Mi sono convinto di fare un ricorso al “Collegio di Verifica della FIOM Nazionale” contro la mia espulsione dalla RSU dell’Avio.
Mi sono convinto prima di tutto perché è giusto farlo, è giusto coinvolgere le strutture centrali della FIOM rispetto ad un atto di prevaricazione attuato dalla segreteria provinciale di Napoli, su indicazione di alcuni individui della FIOM presenti nella RSU dell’Avio che hanno voluto accanitamente un provvedimento contro la mia persona.
Io sono convinto delle mie ragioni, che sono poi le ragioni degli operai, e se devo effettivamente rimanere fuori dalla RSU, deve essere la FIOM nazionale a dirlo. Deve essere la FIOM nazionale a dire che in questo sindacato non c’è più posto per gli operai combattivi, ma solo per coloro che si allineano alle richieste padronali.
Sono convinto nel sostenere le mie ragioni anche per la solidarietà che mi è stata dimostrata da tanti operai metalmeccanici, non solo dell’Avio, che hanno firmato l’appello dell’RSU INNSE di Milano alla segreteria FIOM per la mia riammissione nella RSU.
Nel ricorso affermo che la mia espulsione è illegittima rispetto alle stesse regole dello Statuto della FIOM.
Primo, perché lo Statuto della FIOM, diversamente dagli altri sindacati “rappresentativi”, stabilisce che l’incarico di delegato RSU per la quota di un terzo deve essere assegnata “secondo il criterio delle maggiori preferenze accordate dai lavoratori/ci” e io sono il quarto per numero di voti, quindi il posto di delegato spetta a me.
Secondo, la mia destituzione si configura come un provvedimento disciplinare, ma nessuna procedura disciplinare è mai stata avviata nei miei confronti.
Terzo, nessuna regola dello Statuto della FIOM imponeva a me, o agli altri delegati FIOM, di firmare per forza l’accordo sui turni dopo la vittoria dei SI al referendum. Sono stati Santorelli e gli altri a volerlo fare, ma non erano obbligati a farlo. Né, quindi, potevano obbligare me.
Quarto, io non posso essere sostituito nella RSU nei sei mesi precedenti le nuove elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie e, questo, sempre per l’Accordo FIM-FIOM-UILM di regolamentazione sulla costituzione e il funzionamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie e la democrazia nei luoghi di lavoro del 14 Dicembre 1993.
Ma, infine, io non posso ammettere che si possa procedere ad una ripetizione a catena dei referendum, e quindi della famigerata democrazia nei luoghi di lavoro, fino a quando non si ottiene il risultato che chiude poi il capitolo. E’ questa la motivazione che ha guidato la mia condotta. Non ritengo di essere un burattino nelle mani di qualcuno, e tanto meno la stessa cosa vale per i lavoratori.
Questa mia battaglia può essere sembrata una battaglia individuale, ma non lo è affatto, perché ho voluto far capire che, quando si ritiene che qualcosa non è giusta, bisogna mettersi in discussione e dimostrare la giustezza delle proprie azioni. La capacità delle persone è un qualcosa che si valuta, ma che non può non essere sorretta dalla coerenza, perché altrimenti si finisce di essere dei falsi ideologi, e soprattutto dei falsi “rappresentanti dei lavoratori”.
La mia espulsione dalla RSU dell’Avio è quindi, anche alla luce delle stesse regole fondamentali della FIOM, un atto illegittimo.
Al Collegio di Verifica della FIOM Nazionale
e p. c. Alla Segreteria Nazionale FIOM
Cari compagni,
Mi chiamo Iannaccone Giuseppe e sono nato a Napoli il 20/05/1977. Sono un operaio dell’Avio di Pomigliano d’Arco (NA), tesserato alla Fiom con tessera n° 2112631 e sono stato delegato RSU per la quota dell’1/3 in quanto sono risultato nell’ultima elezione il quarto dei votati FIOM.
Ultimamente, sono stato destituito dall’incarico con comunicazione all’azienda firmata dal Segretario Provinciale in data 02/06/2006 e sostituito dall’operaio Della Greca Giuseppe, che è risultato sempre nelle ultime elezioni RSU il quinto dei votati nella lista FIOM.
