L’intesa raggiunta tra FULC e Federchimica-Farmindustria, sul rinnovo del CCNL valido per il quadriennio 2006/2009, è un accordo dai contenuti pericolosi e destabilizzanti per lo stesso CCNL.

 

La nostra critica verte in modo particolare sui seguenti punti:       

·        la possibilità di effettuare accordi aziendali in deroga al CCNL, seppure validi solo dopo il parere di conformità della costituenda Commissione Nazionale Contrattazione, è una “innovazione” che rischia di scardinare l’impianto del CCNL stesso, indebolendolo pesantemente. Anche l’esclusione, prevista dall’accordo, della possibilità di derogare i minimi contrattuali, non garantisce eventuali riduzioni  del salario, in quanto sono resi possibili interventi su indennità di turno, gettoni di presenza, scatti d’anzianità;

·        l'allungamento dell'orario di lavoro a 38 ore, sia pure con il vincolo di fare formazione continua, prevedendo 3 giornate annue alle quali lavoratori e imprese concorrono in uguale misura, va in direzione opposta rispetto alla richiesta, contenuta nella nostra piattaforma, di riduzione dell’orario di lavoro;

·        lo snaturamento del conto ore, attraverso la possibilità di esigere il pagamento del 100%, apre la strada all’utilizzo indiscriminato degli straordinari, facendo mancare alle RSU uno strumento attraverso il quale è possibile intervenire sull’adeguamento dei livelli occupazionali;

·        i risultati positivi conseguiti  in merito al contratto di apprendistato, sono vanificati dal peggioramento dei contratti a termine. L’aver elevato la durata complessiva delle successioni dei contratti a termine a 48 mesi nell’arco di 5 anni, o di 54 mesi nell’arco di 69 mesi, nel caso di successione tra contratti a termine e somministrazione, non rappresentano certamente una pratica di lotta alla precarietà, rappresentano, anzi, un passo in dietro su questo terreno;

·        in direzione opposta alla lotta alla precarietà è anche il recepimento di parte della legge 30, attraverso l’ammissione dei contratti di somministrazione. Inoltre la percentuale d’utilizzo è fissata al 18% di media annua dei lavoratori occupati (quella per l’utilizzo del lavoro interinale era al 12%), fermo restando una franchigia minima di 10 contratti. Per di più la durata complessiva può essere di 60 mesi su un arco di 78 mesi. In linea con la “innovazione” delle deroghe, anche queste percentuali possono essere riviste a livello aziendale;

·        sotto le mentite spoglie della salvaguardia degli impianti, si nasconde una forte limitazione del diritto si sciopero. Anche i comunicati stampa di Federchimica parlano di “linee guida per la prevenzione del conflitto a livello aziendale”. Infatti, la procedura contenuta nell’accordo è ispirata a quelle che disciplinano gli scioperi nelle imprese di pubblico servizio, andando così a soddisfare una delle richieste che Confindustria presenta da tempo di estendere detta disciplina alle imprese industriali.

 

Non è difficile vedere infatti come una tale apertura creerebbe un varco nel quale finirebbero per insinuarsi ricatti aziendali di ogni genere, tendenti a contrapporre il mantenimento dell'occupazione alla salvaguardia dei diritti acquisiti. L'istituzione di un livello di giudizio superiore di ultima istanza sta a significare che ciò che sino ad ora abbiamo ritenuto irricevibile può – in alcune circostanze e a determinate condizioni – essere accettato, sia pure temporaneamente. Insieme ad un condizionamento negativo del ruolo negoziale delle Rsu, si aprirebbe un “vulnus” nel Contratto nazionale, foriero di evidenti, negative conseguenze, che costituirebbe un'oggettiva ipoteca sulla ridefinizione del modello contrattuale.

 

     Per queste ragioni riteniamo indispensabile che l’intesa raggiunta sia sottoposta al voto vincolante e certificato, delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, attraverso le assemblee di base.

 

Durante le assemblee di base invitiamo le lavoratrici e i lavoratori ad esprimersi negativamente su questo accordo, chiedendo inoltre la riapertura delle trattative con la controparte, al fine eliminare dal testo i punti critici, sopra descritti.