XV Congresso CGIL

Delibere e Ordini del Giorno

 

N. 1 : OdG NIDIL

 

            Negli anni che ci separano dal precedente Congresso si è avuta una crescita smisurata della precarietà del lavoro.

            Questa situazione ha scaricato costi pesantissimi particolarmente sulle condizioni di vita e di lavoro dei collaboratori e degli altri soggetti deboli del mercato del lavoro.

            Rimane, perciò, centrale proseguire sulla strade delle nostre proposte di legge sul lavoro economicamente dipendente per affermare parità di diritti e tutele sociali in tutti i lavori.

            Accanto a ciò è sempre più urgente intervenire con la contrattazione collettiva per contrastare gli abusi e per estendere diritti e tutele.

            In questi anni la contrattazione comune tra Nidil e le Categorie ha dimostrato che ciò è possibile nel quadro di un lavoro congiunto capace di affermare una nuova confederalità che tenga insieme obiettivi, bisogni di sicurezza sociale, aspettative professionali diverse e che pure convivono nella stessa unità produttiva e nella stessa organizzazione aziendale.

            Oggi si tratta di portare più avanti questa esperienza per puntare ad una copromozione rafforzata.

            In questo quadro il XV° Congresso impegna il Direttivo Nazionale della CGIL nel dare attuazione al processo evolutivo di Nidil secondo un patto associativo tra Nidil e le Categorie, i cui obiettivi, strumenti e modalità organizzative sono già individuate nell’ipotesi varata dalla Segreteria Nazionale della CGIL e condiviso con tutti i Segretari delle Categorie Nazionali della CGIL.

 

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 2 Delibera : FILCEM-FILTEA

 

            Il XV° Congresso della CGIL, dopo la definitiva e positiva conclusione del processo di fondazione della FILCEM che ha unificato le Categorie FILCEA e FNLE, nell’ambito di un più ampio processo che la Confederazione ha attivato sui modelli organizzativi e sugli assetti categoriali e su una più puntuale definizione dei confini contrattuali delle categorie, decide l’avvio del processo di accorpamento tra le Categorie FILCEM e FILTEA.

            Negli ultimi anni, in alcuni importanti territori, si è proficuamente realizzata una sperimentazione tra la Categoria dei chimici e quella dei tessili che ha rappresentato un buon punto di riferimento per i lavoratori e le lavoratrici dei settori interessati.

            Tale ulteriore accorpamento costituisce un nuovo soggetto sindacale che rappresenta la migliore proposta di politica contrattuale, sindacale, politico-organizzativa, per affrontare adeguatamente i settori in continua trasformazione nei loro assetti produttivi, finanziari e proprietari e le ricadute sulla condizioni di lavoro.

            Con questa decisione, infatti, si contribuisce ad una strategia per la costruzione di un settore industriale di qualità, internazionalizzato e globale e si procede nella riunificazione delle filiere produttive o parti di esse.

            Il XV° Congresso  dà mandato al Comitato Direttivo Nazionale della CGIL di deliberare le forme dell’accorpamento e le sue modalità di realizzazione, in una apposita sessione da tenersi entro quest’anno.

            L’istruttoria per tale deliberazione verrà predisposta, dalla Segreteria della CGIL e dalle Segreterie di FILCEM e FILTEA.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 3: OdG su STATUTO

 

            Sono state presentate al Congresso proposte di modifica allo Statuto riferite agli artt. 8, 9, 11 e alla delibera regolamentare n.6.

            Si è convenuto di non procedere alla modifica immediata dello Statuto stesso.

            In ogni caso valutate le proposte e in quanto meritevoli di approfondimento, vengono demandate al Comitato Direttivo al fine di dare risposta e definizione entro la Conferenza di Organizzazione.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 4: OdG “No al Ponte sullo Stretto di Messina”

 

            Premesso che:

 

            La CGIL ritiene:

Pertanto la CGIL esprime la propria netta contrarietà al progetto e chiede che tutte le procedure  per l’affermazione e l’avvio dei lavori vengano rapidamente sospese.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 5: OdG di  solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici di Cuba

per chiedere la fine dell’embargo statunitense

 

            Il 18 novembre 2005 all’Assemblea dell’ONU 182 Paesi, la quasi totalità, hanno votato contro l’embargo a Cuba.

            Niente da allora è cambiato.

            Il Congresso condanna l’intensificazione delle azioni ostili messe in atto dagli Stati Uniti per insidiare l’autodeterminazione del popolo di Cuba attraverso il blocco economico e l’indebita interferenza nelle relazioni di questo Paese con gli atri Paesi, compresa l’Unione Europea.

            Il Congresso crede che ulteriori tentativi di isolare e opprimere Cuba rappresentino una minaccia pericolosa alla pace. Tale politica sempre più spesso è basata su false denunce riguardanti la politica estera e la capacità militare di Cuba. Altresì il Congresso ritiene necessario sostenere una politica di affermazione dei diritti umani e politici.

            Il Congresso denuncia il blocco economico all’isola posto in atto dagli Stati Uniti, che dura da 44 anni, il finanziamento e l’organizzazione di gruppi di opposizione, spesso anche con finalità di terrorismo, in violazione delle convenzioni diplomatiche, con il tentativo di destabilizzare Cuba e ottenere la caduta del legittimo governo.

            Il Congresso rinnova il proprio impegno ad opporsi alle sanzioni economiche ed al blocco contro Cuba.

            Il Congresso apprezza la scelta attuata in un’area così economicamente difficile, di dare la priorità alle questioni sociali, così come riconosce l’alto valore di solidarietà delle iniziative di supporto medico offerto ad altri Paesi del terzo mondo.

            Invita il Governo italiano a rilanciare relazioni costruttive con Cuba.

            Il Congresso invita inoltre la CES ad assumere iniziative analoghe con l’Unione Europea.

            Il XV° Congresso della CGIL ritiene che l’espressione di solidarietà politica e materiale alla lavoratrici e ai lavoratori cubani, nella difficilissima situazione economica e sociale che stanno vivendo a causa dell’embargo, sia elemento indispensabile per favorire e sostenere qualsiasi processo che, in piena autonomia e libero da condizionamenti, si vorrà sviluppare in quel Paese in direzione di una sempre maggiore partecipazione, estensioni dei diritti, e democratizzazione del sistema politico, economico e sociale.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 6: OdG      18 marzo: la pace al primo posto

 

            Di fronte all’inasprirsi dei fondamentalismi, all’acuirsi del rischio incombente ed evocato di scontro di civiltà, alle minacce nucleari in più parti del mondo, alla guerra che continua nell’IRAQ alle soglie della guerra civile, all’assenza di soluzioni per il conflitto israelo-palestinese che evidenzia il fallimento della comunità internazionale, alla fragilità evidente di tutti gli organismi sovranazionali multilaterali, alla crisi dell’Europa, il XV° Congresso Nazionale della CGIL riconferma la pace come unica strategia razionale di sopravvivenza in un mondo globale e interdipendente e il ripudio della guerra, del terrorismo e della violenza come condizione per realizzare sviluppo sostenibile, a livello nazionale, europeo e globale.

            A tal fine è decisivo che il movimento per la pace che ha segnato questi anni non rimanga silente.

            Per questa ragione la CGIL aderisce alla giornata di mobilitazione per la pace indetta dal movimento pacifista statunitense e poi rilanciata dai Forum mondiali ed europei per il 18 marzo con i seguenti obiettivi:

 

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 7: OdG su sviluppo sostenibile, ambiente e lavoro

 

La risoluzione finale approvata dalla prima Assemblea Sindacale Mondiale  su ambiente e lavoro, che si è tenuta dal 15 al 17 gennaio 2006  a Nairobi ed a cui hanno partecipato 150 rappresentanti sindacali provenienti da vari Paesi industrializzati e in via di sviluppo, propone un programma di lavoro  di straordinaria importanza  ai fini dell’impegno del sindacato nella promozione dello sviluppo sostenibile che interessa miliardi di lavoratrici e lavoratori in tutti i paesi del mondo.

La risoluzione propone in particolare di: consolidare il rapporto tra riduzione della povertà, protezione ambientale e lavoro dignitoso; integrare la dimensione sia ambientale che sociale dello sviluppo sostenibile ad un approccio basato sui diritti; adottare urgenti  misure verso i cambiamenti climatici; attuare gli obiettivi di Johannesburg in materia di sostanze chimiche; migliorare la consultazione e la contrattazione nei luoghi di lavoro in materia di sviluppo sostenibile, e il dialogo sociale a livello settoriale, nazionale e internazionale; collegare la salute lavorativa alla politica e alla prassi ambientale e di salute pubblica; ecc.