Né tale decisione, né i motivi che l’hanno determinata mi sono mai stati ufficialmente comunicati, tanto che io, ignaro della situazione, ho anche usufruito dei regolari permessi sindacali come RSU durante tutto il mese di giugno, esponendomi ad eventuali ritorsioni aziendali. Sembra però che la mia destituzione come RSU sia legata alla mia decisione di non sottoscrivere l’accordo del 13/04/2006 tra FIM, UILM, FISMIC e Avio sull’introduzione dei 17 turni, accordo contro cui si era schierata ufficialmente la FIOM, ma che era passato a maggioranza col referendum del 12/05/2006.
CHIEDO AL COLLEGIO DI VERIFICA
ai sensi dell’art. 28 dello Statuto di svolgere indagini e controlli sulle procedure e sugli atti della segreteria provinciale della FIOM di Napoli che hanno portato alla mia destituzione da RSU in relazione alla loro rispondenza alle norme statutarie e regolamentari.
CHIEDO INOLTRE AL COLLEGIO DI VERIFICA
l’annullamento totale dell’atto di destituzione del sottoscritto dall’incarico di RSU FIOM operato dalla segreteria provinciale di Napoli, per i seguenti motivi:
1. Secondo le Norme comportamentali in merito alle RSU quota 1/3 di nomina FIOM allegate allo Statuto, essendo io il quarto dei votati della lista FIOM nell’elezioni dell’attuale RSU ed essendo 4 i delegati FIOM presenti in tale RSU (3 eletti ed 1 per la quota di 1/3 di nomina sindacale) è mio pieno diritto svolgere tale incarico che, proprio secondo tali Norme, viene affidato secondo “il criterio delle maggiori preferenze accordate dai lavoratori/ci”.
2. L’atto della mia destituzione si configura di fatto come un provvedimento disciplinare, senza che però sia stata attivata nei miei confronti formalmente nessuna procedura disciplinare. In questo modo l’erogazione della sanzione non è opera del Comitato di Garanzia competente ed è stata preclusa al sottoscritto ogni possibilità di difendersi e di ricorrere al secondo grado di giudizio previsto dallo Statuto.
3. In nessun caso il mio comportamento è mai stato passibile di azione disciplinare. La decisione di non sottoscrivere l’accordo tra le altre sigle sindacali e l’azienda, accordo contro cui la stessa FIOM si era schierata, invitando a votare NO al referendum, non è in nessun caso una violazione dello Statuto, in particolare del punto e) dell’art. 7, in quanto tale punto fa esplicito riferimento a piattaforme formalizzate e ad accordi conseguenti e, per l’accordo in questione, manca sia la formalizzazione della piattaforma (anzi la stessa piattaforma di contrattazione di secondo livello del 14/12/2004 pone la questione del superamento del sabato lavorativo unilateralmente imposto dall’azienda) sia l’accordo da parte della FIOM. In nessun modo il risultato referendario in questione pone dunque l’obbligo al singolo delegato FIOM di sottoscrivere tale accordo. Vale qui la pena di ricordare i punti 4.2 e 4.3 della Delibera Regolamentare N. 4 della CGIL in cui si parla precisamente, in situazioni particolari, del “divieto, per la nostra organizzazione, della presentazione della piattaforma o sottoscrizione dell'accordo, anche in presenza dell'esercizio pieno della democrazia di mandato”.
4. La decisione del sottoscritto di non sottoscrivere l’accordo, malgrado l’opinione opposta degli altri 3 RSU FIOM si configura in questo caso come un normale esercizio del diritto di lotta interna, ampiamente garantito dallo Statuto stesso e in nessun caso punibile con una sanzione disciplinare o con un atto di destituzione operato in aperta violazione dello Statuto.
5. L’atto di sostituzione dell’RSU Iannaccone con Della Greca Giuseppe è formalmente nullo in quanto l’RSU attuale è alla scadenza del suo mandato, per cui non è più possibile operare sostituzioni, che secondo l’art. 9 dell’Accordo FIM-FIOM-UILM di regolamentazione sulla costituzione e il funzionamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie e la democrazia nei luoghi di lavoro del 14 Dicembre 1993 sono esplicitamente escluse nei 6 mesi precedenti la fine del mandato.
Fiducioso di una risposta in tempi brevi che mi consenta di continuare la battaglia a favore degli operai nel posto che mi spetta come delegato RSU, Vi saluto.
Napoli 05/10/2006 FIRMA
Giuseppe Iannaccone