In una sperduta piccola
dimensione dell’Universo viveva serena e beata una piccola bambina,
abbandonata da tutti, perché era capace di fare solo guai.
Era sola, ma come mezzo di trasporto aveva un raggio di luce. Voi direte,
roba da matti, ma Doroty, la nostra piccola bambina era felice, si
divertiva viaggiando dentro e fuori dalle superstringhe, girandoci intorno
e spaventando la sua povera nonna adottiva. Sì perché Doroty era stata
adottata ben presto da una cara e simpatica signora, che aveva il vizio di
buttare la spazzatura nella 5ª dimensione, che doveva puzzare non poco -
è meglio che mi crediate sulla parola - ma in compenso consentiva di
liberarsi della spazzatura.
Ma torniamo a Doroty: un giorno mentre con il suo raggio di luce viaggiava
nella notte, un piccolo frammento di meteora le cadde sulla testa e per il
forte dolore la poverina svenne.
La mattina seguente si risvegliò con la luce del Sole. Dove si trovava?
Che posto era quello? Spaventata si alzò lentamente: davanti a lei si
spalancava una porta “spazio-temporale”. Convinta che attraversandola
potesse diventare ricca e famosa, perché sbarcando in un mondo nuovo
avrebbe fatto fortuna - almeno così sostenevano alcuni concittadini del
suo paese d’origine.
Era spaventata dall’idea di dover lasciare tutto..... ma soprattutto la
povera nonnina, che in tutti quegli anni l’aveva curata con tanto amore.
Se entrava avrebbe lasciato il suo mondo... Cosa le avrebbe riservato
quella nuova dimensione????!!!
Troppe domande che giravano nella sua testa non avevano risposta e forse
attraversando quella porta avrebbe dato loro una spiegazione logica.
Per pochi attimi nella sua testa ci fu una confusione pazzesca: “Andare
o non andare” - questo era il problema.
Poi però la sua voglia di avventura prevalse sull’amore che aveva per
quello che avrebbe lasciato e con tutto il fiato che aveva in gola urlò:
“Addio caro mondo, io ti saluto. Ho deciso di vagare per lo spazio per
cercare una risposta alle tante domande. Cara nonna aspettami un giorno
ritornerò, te lo prometto, tu aspettami... addio anche a te mio compagno
fedele — il raggio di luce — un giorno ritornerò a viaggiare con te”.
Con queste parole si fece coraggio e, mentre tutta la sua vita le scorreva
rapidamente nella mente, le lacrime scendevano sulle guance e sembravano
non finire più.
Piano piano si avvicinò alla sua “porta della felicità”.
Lentamente e con grande paura allungò la mano............ il cuore
batteva forte, le lacrime scendevano................. si fermò — la
paura era sempre più grande — ma con un grande respiro la soffocò.
Basta si disse, devo andare..... prese la rincorsa e via!!!!!!
Appena varcò la soglia accadde qualcosa... si sentiva strana, guardò il
cielo… tutto era fermo, immobile, solo lei… lei e il suo raggio —
lui non l’aveva abbandonata — si muovevano.
Cosa era successo? Perché tutto era fermo?!!!.
Con un grande balzo saltò sul suo raggio e via....... non sapeva dove
andare, ma l’amore e la nostalgia che provava per sua nonna l’avrebbe
guidata nuovamente a lei.
Il tempo passava! Ma tutto era fermo. Però, come poteva passare il tempo
se si era fermato? Doroty guardò l’orologio……..era fermo!!!!!! Com’era
possibile?
Ma certo se il tempo era fermo anche l’orologio doveva essere fermo. Ma
allora non passava, o sì?
Ecco all’improvviso un cartello incrociò il suo sguardo: “Benvenuti
nella 5ª dimensione”. Ma, ma non era la dimensione dove la nonna
gettava i rifiuti? Chissà che puzza!
Decise di andare avanti anche se — come già sappiamo — quella
dimensione non doveva essere molto profumata…. Però non le sembrava che
puzzasse e andando avanti vide un enorme apparato, che ingoiava i rifiuti,
che venivano inceneriti, e dal lato opposto uscivano… profumi! Doroty si
avvicinò, ma per sua sfortuna fu colpita ad un occhio da uno spruzzo, ahi
che male!!!
Lacrime abbondanti scesero dagli occhi e le rigarono le guance, l’occhio
bruciava molto: quando, in lontananza, la vista di una figura strana la
distrasse dalla “crisi di pianto”, aveva visto qualcosa muoversi; c’era
qualcuno che poteva muoversi e parlare con lei? Scese dal raggio e
cominciò a correre lungo un grande tunnel fino a quando non inciampò in
uno zaino…. Era quasi arrivata, nella penombra scorse qualcuno e… con
un balzo gli saltò addosso.
Dopo un attimo di confusione… si rialzarono, il ragazzo accese la luce e
si presentò.
Il dottor Albert spiegò, con
degli esempi, alla piccola Doroty cosa era successo e perché non aveva
funzionato. Così le parlò dei fenomeni della “Relatività” —
ipotizzati da Einstein.
Il concetto era abbastanza semplice: ‘se si viaggia alla velocità
della luce si arriva prima di chi viaggia normalmente non solo perché si
è più veloci, ma perché lo spazio si accorcia, ma, cosa più strana,
non si invecchia perché il tempo rallenta fino a fermarsi’. E così
Doroty, viaggiando a quella velocità, non era invecchiata, a differenza
degli altri. La povera bimba non si reggeva più dopo quell’avventura:
lei aveva viaggiato molto velocemente e non era invecchiata, mentre la sua
nonna si. Erano passati tanti anni per tutti, ma non per Doroty. Dalla
stanchezza e dal dolore cadde a terra e svenne.
Albert la prese e l’appoggiò su una coperta. Dopo un po’ la piccolina
si riprese e per distrarsi uscì con Albert. E mentre passeggiava nel
giardino notò un fiore: si avvicinò, si inginocchiò per vederlo meglio
e con grande stupore vide il fiore sbocciare sotto il suo sguardo — fece
un balzo per la gioia ed esclamò: “il tempo è ripartito”!
Così Albert illustrò a Doroty, con vari esperimenti, come mai se lei
andava alla velocità del raggio di luce, il tempo si fermava. E da allora
Doroty non andò più con il raggio di luce e decise di stare per sempre
con Albert per crearsi una casa, un ambiente dove stare e vivere felice
come qualsiasi altra bambina.
Questa storia, forse, non avrà chiarito come Einstein abbia potuto
ipotizzare la Teoria della Relatività — che lascia perplesse non poche
persone — ma di sicuro ne avrà fatte sognare molte di più.
Alice R.