CHIUDIAMO I "RUBINETTI" ALLE INDUSTRIE DELL'ACQUA

In un clima di scompiglio politico e istituzionale, continuare a
parlare di acqua può voler dire molto, specialmente in realtà
apparentemente minori come la Provincia di Rieti, dove la politica con
la "P" maiuscola non si vede da tempo.

Grazie alla crescita della consapevolezza e della protesta, in questi
giorni i cittadini dell'ATO 3 Laziale cominciano ad esprimere la loro
contrarietà alla scelta di gestione privata dei "rubinetti",
attraverso una petizione popolare, lanciata da poco tempo, ma che ha
già raccolto 3.000 firme.

Però, affinché le lotte per una gestione pubblica del ciclo idrico
Reatino e non solo, risultino efficaci, siamo convinti che le
battaglie debbano assumere un respiro regionale oltre che nazionale e
internazionale.

A tal proposito, troviamo tutte a loro modo singolari le forme di
lotta che si possono incontrare in molte aree del pianeta, e tutte con
un forte spirito cooperativo.
Apprezziamo, ad esempio, la solidarietà con cui il Comitato Romano si
è adoperato in appoggio agli amici dell'ATO 3 di Firenze; e
apprezziamo la spinta iniziale, nella nostra battaglia, che ci è stata
data dal Comitato di Latina e dai movimenti Romani; e apprezziamo
ancora la giornata di solidarietà internazionale del 13 maggio che ci
ha visto uniti da più parti in sostegno delle lotte Boliviane contro
la Suez; con una frase potremmo dire che apprezziamo tutti coloro che
riescono nel quotidiano ad agire localmente senza mai dimenticare la
dimensione globale del problema.

Con questo spirito il Comitato di Rieti all'interno del Coordinamento
Acqua Pubblica Lazio si riconosce come parte di questo  movimento
globale e diffuso e si costituisce in questa Regione per opporsi anche
qui a qualsiasi forma di privatizzazione del servizio idrico e per
lottare per la ripubblicizzazione integrale di tutti i servizi.

Crediamo che il segnale positivo che viene dalla Puglia, dall'Abruzzo
e dalla Toscana (ma anche da Napoli, dalla Bolivia, ecc.) debba essere
di incoraggiamento per tutti noi e che, se vogliamo veramente vincere
la nostra battaglia, sarà indispensabile far vivere questa "Rete" di
movimenti su uno spirito di solidarietà tra territori.

Tutto questo per dire che ci piacerebbe riunire quante più possibili
esperienze di lotta che, in questi anni in Italia, hanno cercato di
affermare il principio del controllo democratico delle popolazioni
locali sulle risorse idriche.
In un luogo eletto a simbolo dalle nostre comunità locali e che per
qualche giorno proponiamo a tutti come il simbolo di una battaglia
comune, vorremmo dare il nostro contributo a che i servizi idrici
(come altri servizi pubblici) vengano salvaguardati dalle
privatizzazioni previste dalle trattative Gats della Wto.

Il nostro è un invito informale ad una 3 giorni di campeggio, concerti
e naturalmente dibattiti. Questa necessità di un confronto aperto
nasce dalla volontà di guadagnare sempre maggiore consapevolezza nella
lotta al neoliberismo, cominciando a far incontrare quelle coscienze
impegnate a difesa di un bene così vitale come l'acqua.
Crediamo infatti che sia possibile dare un nuovo impulso al "Movimento
dei Movimenti", proprio ricominciando da motivazioni profonde e
condivise in molte aree del pianeta.