Sulla base di queste indicazioni di lavoro, che impegnano il sindacato internazionale, la CGIL, grazie anche agli importanti passi avanti compiuti negli ultimi anni, può contribuire grandemente e con maggiore continuità al coinvolgimento di tutto  il movimento sindacale italiano verso le tematiche della sostenibilità dello sviluppo

In questo senso è necessario, in primo luogo, un forte impegno nella elaborazione di una proposta sindacale che consenta di superare rapidamente tutte quelle situazioni conflittuali in cui la salvaguardia ambientale viene contrapposta allo sviluppo ed all’occupazione.

La CGIL reputa in particolare inaccettabile il continuo ricatto, imposto da precisi interessi economici, tra la scelta del lavoro e della crescita da un lato e quella della tutela della salute, dell’ambiente e del territorio dall’altra.

La CGIL ritiene dunque fondamentale operare sistematicamente per riconnettere a tutti i livelli le rivendicazioni di tutela del lavoro con quelle della salvaguardia e protezione ambientale. Ciò nella convinzione che la tutela del lavoro, la sua sicurezza, la sua stabilità e, conseguentemente, la minore ricattabilità occupazionale, siano condizioni indispensabili anche per la salute dei cittadini e dei consumatori e per la sostenibilità delle produzioni verso l’ambiente ed il territorio.

E’ su questo terreno del resto che si vanno definendo a livello dell’Unione Europea nuove regolazioni (come il Regolamento Reach sulle sostanze chimiche) che assumono la qualità ambientale come elemento costitutivo della qualità competitiva delle imprese europee e, nel prosieguo, come elemento cruciale del rafforzamento della clausola ambientale e della clausola sociale nella regolazione dei commerci mondiali.

Ed è questo il livello della sfida che l’Italia ed il suo sistema produttivo dovranno, volenti o nolenti,  affrontare nei prossimi anni.

In un quadro siffatto la Cgil si impegnerà per la modifica radicale ed immediata dei contenuti della delega ambientale. L’opera di riscrittura della Delega risulta infatti indispensabile per adeguare il Paese alla più avanzata normativa europea ma costituisce, nel contempo, anche l’occasione per promuovere politiche industriali capaci di favorire la ricerca, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico ed, in definitiva, la buona occupazione.

Per tutte queste ragioni la CGIL infine considera di grande importanza un rapporto solido e stabile con le maggiori associazioni e i movimenti d’espressione delle varie sensibilità ambientaliste, impegna l’organizzazione alla costituzione di uno stabile tavolo di confronto, che abbia fra i suoi scopi principali di:

-         elaborare proposte condivise sulla sostenibilità delle politiche di sviluppo industriale, superando una visione delle stesse che non tenga conto del peso ambientale e sociale delle modalità di produzione e superando allo stesso tempo una dicotomia presunta fra le ragioni della tutela ambientale, della salute e quelle dello sviluppo e del lavoro;

-         elaborare politiche e proposte di sostegno per lo sviluppo dei quei settori produttivi che, in quanto assumano l’innovazione ecologica come condizione del loro sviluppo, richiedono l’implementazione  di figure professionali innovative;

-         assumere, da parte di tutti i movimenti ed i soggetti di rappresentanza, come centrale il tema della tutela sul lavoro e la lotta alla precarietà come base irrinunciabile per una più ampia battaglia per la tutela dei cittadini, dell’ambiente e per una effettiva responsabilità sociale delle imprese.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 8: OdG

per un sistema unitario, diffuso e di qualità della Ricerca e della Conoscenza

 

            Riconoscere, come facciamo, nella Conoscenza un Bene Comune in quanto strumento di emancipazione sociale e di partecipazione consapevole alla vita democratica, significa promuovere insieme il diritto allo studio e una offerta formativa pubblica che sia di qualità.

            Riconoscere nel finanziamento del sistema della ricerca pubblica un investimento strategico (e on semplicemente una maggiore spesa) per innescare processi di sviluppo credibili nel medio periodo, significa anche ripensare all’impatto che la politica di investimenti in ricerca sin qui perseguita ha avuto sullo sviluppo diseguale del nostro Paese e a come, invertendo tale tendenza, immaginare un diverso sviluppo per le aree marginali del Paese.

            Il diritto allo studio universitario è oggi sostanzialmente negato non solo rispetto alle possibilità economiche delle famiglie ma anche rispetto all’area geografica di provenienza in rapporto all’effettivo dispiegamento dell’offerta di corsi universitari sul territorio italiano.

            Esistono infatti vaste aree del Paese in cui la limitatezza dell’offerta di corsi universitari rende del tutto virtuale la possibilità di uno studente di scegliere effettivamente il proprio percorso formativo. Condizioni economiche familiari, distribuzione territoriale dell’offerta formativa rispetto anche alle infrastrutture di trasporto disponibili, sono elementi da non trascurare quando al tema del diritto allo studio si vuole dare un significato concreto. Le politiche di sostegno alla mobilità degli studenti (come necessarie e da perseguire) non possono bastare: le Università non rappresentano per un territorio semplicemente un luogo dove acquisire un titolo di studio.

            Difendere il diritto allo studio significa anche difendere un sistema universitario con requisiti minimi di qualità che siano tali e garantiti su tutto il territorio nazionale.

            L’accoppiata perversa del passaggio all’autonomia in assenza di risorse minime finanziamento che ha incoraggiato una competizione tra Atenei sostanzialmente basata sulla quantità più che sulla qualità degli studenti formati, ha dato un colpo mortale al sistema universitario nazionale la cui unitarietà (in termini di qualità e ampiezza dell’offerta didattica, strutture di ricerca e servizi agli studenti) appare già oggi fortemente compromessa.

            Gli Enti Pubblici di Ricerca da sempre hanno privilegiato insediamenti nelle aree (per condizioni di sviluppo socio-economico e per la presenza di Atenei consolidati) già “forti” del Paese concentrando peraltro gli investimenti (già scarsi) nel Mezzogiorno su pochissimi poli di ricerca lasciando di fatto sguarnite di presidii di ricerca vaste aree del territorio. Anche la positiva azione avviata dal CNR negli anni ’90 (con l’accordo di programma per il Mezzogiorno) vota a riequilibrare gli investimenti tra il Mezzogiorno e le altre realtà geografiche italiane, con le riforme dell’Ente degli ultimi anni, si è nei fatti tradotta in una rinnovata concentrazione di risorse in aree già forti (nell’area di Napoli sono oggi concentrati oltre il 50% degli Istituti CNR del Sud) con il contemporaneo smantellamento di buona parte degli Istituti CNR che i precedenti investimenti avevano appena avviato proprio in quelle aree storicamente più sguarnite. La sostanziale “evaporazione” di tali Istituti (solo 1 su 6, tutti figli dell’accordo di programma, sopravvissuti con sede in Basilicata a seguito dell’ultimo accorpamento) appare esito nient’affatto imprevedibile in assenza di politiche mirate volte ad accelerare, con l’iniezione di risorse umane e strumentali adeguate, il raggiungimento di quella massa critica e di quel radicamento del persona tecnico e scientifico indispensabile allo sviluppo di attività di ricerca di qualità e che, in aree già attrezzate (con la presenza storica di Università e EPR), è invece un solido punto di partenza. Non riconoscere tale differenza, non prevedere misure di medio-lungo periodo per accompagnare gli investimenti già fatti (in modo mirato perché adeguato alle specifiche realtà territoriali sulle quali essi insistono) può tradursi, anche con le migliori intenzioni, in semplice spreco di risorse. D’altro canto entreremmo in una contraddizione clamorosa qualora quel ruolo strategico che alla ricerca riconosciamo nel rilancio dell’Italia non venisse riconosciuto e convintamene perseguito anche nel superamento del ritardo storico accumulato dalle aree economicamente più deboli (innanzitutto il Mezzogiorno) del Paese.

            Invocare una sorta di darwinismo della Conoscenza per cui si affida al solo meccanismo (beninteso sacrosanto) della valutazione o ad un malinteso concetto di “mercato/economia della Conoscenza” il compito di determinare l’assetto futuro del sistema pubblico dell’Università e della Ricerca in Italia, significa null’altro che ratificare e riproporre drammaticamente anche per il futuro (ma con conseguenze tanto più gravi quanto più importante è il ruolo assunto dalla capacità di innovazione nel determinare lo sviluppo dei territori) un sistema di sviluppo diseguale del Paese che, anche nel campo della ricerca e della formazione universitaria, ha storicamente determinato posizioni “di partenza” fortemente diversificate.

