Joppolo : parte quarta

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Popolazione*qualità fisiche*qualità morali*qualità intellettuali*qualità religiose   //   Malattie dominanti *Rimedi ragionevoli*rimedi stravaganti  // Agiatezza*usi e costumi* uomini distinti  //  Feste* false credenze*Letteratura popolare*bromologia*bibliografia

 

Popolazione. - La popolazione dell’intero Comune in questo anno 1855 offre un totale di 4159 anime, delle quali Joppolo ne ha 1436, Cuccurino 710, Cuccurinello 850, e 1163 Caroniti, siccome si rileva dal seguente statino, nel quale le rispettive popolazioni di queste piccole Terre sono distinte per condizioni naturali e civili.

 

P O P O L A Z I O N E

condizioni naturali

Adulti

------------

Mas. Fem.

Conjugati

-----------

Mas. Fem

Vedovi

----------

Mas. Fem

Celibi

-------------Mas. Fem.

Dalla na-

scita agli anni 14

 

Totale

Joppolo . . . . . . . .

190 209

209 209

21 50

157 361

130

1436

Cuccurino. . . . . .

92 93

99 107

7 10

100 100

102

710

Cuccurinello

102 103

130 145

8 12

130 120

100

850

Caroniti .. . . . . . .

200 132

149 100

12 25

191 140

213

1163

 

 

 

 

 

 

4159

 

Condizioni civili

Possidenti

Contadini e pastori

Impiegati

Preti

Artigiani

Mendici

Mas. Femm.

Joppolo. . . .. . . . .

250

632

02

02

10

5 6

Cuccurino . . . . .

90

800

=

03

20

4 6

Cuccurinello . . . .

50

482

=

=

7

3 3

Caroniti . . . . . . .

57 (a)

551

=

1

2

4 3

 

 

 

 

 

 

2593

(a) Per possidenti nella massima parte s’intendono coloro, che hanno una casuccia fabbricata di fango cretoso ridotto con arte a pezzi quadrilunghi induriti al sole, ed una moggiata o più di terreno. In Joppolo non vi sono illegittimi: emigrati due.

 

Qualità fisiche.-

 

     Come gli uomini, così le donne sono di regolare conformazione e di giusta statura. Parecchi uomini e non poche donne del villaggio di Caroniti, che sogliono vivere lunghi anni, si distinguono per atletica complessione. Ordinariamente la capellatura è nera o di color castagno, di rado bionda. E a lamentare che taluni padri, volendo eludere la legge della coscrizione, uniscano in matrimonio i loro figli non appena giunti alla pubertà legale. Dobbiamo pur dire che l’igiene si trascura: comunemente si cibano di pane di grano col granone, di legumi, o di verdure. Ne’ giorni che vogliono sollennizzare mangiano i maccheroni dalle loro donne lavorati a mano, detti perciò di casa, misti con ceci.

 

Qualità morali.-

 

    La moralità che si osserva negli abitanti di Joppolo in generale è piuttosto buona: essi sono per lo più docili, umili ed ossequiosi: inclinano un po' al vino ed avvinizzati si danno a smodate allegrie e ad una garrulità nojosa. Sono appassionati per le faste; e si distinguono pel rispetto ai loro genitori, e per scambievoli cortesie. Vero progresso morale poi si ravvisa nell’essersi di molto moderato nel popolo quello spirito di risentimento che per lo innanzi era causa perenne di risse e di omicidi.

 

Qualità intellettuali .

 

     I Joppolesi sono perspicaci, ma trascuratissima è l’istruzione e pochissimi sanno leggere e scrivere; forse non più di 12. La scuola primaria conta ordinariamente non più che cinque fanciulli, nell’inverno otto. Maggiore istruzione trovasi in Cuccurino, ove la scuola primaria è frequentata da circa venti fanciulli; e il numero di coloro che sanno leggere e scrivere è maggiore assai di quello de’ Joppolesi, anche perchè vi sono persone civili.

 

Qualità religiose.

 

     Molto rispetto ha il popolo per la Religione, e mostra devozione assai fervente soprattutto verso il Protettore S. Sisto II, Papa. Si sollennizza pure in Joppolo il dì di S. Antonio, come fosse festivo per doppio precetto; non manca la frequenta dei Sacramenti.   

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Malattie dominanti.

 

      Le malattie che di quando in quando si fanno sentire, ma di rado vi prendon piede, sono le febbri terzane, le quali si sviluppano nell’està, e massime nel tempo in cui si macera e si maciulla il lino. Rare volte si chiama il medico: ordinariamente gli abitanti si curano da loro medesimi.

 

Rimedi ragionevoli. -

 

     Nelle febbri intermittenti usano il camedrio unito alla centaura minore ed alla corteccia e radice del prugno selvatico detto volgarmente terigrolara; nella risipola usano il fior di sambuco, la camomilla ed il fior di malva, e per purgarsi talora mangiaro il seme di ricino.

   

Rimedi stravaganti. -

 

     Quando i bambini ed i fanciulli di ambo i sessi dan segno di aver vermi, tosto la madre prende un lungo filo di lino, vi fa nodi in gran numero, e poscia tagliandoli con la forbice ad uno ad uno, li getta in un bicchiere di acqua, che fa bere al suo malato figliolo, persuasa di dargli un’acqua antielmintica affilatissima. Non v’è donna Joppolese che non vi decanti i prodigi di quest’acqua.