I tempi che ci siamo imposti sono strettissimi (2-3-4 Settembre) ma
aspettiamo da tutti voi suggerimenti utili anche sulle date più
opportune.
Crediamo che le in questo anno si giochi una bella fetta della partita
sull'acqua; per questo diciamo che "non c'è acqua da perdere" e, se
vogliamo arrestare il processo di privatizzazione in corso a Rieti,
come a Napoli e Firenze, ripubblicizzare il servizio a Latina, come ad
Arezzo e a Roma, dobbiamo arrestare la spinta liberista che gli
azionisti di ACEA stanno portando avanti; abbiamo bisogno cioè di
concretizzare rapidamente le nostre scelte consapevoli e radicali,
preparandoci così al meglio per il Forum nazionale del 2006.

Da dove cominciare?

Nella Provincia di Rieti l'acqua viene estratta da una miriade di
sorgenti (esauribili), per lo più da soggetti pubblici quali comuni o
consorzi. In alcuni casi a gestire le acque sotterranee del territorio
reatino sono soggetti privati. Tra questi c'è una S.p.a. il cui 51% è
detenuto dal comune di Rieti ed il restante da ACEA S.p.a. che in
questi giorni ha acquistato dal gruppo Bouygues la Sigesa, società che
gestiva i servizi idrici in alcune aree del centro Italia (tra cui
Rieti, Lucca, Perugia e Benevento).

A Roma l'acqua per più dei 2/3 è pulita e di qualità perché
proveniente, fin dal 1926, da Rieti e più precisamente dalle sorgenti
Peschiera ? Le Capore (il più grande bacino carsico d'Europa).
Tramite un affidamento illegittimo ACEA ATO 2 S.p.A. gestisce il
servizio idrico dell'ATO 2 di Roma e, sempre in maniera illegittima, è
concessionaria delle sorgenti del Peschiera che rappresentano una
risorsa idrica di particolare importanza, sia in termini di qualità
che di quantità d'acqua. Infatti, il patrimonio disponibile di risorsa
idrica è oggi di 21 mc al secondo e l'acqua captata corrisponde a 560
milioni di mc/anno, sui quali la società ACEA - ATO2 di Roma produce
enormi profitti, mentre alla comunità reatina restano solo gli elevati
costi ambientali da sostenere. L'area attorno alle sorgenti è inoltre
da anni militarizzata per via delle leggi anti-terrorismo.

Considerando perciò l'esperienza Toscana di questi mesi, nonché quella
dei molti territori in cui maggiormente si manifesta la mercificazione
voluta da ACEA, ci sembra logico individuare proprio nella
multiutility romana il nodo politico su cui concentrare maggiormente i
nostri sforzi. Se c'è una S.p.a. quotata in Borsa, il cui 51% è
detenuto dal comune di Roma ed il restante da imprenditori di vario
genere, ma che nulla hanno a che vedere con la garanzia di un diritto
universale dell'umanità, vuol dire che non si vuole certo un controllo
politico dell'economia, ma al contrario si opta per un controllo
dell'economia sulla "P"olitica.

Per questo il Comitato di Rieti e il Coordinamento Acqua Pubblica
Lazio metteranno in campo tutte le forme di  informazione e
mobilitazione affinché l'acqua come bene comune e diritto universale
diventi consapevolezza diffusa delle comunità locali e comporti
l'affermazione di politiche economiche e sociali in direzione della
proprietà pubblica e della gestione partecipata dell'acqua.


L'acqua non ha padroni: no alla privatizzazione,

il Comune revochi l'accordo con la GORI

 

Il Comitato civico per la difesa del diritto all'acqua durante la riunione dello scorso 18 Ottobre ha lasciato il “Tavolo di concertazione” con il Comune di Nola e l'Ato3.