            Nella stessa logica ratificare, piuttosto che contrastare, tale sviluppo diseguale nasce la proposta di abolizione del valore legale dei titoli di studio che, piuttosto che opporsi al processo di “devolution” della Conoscenza ormai in atto, assume la mancanza di unitarietà del sistema pubblico della formazione come all’accesso nemmeno alle strutture universitarie pubbliche, tale scelta finirebbe per privilegiare chi potrà permettersi percorsi formativi altri (ad esempio in strutture private e/o all’estero) azzerando anche quella residua possibilità di emancipazione sociale che, per le classi economicamente più deboli, è ancora oggi legata alla possibilità di accedere agli studi universitari.

            Il Congresso della CGIL, in considerazione del ruolo strategico che attribuisce alla ricerca ed all’accesso alla conoscenza, nello sviluppo del Paese e dei suoi territori:

·        Riconoscere la necessità di garantire su tutto il territorio nazionale condizioni uniformi (in termini di costi e di possibilità di scelta) di accesso ad una formazione universitaria di qualità

·        Riconoscere nella formazione e nella ricerca di qualità elementi strategici imprescindibili per un nuovo sviluppo del nostro Mezzogiorno

·        Assume l’obiettivo di sostenere in ogni sede quelle iniziative volte a restituire unitarietà al sistema pubblico della ricerca e della formazione italiani superando quegli elementi di squilibrio quantitativo e qualitativo che ulteriormente penalizzano le speranze di sviluppo di vaste aree del Paese

·        Indica come percorso per il raggiungimento di questo obiettivo, l’avvio di una vertenza nazionale con il governo, con il MIUR e con ciascuno degli enti pubblici di ricerca, volta a verificare, e superare in concreto in fase di programmazione pluriennale, tali elementi di squilibrio riconoscendo il ruolo strategico della ricerca e della formazione universitaria per lo sviluppo di tutti i territori del Paese.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 9: OdG su laicità e conoscenza

 

            La CGIL svolge il XV° Congresso ad una settimana dalla celebrazione da parte dei protestanti italiani della settimana della libertà, in ricordo del riconoscimento avvenuto nel 1848 dei diritti civili ai valdesi e agli ebrei, celebrazione che quest’anno richiama l’attenzione del Paese sui temi della laicità come conseguenza primaria delle scelte di libertà operate dalla Costituzione Repubblicana.

            Il principio di laicità dello Stato italiano e di tutte le espressioni istituzionali è fondamento della Carta Costituzionale principio supremo dell’ordinamento repubblicano (sentenze n. 203 del 1989).

            Il principio di laicità è diretta espressione di una società pluralista e inclusiva che si arricchisce del contributo di tutti, garantendo lo scambio e i reciproco rispetto, senza imporre una  propria visione del mondo, ma unicamente le regole che la Costituzione ha posto alla base della nostra convivenza civile. Non è freddo accostamento di differenze, ma apertura e tolleranza, ascolto e contatto.

            In una società multietnica e multiculturale, come la nostra, ci può essere la tentazione di costruire enclaves difensive delle reciproche espressioni culturali, chiuse in una difesa sbagliata del proprio legittimo diritto di esistere. Vanno invece incoraggiati i luoghi in cui opinioni, fedi e valori diversi vengono a confronto e dialogano, si riconoscono e si rispettano.

            In questo senso laicità è un ambito mentale, la capacità di ascoltare gli altri ma anche di aderire ad un’idea, un’opinione, un credo religioso conservando la propria capacità critica e il distacco emotivo che apre al dubbio e alla leggerezza dell’ironia.

            Le contraddizioni e i conflitti di una società travagliata, i cui condizionamenti ricadono principalmente sui giovani, non devono trovare alimento nei luoghi della produzione e trasmissione della conoscenza che, accogliendo e mettendo in relazione tutte le istanze, restituiscano cittadini consapevoli e tolleranti, predisposti alla pace e alla collaborazione fra i popoli.

            La conoscenza, illimitata  nelle sue potenzialità, non tollera i confini mentali e i recinti che derivano da pregiudiziali ideologiche o religiose, è un bene che appartiene a tutti perché potente fattore di crescita individuale e sociale e di democrazia sostanziale,

            La scuola della Repubblica e l’Università, come espressioni istituzionali dei principi costituzionali, sono per la loro funzione i luoghi dell’incontro e del dialogo, in quanto spazi della neutralità dello Stato repubblicano, devono essere agorà aperte a tutti, da cui devono essere bandite tutte le forme di discriminazione e di prevaricazione di una espressione culturale sulle altre, ivi comprese quelle simboliche. Sono e devono essere casa di tutti (art. 34, comma primo della Costituzione), cioè luogo  che educa a vivere la propria identità in una società plurale, nella convinzione che la laicità non è un’ideologia contraria alla religione né vuole ridurre la fede a un espressione privata, ma è paziente ricerca, nel confronto e nel dialogo fra soggetti diversi, assunti nella loro integrità, di regole, accettate da tutti e valide per ciascuno, per agire nello spazio pubblico senza privilegi.

            La ricerca è un valore che fa avanzare i confini del sapere e quindi produce conoscenza; deve essere mantenuta libera da ogni tipo di condizionamento ideologico, religioso, politico e del mercato. Unici strumenti di regolazione devono essere un sistema di valutazione e lo sviluppo di un vero senso di responsabilità sociale da parte dei ricercatori.

            Il XV° Congresso della CGIL:

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 10: OdG per la qualità educativa nell’istruzione a partire dall’infanzia

 

            Il XV° Congresso della CGIL ha coinvolto gli iscritti/e e i delegati/e in un ampio dibattito attorno alla proposta che ha formulato per uscire dalla crisi profonda che attraverso il Paese. Tale proposta è fondata su quattro cardini strategici: lavoro, saperi, diritti e libertà.

            La CGIL riunita nel suo XV° Congresso,

 

            Rivendica una politica (del governo) indirizzata:

 

            Si impegna a continuare, implementandolo ulteriormente, unitamente alla Confederazione e alla FP il progetto che ha proposto nel 2001 e denominato “VERTENZA PER L’INFANZIA”, in nome dei diritti dei bambini e delle bambine ad avere una formazione di qualità.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 11: OdG sulla RAI

 

            A garanzia dell’interesse generale, affermiamo la centralità del servizio pubblico della RAI, sottolineando che i servizi a carattere informativo devono essere attivati in modo da assicurare “pluralismo,obiettività, completezza ed imparzialità”.

            Il servizio pubblico è garante di diritti quali la continuità, la qualità, la parità di accesso e l’accettabilità sotto i profili sociale, culturale ed ambientale.

            Il canone consente autonomia di gestione e di espressione.

            Riaffermiamo il giudizio fortemente negativo sulla Legge Gasparri che si delinea sempre di più come una delle leggi ad personam a tutela degli interessi privati del Presidente del Consiglio, in barba al pluralismo ed al pubblico interesse.

            Nel quadro di un equilibrio necessario all’interno del mondo dell’emittenza , non va sottaciuta la questione delle emittenti private locali le quali costituiscono un importante elemento a tutela del pluralismo e della copertura informativa locale.

            L’evoluzione tecnologica e le logiche stesse di mercato impongono alle emittenti private locali la necessità di fare sistema raggiungendo la massa critica necessaria allo loro sopravvivenza, anche attraverso processi di accorpamento.

            Le emittenti locali private non possono essere penalizzate da ricorrenti ventilati tagli dei finanziamenti pubblici loro assicurati dalla Gasparri stessa, e vista la posizione di anello debole del sistema, vanno garantiti loro i contributi certi per gli anni a venire, e anche allo scopo di salvaguardare i livelli occupazionali che sono seriamente messi in discussione.

            Occorre, inoltre, superare gli ostacoli che la Legge Gasparri, avendo favorito un’ulteriore concentrazione di risorse pubblicitarie, ha posto alla crescita di queste piccole e medie aziende.

            La stessa Legge Gasparri affida alle Regioni l’esercizio della potestà legislativa concorrente in materia di emittenza radio-tv, andando nella direzione di un rapporto diretto tra amministrazioni pubbliche e cittadini grazie all’attivazione di servizi interattivi o di servizi di Accesso Condizionato destinati alla diffusione in ambito regionale e provinciale.

