Villaggi del Comune di Limbadi

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            I Villaggi onde si forma il Comune di Limbadi sono: Motta-Filocastro, S. Nicola de' Legistis, Caroni e Mandaradoni.

MOTTA FILOCASTRO sorge sopra un colle nel lato Sud-est del Monte Poro: gode di buona area o di un aperto amenissimo orizzonte. Avea ne’ tempi andati una popolazione di 2000 abitanti con famiglie mobili e personaggi distinti; ed era cinto di mura, con un castello che ne’ suoi ruderi presenta una costruzione del tempo degli Aragonesi: vi si entra per tre porte.  Si pregiava avere il Tocco, che sin oggi dura, dove Motta-Filocastro, quando era Terra di Università, teneva i suoi pubblici parlamenti (1). Il Cav. Adilardi intorno all’origine di Mota-Filocastro dice:  noi crediamo Fiocastro un’edificio dei principi del medio evo, e ciò per il suo nome greco-latino, cui non ha guari precede l’Italiano Motta(2). Ci sembra che l’Etimologia fosse:piccolo, ma delizioso paese eretto su di un monte e chiuso di mura (3). Numerava varie chiese, delle quali ora  esistono solo due: la parrocchiale amministrata da due parrochi sotto il titolo della Romania, e l’altra di Gesù e Maria. Sino al passato secolo, oltre di sette Chiese, aveva un Convento dei PP. Cappuccini, ed era residenza del Protopapa della Diocesi. Dal 1620 al 1660 trovasi anche fatta menzione di un Ospedale che accoglieva i poveri ed i pellegrini. Intanto, se ora trovasi decaduto dal lustro antico,  non è da credere che sia del tutto invilito. Fra i ruderi del vecchio castello, fra i rottami di vecchi casolari e di dirupate chiese, una strada dall’entrata del paese sino alla chiesa parrocchiale vedesi fiancheggiata da case regolari quasi tutte ad un piano. In questa strada s’incontrano una farmacia, un botteghino di generi di privativa, due taverne ed un’osteria. – La popolazione ascende  ora a 765 anime; cioè 27 maschi prima degli anni quattordici, 29 femmine prima degli anni dodici, 120 conjugati, 212 celibi maschi, 214 femmine, 10 vedovi, 33 vedove. – Vi sono poi 2 arcipreti, 1 sacerdote, 2 chierici, un medico, un farmacista, 26 possidenti, 14 massari di bovi, 85 contadini, 16 custodi di animali vaccini, 12 vetturali, 2 domestici. Vi risiede un Eletto.

Note:

(1) Giusta l'etimologia del Summonte, Tocco nomavasi un arnese da sedere con rozzezza fabbricato. Lo stesso autore dice, che i Sedili di Napoli, nei secoli XIII e XIV si appellavano con questo nome. In prova della sua asserzione riferisce le parole del Registro Regio del 1298 e 99: justa Toccum de medio ec. ec.

(2) Un'altra tradizione riferisce ancora, che dalle ruine del Mafrica sia sorto Filocastro

(3) Vedi l'Adilardi, opera citata, Parte II, Tit. II, Cap. I, pag. 180..

