L’UNIVERSO AD “U”

               

               

Nell’universo ad U, come in tanti altri, se si parte da un estremo per arrivare dall’altra parte ci s’impiegano molti anni. Ma ecco che per magia appare uno strano passaggio in grado di collegare le due estremità, mentre l’esterno scompare pian piano. Ciò che scompare dall’esterno, si riproduce allo stesso modo all’interno.
In questo modo una persona che parte da uno dei due estremi per arrivare dall’altra parte impiegherà meno tempo.
Siamo in una dimensione diversa: nel nostro universo per andare da una parte all’altra bisogna percorrerlo tutto; in quello ad “U” no! Qui se cadi finisci nello spazio profondo; il paesaggio circostante è pieno di meteoriti che da un momento all’altro potrebbero beccare il finestrino della tua astronave e non mancano di certo i milioni di stelle che per tutto il tempo brillano in questo strano universo.
Ecco un uomo alto, bruno con una tuta spaziale bianca e azzurra e che come tanti altri sapeva che per viaggiare attraverso quegli spazi sconfinati occorreva molto tempo. Lui, però non sapeva dove si trovava perché era un comune umano proveniente dalla Terra e che per uno strano scherzo del destino si era ritrovato in quel luogo. Stava per partire con la sua astronave per andare a trovare il suo vecchio amico Sam che si era stabilito disgraziatamente dall’altra parte dell’universo. Costui non immaginava che ci sarebbero voluti anni ed anni per arrivare dall’altra parte mentre si accingeva ad intraprendere tranquillamente il suo viaggio attraverso l’universo.
Tom al primo incrocio, appena partito, trova subito una lunga coda d’astronavi ferme ad un semaforo, probabilmente stavano partendo per il week-end, poiché era venerdì sera. Dopo aver superato a fatica il traffico riuscì ad atterrare in un hotel alquanto strano per lui: non solo perché era la prima volta che lo vedeva, ma anche perché appena vi entrò incominciò a svolazzare per mancanza di gravità nelle stanze. Comunque passò lì la notte, dormendo per aria.
Il giorno seguente ripartì, ma ecco che, mentre stava viaggiando, sentì alla radio la notizia secondo cui degli scienziati del posto affermavano che stava per formarsi una strana apertura in grado di far passare da un punto all’altro dell’universo, distanti anni luce, in breve tempo. Ovviamente Tom non ci credette.
Com’era possibile??!!!! Impossibile forse sarà stato per noi, ma dobbiamo ricordarci che in quest’universo tutto può succedere, anche quello che per noi sarebbe una cosa dell’altro mondo, appunto. Si stava, infatti,creando una specie di galleria che poteva unire le due parti dell’universo ad “U”.
Tom proseguì scordandosi di ciò che aveva sentito la mattina stessa e man mano che proseguiva il suo viaggio vedeva cose sempre più strane: signore trasportate da scale mobili e che quindi non camminavano per niente; cani accompagnati da robot che svolgevano la funzione di dog-sitter; per strada non c’erano negozi, ma macchine robotiche con cui, inserendo delle monetine, potevi chiedere quello che volevi e in pochissimo tempo l’oggetto richiesto arrivava. Tom, al secondo giorno di viaggio, non era arrivato neanche ad un millesimo della strada che doveva fare per raggiungere il suo amico.
Arrivata sera Tom accostò in un parcheggio e dormì nella sua astronave, per evitare l’inconveniente della sera precedente in quel bizzarro albergo. Durante la notte Tom — ripensando a ciò che aveva sentito il giorno stesso alla radio — fece un sogno nel quale appariva veramente la galleria di cui aveva sentito parlare. Il giorno seguente non si ricordò più del sogno e ripartì. Mentre stava viaggiando l’astronave fu colpita da un meteorite che lo costrinse ad accostare e a chiamare il soccorso aerospaziale, che oltre tutto arrivò in ritardo facendogli perdere un sacco di tempo. L’astronave fu riparata non prima di sera e quindi non poté neanche continuare il viaggio e, come la notte precedente, dormì nella sua astronave. L’indomani partì molto presto perché non voleva trovare coda e doveva recuperare il tempo perso il giorno precedente. Circa a metà mattina arrivò in un’altra città, che era ancora più bizzarra di quelle precedenti. Qui si fermò a pranzo in un bar, ma purtroppo non mangiò nulla, perché tutte le pietanze servite erano composte da strane sostanze mai sentite nominare da Tom.
Affamato, si fermò davanti ad una di quelle macchine che, se inserivi la monetina e chiedevi ciò che volevi, in breve tempo l’alimento ti arrivava, e così si sfamò. Nel pomeriggio ripartì e viaggiò per tutta la notte; il giorno seguente la radio comunicò altre notizie sullo strappo che si stava formando e che avrebbe potuto modificare la rete stradale. Anche stavolta Tom non ci credette e proseguì tranquillamente il suo lungo viaggio in quello strano universo. Ecco che, mentre stava osservando il paesaggio che gli passava accanto, si rese conto di trovarsi sulla stessa strada che aveva percorso il giorno stesso in cui era partito da casa.
