La toponomastica è lo specchio più fedele del passato, recente e remoto, di una città. Nel linguaggio comune di Nicotera; pertanto, numerosa è la terminologia legata alla storia ed alla tradizione di essa per cui  abbondano le denominazioni legate al suo divenire nel tempo, divenendo esse stesse storia.  E guai se  così non fosse, in quanto, in un certo seno,  non avremmo memoria di avvenimenti sia della primitiva città, la Magno Greca Medma sia di quella romana, così pure della bizantina, normanna, angioina, svevo araganese, della cui lettura ci rimangono denominazioni delle località più significative, le quali sono, esse sono un punto di riferimento chiaro, preciso, ed inappellabile del suo sviluppo urbanistico nei secoli. Il territorio sul quale sorse Medma come pure quello  della Città romana, per non parlare della collina sulla quale sorse la terza città, è tutto un fiorire di termini  riferitesi ad edifici, luoghi di culto e di aggregazione sociale per cui, per mezzo di esse, si può dare un volto definitivo, un giorno, quando si darà mano a scavi sistematici in questo territorio: Purtroppo la politica imperante in questa parte di Calabria,  ha escluso qualsiasi  intervento di ricerca su questo comprensorio così ricco di storia e di avvenimenti passati legati all’intera Regione per incomprensibili misteri.

    Uno dei tanti toponimi molto popolare nella attuale Città, è quello legato al suo Castello normanno che, un tempo, solitario,  massiccio ed imponente, dominava la sovrastante pianura ed il braccio di mare che dallo stretto di Messina si spinge a Milazzo, Capo d’Orlando e giù giù fino allo Stromboli: il Barbacane.

    Ma cos’è il Barbacane ? A cosa serviva nei tempi passati?  Come entra nella storia di Nicotera ?

    Nonostante le ricerche fatte in merito ci preme chiarire che risulta inesistente una bibliografia adeguata, ma si trovano delle semplici indicazioni, in diverse opere che trattano dei Castelli  nell’antichità medievale   La sua definizione si riferisce  a «opera di rincalzo, di rinforzo, di sostegno o puntello (nelle costruzioni, nelle fortificazioni, nei bastioni, nelle murature, ecc..;  antimurale; terrapieno a scopo difensivo e protettivo. »[1]

    Nella stessa voce  numerose sono le citazioni riportate, tra cui quella riferita al Muratore (7-II-1°4), il quale chiarisce meglio il concetto: «sembra dunque  che gli antimurali di mura maestre della città, o i barbacani, fossero  mura più basse , che coprissero  le mura maestre della città, affinché non si potessero gli arieti e le altre macchine dei nemici accostare,  se non dopo molta fatica, alle porte e mura superiori».

      Un’altra fonte [2]  precisa::«(Voce barbacane). 1) Elemento di fortificazione costituito da un muro obliquo eretto a sostegno  del muro principale. Sebbene  di sezione molto più stretta,  ha una pendenza  e un profilo analogo alla scarpa. Il b. è stato uno dei primi elementi di contrafforte e si ritrova principalmente tra il, sistema a difesa piombante e quella a difesa radente. 2) Apertura rettangolare per lo scolo delle acque  praticata nei muri a scarpa o, riferendosi all’antico significato, contrafforti di sostegno di muri a strapiombo.» .

     Ancora, spaziando nella ricerca troviamo:« Il barbacane (o barbacana) è una struttura difensiva medioevale che serviva come sostegno al muro di cinta. Tale fortificazione era spesso solo un terrapieno addossato alle mura in vicinanza delle zone più vulnerabili di un castello o di una casa forte. Questo sistema difensivo si diffuse già nell'alto medioevo praticamente in tutta Europa anche per la sua relativa semplicità di costruzione. Pur essendo riferito come difesa di una struttura militare, vi sono eccezioni in cui il barbacane venne costruito a difesa di strutture civili e come struttura difensiva principale e non di sostegno. La spiegazione va ricercata nel fatto che, data la povertà dei piccoli villaggi, un terrapieno simile rappresentava una soluzione semplice, veloce e poco costosa..[3]

    La voce continua con: Etimologia: Barbacane è un termine francese che ha la stessa radice di barbacana (spagnolo), barbacao (portoghese) e barge-kenning (anglosassone) che è composto dal termine bergen: coprire, porre al sicuro e kenning scorgere, vedere. Infatti in una forma molto arcaica barbacane erano anche le feritoie verticali sulle mura dei castelli per poter colpire il nemico pur essendo al riparo. In realtà il termine in passato è stato usato anche ad indicare altri tipi di fortificazione.