            A garanzia della massima trasparenza tali servizi devono essere esercitati dal servizio pubblico della RAI, sfruttando la capillarità della diffusione del segnale radio televisivo.

            Si ribadisce la necessità di attivare ogni sforzo per rilanciare l’azienda pubblica attraverso la difesa dell’integrità aziendale e la valorizzazione del patrimonio culturale, produttivo e professionale presente in RAI.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

Odg N. 12: Direttiva europea “Servizi nel mercato interno” - Bolkestein

 

Dopo le grandi manifestazioni in Europa ed in Italia, che hanno visto fortemente presente il sindacato, insieme ai movimenti sociali ed ai tanti rappresentanti della società civile, il Parlamento Europeo ha approvato un nuovo testo di proposta di direttiva sui servizi nel mercato interno. Centinaia di emendamenti hanno cambiato la filosofia neoliberista del testo della Commissione, facendo cadere alcuni dei principi cardine.

La CGIL considera questo un primo importante risultato. E’ stato cancellato il pericoloso principio del paese d’origine, sono stati esclusi dall’area di applicazione i servizi di interesse generale, così come i servizi che operano in settori quali la giustizia, la difesa, la sicurezza ed il fisco, nonché alcuni servizi sociali e le agenzie interinali.

Grazie alla mobilitazione sindacale, inoltre, il diritto  del lavoro, i diritti sindacali, la negoziazione ed i contratti collettivi, la normativa relativa al distacco dei lavoratori, sono oggi salvaguardati e ne è riconosciuto il ruolo ed il valore.

Rimangono però ancora forti preoccupazioni relative all’inserimento dei servizi di interesse economico generale, la cui definizione è vaga e rinviata ai singoli stati in assenza di norme quadro a livello comunitario. Ciò vuol dire nel nostro paese un rischio per l’autonomia degli Enti Locali.

Poste, elettricità e gas, pur se regolate da precedenti direttive, rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva servizi, così come acqua e gestione dei rifiuti ma anche i servizi alla cultura ed alcuni settori dell’istruzione, mentre continuano inspiegabilmente a rimanere fuori gli ordini professionali.

La CGIL è impegnata ad operare, in accordo con la CES, perché ulteriori miglioramenti siano apportati al testo, soprattutto per garantire l’esclusione dei servizi di interesse economico generale, in particolare e senza ambiguità, acqua, rifiuti, istruzione, cultura e tutta la sanità.

Si tratta di settori particolarmente sensibili per i quali insieme alla CES ed alle federazioni europee di categoria, continueremo a chiederne l’esclusione.

La CGIL chiede in questo senso un impegno al futuro Governo perché siano salvaguardati i diritti dei cittadini e dei lavoratori e perché i beni comuni non siano sacrificati sull’altare del libero mercato, sia a livello nazionale che a livello comunitario.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 13: OdG sulla laicità dello Stato

 

            Le vicende relative all’approvazione della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, il dibattito e le iniziative che ne sono seguite, ma anche i dibattiti relativi alla difesa delle legge 194/1978, alla proposta di legge sul pacs, alla questione più generale della libertà di ricerca scientifica, hanno evidenziato come il principio della laicità dello Stato sia un valore tutt’altro che scontato, sia in merito al suo significato che alla sua concreta attuazione nella vita politica dello Stato italiano. 

            In un momento nel quale le sfide della società multiculturale inducono taluni ad ergere barriere ed a ridefinire il significato stesso della nozione di laicità, è necessario richiamarsi ai principi fondanti della nostra Costituzione ed ai valori che storicamente hanno ispirato la costruzione di una società laica e plurale, e che oggi paiono talora essere messi in discussione.

            Le delegate e i delegati del XV° Congresso Nazionale della CGIL riaffermano pertanto il principio della laicità dello Stato come valore fondante dello Stato italiano ed auspicano il continuo impegno dell’Organizzazione in ogni iniziativa per l’affermazione di tale principio, per la sua concreta realizzazione nella vita politica, e per la difesa delle conquiste in tal senso ottenute da parte della società italiana.

            In particolare, rispetto all’attività politica di questi ultimi anni, emergono i seguenti punti specifici:

 

1.      Norme antidiscriminatorie

L’attuazione minimale da parte del Governo della Direttiva 2000/78/CE che prevedeva strumenti positivi per la tutela dei diritti di lavoratori e lavoratrici stabiliva un quadro generale per la lotta alle discriminazioni dirette e indirette fondate sulla religione, le convinzioni personali, l’handicap, l’età, l’orientamento sessuale allo scopo di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento e garantire pari condizioni di lavoro, di accesso al lavoro, di retribuzione, pone questioni e sfide vitali per la difesa delle lavoratrici e lavoratori.

La mancata discussione in questi anni circa l’introduzione di norme antidiscriminatorie sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere che offrano la stessa protezione oggi già riconosciuta ad altri gruppi ha inoltre impedito quel necessario cambiamento nella società allo scopo di garantire pari dignità a tutte le persone.

Nell’ambito di una revisione della riforma del mercato del lavoro e dell’attuazione di politiche antidiscriminatorie coerenti coni suoi principi e valori, i delegati e le delegate del XV° Congresso Nazionale della CGIL chiedono all’Organizzazione di impegnarsi sul piano sociale e politico affinché il decreto legislativo 216/2003 di attuazione della suddetta direttiva sia riformato conformemente ai principi ispiratori e alle previsioni della norme comunitaria, considerata la fondamentale importanza di tale norma per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici omosessuali.

I delegati e le delegate del XV° Congresso Nazionale della CGIL impegnano inoltre l’Organizzazione all’inserimento di esplicite norme antidiscriminatorie nei contratti di lavoro ed auspicano nella prossima legislatura la ripresa della discussione parlamentare sull’introduzione di norme antidiscriminatorie sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere e di misure contro l’omofobia e la transfobia e l’istigazione all’odio omofonico e transfobico.

 

2.      Pluralismo delle forme familiari

Il principio del pluralismo delle forme familiari è un valore irrinunciabile per una società laica ed europea. Un numero sempre crescente di paesi europei (Spagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islandia, Lussemburgo, Regno Unito, Germania, Andorra, Repubblica Ceca) ha, per questa ragione, introdotto istituti volti al riconoscimento giuridico delle famiglie di fatto, anche composte da persone dello stesso sesso, fino ad estendere a queste ultime l’istituto matrimoniale.

Il riconoscimento delle diverse forme di famiglia, a prescindere dall’esistenza del vincolo matrimoniale, dal sesso o dall’orientamento sessuale dei partner, rappresenta ormai un valore acquisito dalle società moderne in tutto l’occidente e costituisce il presupposto per il libero svolgimento della personalità degli individui, per il ripudio di pesanti discriminazioni, e per l’affermazione concreta della parità di trattamento di cittadini e cittadine.

Il riconoscimento della pluralità dei diritti patrimoniali ed extrapatrimoniali che ne deriva garantisce la parità sostanziale di trattamento delle lavoratrici e dei lavoratori ed è il presupposto per l’estensione ai partner dei diritti e dei benefici oggi previsti per i coniugi, sia a livello pubblico sia in ambito aziendale.

Le delegate e i delegati del XV° Congresso Nazionale della CGIL auspicano pertanto l’introduzione di istituti per il riconoscimento giuridico delle famiglie di fatto allo scopo di affermare il principio di uguaglianza formale e sostanziale per tutte le persone, e impegnano l’Organizzazione a individuare nei contratti di lavoro criteri di parità di trattamento per i partner della coppia non legalmente riconosciuta.

 

3.      Rispetto all’identità personale della persona transessuale e transgender

 

L’attuale normativa vigente in materia di rettificazione di attribuzione di sesso, ha certamente costituito un traguardo importante per la nostra società, ma rimane problematica in alcuni suoi aspetti in merito alla protezione del diritto all’identità personale e del diritto alla riservatezza delle persone transessuali e transgender. Lo stesso vale per le norme in materia di ordinamento di stato civile al cambio riguardo al cambio del nome e dell’indicativo di genere. Inoltre, la scarsa attenzione rispetto agli strumenti offerti dalle norme in materia di parità di trattamento tra uomo e donna, contrariamente a quanto espressamente indicato in più occasioni dalla Corte di Giustizia europea, ha nel tempo pregiudicato una protezione efficace contro la discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori transessuali e transgender.

