Noi siamo abituati a
vivere in un mondo a tre dimensioni, strutturato sulla forma del
parallelepipedo. Non immaginiamo neppure che possano esistere altre
dimensioni. Ma questo accade semplicemente per il fatto che noi siamo
abituati a vivere in un mondo costruito in tre dimensioni. Mentre una
formica, che vivendo nel suo mondo e spostandosi su un piano, non ha
bisogno della terza dimensione, al contrario noi non possiamo metterne in
dubbio l’esistenza perché ci viviamo dentro. Le dimensioni in cui
viviamo le vediamo perché si sono “srotolate” e si sono rese
visibili. Ma se una delle dimensioni improvvisamente si “arrotolasse”…..
Io sono, a dire di tutti, l’uomo
più felice nel mondo, ho un buon lavoro, dei figli, degli amici, una
brava moglie, una bella casa.
Una mattina, mentre stavo facendo colazione, mi accorgo che il panino col
burro e la marmellata era diventato una linea sul piano del tavolo. Ma che
dico? Vedevo delle linee su una specie di piano, come se fossi di colpo
precipitato in un mondo piatto.
Povero me! Una delle mie tre dimensioni si era improvvisamente arrotolata
e mi ero trovato improvvisamente in un mondo che non conoscevo, dove
vedevo le linee passarmi accanto mentre camminavo; vedevo il tostapane, il
frullatore e la fruttiera allo stesso modo e ampi uguali. Per giunta ero
divenuto piccolissimo, tanto che un piatto di poche decine di centimetri
mi pareva, mentre ci passavo accanto, più grande di me stesso.
Ora, molti di voi penseranno che un mondo a due sole dimensioni dovrebbe
essere come un foglio, e che su di esso si dovrebbero vedere la larghezza
e la lunghezza, e quindi distinguere tre diversi oggetti, come quando si
guarda dall’alto. Ebbene non è così. Voi vedete queste figure dall’alto
perché siete al di fuori di quell’ipotetico foglio. Se, invece,
immagino di entrare e di muovermi su questo foglio, guardandolo dal bordo,
comprendo che delle figure allineate mi appaiono come una semplice linea.
Man mano che poi mi avvicino alle figure e vi passo accanto, riesco a
vedere delle linee che, dal mio punto di vista, passano alla mia stessa
altezza, perché non c’è la terza dimensione spaziale. Per questo io
finora ho parlato della vita in quel mondo come se si vedessero delle
semplicissime linee, perché, in effetti, senza l’altezza sembra
scomparire anche la lunghezza.
Questo è anche pericoloso, perché se io non vedo lo spigolo del
frullatore, rischio di batterci la testa contro, con conseguenze
spiacevoli, anche perché i medici di questo mondo non riuscirebbero a
curare una semplice linea, e morirei.
Oggi è giorno di lavoro; dunque devo recarmi in fretta in ufficio: il
capo sarà infuriato per il ritardo; avrei dovuto essere lì mezz’ora
fa.
Esco per prendere la mia auto ma mi accorgo che non posso aprire la
portiera, perché non vedo la maniglia.
Allora sfondo la portiera, facendomi molto male. Per fortuna sono una
linea molto “resistente”! Entro in auto, la metto in moto e mi avvio.
Noto una linea davanti a me; dopo un po’ capisco che è la strada! Pur
innervosito, decido di recarmi lo stesso al lavoro e per guidare mi faccio
aiutare dal navigatore satellitare e dal pilota automatico, che per
fortuna è stato già inventato nel 2010 — questo fatto si svolge nel
2024 — così riesco a tenere l’automobile sulla strada, anche se con
qualche ammaccatura. In qualche modo raggiungo il parcheggio dell’ufficio
e scendo dall’auto. Ecco il grattacielo della ditta per la quale lavoro.
Sapevo per esperienza che era un grattacielo, ma adesso è alto 0 mm, e
pare uguale ad una capanna. Entro — si fa per dire — nel grattacielo e
mi ritrovo la figura piatta del direttore che mi osserva con i suoi
occhietti torvi e dice: “Sei in ritardo!” - con una vibrante
voce stridula - e prosegue: “Continua così e ti licenzio”. Io
mi dirigo, senza badare alle critiche, nel mio ufficio e comincio a
lavorare col mio computer. Gli detto, a voce, il nuovo lavoro e quello
come al solito mi obbedisce protestando.
Ho lavorato per un’ora buona, quando il mio capo irrompe nell’ufficio
e mi dice che posso andarmene via, che sono licenziato. Io mi spavento ma
obbedisco e corro fuori. Non posso certo spiegargli quello che m’è
successo! Non mi crederebbe. Vorrei tornare a casa, ma non posso perché
la porta è chiusa.
Improvvisamente vedo la porta come rialzarsi e la vedo più alta di me, ma
anche larga abbastanza per potervi entrare. C’era un’unica
spiegazione: la mia terza dimensione si era di nuovo “srotolata”! Che
felicità! Che bello tornare alla normale esistenza! Mi rialzo e vedo il
panino con la marmellata sul tavolo, finisco di far colazione. Che brutto
sogno era stato — pensavo — mentre mi stropicciavo il bernoccolo che
mi faceva ancora dolorare per la botta presa cadendo!
Marco B.
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