Grazie alle denunce di noi operai e alla presa di posizione avuta all'unione degli industriali, l'azienda si è resa conto che non poteva più lasciare in cassa integrazione una parte dei lavoratori e nello stesso tempo chiedere ad altri lavoratori lavoro straordinario.
La mancata firma alla cassa integrazione da parte di qualche delegato e una giusta informazione su quello che stava avvenendo è servito a far cambiare posizione all’azienda.
La situazione in D.A.S. rimane però ancora critica poiché vi è un alto livello di professionalità degli operai non riconosciuto. Continue e costanti speculazioni da parte dell’azienda vengono perpetrate ai danni degli operai che tramite i suoi “collaboratori” invita a svolgere prestazioni straordinarie di lavoro dietro il ricatto della perdita delle commesse attuali.
Gli operai sono stufi dei continui ricatti e richiami al loro senso di responsabilità. Dov’è invece la responsabilità di coloro i quali gestiscono quel reparto? Basterebbe stimolare gli operai dando luogo ad un vero piano di riconoscimento professionale che li valutasse per ciò che di fatto sono.
Se però lo scopo è di tenere basso il costo degli operai per avere un più alto margine di profitto allora non vi è nessun rispetto dei ruoli delle parti in causa.
serve maggiore coscienza del compito che abbiamo di pretendere che i nostri diritti vengano rispettati, Senza nasconderci.
Solo con l’impegno diretto degli operai è possibile farlo.
I delegati onesti rappresentano qualcosa solo se hanno gli operai al loro fianco.
Pretendere, come qualcuno fa, di fare battaglie alla donchisciotte, senza una presa di posizione collettiva degli operai, è una sciocchezza che può andare bene solo a chi esprime le sue posizioni nascondendosi dietro l’anonimato.