Tavolo GIOVANI dell’Unione per il Programma

7 SFUR: “Scuola e Formazione, Università e Ricerca”

 

Il tavolo dei giovani dell’Unione per il programma della scuola, la formazione, l’Università e la ricerca si è riunito ed ha selezionato queste priorità per l’elaborazione del programma di Governo con una sensibilità e una attenzione rivolta ai giovani italiani.

 

Scuola, formazione, Università e ricerca sono le uniche leve disponibili per il rilancio del progresso culturale, sociale ed economico del paese. L’istruzione scolastica e la formazione universitaria, oltre che necessari per l’inserimento professionale dei giovani, contribuiscono a costruire nei cittadini l’abilità critica di esercitare consapevolmente i loro diritti democratici.

 

Investire sugli studenti e promuovere il loro essere cittadini attivi. Vanno rafforzati i diritti loro riconosciuti all’interno delle istituzioni scolastiche ed universitarie e in occasione delle loro prime esperienze professionali. E’ opportuno lavorare ad un ampliamento qualitativo e quantitativo della partecipazione degli studenti negli organi collegiali. Occorre lanciare una campagna di sensibilizzazione alla partecipazione studentesca affinché le energie, la passione, l’intelligenza dei giovani non resti inattiva. Ripristinare e difendere tutti gli spazi creativi e di gestione autonoma degli studenti come le Assemblee di Istituto recentemente ridimensionate da una circolare ministeriale (decreto 297 del 2005). E’ opportuno ideare regolamenti e statuti che garantiscano la qualità e l’equità delle esperienze di stage e tirocinio di studenti, laureandi e neolaureati. Proponiamo di prevedere il diritto di voto alle elezioni amministrative locali per gli studenti fuori sede.

 

 

Diritto allo studio e fuori sede. Dobbiamo garantire l’erogazione delle borse di studio a tutti gli idonei in graduatoria e in tutte le regioni del Paese.

Lanciamo la sfida della costruzione in 5 anni di 20 nuove case dello studente attraverso appositi strumenti di perequazione urbanistica.

Le case dello studente, come già avviene in molti paesi europei, vanno rese disponibili durante l’estate per utilizzare i ricavi in servizi per gli studenti e favorire una mobilità generazionale italiana ed europea.

Suggeriamo che i comuni che ospitano le università italiane favoriscano la regolarizzazione dei contratti di affitto per studenti e il controllo dei prezzi con incentivi fiscali (es: ICI) anche gestendo appositi albi di locatari. Chiediamo una seria politica di contrasto agli affitti irregolari.

Andrebbe studiata la formula di acquisto di case di nuova costruzione per studenti fuori sede con mutuo avviato in forma di affitto all’inizio del corso di studi.

Da chi guida e gestisce le aziende per il diritto allo studio dobbiamo pretendere maggiore efficacia, efficienza ed abilità nell’attrarre ed utilizzare risorse.

Critichiamo i falsi decentramenti dei mega atenei italiani che aggirano l’esigenza di  decongestionamento necessario a garantire una università a misura d’uomo. Tra gli Atenei federati proponiamo una riorganizzazione degli spazi e dei servizi secondo criteri di omogeneità della didattica e di efficienza.

Proponiamo che si valuti la possibilità di garantire agli studenti sconti per i trasporti ferroviari, soprattutto ai fuori sede.

 

Innalzamento degli obblighi scolastici. E’ opportuno proseguire in direzione di un graduale innalzamento degli anni di formazione ed istruzione garantiti agli studenti italiani. Il ripensamento dei cicli deve abbandonare logiche di precoce canalizzazione degli studenti. I diritti di cittadinanza studentesca vanno garantiti con le risorse e con la formulazione di veri e propri patti tra studenti e istituzioni. L’ideazione di una carta degli studenti fin dal ciclo medio inferiore darebbe l’opportunità di ottenere sconti, opportunità (anche a livello internazionale) e servizi quali una casella di posta elettronica.

Occorre tracciare un legame di orientamento ed informazione per accompagnare gli studenti uscenti dalla scuola al momento della scelta della Facoltà universitaria.

 

Ripristinare il ruolo dei ricercatori universitari. La valorizzazione della ricerca e della formazione universitaria non può che passare attraverso il ripristino di una prospettiva di stabilità nella carriera accademica. Le borse di dottorato vanno aumentate in numero e in valore. Il personale non strutturato in attesa di poter godere delle opportunità del personale di ruolo deve poter usufruire di alcuni dei diritti e servizi garantiti agli studenti.