    In toponomastica: Per la natura stessa del terrapieno oggi alcune zone, spesso molto piccole o vie di centri abitati, hanno preso il nome di barbacane. Solitamente questi microtoponimi sono ubicati la dove anticamente sorgeva un barbacane nelle sue forme o significati prima esposti»

    Sinonimo a Barbacane troviamo il toponimo Cittadella: « Una cittadella è una fortezza atta a proteggere una città, talvolta con un castello nel mezzo. Le cittadelle sono spesso impiegate per proteggere una guarnigione o i Governanti dagli abitanti della città che nominalmente dovrebbe difendere. Erano progettate per assicurarsi la lealtà della città che difendevano.

      In una fortificazione alla moderna, la cittadella è la parte più forte del sistema, talvolta collocata ben all'interno dei muri esterni e dei bastioni, ma spesso costituisce parte delle mura esterne per questioni di risparmio. È posizionata per essere l'ultima linea di difesa nel caso il nemico faccia breccia nelle altre componenti del sistema difensivo. Spesso nonostante la città si arrendesse la cittadella era in grado di resistere anche molto a lungo, non di rado venendo infine soccorsa durante un ritorno offensivo del proprio esercito.

      Alla luce di quanto sopra la “citateja” di Nicotera, acquista la sua denominazione più consona al suo status. Dopo questa ricerca “terminologica”, si passa ad illustrare il barbacane di Nicotera, di cui pur non riscontrandosi oggi alcuna traccia architettonica,  rimane il toponimo, a tramandare nel tempo la sua presenza in quella località..

 

 

Nella cartina pubblicata nel 1703  dall’Abate Pacichelli [4], l’unica immagine d’epoca, abbastanza veritiera, dovuta  ad un bravo disegnatore, viene ben evidenziata la presenza dei barbacani, come rinforzo tecnico delle sue torri angolari, sia delle mura che del castello e sulle rispettive porte, che ricoprivano un ruolo ben definito ed importante

     Lungo le sue mura perimetrali, non si nota alcun particolare rafforzamento di difesa. Come mai ? Si sa che dette mura di cinta, più volte distrutte, sono state sempre ricostruite nel corso della storia del paese. Quelle riportate nella cartina è  l’ ultima ricostruzione, abbastanza solida e sicura, a causa del terreno scosceso, che non necessitava di altre precauzioni.  Il termine barbacane, d’altronde, di origine medievale, si potrebbe riferire, quasi sicuramente, alle prime mura della città di Nicotera medievale che, distrutte e rifatte,  avrebbero potuto anche circoscrivere un territorio più limitato.

    Gli studiosi di storia locale fanno solo qualche accenno in merito al nostro argomento. In una  descrizione di Nicotera del 1646 [5]:

     «La detta città di tramontana e levante e murata con torrioni, bal guardi (=baluardi), li quali son per la difensione di essa in tempi di Inimici, et da Mezzogiorno e ponente è …… parte da muraglia et parte dalle mura di habitazione» . «Si entra, in detta città, per cinque porte, la prima chiamata Porta Grande …. Da sotto detta porta vi e un’altra porta la quale si chiama la Porta della Piazza, che sta nella mittà della Città; da essa si entra nella città»  La descrizione rispecchia fedelmente l’immagine pubblicata dal Pacichelli.

   Il Monaco fa presente che «solo dalla toponomastica di alcune località cittadine, come … Barbacane … apprendiamo l’ubicazione di essa»… «odierna abitazione … Proto-Cognetti e comprendente l’ex orto Valerio, vi era il Barbacane, cioè il fortalizio, ».[6]

 

Nella immagine che precede [7] si evidenzia quello che molto probabilmente doveva essere il Barbacane, tenuto conto che il Borgo e la chiesa di S. Giusepe, ben visibili, sorgevano fuori le mura.

 Anche la “citateja” (=cittadella), che troviamo presente nel Castello, svolgeva la stessa funzione del barbacane, cioè era un' opera difensiva.

 

    

 

                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La“citateja”

 

Questa, in particolare, presenta delle feritoie attraverso le quali si poteva colpire in piena sicurezza il nemico che attaccava il Castello.        