Le delegate e i delegati del XV° Congresso Nazionale della CGIL auspicano pertanto interventi normativi volti al tutelare il rispetto all’identità personale della persona transessuale o transgender in ogni fase del percorso di transizione, inclusa la rettificazione degli atti dello stato civile indipendentemente dall’intervento chirurgico di riattribuzione, e chiedono all’Organizzazione di impegnarsi per una adeguata applicazione delle norme in vigore in materia di parità di trattamento tra uomo e donna allo scopo di garantire la protezione da ogni forma di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori transessuali e transgender.

 

4.      Norme in materia di prostituzione

Nel corso dell’attuale legislatura sono state avanzate proposte legislative, fortunatamente senza esito, allo scopo di disciplinare la prostituzione che avrebbero gravemente pregiudicato la libertà personale, la dignità e la sicurezza di donna e uomini.

A tal riguardo, i delegati e le delegate del XV° Congresso Nazionale della CGIL ritengono doveroso un impegno dell’Organizzazione finalizzato a sostenere sul piano internazionale una efficace e drastica azione contro la tratta, il traffico, la riduzione in schiavitù di minori, di donna e di uomini costretti a prostituirsi contro la propria volontà.

Allo stesso tempo, i delegati e le delegate auspicano inoltre riforme legislative volte a creare condizioni che affermino il principio dell’autodeterminazione e della tutela dei diritti civile e sociali sia per chi voglia praticare la prostituzione in dignità, sia per chi decida di abbandonarla.

E’ necessario di conseguenza individuare e fornire gli strumenti affinché ambedue le scelte siano possibili nel pieno rispetto dei diritti umani, civili, sociali e di cittadinanza: in particolare occorre intensificare la lotta contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio, di stigmatizzazione e di esclusione sociale che colpisce in modo più doloroso immigrati e immigrate e altri soggetti deboli.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 14: OdG Legge 194 e tutela dell’embrione

 

Il Congresso Nazionale della CGIL esprime preoccupazione e sconcerto per i reiterati attacchi alla legge 194 e i ripetuti moniti alla tutela“…della difesa e del rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale…” che sostengono il concetto espresso durante la campagna referendaria sulla procreazione medicalmente assistita, secondo cui l’embrione è già persona sin dal concepimento.

La legge 194 sulla tutela sociale e sulla interruzione volontaria della gravidanza è frutto di una mediazione politica, sociale e culturale raggiunta nella grande stagione di mobilitazione delle donne negli anni ’70 e simbolicamente rappresenta il diritto all’autodeterminazione, a una sessualità libera, alla tutela della salute della donna.

Il Congresso Nazionale della CGIL, nel ritenere la 194 una conquista irrinunciabile e di grande civiltà, rimessa in discussione dal centro destra e da un incomprensibile e anacronistico integralismo religioso, ne rilancia il sostegno.

Per questo chiediamo:

·        Che la legge 194 sia attuata pienamente su tutto il territorio nazionale

·        Un forte impegno finanziario del Governo affinché tutta la rete dei consultori in Italia sia sviluppata rispettando la percentuale di un consultorio ogni 20mila abitanti

·        L’ampliamento dell’organico socio-sanitario che in questi anni ha visto un massiccio ridimensionamento del personale, con un pesante aggravio del lavoro per operatrici e operatori dei consultori

·        L’adeguamento di tutte le strutture che restituisca alle comunità un servizio originariamente all’avanguardia sia rispetto alle politiche per la promozione della salute che alla partecipazione attiva delle donne alla vita dei consultori stessi

·        La presenza di almeno una meditatrice culturale in ogni consultorio

·        L’immediata disponibilità della RU 486 (pillola abortiva) su tutto il territorio nazionale, nel pieno rispetto della legge 194

·        La possibilità di acquisto della “pillola del giorno dopo” (Norlevo) senza ricetta medica.

 

Riteniamo infine che nel clima politico che si è determinato a riguardo, occorra condannare qualsiasi ingerenza esterna, pressione e intrusione dello Stato nelle scelte che riguardano la sessualità, la procreazione libera e consapevole e la tutela della salute delle donne.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 15: OdG sulla sentenza della Cassazione

in merito allo stupro della quattordicenne

 

            Il XV° Congresso della CGIL condanna con fermezza la vergognosa sentenza della Corte di Cassazione, che riconosce uno “sconto di pena” allo stupratore della ragazza quattordicenne perché “la ragazza aveva avuto numerosi rapporti sessuali (…) ha assentito  pienamente all’atto, al punto da sceglierne le modalità”.

            La violazione del corpo femminile è di per sé un fatto gravissimo, e non si può mai invocare alcuna attenuante per chi compie un atto così irrispettoso della donna, della sua volontà, della sua integrità fisica.

            La sentenza riporta il diritto penale italiano e la cultura del nostro Paese indietro di molti anni, a fronte delle lotte effettuate da donne e uomini perché la violenza sessuale fosse condannata dalla legge, nonché riconosciuta come violenza alla persona e non alla morale.

            E’ grave che la sentenza condanni le abitudini sessuali della vittima, delle quali non esiste menzione nell’articolo del Codice Penale sulla violenza sessuale.

            La CGIL si impegna, anche con questo Congresso, a fare in modo che la cultura del rispetto dell’integrità della persona, in tutte le sue accezioni, diventi patrimonio di tutte le donne e gli uomini del nostro Paese.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

N. 16: OdG sui superminimi

 

            L’abbandono della politica dei redditi da parte del Governo, la mancata restituzione del drenaggio fiscale, l’aumento generalizzato di prezzi e tariffe e il ritardo con cui vengono rinnovati i CCNL nei diversi settori rendono la questione salariale sempre più drammatica ed evidenziano l’esigenza che gli aumenti salariali conquistati nei rinnovi contrattuali siano esigibili, per tutti i lavoratori, come aumento di salario e che eventuali richieste di assorbimento di superminini individuali siano respinte.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N.17: OdG sul ruolo degli uffici disabili

(Per le politiche attive per la disabilità)

 

In questi anni sono stati messi in discussione diritti considerati inviolabili per la grande maggioranza degli italiani, pensiamo alla precarietà del lavoro, ai tagli nella sanità o assistenza, nonché interventi normativi subdoli e lesivi dei diritti di cittadinanza delle persone con disabilità, soprattutto nel mondo del lavoro.

Proviamo di andare per titoli:

·        Il lento svuotamento della legge 68/99 (Legge per il collocamento delle persone disabili)

·        Il non rifinanziamento di leggi importanti come quella sulle barriere architettoniche

·        La costituzione di un fondo comune per l’assistenza e non più risorse finalizzate a leggi specifiche a favore dei disabili

·        Tagli agli insegnanti di sostegno

·        La scopertura del fondo per i non autosufficienti

 

Gli uffici disabili devono rappresentare sempre di più un punto di riferimento per le lavoratrici e i lavoratori disabili, disoccupati, delegati aziendali e associazioni di categoria.

In Italia sono occupati, tra pubblico e privato, oltre duecentomila disabili lavoratori, e oltre quattrocentomila cittadini e cittadine con disabilità sono alla ricerca di occupazione. Così come centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici coinvolti direttamente per disabilità in famiglia si rivolgono ai nostri uffici e patronati per richiedere tutele e protezione sociale.

Dai dati appena esposti ci sembra di poter affermare che dare certezza operativa e protagonismo agli uffici disabili e a tanti lavoratori sia di una valenza politica straordinaria. Nel riconoscere il ruolo sindacale e sociale degli uffici disabili, il Congresso impegna gli organismi della Confederazione di avviare un rafforzamento del ruolo degli stessi. L’Assemblea congressuale impegna la CGIL, con il coinvolgimento reale di tutte le categorie, a tutti i livelli, di mettere a disposizione risorse e strumenti per permettere agli uffici di operare concretamente e a maggior tutela del 7% della forza lavoro.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 18: OdG su barriere architettoniche

 

Nonostante le diverse disposizioni in materia di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche siano puntuali e dettagliate, con rammarico dobbiamo rilevare una mancata osservanza delle stesse anche nella nostra Organizzazione.