Ciò gli sembrava molto strano per cui accostò al primo parcheggio e con aria stupita si guardò in giro: era tutto uguale, ma non si preoccupò più di tanto e visto che aveva perso già troppo tempo risalì sulla sua astronave e proseguì il suo viaggio. Passarono un paio di giorni e nel frattempo il passaggio che poteva collegare i due estremi continuava ad allargarsi. Era pomeriggio e Tom era appena sceso dalla sua astronave per visitare il paese in cui si trovava; in mezzo ad una strada s’era accalcata una grande folla: tutti stavano osservando la formazione di un grosso buco.
Era proprio quello l’enorme passaggio di cui si stava parlando da giorni?!! Tom si avvicinò e ricordandosi di tutte le informazioni che avevano comunicato gli scienziati alla radio, capì che il passaggio si stava realmente formando e ne aveva la prova davanti ai suoi occhi. Il passaggio si stava ingrandendo sempre di più e impaurito Tom tornò a bordo; ma fece appena in tempo a risalire che il buco risucchiò lui e l’astronave ed in pochi minuti si trovò ad attraversare una galleria molto buia: la navicella non rispondeva più ai comandi. Tom di colpo cadde in un sonno profondo.
Il giorno dopo, quando si risvegliò, si accorse che la sua astronave non solo stava vagando in un luogo alquanto strano, ma si era pure trasformata in un’automobile: tutto eccitato capì che era tornato sulla Terra. In una settimana raggiunse la sua casa, ma tutto sembrava diverso. Continuò a pensare e ripensare a quello che poteva essere successo. Alla fine giunse ad una conclusione: doveva essere arrivato in un altro universo entro cui era racchiusa la cara vecchia Terra.
Qualche giorno dopo la Terra stava cominciando a scomparire e Tom pensò che si trattasse di un sogno. Invece no! Era realtà: il passaggio non era ancora completato, per questo dall’altra parte dell’universo non c’erano ancora i segni del buco che si doveva formare. All’interno del passaggio si stava riproducendo l’universo esterno, con la sola differenza che qui c’era buio, sempre e solo buio; mentre all’esterno una parte d’universo andava scomparendo man mano che il passaggio s’ingrandiva. Tom alla fine decise di non continuare il suo viaggio visto che stavano accadendo cose troppo strane.
Allora, dopo aver condotto la sua astronave nel parcheggio di un hotel decise di cambiar vita. Non voleva viaggiare più, ma utilizzare la sua astronave solo per spostarsi da un posto all’altro dello stesso paese, dato che non aveva più speranza di tornare sulla Terra.
Passò un mese e Tom incominciò ad avere nostalgia dei tanti bei viaggi che aveva intrapreso e portato a termine nel passato, ed era profondamente deluso per questo unico viaggio rimasto inconcluso. Intanto passavano gli anni e pian piano alfine tutto si era riprodotto dall’esterno; finalmente arrivarono anche i raggi di luce, perché anche dall’altra parte dell’universo si era formata l’apertura del passaggio.
Il giorno dopo, mentre stava lavorando, sentì alla radio che il passaggio si era finalmente completato. Tom con molto entusiasmo, lasciato il suo lavoro, riprese la sua vecchia navicella e ripartì alla velocità della luce, non era mai stato così contento di riprendere un viaggio. Era ormai a metà strada, quando, resosi conto che erano passati troppi anni, cominciò a pensare: “Chissà se il mio vecchio amico Sam si ricorderà di me?”
In breve tempo arrivò dall’altra parte e riuscì finalmente ad incontrare il vecchio amico, che non sperava di rivedere più. Tom, anche se invecchiato, non si era dimenticato di lui e appena lo vide lo riconobbe subito.
Passarono giornate intere a ricordare le avventure di gioventù ed erano talmente felici di essersi ritrovati, che Tom decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita con il suo vecchio amico, che nel frattempo si era creato una famiglia in quello strano universo.
Decise anche di scrivere un libro in cui raccontare dei suoi viaggi ed in particolare dell’ultima indimenticabile avventura.
Passarono due anni ancora, ma Tom, ormai vecchio giunse in fin di vita. E ricordando i bei momenti trascorsi sulla Terra e nell’universo ad “U”, chiamò al suo capezzale l’amico Sam per ripercorrere insieme, ancora una volta in un unico flash, tutti i più bei ricordi dei suoi strani viaggi. E mentre dava l’addio a Sam, che piangeva come un bambino, ricordò l’ultimo indimenticabile viaggio durante il quale aveva assistito alla creazione di quello strano passaggio che aveva cambiato la storia dell’universo.
E mentre si sentiva mancare vedeva Sam piangente che diventava sempre più piccolo, sempre più piccolo!
Poi il buio.

Consuelo N.

 

Indice

home