Aspetto del paese*Etimologia // Storia*Archeologia // Tradizioni popolari // Condizioni atmosferiche /// Abitato |
LIMBADI -
Comune di seconda classe, appartiene al Circondario ed alla Diocesi di Nicotera, del quale Comune trovandosi in istretta vicinanza (due miglia circa fra l’Est ed il Nord-Est), le condizioni topografiche vengono ad essere identiche a quelle di Nicotera medesima.
Confina all’Est col Comune di S.Calogero, al Sud coi Comuni di Candidoni e di Rosarno, all’Ovest col Comune di Nicotera, ed al Nord col Comune di Rombiolo.
Dista dal primo tre miglia, de’ secondi da cinque a sette miglia, dal terzo due miglia all’incirca, e dal quarto quattro miglia.
Le dipendenze e le distanze dalla Capitale del regno, dal capoluogo della provincia, e da quello del Distretto sono le medesime che abbiam notate pel Comune di Nicotera.
Aspetto del Paese
Limbadi giace in amena pianura, che offre fertilissimi terreni in parte addetti alla coltura dei cereali con delle piantagioni di ulivi e di ciliegi, e in parte coperti totalmente di viti e di ulivi. Questa pianura è sita fra due vallette, una all’oriente della la Magra, l’altra all’occidente nominata Battuta, e si eleva al Sud della collina su cui si vede sorgere Motta Filocastro. E comunque verso il Sud-Est abbia l’orizzonte limitati alquanto dalla prominenza dell’alto colle detto la Falconiera, che si scorge a forma di cono dalla pianura di Nicotera nominata Piano de’ bucceri (1) , ed al Nord-Ovest sia circoscritto dalle colline del Piratino, sicchè pare dia nel basso situato, ciò nulla di meno non è quale a primo aspetto si presenta alla vista di chi vi arriva scendendo dal detto monte Poro. Infatti è a mediocre elevazione sul livello del mare, gode la veduta al Sud-Ovest dell’Aspromonte, del tirreno, che bagna le coste di Gioja e prosiegue sino alla punta de Pezzo, e dell’isola di Sicilia: all’est non manca di svariata ed amena visuale sopra deliziosi paesaggi: Trovandosi poi vicino al mercato della città di Nicotera, ha il vantaggio della facile estrazione dei varii prodotti della sua agricoltura. Si desidera solo una strada di più comoda comunicazione, massimamente nella valle di Gattuta, rendendosi quella che vi è impraticabile quando cadono le piogge invernali.
NOTA: (1)Buccieri in Nicotera, credesi per tradizione, che in questo piano eravi la piazza dei Beccai di Medma
Etimologia –
Limbadi si suol nominare, secondo Barrio, Libadum a loci amenitate, e giusta l’Adilardi piuttosto dalla fertilità dei suoi campi, quasi accennando sorgente di ricchezze. Noi pieghiamo a questa opinione, perché la vice greca dalla quale par che abbia potuto derivare tal nome significa locus irriguus, pratum. (2)
2) Vedi Lexicon Graeco-Latinum, manuale ex optimis libris cintinuatum - Lipsiae ex officina Tauchristii 1830.
Storia -
Ignota è sua origine, né si conosce l’epoca precisa della sua fondazione, perché gli antichi scrittori tacciono. Sino al secolo passato era villaggio apparentemente all’Università di Motta-Filocastro, e però soggetto alla casa Pignatelli. Ma cresciuta la sua popolazione, ed aumentata la gente incivilita, desiderio in essa suscitassi di mettersi a capo dell’Università, e se ne fece analoga dimanda al sovrano nel 1790; ma non si poterono in allora soddisfare simili voti, mancando Limbadi delle necessarie rendite per costruirsi il Comune. Durante la militare occupazione tentarono gli abitanti di Limbadi di formare un suggello con la leggenda Motta-Filocastro e Limbadi; del che dolendosi i Mottesi con acerbissime querele, venne quel suggello abolito. Ciò non ostante, non cessando le insistenze, fra gli anni 1827 e 28 i Mottesi, videro apparire i segni precursori di ciò che temevano, la traslocazione cioè dell’archivio comunale, e del Corpo della Guardia Urbana in Limbadi. Se ne dolsero essi grandemente, e suscitaronsi odii e malevolenze fra gli abitanti di Motta e di Limbadi; ma giunsero questi ultimi ad ottenere il tanto desiderato Real decreto in data del 20 maggio 1829. Limbadi fu dichiarato Comune, ed incominciò ad esserlo il dì 1 gennaio 1830, restando ad esso riunito Motta Filocastro una con altri villaggi, de’ quali faremo accenno.
