Alla fine del mese di ottobre alcuni contratti interinali, nei siti di Pomigliano d'Arco ed Acerra, non sono stati rinnovati dall'Avio. A questa pratica, però, l'Avio non è giunta per la prima volta, dal momento che già nel mese precedente, nel sito di Acerra, alcuni contratti interinali su 30 non erano stati rinnovati. Questo è il processo di razionalizzazione a cui sta procedendo l'Avio, in virtù anche degli impegni che la stessa ha preso con il Governo e le parti sindacali, al fine di evitare il ricorso alla Cassa Integrazione. In effetti quello che sta succedendo è che il personale interinale uscente viene compensato con il personale proveniente dal reparto delle revisioni dei motori, che, come risulta dalla situazione di fatto presente a Pomigliano, girovaga alla ricerca di una collocazione. Ebbene! Con gli spostamenti che dovranno effettuarsi così come deliberato nella riunione tenutasi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ci sarà questa nuova collocazione a danno dei lavoratori interinali presenti sia ad Acerra che a Pomigliano. E' vero che si è scongiurato il pericolo della Cassa Integrazione ma non si è risolta la situazione di crisi che attanaglia il sito di Pomigliano d'Arco, anzi l'Avio raggiungerà ugualmente il suo scopo, che è la riduzione degli organici.
E' inutile far passare come una vittoria sindacale una situazione che degenera sotto i nostri occhi. Tutti i processi di ristrutturazione o di razionalizzazione non hanno mai portato ad un aumento dell'occupazione, anzi è sempre stato il contrario. In ogni caso sono processi che tendono al depauperamento di interi settori produttivi, come nel caso di Pomigliano dove professionalità maturate nella revisione dei motori andranno gradualmente perse perchè riconvertite in nuove mansioni o addirittura azzerate.
E per i lavoratori interinali cosa succede? Nessuno se ne preoccupa, tanto meno il sindacato. Perchè? Perchè vanno sacrificati sull'altare della patria dal momento che non si può accettare un'eventuale procedura di Cassa Integrazione se ci sono lavoratori atipici in azienda. E cosa vuol dire? Che i lavoratori interinali non hanno una loro dignità? Sono lavoratori di serie B? Da quello che succede in Avio, e non solo, pare proprio di sì. Questi lavoratori sono una sorta di cuscino di salvataggio perchè quando la situazione peggiora non c'è da preoccuparsi se in azienda ci sono gli interinali perchè tanto saranno i primi a pagare le conseguenze di una crisi. Questa è la risposta di "sindacalisti" da quattro soldi e di qualche lavoratore che non ha maturato quella coscienza tale da permettere una attenta riflessione sulla situazione presente. Ormai si vede, è sotto gli occhi di tutti, che le organizzazioni sindacali non hanno più la volontà di affrontare i problemi del mondo del lavoro, limitandosi solo a dare all'opinione pubblica, e quindi alla classe lavoratrice, uno scorcio della loro identità con qualche loro manifestazione di "facciata". Sono però queste solo strumentalizzazioni perchè non ci deve essere solo la denuncia di certe situazioni ma bisogna andare fino in fondo, mettendosi in discussione perchè solo così si possono cogliere i risultati di una propria attivazione sui problemi.
Questo non è altro che il continuo ricatto del capitale sul lavoro. E poi, chi ci dice che dopo aver razionalizzato i processi produttivi, sistemato il personale che prima era in esubero, ecc., l'azienda stessa non procederà nuovamente a pretendere ciò che aveva chiesto prima della razionalizzazione? A quel punto avrà tutte le carte in tavola per fare ciò che vuole e non avrà timore di procedere in maniera unilaterale perchè, ricordiamocelo, l'Avio non è nuova al ricorso di certe pratiche.
Mentre gli interinali, gradualmente, si accomodano fuori per dare spazio ai lavoratori di quei reparti improduttivi, in fabbrica sembra che ci sia una sorta di pace. Sembra essere presenti in un "paradiso" e non ci si rende conto che, invece, si assiste ad un'ulteriore disfatta dei lavoratori. La dignità di un lavoratore è in primis la conservazione del posto di lavoro ma questa non va subordinata alla conquista dei diritti. Noi lavoratori a tempo indeterminato, molte volte, non ci rendiamo conto che la vita di un lavoratore precario è priva della sua dignità. E tutto questo non lo riusciamo a capire nel momento in cui nessuno di noi si adopera nella lotta di interessi collettivi, degli interessi di questi lavoratori che rispetto a noi non hanno nulla. Pensiamo che quello che noi stiamo perdendo, loro non l'hanno mai avuto e mai l'avranno se non ci saranno rivendicazioni, lotte, nelle quali dovrà esserci la nostra presenza.
I diritti dei lavoratori precari sono i nostri diritti, ed è per questo che dobbiamo intraprendere un cammino che ci tenga accomunati. Altrimenti ciò a cui si assisterà sarà l'azzeramento dei nostri diritti dove le condizioni di lavoro saranno equiparate a quelle dei lavoratori atipici. E' questo il processo che tendenzialmente sta attualizzandosi nella nostra società. Impariamo tutti che è la sola solidarietà che può permettere il reale cambiamento delle nostre condizioni. Aiutiamoci gli uni con gli altri e partecipiamo in prima persona alle discussioni che ci interessano.