Maggio 2004 VI, 1/27 l' Archivio - N I C O T E R A |
NOTIZIARIO dell'Archivio Storico Vescovilee ella Biblioteca Comunale "R. CORSO" |
Nicotera:
In Largo Immacolata e in Via Fontanella
Importanti rinvenimenti archeologici
Granai a fossa - 1
Largo Immacolata – Basola di accesso alla "fossa", delimitata da cornice granitica (foto M.C.L)
Via Fontanella – "fossa" mancante della volta superiore, distrutta in precedenti scavi. (Foto : M. C. L.)
Nel corso dei lavori per la messa in opera della rete di
distribuzione del metano, nel cuore della Città medievale, sono ritornati in
luce alcuni siti archeologici che rivestono particolari significati per lo
studio della vita passata di questo antico centro, del grado di civiltà
raggiunto dalla popolazione residente e pongono, ancora una volta, degli
interrogativi sulla topografia urbanistica della stessa Città. La storia urbanistica di questo Centro, come da sempre
andiamo sostenendo, è ancora tutta da scrivere; uno studio scientifico sul suo
centro storico non è stato mai fatto, tanto meno affrontato, ma si è sempre
andati avanti su quanto scritto dai soliti cultori di patria memoria dei secoli
passati. Eppure i suoi archivi storici sono una miniera di dati e notizie, ciò
non di meno si continua sempre nel solito andazzo " in verbis eorum". Basterebbe leggere attentamente la Platea dei beni della
Mensa vescovile del 1542, compilata su incarico del vescovo mons. Giulio Cesare
De Gennaro, per avere una visione chiara e precisa di come era la Città
nell’alto medioevo ed anche i centri della diocesi, oppure il Fondo Criminalis
che ci offre degli spaccati urbanistici di grande importanza architettonica e
topografica assieme. Ogni tanto, però, la Città, si ridesta dal torpore
fortuitamente pone sul tavolo della ricerca insperati ed impensati documenti che
richiedono un approfondito studio. I siti in questioni sono delle "fosse" scavate nella dura
roccia, compresa la volta al centro della quale vi si trova un’apertura di forma
quadrata o circolare, delimitata da basole in granito e ricoperta da una grossa
pietra circolare, a forma di macina di mulino con al centro un foro con
scanalatura sottostante. Certamente esse erano utilizzate per la conservazione
del grano come leggiamo in una pubblicazione di Saverio Di Bella " spese per le
fosse della coltura che rendono in grano ducati 70"(1). Questa
supposizione sembrerebbe la più logica in attesa di un definitivo giudizio da
parte degli esperti della Soprintendenza Archeologica della Calabria, presenti
sul posto a seguire i lavori. In attesa si è consultato il Grande Dizionario Enciclopedico
dell'UTET, alla voce granaio che ci dà la seguente definizione: «Granaio a
fossa: costituito da fosse emisferiche, ricavate in terreno asciutto, rivestite
in muratura intonacata, coperte a volta, ermeticamente chiuse e prive di
ventilazione, in cui si stabilisce un’atmosfera protettiva di anidride carbonica
sviluppata dal grano».
Via Fontanella – Altra fossa ( Foto : M. C. L.) Per quanto attiene al nostro caso manca la muratura laterale in quanto il tutto è stato scavato nella roccia "murgia" compresa la volta; questa pietra " murgia" ha la particolarità di preservare dall’umidità per cui l’ambiente rimane sempre perfettamente asciutto, e, quindi è idoneo per la conservazione di cereali ed altri elementi soggetti a facile deperimento. Allo stato attuale sembra non vi siano riferimenti bibliografici della loro esistenza, salvo qualche sporadica voce tramandata dalla tradizione orale. In alcuni "processi criminali" dell’Archivio Storico Vescovile, però, si fa riferimento ai granai della Mensa Vescovile che si trovavano a Caroni di Limbadi; questo perché in questo piccolo borgo rurale abbondano le cave in arenaria e vi si trovano delle profonde grotte calcaree molto idonee per la conservazione di questo bene primario. Le "fosse" come sono definitive in questi documenti manoscritti, erano affidate alla custodia di particolari soggetti, armati, che rispondevano direttamente alla Corte Vescovile. Nella seconda metà del secolo XVIII risulta "custode" o " guardiano" un certo Maurizio Cesareo.