Nel ricordare che il primo momento di piena integrazione nella società è quella di mettere tutti nelle condizioni di poter accedere ai luoghi di discussione e confronto, l’Assemblea congressuale dà mandato ai nuovi organismi dirigenti di mettere in atto tutte le opere affinché tutte le sedi della Confederazione e delle sue Categorie siano prive di Barriere Architettoniche creando così una reale e piena fruibilità dei servizi e delle strutture che mettiamo a disposizione della cittadinanza tutta.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 19: OdG su pestaggio immigrato

 

            Il Congresso Nazionale della CGIL riunitosi in data 1-4 marzo 2006 esprime sdegno e condanna per il brutale pestaggio subito da un giovane immigrato da parte delle forze dell’ordine avvenuto a Sassuolo domenica 19 febbraio u.s..

            Il Congresso della CGIL condanna altresì la raccolta firme promossa dalla Lega Nord in solidarietà con chi, tramite palese testimonianza filmata, ha commesso un abuso che non ha e non può avere giustificazione alcuna.

            Questo barbaro atto non è che l’ultimo episodio volto a creare un clima di razzismo ed intolleranza. Infatti, con il pretesto del rispetto della “legalità”, già lo scorso giugno 58 famiglie, per lo più di lavoratori immigrati inseriti nel tessuto produttivo sassolese, sono stata sgomberate con la forza da oltre 150 poliziotti in assetto antisommossa dai loro appartamenti siti nel Palazzo Verde di Via San Pietro. Con il pretesto della “sicurezza e dell’ordine pubblico” non sono stati colpiti né criminali né spacciatori, ma sono state sgomberate case di cui questi lavoratori immigrati erano proprietari e che avevano acquistato con anni di mutui e sacrifici.

            La CGIL esprime altresì il timore che campagna razzista che da mesi pervade Sassuolo stia preparando, secondo quanto già emerso in questi giorni sulla stampa locale, un nuovo sgombero stavolta in Via Adda, a poche centinaia di metri dal precedente.

            Il problema dello spaccio e della micro-criminalità che coinvolge Sassuolo, come molte altre città e comuni del Paese, non è solo una questione di ordine pubblico ma  prevalentemente un problema sociale. Dunque un problema che può essere risolto solo attraverso lo sviluppo, la maggior distribuzione della ricchezza e soprattutto una maggiore occupazione. In questo contesto senz’altro la legge Bossi-Fini è uno dei maggiori responsabili della clandestinità, precarietà e sofferenza in cui sono costretti oggi a vivere troppi immigrati.

            Il Congresso Nazionale della CGIL impegna tutta l’organizzazione ad un ruolo attivo nel contrastare la campagna razzista che a Sassuolo, come altrove, la Lega Nord sta fomentando. La CGIL sarà altresì in prima fila dalla parte dei lavoratori immigrati residenti in Via Adda qualora fossero soggetti, come già avvenuto in Via San Pietro 6, ad uno sgombero pretestuoso dalle proprie case.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 20: OdG su Riforma Costituzionale

 

 

            Il XV° Congresso della CGIL esprime soddisfazione per l’esito positivo della raccolta delle firme di richiesta di indizione del referendum sulla legge di riforma Costituzionale, approvata dal Parlamento nel novembre scorso.

            Sin dall’approvazione di quello sciagurato dispositivo, la CGIL, ha espresso un giudizio negativo, preoccupata per le derive separatiste che sicuramente deriverebbero dall’attuazione del modello istituzionale delineato. In particolare, la prevista attribuzione alle Regioni della competenza legislativa esclusiva, oltre che su sanità e polizia locale, in materia di organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, nonché la definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione:

Si propone, infatti, anche un presidenzialismo assoluto; viene annullato qualsiasi meccanismo di garanzia esistente; si definisce un Senato federale che non corrisponde agli interessi ed alle richieste delle istituzioni territoriali; si prevede un complicatissimo meccanismo di definizione delle leggi ed una nuova stesura dello stesso art. 138 di revisione costituzionale.

            Nei prossimi mesi si svolgerà il referendum che, essendo “confermativo”, non necessita del quorum per la validità del suo esito.

            Se il referendum non dovesse impedire l’entrata in vigore di questa riforma, gravissimi sarebbero, fra l’altro, i problemi interpretativi, in particolare in ordine al coordinamento tra la salvezza dell’autonomia scolastica e la competenza legislativa regionale in  materia di organizzazione e gestione del sistema scolastico. Parimenti difficile sarebbe comprendere a chi spetti determinare quale sia lo spazio per i programmi di interessa specifico regionale.

            Il XV° Congresso della CGIL impegna quindi, tutte le strutture ad uno sforzo straordinario affinché, al di là del quorum, ci sia una grande partecipazione al voto referendario, a segnalare che la difesa ed il rilancio dei valori e dei contenuti della Costituzione nata dalla Resistenza sono interesse di tutti e patrimonio che i cittadini di questo Paese non sono disposti a mettere in liquidazione.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 21: OdG su Val di Susa

 

 

Il tema dell’Alta Velocità – Alta Capacità – in Val Susa ha assunto valenza nazionale per il rilievo che ha impresso alla questione la mobilitazione delle cittadine e dei cittadini della Valle. Questa grande partecipazione non può né essere sottovalutata né rimossa, va anzi rispettata appieno. Ci sono dei primi risultati: il Governo è stato costretto a istituire sedi di confronto sia in sede politica che tecnica, per affrontare i problemi posti dai Sindaci e dalla popolazione.

La tregua che ne è conseguita sia per poter fare le valutazioni dell’impatto ambientale, anche sulla galleria di Venaus, negata dalla Legge Obiettivo, e ripristinata giustamente nell’incontro a Palazzo Chigi, sia per effettuare tutti gli approfondimenti di carattere economico, ambientale e sui temi della salute, affrontando, così le criticità proposte dai cittadini della Val di Susa, è una opportunità che nessuno può pensare di bruciare, lasciando semplicemente trascorrere il tempo.

Per questo riteniamo indispensabile che il Governo recuperi il tempo già perso rendendo pienamente operativi il Tavolo di Palazzo Chigi e l’osservatorio tecnico.

Dentro a questo percorso, al di là delle diverse posizioni ancora presenti tra di noi, la CGIL può dare un contributo, per favorire la più larga partecipazione delle decisioni e per consentire a tutte le ragioni di trovare pari dignità nel confronto.

 

Perché la V.I.A. sia effettiva ed efficace deve essere attuata in modo trasparente e oggettiva, valutando tutte le alternative possibili. Solo successivamente potrà essere varato il progetto definitivo.

            Sarà in ogni caso necessario l’impegno e la responsabilità di tutti per affermare il dialogo e il confronto.

Durante questo periodo occorrerà che, a partire da noi, vengano approfondite, valutate le ulteriori due questioni che l’opera pone:

a)     L’evoluzione che avrà il traffico delle merci su questa tratta, sapendo che, per tutti noi, lo spostamento delle merci da gomma a ferro e la necessità di un collegamento con il Corridoio 5 sono dati assodati;

b)     Il rapporto tra costi e benefici visto l’alto costo dell’opera, anche alla luce delle risorse di cui dispone il Paese

 

Le convinzioni maturate dai cittadini e dalle cittadine sui possibili rischi richiedono la capacità della nostra organizzazione di non limitarsi a registrare le posizioni favorevoli o contrarie all’opera da di darsi l’obiettivo di un impegno di lavoro e di approfondimento.

La nostra azione, l’azione comune con CISL e UIL, il confronto con i Sindaci della Valle e con il Governo nazionale, le istituzioni torinesi e piemontesi, il confronto con i nostro militanti della Val di Susa e momenti di approfondimento tecnico-scientifico a partire dalle prospettive future di mobilità delle merci e delle compatibilità economiche, al fine di costruire una proposta sindacale sull’opera, sulle sue eventuali alternative e sullo sviluppo compatibile della Val di Susa, possono essere i cardini di questa agenda.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 22: OdG sull’Immigrazione

 

La CGIL, nell’ultima conferenza sull’immigrazione, ha fatto un’analisi approfondita di questo complesso fenomeno, avanzando proposte sia in ambito politico che organizzativo.

Le tesi congressuali, recependo le suggestioni della Conferenza ampliandole e approfondendole, segnano una tappa fondamentale su questa tematica cogliendone tutti gli aspetti.

La complessità dei problemi e la concezione della confederalità impegna la CGIL ad una forte integrazione fra l’azione politica di rappresentanza e quella di tutela individuale.

L’insieme di queste iniziative e proposte, l’adesione così vasta di migranti iscritti alla CGIL, richiede alla nostra Organizzazione di risolvere il tema della presenza di questi lavoratori e lavoratrici a tutti i livelli dell’Organizzazione, superando lo scarto di rappresentanza attuale.

