La teoria delle superstringhe


Mentre le prime due teorie sono abbastanza note e consolidate nella letteratura scientifica e nella sperimentazione del novecento, questa teoria è abbastanza nuova, poco conosciuta, ancora in fase di sistematizzazione e tenderebbe ad unificare in un’unica teoria le leggi che regolano le quattro forze — elettromagnetica, elettrodebole, nucleare e gravitazionale che ‘tengono insieme’ tutto il cosmo — sostituendosi al modello Standard.
Essa mette alla base di tutta la materia, anziché le usuali particelle elementari (elettrone, quark, fotone, gluone, gravitone, ecc…), semplicemente delle corde vibranti (le superstringhe, tutte uguali, ma con possibilità di vibrazione diverse; in grado di dare vita alle differenti manifestazioni della natura: quelle che noi siamo abituati a chiamare particelle elementari e che compongono i ‘classici atomi’).
Questa teoria funziona se si ammette l’esistenza di alcune dimensioni supplementari rispetto alle classiche quattro dimensioni — tre spaziali ed una temporale.
Sono ben sette le dimensioni supplementari, quindi il nostro sarebbe un universo a undici dimensioni. Ma allora come mai non si vedono queste altre dimensioni? Perché sono arrotolate su se stesse e quindi piccolissime e non visibili dal punto di vista macroscopico.


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