Mozione per il reintegro di Peppe Iannaccone, della Avio di Pomigliano, al suo posto di RSU FIOM regolarmente eletto dagli operai.

 

Lo stesso Iannaccone ha richiesto solidarietà a partire dagli operai e delegati del suo stesso sindacato,

 

ma è chiaro che possono firmare la mozione di solidarietà anche non iscritti o aderenti ad altri sindacati.

 

La mozione è stata preparata dalla RSU della INNSE di Milano insieme a RSU di altre fabbriche, ma essa  

 

diventerà di tutti gli operai e delegati che la firmeranno.

 

La raccolta delle firme va rispedita alla RSU della INNSE Iniziative che provvederà ad inviarle alla segreteria della FIOM.

 

 

I compagni dell’INNSE di Milano, sull’onda della discussione che si è scatenata nella FIOM sul motivo e sul modo con cui Peppe Iannaccone è stato estromesso dalla RSU dell’Avio, si sono fatti carico di sostenere una campagna di solidarietà nei suoi confronti.  Prima di tutto perché è giusto farlo. E’ giusto dimostrare di essere vicini a un compagno che si batte coerentemente per la difesa degli interessi degli operai, per non farlo sentire solo, isolato rispetto alla dirigenza aziendale. E’ giusto sostenerlo perché agli operai servono compagni giovani che si dedichino al lavoro sindacale senza pensare alla carriera, al proprio interesse. E’ giusto sostenerlo perché quello che gli è stato fatto è emblematico della situazione del sindacato oggi, dove, invece di sostenere gli elementi migliori, si sostengono i carrieristi, quelli che fanno sindacato per i propri interessi, nascondendosi spesso dietro una posizione di “sinistra”.

Noi vogliamo un sindacato che sia una organizzazione che difende gli interessi degli operai e non un trampolino di lancio per gli opportunisti. Per questo motivo la battaglia di Peppe Iannaccone è anche la nostra battaglia. Bisogna impedire ogni tentativo di estromettere i delegati operai combattivi dal sindacato.

Contro le bugie, le vere e proprie infamità che sono state dette (sempre senza mai renderle ufficiali, senza mai formularle per iscritto) da diversi personaggi del nostro sindacato, dentro e fuori lo stabilimento dell’Avio, bisogna che gli operai esprimano in modo chiaro e netto la loro solidarietà nei confronti di Peppe Iannaccone per difendere la sua onorabilità come uomo e come sindacalista.

Operai, per questi motivi firmate l’appello per il reintegro di Peppe Iannaccone nel posto che per diritto elettivo gli compete: la RSU dell’Avio come delegato degli operai.

Alla Segreteria Nazionale FIOM

A                     Giorgio Cremaschi

Gianni Rinaldini

 

 

Il compagno Peppe Iannaccone deve essere reintegrato nel suo incarico di delegato RSU FIOM dell’Avio di Pomigliano.

 

Il compagno Peppe Iannaccone è stato rimosso dal suo incarico con una comunicazione della FIOM territoriale all’azienda, senza esserne neanche informato personalmente. Agendo in questo modo, in totale dispregio delle normali regole di trasparenza e correttezza nei confronti dei lavoratori e dei militanti FIOM, si è esposto lo stesso Iannaccone, ignaro di non essere più delegato RSU, al rischio di eventuali rappresaglie aziendali per l’attività sindacale da lui svolta in quest’ultimo periodo..

Ci chiediamo: perché tutto questo accanimento che gli poteva anche costare il posto di lavoro? Di quali gravi colpe si è macchiato Peppe Iannaccone? Ha utilizzato la sua posizione per interessi privati? Si è “venduto” all’azienda in cambio di posti di lavoro clientelari?

Niente di tutto questo.

La sua unica colpa è quella di essersi battuto coerentemente e caparbiamente contro il diciassettesimo turno di lavoro (di sabato) all’Avio.

Il diciassettesimo turno dai lavoratori era già stato rifiutato nove mesi fa, bocciando con un referendum un accordo tra sindacati e azienda. Ciononostante il diciassettesimo turno era stato applicato lo stesso dall’azienda e anche la FIOM, all’epoca, non aveva reagito con la lotta, a questa palese forzatura padronale.

Non contenta, l’azienda ha riproposto per la firma alle OOSS, lo stesso accordo. Ha cambiato qualche virgola (sedici euro lordi in più al sabato e duecentosettanta euro lordi una tantum a parziale rimborso dei sabati già lavorati) e l’ha riproposto.

I sindacati aziendali, esclusa la FIOM, hanno prontamente firmato. Si è andati al referendum, dove la FIOM ha dato indicazione di votare NO, e questa volta l’azienda l’ha avuta vinta. Hanno pesato la rassegnazione dei lavoratori e il fatto che l’azienda ha mobilitato in massa i trecento impiegati per il SI (sfruttando il fatto che gli impiegati non erano coinvolti nella nuova turnistica). Ciononostante i NO sono stati 350 e i SI 601 nei due stabilimenti Avio di Pomigliano ed Acerra.

Subito dopo il referendum tre dei delegati FIOM hanno firmato l’accordo, il quarto, Peppe Iannaccone appunto, si è rifiutato convinto di compiere un gesto di incoerenza se avesse firmato e convinto della necessità di rappresentare anche formalmente all’interno dell’RSU quei 350 operai che avevano espresso il loro rifiuto all’accordo e che sono sicuramente la parte più combattiva, sempre in prima linea nelle lotte dei lavoratori Avio. Pur non contestando la decisione degli altri tre delegati Fiom di sottoscrivere l’accordo, a seguito dell’esito referendario, Iannaccone ha così posto un problema fondamentale nella vita di un sindacato che vuole difendere gli interessi dei lavoratori: il diritto di essere rappresentati da parte di tutte le tendenze operaie presenti in fabbrica.

Questo è stato il motivo della sua estromissione dalla RSU. Prima è stato isolato dagli altri delegati, poi messo sotto accusa dalla FIOM territoriale. Alla fine, a maggioranza, è stato deciso di ritirargli la delega di rappresentante dei lavoratori nella RSU dell’Avio.

I sottoscrittori di questo documento reputano quest’atto un fatto gravissimo, perché nessun regolamento stabilisce che Iannaccone avesse l’obbligo di firmare l’accordo dopo l’esito del referendum..

Inoltre, è gravemente lesivo dell’immagine della FIOM, delegittimare un compagno onesto e coerente solo perché esprime, non una posizione diversa rispetto alla FIOM che pure può essere espressa, ma solo il rifiuto alla firma di un accordo a cui non era obbligato.

E’ un brutto segnale che viene dato: agli industriali si fa capire che non ci sarà più spazio nella FIOM per i delegati combattivi e, implicitamente, si dà alle aziende mano libera nella repressione.

Bisogna fare un passo indietro. Peppe Iannaccone deve essere riammesso nella RSU Avio con l’incarico che gli compete, essendo il quarto tra gli eletti FIOM.

Noi diciamo che i fatti interni alla FIOM bisogna risolverli discutendo e anche se alla fine, si rimane su posizioni diverse, non si possono delegittimare i compagni dandoli in pasto agli industriali.

 

COGNOME E NOME

N. TESSERA FIOM

FABBRICA

DELEGATO

RSU

FIRMA