Rendere credibile questo comportamento significa assumere in modo vincolante il principio di proporzionalità ed avviare un processo in grado, in tempi certi e verificabili, di qualificare la presenza degli immigrati negli organismi dirigenti.

Per questo il Congresso decide di:

·        Raggiungere l’obiettivo con verifica entro il mandato congressuale, della rappresentanza proporzionata al numero degli iscritti immigrati/e attraverso una appropriata politica dei quadri – che comprenda anche un piano straordinario di formazione sindacale – finalizzata alla promozione degli immigrati come dirigenti generali anche negli organismi esecutivi;

·        Censire la presenza degli immigrati/e nella CGIL;

·        Attivare un percorso graduale, comunque da avviare subito a partire dalla Confederazione Nazionale e dalle CGIL Regionali e CdLM, che porti alla creazione, con le relative risorse, dei dipartimenti immigrazione previsti dal documento finale della Conferenza Nazionale sull’Immigrazione, comunque da portare a compimento entro il mandato congressuale;

·        Predisporre la costituzione dei Comitati Immigrati/e;

·        Rilanciare e qualificare l’integrazione nel sistema dei servizi e la Rete degli sportelli immigrati.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 23: OdG della Fillea sui Beni culturali

 

Il settore dei Beni Culturali ha un’importanza strategica per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese.

La mancanza di adeguate politiche complessive ha portato ad una scarsissima crescita in termini di offerta culturale programmata, valorizzazione e conservazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, dismissione di Beni Pubblici, incapacità di guardare alla tutela delle professionalità che vi operano come ad un elemento cardine ed indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sviluppo.

Il mercato privato è da tempo entrato a tutti gli effetti senza che sia mai stata approfondita da parte delle forze politiche quali regole devono concorrere per garantire l’alta qualità degli interventi di tutela, recupero e valorizzazione, coerentemente con le ovvie logiche dei costi e del profitto.

Chiediamo che la CGIL sviluppi una politica confederale sul settore che sappia guardare alle professionalità (il più delle volte di alto profilo come i restauratori, gli archeologi, gli storici dell’arte) come volano per uno sviluppo sostenibile di cui il settore culturale per l’Italia ne è parte integrante.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 24: OdG Riforma del rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco e

riforma del sistema di Protezione Civile

 

I Vigili del Fuoco – con la legge 252/04 ed il decreto che la attua 217/05 – hanno subito una riforma del rapporto di lavoro, da privatistico a pubblicistico, che nel contesto attuale è ancora più preoccupante e pericolosa, poiché è propedeutica alle scelte che il Governo ha fatto in tema di sicurezza e difesa civile, soprattutto dopo una politica estera assolutamente irresponsabile che  - a partire dalla partecipazione dell’Italia al conflitto iracheno – oltre a non produrre alcun effetto positivo, ha reso le nostre città, il nostro territorio, potenziali obiettivi del terrorismo internazionale.

Con un simile clima, Governo e Ministero dell’Interno hanno deciso che i Pompieri sono da impiegare, non nel soccorso e nella protezione civile, ma in compiti di sicurezza interna ed esterna del Paese, ovvero, di garantirne la continuità politica ed economica in caso di crisi interne ed internazionali.

Tale progetto, purtroppo, è stato sostenuto anche dalla Margherita e dai sindacati CISL e UIL confederali, di categoria e di settore, nonostante sia stato chiaro da subito che il ritorno al modello contrattuale di diritto pubblico, oltre a ridurre diritti e tutele ed emarginare le rappresentanze sociali, non avrebbe comportato alcun beneficio, né in termini organizzativi – neanche un euro per organici e mezzi – tanto meno di valorizzazione professionale ed economica del personale.

Nonostante l’alta esposizione del nostro Paese ai rischi di natura antropica ed ambientale (terremoti, inondazioni, frane, incidenti in industrie ad alto rischio sono quasi all’ordine del giorno), si depotenzia l’attività di soccorso dei Pompieri per  poterli impiegare in compiti di ordine pubblico ed antiterrorismo.

Nel contempo, la Protezione Civile è diventata una sorta di proprietà personale del Presidente del Consiglio, il quale, invece di incentivare un modello organizzativo che, in caso di incidente o calamità, riduca la perdita di vite umane e mitighi gli eventuali danni, si avvale del potere di ordinanza – e deroga tutte le leggi dello Stato – per favorire dubbi interessi di parte, anche a scapito della difesa dell’ambiente e spreca ogni risorsa ed energia per gestire, soprattutto sul piano mediatico, i grandi eventi (la morte e le esequie di Papa Giovanni Paolo II è solo l’esempio più eclatante).

La FP-CGIL, così come i Coordinamenti VVF, sia nazionali che territoriali, si sono battuti strenuamente per impedire una simile deriva: assemblee in ogni posto di lavoro, convegni, manifestazioni a Roma, come sul territorio, scioperi, la significativa vittoria nelle elezioni per il rinnovo delle RSU, purtroppo, non hanno determinato ripensamenti, né sembrerebbe, tra coloro che nell’attuale opposizione e nel sindacato hanno sostenuto tale progetto.

A maggior ragione, pertanto, si chiede il sostegno necessario per continuare questa battaglia di giustizia e civiltà e per riaffermare, con forza, quanto già accennato nel documento congressuale:

1.      dalla piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro non si torna indietro, per cui, la legge 252/04 che riforma il rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco ed il decreto 217/05 che la attua, devono essere abrogati;

2.      così come, contestualmente, va riaffermata con altrettanta forza la necessità di una riforma del sistema integrato del soccorso e di protezione civile maggiormente coerente con uno stato sociale all’avanguardia, senza dicotomie istituzionali, duplicazioni e sovrapposizioni di competenze, confusione ed incertezza nei compiti, tale da stimolare ogni possibile sinergia tra lo Stato, gli Enti Locali, il volontariato, ma soprattutto, tale da esaltare, oltre le capacità e le potenzialità unanimemente riconosciute ai Pompieri, anche la valenza sociale e solidale del servizio che rendono quotidianamente a tutti i cittadini e che non ha nulla a che vedere con la difesa civile e con l’ordine pubblico.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 25: Odg su Comunicazione e informazione

 

            In una società mediatica come è ormai la nostra, la capacità di informare e comunicare a tanti e con tempestività è uno degli elementi decisivi anche per un’organizzazione come la CGIL e ne costituisce un tratto strategico,

            Nella società dell’immagine e dell’informazione invasiva in “tempo reale”, occorre trasmettere anzitutto un’informazione adeguata e tempestiva agli iscritti, alle lavoratrici, ai lavoratori ed ai pensionati; bisogna poi saper anche essere efficaci nel comunicare ciò che vogliamo all’insieme dell’opinione pubblica.

            La CGIL, a tutti i livelli e attraverso tutte le strutture, dedica al tema della comunicazione grandi energie, sia in termini politici, sia sotto l’aspetto organizzativo ed economico.

            Diffusa è l’esigenza di saper sempre meglio conciliare la necessità di una comunicazione di carattere generale con quella di una comunicazione che sappia cogliere le nostre tante specificità, siano esse territoriali o di categoria.

            In questo può essere di aiuto il rapido evolversi delle tecnologie: per questo la CGIL deve perseguire una gestione coordinata degli strumenti della propria comunicazione, verificandone costantemente l’efficacia e la congruità organizzativa, anche in rapporto alle necessità di innovazione.

            Questa attività deve raccordarsi anche con le esperienze di quei soggetti culturali e sociali, con i quali la CGIL ha condotto tante battaglie di libertà dell’informazione e della cultura.

            Per questi motivi, il XV° Congresso della CGIL ritiene importante che il tema della comunicazione e le sue implicazioni di carattere organizzativo siano uno dei punti prioritari in discussione nella prossima Assemblea Nazionale di Organizzazione ed impegna a ciò il Comitato Direttivo e la Segreteria.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 26: OdG sulla riforma delle procedure fallimentari e concorsuali

 

            Lo schema di riforma delle procedure fallimentari e concorsuali, attualmente anche in fase di approvazione pone vari elementi di criticità e di difficoltà per la tutela dei lavoratori.

