Al termine di una maratona contrattuale durata 16 ore, l'accordo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici è arrivato. L'aumento per le tute blu è stato fissato in 100 euro mensili, a cui si aggiungono una "una tantum" di 320 euro, e una erogazione di 130 euro per i lavoratori senza secondo livello di contrattazione e ai minimi salariali. Fra i cardini dell'accordo è previsto inoltre un allungamento contrattuale di sei mesi. Raggiunta un'intesa anche sulla parte normativa del contratto relativamente a mercato del lavoro, flessibilità, apprendistato.

Per quanto riguarda la flessibilità, verrà esteso in via sperimentale a tutte le aziende metalmeccaniche l'orario plurisettimanale con le stesse modalità previste finora per le imprese con produzione stagionale. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, verrà creata una commissione che entro il 31 luglio (anche se la data è prorogabile dalle parti) avrà il compito di individuare una percentuale di utilizzo dei contratti di lavoro somministrato e a termine.

In vista del prossimo rinnovo normativo, si costituirà un tavolo permanente di valutazione delle temitiche relative a competitività, produttività, flessibilità. In più verranno definite le modalità di applicazione del contratto di apprendistato professionalizzante, che potrà essere utilizzato per un massimo di cinque anni. Una clausola stabilisce che il 70% dei contratti dovranno essere stabilizzati perchè l'azienda possa ricorrere nuovamente allo strumento dell'apprendistato. In particolare l'intesa prevede che per i lavoratori di terzo livello il contratto duri 42 mesi, che scendono a 36 per i lavoratori con diploma inerente e a 24 per i lavoratori addetti alla catena di montaggio. Per il quarto livello, i mesi sono 52 e calano a 46 in caso di diploma. Per il quinto livello sono previsti 60 mesi che passano a 54 per i lavoratori con diploma e a 34 per i laureati. Per il sesto e settimo livello, rivolto a lavoratori laureati, i mesi sono rispettivamente 38 e 42. Le ore di formazione saranno nel primo anno 160 (80 pratiche e 80 teoriche), 140 nel secondo anno (80 e 60 ) e 120 nel terzo (80 e 40).

L'accordo sul rinnovo del contratto soddisfa le rappresentanze sindacali, che ne danno una valutazione positiva, sottolineando come sia stato raggiunto ciò che da tempo era auspicato. «Vista la fatica e la lunga durata della trattativa - commenta Giorgio Caprioli, leader della Fim - il contratto è soddisfacente, in particolare per il risultato dei 100 euro, seppure ottenuto con un allungamento della durata del contratto». Caprioli rimarca come, sulla parte normativa, i sindacati siano riusciti a trovare una soluzione «in modo dignitoso, anche costruendo ipotesi di lavoro per il
prossimo contratto normativo». «È un risultato molto importante - afferma Tonino Regazzi, segretario generale della Uilm - politicamente ed economicamente rilevante, ottenuto anche grazie alle lotte dei lavoratori». Anche le imprese manifestano soddisfazione per il risultato ottenuto. «Sono assolutamente soddisfatto di questo accordo», commenta a caldo il direttore
generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli. «Abbiamo raggiunto un punto di equilibrio fra esigenze diverse, ma non fra interessi contrapposti». Secondo Santarelli l'accordo raggiunto sarà molto oneroso per numerose aziende del settore, in una fase di competitività acuta e di globalizzazione dei mercati, e tuttavia rappresenta «un punto di equilibrio equo». «Sicuramente - aggiunge il direttore di Federmeccanica - è un contratto buono da un punto di vista dei contenuti e rispetto al sistema contrattuale vigente. Ma è anche un contratto che dimostra che c'è bisogno di un profondo ripensamento del sistema, degli accordi del 1993».

Santarelli ritiene che sia stato scritto e condiviso «un bel contratto per l'apprendistato, sia per le imprese che per i lavoratori». Esprime la sua soddisfazione per il risultato raggiunto anche il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: «Quando si fa un contratto è sempre un fatto positivo; a maggior ragione oggi, in un momento così travagliato per il Paese». Valutazione condivisa anche dal segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, secondo il quale «è stata chiusa una vicenda ormai aperta da troppo tempo».