Alla considerazione che l'acqua, bene primario per la vita, non può essere ridotta a merce né diventare oggetto di profitto per qualche speculatore, i capigruppo della maggioranza fanno spallucce. Infatti, la risposta dell'amministrazione comunale ai dubbi del Comitato sulle procedure messe in atto dall'Ato 3 per la costituzione della società mista Gori, è sempre la stessa: “I tempi per l'opposizione e i ricorsi giudiziari sono ormai prescritti”. In particolare, il Comitato contesta la modalità di individuazione del socio privato, la “Sarnese Vesuviana s.r.l”, che è avvenuta con affidamento a trattativa diretta, dopo che la gara ad evidenza pubblica era andata deserta. All'osservazione che l'accordo tra Gori e Comune è da considerarsi inesistente in quanto non è mai stato recepito da una delibera, i rappresentanti della Gori e dell'Ato, con arroganza, hanno risposto che non era necessario stipulare l'accordo e che il Comune, con l'adesione all'Ato, ha ceduto ad esso la proprietà degli impianti idrici e fognari. Per cui – a detta loro - i cittadini potrebbero forse ricevere solo un parziale alleggerimento tariffario o qualche spicciolo di maggiore investimento. “Provateci pure a revocare l'accordo – minacciano - tanto noi ricorreremo al Tar, dove abbiamo sempre vinto”. A questa tracotanza gli amministratori nolani hanno risposto “Obbedisco”, come si evince dalle parole del capogruppo di Forza Italia, Cutolo: “La revoca della Gori è impraticabile sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello legale. Il piano d'investimento presentato è di estrema importanza e di alto impatto e servirà a risolvere gli atavici problemi della nostra città”.

Siamo convinti che la Gori possa, al massimo, risolvere i problemi personali di qualche scaltro amministratore comunale. Non crediamo che possa dare una soluzione ai problemi idrici della cittadinanza, migliorando la qualità dell'acqua e dei servizi erogati senza innalzare il costo economico e sociale. Un prezzo che può diventare insostenibile per molte famiglie, lasciate sole a scontrarsi con lo strapotere di multinazionali che, passo dopo passo, stanno acquisendo il monopolio dell'intero mercato delle acque.

Chiamiamo, ancora una volta, i cittadini a mobilitarsi, a resistere, a continuare la lotta e la disobbedienza civile. Siamo convinti che i Consiglieri comunali, nella prossima seduta del 28 Ottobre, sapranno valutare con lungimiranza la problematica e non aderiranno passivamente alle interessate indicazioni dell'amministrazione e del sindaco, e voteranno in larga maggioranza per la revoca dell'accordo con la Gori. Invitiamo tutti ad essere presenti in massa al Consiglio comunale ed a sorvegliare il comportamento dei singoli consiglieri.

Intanto, sottoscriviamo la petizione di sostegno alla legge regionale per la ripubblicizzazione dell'acqua e la proposta nazionale di iniziativa popolare sui “Beni comuni”.




Per un 2005 all'insegna del riconoscimento del diritto all'acqua,
vi aspettiamo tutti al campeggio sul Peschiera (2-3-4 Settembre -
Cittaducale - Rieti)



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Messaggio: 3        
     Data: Sun, 24 Jul 2005 03:16:35 +0200
       Da: "Consiglia Salvio" < consigliasalvio@libero.it >
  Oggetto: Fw: [acqua] Fw: AGGIORNAMENTI ACQUA - Rosario Lembo a Liberazione, 16 luglio 2005

Ricevo ed inoltro.
Ciao.
Consiglia

----- Original Message -----
From: "Consiglia Salvio" <consigliasalvioTo: < comitato.napoli@unicef.it >;
<>; < acqua@liste >
Sent: Sunday, July 24, 2005 2:48 AM
Subject: [acqua] Fw: AGGIORNAMENTI ACQUA - Rosario Lembo a Liberazione, 16
luglio 2005