 

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Agiatezza. -

 

    L’agiatezza è proporzionata alla condizione degli abitanti; la proprietà de’ più ricchi massai di Joppolo va da’ mille a’ cinque mila ducati. Il pauperismo nel suo vero senso è sconosciuto; poiché ciascuno si adopera a procurarsi il sostentamento con le proprie fatiche.

 

Usi e costumi. -

 

     Niuna particolarità da notare ne’ costumi e nel vestire de’ Joppolesi; solo diremo che nell’aver prole, si suole fra le donne intavolare futuro matrimonio dei loro neonati; cosicché quando l’amica va a far visita all’amica puerpera, al primo entrare, in luogo di salutarla, comincia tutta lieta e festevole a dire. - Il Signore ha provveduto il mio figliuolo di bella moglie; sia sempre ringraziato. - Vi ha di più: anche nel tempo della gravidanza l’una amica augura all’altra un figliuolo o una figliuola per la sua bimba o pel suo bimbo. Quando poi una giovinetta raggiunge l’età necessaria per maritarsi, ed i genitori trovansi comodi per effettuare il matrimoni, la madre lega al grembiale della giovinetta una fettuccia rossa, che scenda per circa due palmi al di sotto della cintura della parte di dietro, e questo nastro si porta sin dopo i primi giorni del seguito matrimonio. E lo sposo anch’esso porta nel frattempo piccolo nastro rosso nella parte posteriore della cintura de’ calzoni. Vogliam pure notare il ballo in uso, che è alquanto caratteristico. Esso comincia per lo più al suono di zampogna, con movimenti piuttosto regolari, e con atteggiamenti vezzosamente grotteschi; si anima con salti e giri diversi cambiando postura a vicenda; e termina in una rozzamente scherzevole gara fra i due ballanti di chi può far cadere l’altro, scontrandosi con le spalle, ed urtandosi in quell’attitudine co’ calcagni con una spezie di saltarello.

 

Uomini distinti. -

 

    Giusta gli storici Calabri possiamo registrare i seguenti:

Agostino Nifo, il quale nacque dalla famiglia dei Baroni del luogo circa l’anno 1473. Questi per studi fatti dapprima in Tropea, e poscia in Padova, divenne celebre filosofo e medico, sicché meritò di professare la filosofia e medicina in Napoli ed in Pisa, ove ebbe lucri ed onori. Non fu ignoto al mecenate de’ Dotti Leone X, anzi questi nel 15 giugno 1521 gli conferì il titolo di Conte Palatino, e gli concesse moltissimi altri onori e privilegi. Scrisse quaranta e più opere, per le quali ebbe stima e lode dei dotti contemporanei. Morì in Sessa sotto il Pontificato di Paolo III, e fu elogiato pubblicamente dal suo chiaro discepolo Monsignor Galeazzo Florimonte, di cui è l’Epitaffio che si legge nella Chiesa de’ Padri Predicatori, nella città di Sessa ()

Vincenzo Nifo fratello di Agostino, secondo Elia d’Amato, fu monaco distinto dell’Ordine dei Predicatori, reputato per dottrina: ebbe pubblica cattedra in Salerno nel secolo XVI.

 

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Feste. -

 

    Con quelle solennità che permette la condizione della terra di cui parliamo, si celebrano, oltre le già citate feste di S. Sisto e di S. Antonio di Padova, anche quella della Vergine Addolorata nella terza Domenica di settembre, e quella del Corpus Domini . In occasione poi della Definizione del dogma dell’Immacolato Concepimento di Maria, si è introdotta anche la festa dell’Immacolata. Il popolo in queste feste, dopo aver mangiato bene e bevuto meglio, adunandosi in diverse case al suono della zampogna e di un’altro rustico strumento detto Lira , balla e canta per tutta la notte che segue il dì della festa.

 

False credenze. -

 

     Si crede al mal occhio, e per preservarsene o liberarsene, si adoperano comunemente le fumigazioni d’incenso e frusti di palma e di ulivi che si benedicono in chiesa nella Domenica delle Palme; e questi preservativi si applicano benanche agli animali, e fino agli alberi; cosicché se un contadino vede a mo’ d’esempio il suo pero carico di frutta, per non essere preso dal mal occhio, tosto lo suffumiga. Ed è curioso il sentire da quella buona gente raccontare gli effetti portentosi di tali suffumigi.

 

Letteratura popolare. -

 

    Nulla vi ha di caratteristico. Le canzoni sono le medesime che corrono nel Circondario a cui il Comune appartiene. I Joppolesi si distinguono nel parlare per un certo accento alquanto aspro, che ritrae molto dal canto. Il più delle volte usano parlare in persona prima di numero plurale. Infatti se t’incontri con uno di Joppolo e lo dimandi: dove vai ? senti risponderti: viditi, jamu a Nicotera - vedete, andiamo a Nicotera.

 

Bromologia. -

 

    Sono rinomati per isquisitezza i fichi secchi, ed il mele.

 

Bibliografia. -

 

    Gli scrittori che accennano o alla storia antica di Joppolo o a’ fatti particolari che lo riguardano sono: il cav. Francesco Adilardi nell’opera più volte citata, il Padre Fiore, l’Aceti, il Giustiniani, De Leone, Sacco, Barrio, Marafioti, Chioccarello, d’Amato, Nicodemi, Zavarroni, Naudè Prolegomena Opuscolorum Niphi ec. ec.

 

 

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