 

Mezzogiorno d’Italia, aree depresse ed isolate. Gli investimenti per il Sud e le aree disagiate sono un dovere morale oltre che una opportunità per lo sviluppo del paese. Gli studenti delle scuole e delle università meridionali debbono godere di alti standard di qualità e sicurezza delle infrastrutture. Occorre valorizzare i servizi e reinserire la possibilità di derogare ai requisiti minimi di attivazione delle classi e degli istituti per le aree isolate e disagiate.

 

Sviluppo sostenibile. Nelle nostre scuole e nelle nostre Università deve diffondersi una sensibilità ecologica. Le amministrazioni debbono praticare sistematicamente la raccolta differenziata in tutte le strutture quali mense e aule. I curricula formativi debbono contribuire a formare cittadini e lavoratori attenti e impegnati sulle tematiche dello sviluppo sostenibile. Deve sostenersi la ricerca scientifica applicata alle fonti energetiche alternative e alla salvaguardia dell’ambiente. Proponiamo, per ridurre i costi e per sensibilizzare gli operatori, gli studenti e le famiglie ad uso corretto dell'ambiente di incentivare ogni
istituto scolastico italiano all'istallazione di pannelli fotovoltaici. Lanciamo la sfida di promuovere l’uso di carta riciclata e materiali biologici nelle scuole e nelle università.

 

Internazionalizzazione e multiculturalità. Deve stimolarsi la mobilità Erasmus di docenti e studenti. Le risorse per l’accoglienza degli immigrati nel nostro sistema formativo non sono attualmente adeguate alla gestione delle trasformazioni che stanno impegnando il nostro paese e l’Unione europea. L’abilità all’uso delle lingue straniere da parte degli italiani deve divenire una vera priorità. L’integrazione passa attraverso la sperimentazione intelligente della diversità fin dai primi cicli scolastici. Le politiche dell’immigrazione passano anche per la scuola e l’Università. Solo una scuola aperta alla diversità culturale e religiosa potrà accogliere e formare nuovi futuri cittadini integrati ed impegnati attivamente nella società italiana. Solo istituzioni universitarie e di ricerca accoglienti ed accattivanti per i talenti stranieri potranno favorire l’arrivo di risorse umane altamente qualificate da ogni parte del mondo.

 

Persone, infrastrutture, risorse. Il sistema dell’educazione ha bisogno di risorse infrastrutturali e di risorse umane giovani, motivate e capaci. Il nuovo Governo dell’Unione dovrà investire in tecnologie ICT quali piattaforme per l’insegnamento a distanza (solo come strumento integrativo e mai come sostituto della didattica tradizionale). Riteniamo doverosa la diffusione nella Pubblica Amministrazione di software open/-free source sia per i possibili risparmi economici che per il valore politico e culturale della scelta. Desideriamo che i documenti pubblici delle amministrazioni dello Stato vengano diffuse attraverso formati aperti che ne garantiscano la libera accessibilità.

La lotta ai divari digitali, di casa nostra e delle nazioni in via di sviluppo, deve partire anche dalle istituzioni scolastiche e universitarie.

Le biblioteche e i centri di calcolo debbono essere ovunque adeguatamente attrezzati,  ospitali e funzionanti.

Il tutorato deve divenire realtà nei nostri corsi di laurea anche passando per un coinvolgimento degli studenti senior per contribuire a lottare efficacemente contro l’attuale elevato tasso di abbandono. Vorremo che fosse rilanciata e resa reale la figura del difensore civico degli studenti.

 

Educazione, ricerca e impresa. Riteniamo che i rapporti tra imprese e scuole vadano gestiti con grandissima cautela. Al contrario gli atenei, i dipartimenti e i corsi di laurea possono imparare a dialogare con il tessuto istituzionale ed imprenditoriale. Siamo a favore di un rapporto di collaborazione sì fecondo, ma non invasivo dell’autonomia didattica e della libertà di ricerca. Gli Enti locali possono stimolare l’occupazione e lo sviluppo locale contribuendo a regolare e favorire la collaborazione tra mondo del lavoro e università.

 

I rappresentanti delle organizzazioni giovanili dell’Unione auspicano che questo coordinamento dei responsabili Scuola, Formazione, Università e Ricerca resti attivo ed operativo oltre la vicinissima data limite fissata per la consegna del proprio contributo. Forti delle differenti identità intendiamo contribuire insieme alla vittoria dell’Unione lavorando uniti in questo coordinamento durante tutti i prossimi mesi di campagna elettorale per garantire al Paese un nuovo, migliore Governo del quale vorremo essere protagonisti.

 

 

 

 

Le Organizzazioni Giovanili dell’Unione