>
> > (a cura di Associazione progetto STRATEGIE)
> >
> > Cordialmente
> > Marco Emanuele
> >
> > Liberazione, 16 luglio 2005
> >
> > Il segretario nazionale del comitato italiano per il contratto mondiale
> > dell'acqua: ´Portare avanti oggi una battaglia contro la privatizzazione
> > delle risorse idriche significa prevenire i conflitti e anche
contrastare
> i
> > potenziali livelli di povertà dello stesso occidenteª
> > Lembo: ´L'acqua risorsa di paceª
> >
> >
> > Castalda Musacchio
> > ´L'acqua? Si puÚ dire ormai sia diventata il principale motivo
scatenante
> > delle guerre. I muri vengono costruiti per mantenere il controllo di
> questa
> > risorsa, carente. L'acqua è un elemento strategico geopolitico. Portare
> oggi
> > avanti una battaglia contro la privatizzazione delle risorse idriche
> > significa prevenire i conflitti. Dare una "chance" in pi~ alla paceª. A
> > parlare è Rosario Lembo, segretario nazionale del comitato italiano per
il
> > Contratto mondiale dell'acqua (per maggiori informazioni www.
> > contrattoacqua. it). ´I cittadini - aggiunge - proprio attraverso un
> > processo avviato in difesa di questa battaglia hanno recuperato il senso
> > della democrazia partecipativa, della polis, di quel confronto
necessario
> > con le politiche dei partiti fino ad oggi portatori di interessi forti e
> di
> > mercato. Una battaglia che ha dato frutti rilevanti a livello non solo
> > locale-nazionale ma internazionaleª.
> >
> > Partiamo da una riflessione di ordine generale. C'è una tendenza enorme
a
> > privatizzare il "bene comune" per eccellenza, l'acqua. Dietro questa si
> > nascondono rilevanti interessi economici. Un discorso ampio, cruciale
che
> > attiene anche alle strategie globali mondiali.
> >
> > L'acqua? E' certamente ormai da considerare una risorsa affine al
> petrolio.
> > E' diventata una delle cause scatenanti dei conflitti. Del resto, chi
> > controlla l'acqua avrà la possibilità di controllare in termini
> geopolitici
> > intere aree del mondo. L'acqua è un elemento strategico. Ormai le
risorse
> > idriche non sono pi~ nelle aree dei paesi industrializzati, ma si
trovano
> in
> > Africa, Turchia, Iraq, pensiamo al Tigri o all'Eufrate, culla di civiltà
> ma
> > anche sorgenti di vita. Penso ancora al conflitto israelo palestinese
dove
> > si costruiscono muri tenendo conto delle riserve idriche. E quei muri
> > vengono costruiti in modo che Israele possa mantenere il controllo di
> quelle
> > risorse. Parallelamente nei paesi del nord del mondo come il Canada per
> > esempio avvengono altri processi. Gli Stati Uniti hanno chiesto proprio
al
> > Canada di liberalizzare l'esportazione dell'acqua e non è un caso.
> >
> >
> > Fare oggi una battaglia contro la privatizzazione dell'acqua dunque
> > significa prevenire i potenziali conflitti tra i "predatori dell'acqua"
e
> > chi ancora la possiede nelle proprie riserve?
> >
> > Certamente e i pi~ grandi "pedratori" sono quei paesi che oggi sono i
pi~
> > grandi consumatori d'acqua: da un lato gli Stati Uniti, dall'altro la
> Cina.
> > L'acqua appartiene alla terra a ciascuno di noi deve mantenere la
> proprietà
> > di questa risorsa. Da qui nasce la nostra battaglia in difesa dell'acqua
> > come bene comune, diritto inalienabile. Per questo chiediamo che si
> attivino
> > delle politiche di sana gestione anche per le future generazioni, il che
> > significa non solo salvaguardare la pace ma prevenirla e soprattutto
> > contrastare i potenziali livelli di povertà nello stesso occidente
> > industrializzato. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se i nostri nipoti
> non
> > avessero pi~ la possibilità di bere l'acqua di rubinetto ma dovessero
> > comprare solo acqua in bottiglia. Se non si avrà la possibilità di
> > acquistare quei 40 litri indispensabili per sopravvivere come potrà
essere