Archeologia
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Nel tenimento di questo Comune, in luogo ove era l’antica Mafrica ricordata dall’Aceti nelle sue note al Barrio, ed in altri siti paranco rinvengonsi crete cotte di varie forme (2), e delle monete di greco conio. Fra le altre cose si p trovata una testa di Fauno in bronzo, che sembra aver servito come ornamento di qualche arnese. Questo Mafrica vorrebbe l’Adilardi, che abbia potuto essere fondata da un Mambrica greco Capitano del secolo XI, avendola chiamata Mambrici dal suo nome. Essa esisteva nel 1414 (3).
1) Vedi l'Enciclopedia dell'Ecclesiastico, Vol. IV - Articolo Nicotera. Fol. 839 Napoli 1845. - Il Lupo Protoaspata (Chronicon pubblicato dal Pratilio in Histor. princip. Longobardor. Tom. 4. fol. 42) sotto l'anno 1066 si ricorda un Mambrica duce de' greci.Intanto Monsig. Collia, o chi per lui nel 1735 descrivendo il Vescovato di Nicotera, ebbe a dire: «Annibale cartaginese per concordia co' Romani avea fabbricato distante da nicotera migliantre italiane un edificio, il quale si nomava Manus africa; dopo che da' cittadini di detta città di Nicotera furono distrutti i Cartaginesi, fu desolato detto edificio (in modo) che appena v'è vestigio ... Massa Nicoterese si suppone esser quella di sopra della Manus africa, la quale fu ridotta all'ubbedienza di detta città di Nicotera, e dopo all'intutto distrutta». Noi non diamo fede storica a tal racconto: riferiamo solo quel che si pensava un secolo dietro - In contrada di Motta Filocastro v'era anche un'altro villaggio nomato San Martino, ove ora si trovano antichi sepolcri, ed una sorgente di acqua potabile.
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Un’antica tradizione ci fa sapere, che in occasione di grandissimo allagamento avvenuto per eccessiva piova, e tale che le acque eransi riversate sin nelle case con grave pericolo, gli abitanti accorsi alla Chiesa, portarono fuori della porta della medesima statua di S. Pantaleone, la quale non simtosto ivi apparve, e la pioggia cessò una col pericolo della inondazione. In memoria di questo avvenimento, fin’oggi si celebra da’ Limbadesi con somma devozione una festa nella prima Domenica di maggio, che dicono di voto. Per distinguere poi una tal festa dalla solenne del d 27 luglio, si suole questa nomare comunemente dal popolo, la festa di San Pantaleone il povero.
In Motta Filocastro poi si racconta da padre a figlio ab antico, che il Colle su cui ora sorge la loro terra era un folto bosco, ove nel muro di una stanza a volta era dipinta l’Immagine di Maria SS. della Romania, la quale avendo prodigiosamente diretto il cammino di uno zoppo che per caso in quel bosco transitava, chiamò tal prodigio molta gente de’ luoghi circonvicini, la quale posciachè si fu quivi fermata, tagliò il bosco, e vi edificò una chiesa, in cui rinchiuse il sacro muro, ch’esisteva sino all’anno 1788. In quel luogo, aggiungono, si accrebbe poi si fattamente il circuito delle case, che a poco a poco si rese borgata, e poscia terra considerevole (4).
4) Vedi Fr. Serafino Montorio, Zodiaco di Maria - Napoli 1715, e gli atti della S. Visita del 1704 nella Curia Vescovile di Nicotera.
