Resoconto dell’assemblea dell’11 novembre a Pomigliano

 

Sabato 11 novembre a Pomigliano si è tenuta un’assemblea operaia pubblica, indetta dall’RSU INNSE di Milano, in solidarietà a Peppe Iannaccone, operaio dell’Avio di Pomigliano, dimesso dalla RSU dello stabilimento dal suo stesso sindacato, la FIOM, perché si è rifiutato di firmare un accordo sul diciassettesimo turno che stabilisce di lavorare anche il sabato.

La partecipazione degli operai all’assemblea ha visto molte presenze “qualificate” di operai “combattivi” provenienti da stabilimenti tra i più importanti d’Italia. Fra questi oltre, ovviamente, i delegati dell’RSU INNSE, operai e delegati, iscritti a diverse sigle sindacali, dell’ Alfa Lancia di Pomigliano, dell’FMA di Pratola Serra, dell’Ansaldo Breda di Napoli, della SATA di Melfi, dell’Ondulit di Cisterna, della Winchester Browning di Anagni, della Fiat Ferroviaria e dell’Italcementi di Colleferro, della Fiat New Holland e della Terim di Modena, della Siemens e dell’Ansaldo Camozzi di Milano, oltre ad una delegazione di operai in tuta dell’Avio di Pomigliano.

Tutti hanno espresso la solidarietà a Peppe Iannaccone e hanno sottolineato l’illegittimità dell’atto di discriminazione attuato nei suoi confronti dai vertici provinciali della FIOM.

Negli interventi dell’assemblea si è fotografata l’attuale situazione degli operai rispetto al sindacato. Quasi nessuno nutre illusioni sulle attuali formazioni sindacali. Nessuno degli operai presenti all’assemblea, perlopiù delegati sindacali, ha difeso la propria “parrocchia” sindacale. Tutti, invece, hanno sottolineato l’importanza di una difesa comune contro il padrone, anche stabilendo una vera e propria alleanza fra operai “combattivi” delle diverse fabbriche e delle diverse organizzazioni sindacali, per la costituzione di un sindacalismo operaio capace di far fuori i borghesi nel sindacato.

In alcuni interventi si è anche detto che però tutto questo non basta. L’attività sindacale presuppone la vendita della forza lavoro degli operai. Chi fa bene il sindacalista vende meglio questa merce e cerca di far prendere più soldi agli operai. Chi fa il sindacalista per l’azienda  la forza lavoro la svende al prezzo che stabilisce il padrone. Agli operai combattivi questo commercio però ormai va stretto. Il problema che è stato posto è stato quello della eliminazione della vendita della forza lavoro attraverso l’eliminazione del compratore. Si è parlato apertamente del superamento dell’attuale sistema di produzione come obiettivo principale e finale della lotta degli operai. Si è detto che una lotta determinata e conseguente per la difesa del salario e per il miglioramento delle condizioni di lavoro, può avvenire solo se gli operai che la portano avanti, che ne sono le avanguardie, hanno chiaro questo obiettivo finale, altrimenti anche il bravo sindacalista rimarrà solo un venditore, sempre sensibile alle esigenze e alle richieste del compratore.

I temi trattati, il modo franco con cui sono stati trattati, le conclusioni a cui si è giunti, insieme al fatto che tutti gli interventi sono stati fatti da operai, rendono questo appuntamento importante nel processo di emancipazione degli operai.

L’assemblea alla fine ha approvato una mozione finale sul caso di Peppe Iannaccone, che di seguito riportiamo.

Nei confronti di Peppe Iannaccone è stato compiuto un atto illegittimo. Non poteva essere estromesso dalla RSU dell’Avio. I dirigenti provinciali della FIOM si sono messi sotto i piedi il regolamento del loro stesso sindacato. Iannaccone è stato eliminato dalla RSU Avio perché non ha voluto firmare un accordo che la maggior parte degli operai ha bocciato in un referendum una prima volta, ed è passato solo una seconda volta. Nessuna regola dello statuto della FIOM stabiliva che Iannaccone dovesse per forza firmarlo.

Contro questo sopruso hanno firmato un appello centinaia di operai e Iannaccone ha fatto ricorso alla stessa FIOM per la sua illegittimità. Ad oggi nessuna risposta si è avuta. Di fronte a tale silenzio l’assemblea non solo conferma il pieno sostegno alla battaglia per il reintegro di Iannaccone, ma decide di proseguire la mobilitazione nelle fabbriche finchè il gruppo dirigente della FIOM con atto formale annulli la decisione di destituzione di Peppe.

Il braccio di ferro su questa vicenda riguarda tutti gli operai. Nella FIOM c’è o no il diritto di dissentire? C’è o no la possibilità di rappresentare le diverse scelte degli operai? La risposta verrà dall’esperienza pratica e sarà valutata dagli operai che hanno aderito all’iniziativa.

L’assemblea ritiene scontata la reintegrazione di Peppe, nel suo ruolo di rappresentante sindacale tanto da impegnarsi fin d’ora a sostenere la candidatura nella prossima RSU. D’ora in poi nessuno rimarrà solo nella lotta per un vero sindacalismo operaio.

 

Rsu INNSE Iniziative

Pomigliano, 11/11/2006