            In particolare si sottolineano alcuni aspetti che sono stati già evidenziati dall’Ufficio Giuridico della CGIL Nazionale ai competenti organi parlamentari e che sommariamente se ne riassumono alcuni aspetti tra i più importanti:

a)     la progressiva, da una parte, perdita di funzioni del giudice fallimentare e l’eccesso di potere, dall’altra, conferito ai curatori o ai commissari straordinari;

b)     la definizione di piccolo imprenditore e i limiti di inizio della procedura fallimentare che avviene solamente quando i crediti complessivi superano i 25.000 euro;

c)      moltiplicazione di costi e procedure per  i lavoratori e incertezza per le somme ritenute in privilegio;

d)     affidamento di responsabilità e compiti a professionisti, o tecnici, senza che sia prevista anche una responsabilità penale sul loro operato;

e)     ruolo, compiti e composizione dei comitati dei creditori tali da limitare la presenza dei lavoratori in tale organo.

 

            In tale contesto si ritiene opportuno evidenziare alcune criticità che sono state individuate con specifico riferimento all’attuale situazione del settore tessile e della crisi che lo sta attraversando:

1.      la riforma del diritto fallimentare aggrava ulteriormente la situazione in quanto , limitando le condizioni di fallimento dell’imprenditore, di fatto prevede che il lavoratore debba esercitare una serie di azioni legali individuali prima di poter accedere al fondo di garanzia dell’INPS aggravando il dipendente di spese legali di cui mai vedrà alcun rimborso;

2.      in tema di concordato viene prevista la possibilità di pagamento percentualizzato anche ai creditori privilegiati. Niente viene detto circa la possibilità del lavoratore di poter accedere per la parte residuale al fondo di garanzia dell’INPS, e stante così la normativa, riteniamo che ciò non sia possibile.

 

            Il XV° Congresso della CGIL Nazionale assumendo questo Odg, impegna i delegati ad attivarsi in ogni sede al fine di chiarire gli aspetti qui riportati e ad effettuare le necessarie azioni per la piena tutela dei lavoratori in tutti i casi di fallimento o procedura concorsuale.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 27: OdG sulle droghe

 

            Il Congresso della CGIL giudica assai criticamente  e con viva preoccupazione la legge Fini/Giovanardi appena approvata in materia di droghe.

            Sono infatti da respingere assolutamente sia il merito del provvedimento che il metodo usato per approvarlo.

            La legge prevede infatti, in realtà, l’applicazione di pene detentive gravi per il semplice possesso o consumo di sostanze: è stata inoltre approvata sotto forma di emendamento alle misure sulle Olimpiadi invernali imponendo i voto di fiducia e bloccando il dibattito parlamentare.

            E’ stato ignorato l’orientamento radicalmente critico, in merito al provvedimento, di CGIL, CISL e UIL, della gran parte degli operatori del settore e delle stesse associazioni dei consumatori.

            E’ stato così anche negato il fondamentale principio della riduzione del danno, ormai accreditata in tutta Europa come strategia fondamentale per la lotta alle tossicodipendenze; è stato inoltre scorrettamente affidato anche ai privati il delicato compito di certificare lo stato di tossicodipendenza.

            Centrale resta invece per la CGIL, in questo come in altri settori, il diritto alla salute, all’informazione e alla prevenzione, insieme alla qualità e alla dignità del lavoro degli operatori sociali e sanitari che svolgono in questo ambito un lavoro difficile, prezioso e spesso sottovalutato.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 28: OdG di solidarietà con i lavoratori del Venezuela

 

Il XV° Congresso della CGIL segue con attenzione la situazione che i lavoratori e il popolo del Venezuela stanno vivendo.

La difficile congiuntura del paese ha visto, negli anni recenti, un tentativo di colpo di stato nell’aprile del 2002 e una serrata padronale, nel corso dello stesso anno, entrambi diretti dal presidente dell’Associazione imprenditoriale venezuelana.

Nonostante gli attacchi e le manovre dell’amministrazione Bush il governo di Chavez è uscito riconfermato da tutte le competizioni elettorali e sta portando avanti una serie di riforme sociali che ricevono un consenso molto largo dal popolo venezuelano. Tra queste ricordiamo la decisione di sostenere le iniziative di gestione delle aziende in crisi da parte dei lavoratori, nate come risposta alla disoccupazione e al boicottaggio da parte del padronato venezuelano.

Il Congresso, pur apprezzando questo sforzo in atto per migliorare le condizioni di vita degli strati più bassi della popolazione in particolare in materia di sanità ed educazione primaria, esprime la sua preoccupazione per le disposizioni, contenute nella nuova Costituzione Bolivariana, che attribuiscono al Consiglio Nazionale Elettorale la facoltà di controllo sulle elezioni interne al sindacato e che sono già state oggetto di osservazioni da parte dell’OIL per violazione della Convenzione 87 sulle libertà sindacali.

La CGIL è pertanto impegnata a sostegno della partecipazione democratica dei lavoratori a questo processo di riforme sociali e per la libertà e l’autonomia sindacale.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 29: Odg sui Centri di permanenza temporanea (CPT)

 

Il XV° Congresso Nazionale della CGIL ritiene assolutamente inaccettabile che il governo ed in particolare il ministro Pisanu si ostinino a voler aprire "con forza i Centri di permanenza temporanea" di Bari e di Gradisca d'Isonzo, pur in presenza di una totale contrarietà da parte non solo di innumerevoli associazioni, partiti e di privati cittadini, ma anche delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali interessate, in particolare dei Comuni di Bari e di Gradisca.

La CGIL, coerentemente con i contenuti delle tesi congressuali discusse e votate da quasi 1.500.000 iscritte e iscritti e della relazione introduttiva del segretario generale Guglielmo Epifani, ribadisce che i Cpt vanno chiusi e trasformati in adeguati centri di accoglienza non solo perché rappresentano un vero e proprio buco nero per la tutela dei diritti umani e delle libertà personali, ma anche perché, nel quadro di una radicale modifica dei principi della legge Bossi-Fini e dell'istituzione di un permesso di soggiorno per richiesta di lavoro, si arriverebbe ad una legalizzazione dell'ingresso dei migranti e i Cpt non avrebbero più alcuna funzione né una giustificazione pratica.

Pertanto si conferma la totale contrarietà all'apertura dei Cpt di Gradisca d'Isonzo e di Bari, invitando il governo a rinviare qualsiasi decisione in materia a dopo le elezioni politiche, come del resto richiesto dai tanti parlamentari che nelle ultime settimane hanno avuto la possibilità di visitare questi "lager" del terzo millennio.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 30: OdG su Pirelli

 

I delegati al XV° Congresso Nazionale CGIL esprimono profonda preoccupazione per le scelte finanziarie del gruppo Pirelli annunciate nei giorni scorsi che segue l’avvenuta cessione del settore cavi de luglio 2005 perché sottraggono risorse alla politiche  industriali del gruppo privilegiando invece la finanziarizzazione e che rischiano di determinare gravi conseguenze sul futuro dei lavoratori in termini occupazionali e di prospettiva industriale.

            Sarebbe incomprensibile che un pezzo importante della nostra industria, quella qualificata, quella capace di competere nei mercati più avanzati fosse sacrificata nell’ambito di scelte finanziarie, indebolendo ulteriormente la presenza industriale di una delle multinazionali più importanti del nostro Paese.

            I delegati del XV° Congresso Nazionale della CGIL, esprimono la necessità di una forte iniziativa sindacale di carattere nazionale confederale, in coerenza  con la denuncia del declino e del disimpegno industriale di grandi gruppi industriali italiani, ed in stretto raccordo con l’iniziativa dei lavoratori e l’impegno unitario della categoria  sulle prospettive di migliaia di lavoratori e sul futuro di un pezzo importante della nostra industria.

 

<<<<<<<<<<>>>>>>>>>> 

 

N. 31: OdG su Alcatel

 

            Il Congresso Nazionale della CGIL esprime solidarietà agli 800 lavoratori e lavoratrici dello stabilimento Alcatel di Rieti e indotto che da settimane sono in lotta per scongiurare il processo di esternalizzazione delle produzioni e la vendita dello stabilimento.

            I lavoratori stanno occupando l’aula consiliare dell’amministrazione provinciale di Rieti a sostegno della vertenza.

            Occorre un’immediata risposta alla richiesta di incontro avanzata dal coordinamento nazionale Alcatel e Fim-Fiom-Uilm Nazionali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per imporre un cambio di strategia della multinazionale e garantire la permanenza dello stabilimento di Rieti nel perimetro aziendale Alcatel.