Si scalda in Alitalia l'appalto da 50 milioni l'anno per la manutenzione dei motori. La compagnia di bandiera, attraverso Alitalia servizi, ha deciso di mettere a gara la cura dei propulsori dei 75 Md-80 (che rappresentano quasi la metà della flotta) finora appannaggio di Avio.
Al bando hanno partecipato la stessa Avio, l'americana Pratt&Whitney e l'israeliana Bedek. Lofferta economicamente più vantaggiosa sarebbe giunta dalla società che fa parte del gruppo israeliano (Bedek). Ma la gara non è stata al momento aggiudicata. Il motivo sta nel fatto che Pratt&Whitney ha proposto un'ipotesi che l'esecutivo vedrebbe di buon occhio: un'intesa a tre fra le concorrenti per utilizzare le professionalità di Avio.
L'azienda americana si sarebbe detta disposta a subappaltare ad Avio il lavoro di montaggio e smontaggio.
Dopo qualche settimana si legge dal Sole 24 Ore che l'Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) ha sospeso con effetto immediato la manutenzione effettuata da Bedek sui motori Md-80 Alitalia (motori jt8-D). Bedek sembra aver fatto un'offerta economicamente conveniente rispetto a quella di Avio ma la stessa Avio, in 30 anni di revisioni dei jt8-D Alitalia, non ha mai ricevuto un provvedimento simile.
In un'intervista alla Rsu di Avio si legge che c'è aria di ottimismo per tale evento, dal momento che adesso la situazione dovrebbe tornare nella normalità. Invece penso che, in questo caso e nella migliore delle ipotesi, ci saranno drastici tagli al personale e conseguentemente ci sarà un ridimensionamento dell'azienda stessa. Basti pensare che la commessa di cui stiamo parlando si riferisce a motori che oggi sono obsoleti e non rappresenteranno nessuna garanzia per il nostro futuro prossimo, tanto è vero che, sul mercato, questo motore potrà reggere, si e no, qualche anno e non di più. Perciò bisognerebbe adottare, per la professionalità manifestata dai lavoratori delle revisioni civili di Avio, una vera politica industriale, insomma una politica di investimenti per un reparto, quello delle revisioni, che ha dato il suo forte contributo alla nostra società italiana, tanto da essere, quest'ultima, riconosciuta a livelli importanti.
Per fare ciò, però, devono essere gli operai, i lavoratori stessi gli artefici della loro emancipazione e della conquista del loro futuro senza delegare ad altri i loro interessi immediati e storici, avendo spesso valutato l'inettitudine, l'incapacità o addirittura la mancanza di volontà delle nostre avanguardie.