza del folklore, è facile rilevare».

         Non è stata la sola Italia, ma il Mondo per mezzo del Club Internazionale di Folklore; in modo speciale le Università dell’America Latina, si raccolsero intorno al prof. Rosenberg dell’Università di Tucuman.

        Nella nostra terra Bruzia, Nicotera, Limbadi, Oppido Mamertina, Joppolo, e per motivi professionali e culturali, e per vincoli di parentela, votarono voti di plauso inneggianti all’illustre nostro Figlio.

         L’Italia, nella villa Celimontana della Città Eterna, tributò solenni onoranze. Intorno al Maestro si videro raccolti i più illustri scienziati; Nicotera, come in Campidoglio, nei tempi medievali, il 27 settembre 1953, in pubblica adunanza, fu intonato il peana della Vittoria

          L’Italia, nella villa Celimontana della Città Eterna, tributò solenni onoranze. Intorno al Maestro si videro raccolti i più illustri scienziati; Nicotera, come in Campidoglio, nei tempi medievali, il 27 settembre 1953, in pubblica adunanza, fu intonato il peana della Vittoria

          Un animo assetato dell’eterno vero, amante della bellezza greca e ammiratore della virtù romana poteva comprendere la solenne e religiosa maestà di quella storica ora in cui fu salutata, affermata e tramandata ai posteri la immortalità del genio di Raffaele Corso il cui nome è destinato a rimanere vivo, attraverso i millenni, come un monumento aere perennius.

           L’ampia sala – come è caro ricordare questo avvenimento a distanza di anni – del Cinema «Moderno» era affollata in ogni ordine di posti; fuori, il sole inondava della sua vivida luce la cittadina insolitamente animata; laggiù, nella ridente marina, le onde azzurre dolcemente carezzavano l’ampia spiaggia e la pittoresca scogliera, da lontano, sembravamo udire, in segno di plauso, il melodioso canto delle Sirene; nella pianura sottostante, la greca Medma, si affacciava coi ricordi dei suoi tempi, delle sue marmoree colonne, delle sue gesta, dei suoi omini illustri per virtù e sapere tra cui il matematico Filippo.

           Attorno al Maestro, umile in tanta gloria, la Calabria e, in modo invisibile, la numerosa schiera di «Spiriti Magni» della città natia,che mi parvero sorgere dal loro sepolcro per gridare anch’essi al loro concittadino l’inno di onore e gloria: Nifo, Fossatoaro, Coppola, Brancia, Vescovo, Russo Scille, Vincenzo e Domenico, Brancia il giurista, Callè … e prima fra tutti io dottor Diego, genitore dell’illustre festeggiato.

         Sul palco, come in una orchestra bene intonata, il Sindaco Gargano, Marzano, Basile, Satriano Lombardi, Putortì, D’Aloi, fecero sentire la loro voce; da vero artista Carmignani, interpretando i sentimenti del colto uditorio: «Corso è un genio» gridava.«Corso è un genio» pareva rispondessero le gloriose urne degli italiani.

          L’aere è caldo di affetti, gli astanti in piedi applaudiscono, gli occhi di molti scintillano di lagrime. Ed ora – mi pare che tale manifestazione sia avvenuta oggi – in religioso silenzio, la voce commossa di ringraziamento del Figlio alla madre terra: tutto ha un significato per Lui: pergamena, medaglia, offerta di fiori.

     

    19) "La Voce di Calabria" – 10 ottobre 1965, a. XIII, n. 41 (data: ???)

    Con Raffaele Corso è scomparso lo scienziato

    che onorò Nicotera, la Calabria e l’Italia.

        Il 28 agosto, dopo una vita intensa di lavoro, all’età di 83 anni, lasciava questa vita il prof. Raffaele Corso.

        Ordinario della prima cattedra di etnografia in Italia, pur discepolo del Pitrè, seguì un indirizzo proprio ed originale.

         Quante lotte, quante incomprensioni al principio della sua luminosa carriera ! Ciononostante, Raffaele Corso coi suoi numerosi articoli sparsi sulle riviste nostrane e straniere, con la sua collaborazione alle enciclopedie, coi suoi volumi di alto valore scientifico e col suo insegnamento nell’Istituto Orientale di Napoli è riuscito ad imporsi all’ammirazione del mondo culturale e a tenere alto il nome della nostra Calabria.

         Egli a ben ragione è ritenuto colui che ha portato l’Italia al primato nel campo etnografico e folkloristico.

        Nella nostra terra, Nicotera, Limbadi, Oppido Mamertina, Joppolo, e per motivi professionali e per vincoli di parentela, espressero voti di plauso inneggianti all’illustre nostro Figlio.

         L’Italia, nella villa Celimontana della Città Eterna, tributò solenni onoranze. Intorno al Maestro si videro raccolti i più illustri scienziati; a Nicotera, come in Campidoglio, nei tempi medievali, il 27 settembre 1953, in pubblica adunanza, fu intonato il peana della vittoria

         Un animo assetato dell’eterno vero, amante della bellezza greca e ammiratore della virtù romana poteva comprendere la solenne e religiosa maestà di quella storica ora in cui fu salutata, affermata e tramandata ai posteri la immortalità del genio di Raffaele Corso il cui nome è destinato a rimanere vivo, attraverso i millenni, come un monumento aere perennius.

          Attorno al Maestro, umile in tanta gloria, la Calabria e, in modo invisibile, la numerosa schiera di «Spiriti Magni» della città natia,che mi parvero sorgere dal loro sepolcro per gridare anch’essi al loro concittadino l’inno di onore e gloria: Nifo, Fossataro, Coppola, Brancia, Vescovo, Russo Scille, Vincenzo e Domenico, Brancia il giuirista, Callè … e prima fra tutti io dottor Diego, genitore dell’illustre festeggiato.

     

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