L’aria che si respira in Limbadi deve dirsi buona, comunque alcun poco umida per la situazione e qualità del suolo. Non va però soggetto a miasmi, non essendovi paludi od acque stagnanti; né teme allagamenti, o frequenza di folgori, perché non è molto esposto alle tempeste. I venti che più vi dominano sono il libeccio ed il levante. Le meteore sono le medesime, che d’ordinario vi verificano nel Comune di Nicotera, eccetto la rugiada, la quale cade spesso nel Comune di cui teniam parola. Ancora i tremuoti nelle loro scosse si sentono più forti a causa del terreno mobilissimo, sebbene non ne abbia sofferto alcun danno degno di ricordanza, meno quelli del 1783. I terreni posti al Nord-Ovest, e Nord-est spesso franano dietro le grandi piogge, e principalmente quelli che sovrastano alle grandi valli verso le quali corono precipitosi i torrenti che adunano le acque all’Est di Monte Poro. Per la qual cosa necessarii sarebbero pronti ed efficaci ripari nella valli, e dovrebbesi attuare la legge, che savissima vieta il dissodare luoghi montuosi.
L’abitato è ben decente, e se non vi ravvisi magnificenza di grandi edifizii, non mancherai d’imbatterti in parecchie case fabbricate con disegno, poche a due piani,le altre ad un piano, di nove o dieci stanze mediocremente mobiliate, adorne al di fuori di basamenti di lavorato granito, e di balaustre di ferro. Ho poi due strade piane e regolari, e chi da Nicotera va in Limbadi, vi entra per un diritto stradone, che dalla graziosa Chiesetta dell’Addolorata inoltrandosi, mette capo in un mediocre largo sul quale affaccia la pulita casa della Famiglia Massara del fu D. Michelangelo. Da qui si apre una via che mena all’abitato, e dà adito alle due cennate strade: una verso Nord-Est, nella quale è la porta della Chiesa parrocchiale, e l’altra verso Sud dell’abitato stesso. – Le Chiese sono tre: una al Sud, che trovasi in costruzione,l’altra è quella di sopra nomata sotto il titolo dell’Addolorata con un’Oratorio e Confraternita (5), la terza è la Parrocchiale dedicata a S. Pantaleone martire anche con una Confraternita sotto il titolo del sacramento con regio assenso del 9 luglio 1802. Riedificata questa dopo il 1783 per munificenza sovrana, vie più si è migliorata ed abbellita dal 1814 al 1825. Di presente si vede ben tenuta, se non che trovandosi il suo pavimento al di sotto del livello della strada, si mantiene umido ed inzaccherato ne’ tempi piovosi. Per tutto il resto può ben dirsi, che nulla manca per essere un tempio decente e bello. La cura delle anime è affidata ad un Parroco col titolo di Arcirete, e a due Economi, uno a carico del Comune, l’altro pagato dall’Arciprete. A dritta, vicino la porta della Sagrestia si legge la seguente Iscrizione, che raccomanda alla memoria un suo Parroco:
D. O. M. Memoria sempiterna. Andreae Mumuli Limbadi Archipresbyteri. Morum Innocentia Sanctorumque Scientia, Ornatissimi, D. Joannes Baptista Mumuli. Ex Fratre Nepos, L. M. P. Vixit an. LII. Menses V. Dies III. MDCCCXVI.
Non vi sono pubblici edifizi. Il laghetto che è innanzi la Chiesa parrocchiale serve di piazza, e quivi vendonsi gli ortaggi provenienti giornalmente da Nicotera. Le strade sono tutte selciate e pulite. Vi ha una locanda, un caffè, due botteghe di mercantuoli, due farmacie, un botteghino di generi di privativa, tre taverne, due forni, un macello, dici panettieri, tre venditori di vino. Le tre fontane che provvedono il paese di acqua potabile sono istanti per un sesto circa di miglio dall’abitato. Fuori di esso poi, e nel tenimento del Comune, son da notare undici tappeti, dieci mulini, e due strettoi a vite per premere le vinacce.
Niuna pubblica biblioteca; ma merita lodevole menzione una buona raccolta di libri chiesastici e di scienze mediche, 2000 volumi circa, che rattrovasi in casa dei signori fratelli Antonio Sacerdote, ed Antonino Medico Saladino.
5) La Confraternita dell'Addolorata ebbe regio assenzo nel 19 marzo 1826. La Chiesetta si rifabbricò nel 1828