          

Parte esterna ed interna delle feritoie

      

PERCORSO DEL BARBACANE da Porta Grande a Porta di mezzo (piazza del Popolo)

               

Via Barbacane     

La colonnina di granito locale, “papatolu”, posta all’angolo di una casa non ha nulla a che vedere col nostro argomento; questa è molto più recente e forse serviva per difendere il fabbricato da eventuali “strisci” delle ruote dei carri.

   

La via, affiancata da due alti edifici. Nella  foto a sinistra, Pino Leone,  valida guida e collaboratore per questo lavoro.

 

 A questo punto la strada si biforca; la deviazione a destra va verso l’interno e arriva a Porta Palmentieri. Non si esclude però  che poteva passare per la torre angolare.

L’altra, a sinistra, è la naturale continuazione del percorso.

   

                                                                  

 

 

 

 

 

 

 

A destra ci si incontra in una nicchia di mattoni posta sull'angolo di una costruzione. E' questo un particolare che non ha nulla a che vedere col nostro argomento; è infatti molto più recente 

 

 

 

 

 

Continuazione della strada che costeggia l'altura, a destra,  e "l'Orto di Valerio" o "Orto Grande",a sinistra. Questo ultimo è un appezzamento di terreno circoscritto per tre parti dal Borgo  e dall'altra parte dalla strada del Barbacane.   

Brevissimo tratto di strada adornato con piante verdi e fiori. Per la pavimentazione sono stati utilizzati le "basole" di granito locale, caratteristico dell'arredamento urbano di Nicotera. Le opere in granito locale sono in fase di completa  distruzione con sostituzione di altri  tipi di materiali provenienti da molto lontano.

 

Altro tratto di strada vista dal basso. La pavimentazione,  a gradini, è costruita in cemento: la solita cementata  in sostituzione dell'acciottolato originario.

 

 

 

 

 

                                                         

 

 

 

Tratto di strada abbellito con piante verdi e fiori. Ciò dimostra la sensibilità dei cittadini che ivi abitano e il loro attaccamento al proprio territorio.

 

 

 

 

 

  Lungo  la strada ci si imbatte in un rudere di  dimensioni piuttosto notevoli.

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Altro tratto di strada adornato con piante verdi e fiori.

La curva a sinistra porta all"Orto Grande"; svoltando invece a sinistra ci si avvia all'uscita dell strada.

 

 

                      

 Sbocco della via sul Borgo, nei presso di Piazza del Popolo

 

 

 

NOTE

 [1] Battaglia Salvatore – Grande Dizionario della Lingua italiana – UTET – Torino, voce. Barbacane.

[2] Enciclopedia Europea – Garzanti - Bologna

[3] ) tratto dal sito internet: it.wikipedia.org/wiki. Voce:barbacane

[4] ) G.B.Pacichelli – Il Regno di Napoli in prospettiva, parte II, Napoli 1703 Ristampa anastatica Forni Ed. – Sala Bolognese 1975 (presso Biblioteca Comunale “R.Corso”- Nicotera)”.  

[[5] ) Luigi D’Avanzo – Nicotera in un apprezzo del 1646- in  “Calabria mobilissima”, a. XIX, n. 49-50 , Cosenza 1965

[6] ) Giacomo Monaco – Il Castello di Nicotera, in “Calabria letteraria”, n.23 anno 1961,  parte I. In una nota il Monaco chiarisce: «nel basso medioevo  gli architetti  chiamavano Barbacane  o Cittadella, quell’opera che serviva alla difesa  del Castello», e con grande disappunto annota: «Purtroppo, a causa di due ignoranti che nel primo dopoguerra ebbero l’incarico di aggiornare la toponomastica cittadina coi nomi della città redente, via Barbacane viene sostituito con Scesa Roma, e Via Santa Chiara con Scesa Marina. Facciamo appello all’attuale amministrazione per il ripristino dei due nomi storici.

[7] Foto fornita dallo studio  “Tempi e Diaframmi” di Colombo Labate, via Castello,30 Nicotera (VV).

 

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Bollettino a diffusione interna, senza finalità di lucro.

Quanto riportato nel presente può essere, parzialmente o totalmente, riprodotto con la citazione della fonte.

A cura di Ernesto Gligora e Natale Pagano.

Ha collaborato a questo numero Pino Leone, appassionato cultore di storie patrie.

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