Via Fontanella – In primo piano l’originario acciottolato, oggi ricoperto da cemento. (Foto.: M. C. L.) I punti di localizzazione di queste strutture ritornate in
luce sono in Via Immacolata ed in Via Fontanella e fino al momento le fosse
risultano accoppiate. In Largo Immacolata, accanto alle due "fosse" vi si trova una
struttura muraria di cui si stenta ancora di darle un significato; le altre due
si trovano più in basso appunto, in via detta Fontanella . Le dimensioni non è dato ancora conoscerle, quelle di Via
Fontanella sembra abbiano un volume maggiore e raggiungono una profondità di
circa tre o quattro metri, con una quasi analoga larghezza nella parte centrale.
L’aspetto potrebbe essere quello di un uovo. I responsabili della Soprintendenza archeologia della
Calabria che hanno il controllo dei lavori di scavo, hanno disposto lo
svuotamento onde consentire i relativi rilievi, disegni e corredo fotografico. Per quanto riguarda la datazione, tenuto conto che la Città
qui sopra è stata costruita da Roberto il Guiscardo nel 1065, rimane tutta da
studiare anche se orientativamente essa potrebbe coprire un arco temporale che
va dal tardo medioevo sino al settecento.
Largo Immacolata –L’altra "fossa" (Foto dig.: M.C. L.
Museo Archeologico – Botola proveniente dalla "fossa" di Via Fontanella. (Foto : M. C. L.) Purtroppo alcune "fosse" sono state già ricoperte onde
consentire la continuazione dei lavori dell’impianto di distribuzione del
metano, ma si suppone che saranno ricoperte tutte, anche se "in via provvisoria"
per meglio salvaguardarle, dicono i responsabili della Soprintendenza. Sappiamo,
però, che quanto riguarda questa Città, il provvisorio è sempre da considerare e
ritenere definitivo. Naturalmente data l’assenza totale e completa delle
Istituzioni locali, rimane il problema di cosa fare in seguito. Le fosse, a
nostro avviso, data la natura particolare della Città votata al turismo, se
adeguatamente valorizzate, potrebbero essere un ulteriore richiamo turistico
soprattutto per la particolarità ambientale in cui esse si trovano. Che da parte
della Soprintendenza Archeologica della Calabria o dalla Regione Calabria ci si
possa aspettare qualcosa, è inutile illudersi. Il passato, non bisogna mai
dimenticarlo, insegna sempre qualcosa; basta d’altronde analizzare e considerare
la "stima" e "l’interesse" che queste Istituzioni hanno sempre avuto verso
questa Città; oppure scorrere tutte le guide e depliant regionali o dell’APT per
rendersi conto che quanto abbiamo affermato risponde al vero. Eppure Nicotera
appartiene alla grande storia regionale!
Largo Immacolata – Struttura muraria posta tra le due "fosse" . (Foto dig.: M. C. L.) Le fosse, senza dubbio, per la località in cui esse sono ubicate, sono oltremodo importanti. Non dimentichiamo che ci troviamo in piena area ebraica per cui la stessa area della Giudecca, alla luce di questo ritrovamento, è da ridisegnare. Le cronache dicono che la Giudecca, era stata costruita "all’ombra del Castello e del Campanile" a significare che era posta sotto la diretta protezione e del vescovo e del principe o conte della Città: e qui siamo proprio sotto il campanile e sotto il Barbacane del castello. Si sa, altresì, che Federico II, aveva affidato all’atto dell’insediamento degli Ebrei l’attività creditizia della Città unitamente a tutti i fondachi esistenti. Sarebbe auspicabile rendere fruibile quanto fortuitamente ritornato in luce, però senza decisioni affrettate, dettate dalla fretta del momento, ed affidarsi a tecnici specializzati onde trovare la soluzione più idonea per la loro valorizzazione.
Via Fontanella - Ruspa al lavoro per la copertura delle "fosse".
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Le fotografie digitali sono state eseguite da Letizia La Torre per conto del Movimento Cristiano Lavoratori Bollettino a diffusione interna, senza finalità di lucro. Quanto riportato nel presente può essere, parzialmente o totalmente, riprodotto con la citazione della fonte. A cura di: Ernesto Gligora - Natale Pagano |