Il giorno 05-settembre-2006 si è riunito il Consiglio di fabbrica per delineare una sorta di strategia sulle problematiche che stanno ripercuetendosi a Pomigliano nel settore delle Revisioni civili. Ma ormai è giunta conferma che l'accordo con Alitalia, per la revisione dei motori MD 80, non ci sarà. Il contratto tra Avio ed Alitalia e scaduto ormai dal mese di giugno e pare che nessuno si stia impegnando per imporre la pretesa che le revisioni da Pomigliano non devono muoversi.
Sembra, infatti, che l'Avio dica di voler continuare ad essere presente a Pomigliano mantenendo inalterato questo settore, ma in concreto si assiste ad un suo progressivo indebolimento, addirittura vengono rifiutate importanti commesse che avrebbero potuto riscrivere il futuro dell'intero gruppo. Anche la parte sindacale non sembra essere decisa ad affrontare tale problema, dal momento che non fa altro che temporeggiare. Con tale logica si arriverà ad un nulla di fatto perchè l'azienda andrà avanti comunque per la sua strada, ma, avendo dalla sua il tempo, si troverà decisamente in vantaggio. E intanto le parti sociali, di fianco a quelle istituzionali, stanno a guardare, fino a quando un bel giorno qualcuno si sveglierà, ma sarà troppo tardi e ci sarà qualcun'altro che risponderà: <Io lo avevo detto>.
Per quanto concerne il disimpegno di Avio, secondo me, non si può ragionare nell'ottica del profitto a breve termine, decidendo di negare un contratto commerciale con importanti compagnie per la revisione di alcuni motori, quali il Cfm-56, il quale oggi è constatato essere il motore del futuro. Nel commercio bisogna saper investire anche e soprattutto su motori nuovi che si presenteranno sul panorama lavorativo. Infatti il motto dovrebbe essere: "Investire oggi per vedere risultati domani", e non: "Non investire perchè costa troppo". Ma la realtà sembra essere ben diversa, perchè la maggior parte degli imprenditori dimostra di non avere alcuna vocazione industriale all'investimento, mentre l'unico stimolo che pare loro appartenere è quello finanziario, detto volgarmente tornaconto.
Proprio partendo da questa circostanza di fatto, tutta la R.s.u. ha concluso che l'accordo del 13/Aprile/2006 doveva essere disdetto e nel primo pomeriggio dello stesso giorno c'è stata la prima presa di posizione attraverso l'invio di una lettera all'azienda. E inoltre da precisare che nelle ultime righe della lettera c'era, testualmente, scritto che la Rsu si riteneva libera d'intraprendere tutte le iniziative necessarie che dovessero essere suggerite dai conseguenziali comportamenti in merito della parte datoriale. Fino ad oggi l'azienda continua ad applicare l'accordo, dimostrando così quanto conti la presenza del sindacato, infatti se c'è va bene, ma se non c'è va bene lo stesso. Non è, poi, un evento straordinario poichè l'azienda già partì prima di proporre l'accordo al sindacato. D'altronde di cosa ci si può sorprendere, dal momento che l'azienda quando ha bisogno di un suo tornaconto intavola negoziati e poi quando l'ha ottenuto continua per la sua strada? Non esiste reciprocità di rispetto dei ruoli perchè è solo il sindacato che si prostra all'azienda e non viceversa, o meglio si rincorre l'azienda sul suo stesso terreno.