SAN NICOLA DE LEGISTIS. Giace sul piano, poco più di un miglio distante di Limbadi verso l’Est, in sito di aria non all’intutto buona. Circa la sua origine riporteremo le stesse parole del Marafioti. «Il Re Ruggero innanzi che fosse edificata questa abitazione, vi eresse un magnifico tempio sotto il none di S. Nicolò per li Monici di S. Bernardo, il quale fece molto ricco, siccome appare in un privilegio della chiesa di S. Maria del Sagittario poco lontana da ceto luogo detto Carbone in Basilicata» , - Perciò L’Adilardi dice essere quelle abitazioni per la gente che serviva il detto Monastero. In proseguo di tempo la cura delle anime del cresciuto villaggio passò dai Monaci al clero secolare; e nel 1621 aveva una chiesa a tre navi,  e gente incivilita. Che questa chiesa abbia avuto il rito greco, si rileva dagli atti di Santa Visita del 1704. Si sa pure che un tempo abbia avuto otto Cappellani ed un Arciprete che aveva privilegi su i parrocchi di Limbadi, Caroni, Branconi (che più non esiste) e Mandaradoni; e che vi ufficiavano due Confraternite, quella del santissimo, e quella della Concezione.Oltre la chiesa Arcipretale ve n’erano altre tre, del Rosario, di S, Stefano e di S. Rocco, le quali rimasero distrutte ne terremoto del 1783. La prima di esse col titolo della Madonna della neve fu fondata da Girolamo Predestini con un convento di Padri Domenicano che venne abolito nel 1653 con Bolla di Papa Innocenzo X. Questo villaggio ab antico apparteneva a Nicotera; poi fu aggregato a Motta-Filocastro. Infatti nel 1380 trovasi riunito all’Università di Nicotera, e nel 1414 a quella i Motta-Filocastro. Intanto esso di presente è un luogo meschino, che contiene 264 abitanti quasi tutto contadini con un Eletto. Delle sue antiche memorie non rimane che una fiera, la quale si celebra nella seconda Domenica di ottobre. Secondo il Barrio, nel secolo XVI durava essa per quindici giorni, ora non va al di là di due.  Fu questo villaggio patria di due ottimi frati, cioè: Fra Giuseppe Nicoletta provinciale dei Minori Osservanti nel 1553, eloquente predicatore, e esaminatore sinodale; e Fra Giovanni Predestini della nobile famiglia Predestini morto nel 1614, dopo essere stato provinciale dei cappuccini nel 1591 in reggio, e nel 1601 in Catanzaro.

  CARONI (giusta il barrio Caronum quod significvat sortem) è sito in luogo alquanto eminente, di buona aria, a piè del Monte Poro al Nord-Est, circa un mezzo miglio distante da Limbadi verso il Nord. E’ un piccolo villaggio abitatola gente agricola, e da pentolaj.  Tra le case che hanno il solo piano terreno, e quelle che hanno pure  una stanza superiore si distingue la casa dell’antico Barone signor Toraldo di Tropea. La Chiesa parrocchiale sotto il titolo della Concezione, anticamente era di S. Maria di Branconi e Caroni,  e della Concezione di Branconi nel 1617. Essa di presente è ben tenuta con una Confraternita sotto il titolo dell’Immacolata. Il Parroco di Caroni esercitava il ministero parrocchiale anche in badia sino al 1724; e nella detta chiesa v’erano le Confraternite del santissimo e del Rosario.Vi è ora altra chiesetta sotto il titolo di S. Giuseppe fondata sin dall’annom1684. Considerevole è in questo villaggio l’industria de’ pentolai. La  popolazione è di 410 anime; cioè maschi 200, femmine 150,  fanciulli 60. Vi è un Eletto.

MANDARADONI (giusta il Barrio Mandaradum) giace sulla falda Sud-est del Monte Poro, fra due valli nelle quali scorrono ruscelli di acqua potabile leggierissima, lontano da Limbadi circa un miglio, e mezzo miglio da Motta-Filocaastro. Ha buon’aria, ed una popolazione di 378 abitanti divisi come segue: adulti 28 adulte 40,coniugati 69, coniugate 69, celibi maschi 16, celibe femmine 37, vedovi 2, vedove 27: possidenti 30, artieri 11, contadini 4p, domestiche 2. Vi è un botteghino di generi di privativa, ed una taverna. Le case sono ad un piano con più stanze. Vi ha un Eletto. La chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Maria ad nives, è poco considerevole. Delle due Confraternite antiche, del Santissimo e del Rosario, solo la prima venneautorizzata a funzionare nel 1836. Sull’alto di un muro dietro l’altare maggio si legge D. O. M.  Sacell. Hoc nob. Vir Paulus Adilardi Tropeae patriae sub an. 1828 ope fidelium suaque cura et diligentia excitavit. In detta chiesa sotto bianchi marmi riposano le spoglie mortali del cav. Francesco Adilardi. – E’ da notare che Motta-Filocastro abbracciava anticamente altri quattro villaggi che ora son distrutti, cioè Branconi sito forse ove ora è Caronello. Cassimadi un miglio all’Est di Filocastro, Mambricio sito, giusta l’Aceti, nel luogo che si noma Mafrica e S.Martino, secondo la tradizione, sito in una campagna detta S. Martino ove sorge ottima acqua potabile.

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