> > garantito il diritto alla vita alle future generazioni?
> >
> >
> > A Ginevra, nell'ultimo forum, i movimenti hanno messo nero su bianco
> alcuni
> > obiettivi da realizzare. Quali avete concretizzato e quali altri ancora
> > intendete raggiungere?
> >
> > Dopo il primo forum di Firenze avevamo come primo obiettivo quello di
> > riuscire ad ottenere il riconoscimento dell'acqua come un diritto umano
> > inalienabile; il secondo era quello di contrastare i processi di
> > privatizzazione; il terzo quello di creare meccanismi di mobilitazione
> della
> > società civile rispetto a questi obiettivi. E questo percorso ha portato
a
> > risultati significativi. Il primo che vale la pena di ricordare è che il
> > parlamento europeo nel marzo del 2004 ha riconosciuto l'acqua come bene
> > comune e come un servizio che deve essere gestito al di fuori delle
> logiche
> > del mercato interno europeo. A livello italiano la commissione esteri ha
> > riconosciuto l'acqua come un diritto inalienabile con un ordine del
giorno
> > impegnando altresì il governo a contrastare eventuali processi di
> > privatizzazione a livello di politiche di cooperazione internazionali.
La
> > dichiarazione di Roma, approvata nel dicembre del 2003, che chiede il
> > riconoscimento dell'acqua come diritto umano, continua ad essere
> > sottoscritta da decine di comuni italiani e europei. E vorrei ancora
> citare
> > ciÚ che accade a livello europeo. Il governo olandese ha varato una
legge
> > nazionale in cui riconosce l'acqua come bene comune da gestire come
> servizio
> > pubblico. E ancora a livello internazionale l'acqua è stata inserita
come
> > diritto umano nella Costituzione dell'Uruguay a seguito di un vasto
> > movimento partecipativo della società civile.
> >
> >
> > A livello nazionale?
> >
> > In Italia? Va ricordata la legge di iniziativa popolare avviata in
Toscana
> > che costituisce una delle esperienze pi~ significative tra le esperienze
> di
> > democrazia partecipativa per controllare la gestione delle risorse. E
> > ancora: in un articolo inserito nella finanziaria di due anni fa è stata
> > riconosciuta la gestione "in house", per la quale i comuni hanno la
> > possibilità di gestire in termini pubblici questa risorsa. Diverse
regioni
> > italiane, da ultima il Friuli, hanno inserito nelle leggi quadro
regionali
> > sui servizi idrici l'opzione della gestione "in house" come da
> privilegiare.
> > Questo insieme di eventi dimostrano che è in corso un processo
> partecipativo
> > e iniziative concrete a partire da quelli che sono stati i principi
> sanciti
> > dalla dichiarazione di Firenze. E la dichiarazione di Ginevra ha
> affrontato
> > un altro grande tema: come trovare le risorse per garantire questo
diritto
> a
> > livello individuale e collettivo. E' stato per esempio elaborato un
> sistema
> > di tassazione differenziata proporzionale ai livelli di consumo che
> consente
> > di trovare le risorse per garantire l'accesso ai 40 litri indispensabili
> > come diritto. Sono state inoltre identificate alcune proposte di
validità
> > generale come la tassazione delle spese di armamenti e di altre
> > "improduttive" per la costituzione di fondi che garantiscano il
> > finanziamento dell'accesso all'acqua. Ed ancora sono partite le prime
> > battaglie e le alleanze tra movimenti dell'acqua europei e latina
> americana.
> > Una per tutti: la grande campagna fatta contro la Suez nel mese di
giugno
> di
> > quest'anno.
> >
> >
> > In definitiva questa battaglia è stata vissuta come una vera e propria
> > grande prova di democrazia partecipativa dando dei risultati
> significativi.
> >
> > Indubbiamente. E ancora vorrei aggiungere che con questa battaglia i
> > cittadini hanno cominciato a recuperare il senso della partecipazione
alla
> > politica e alla "polis". Un confronto con le politiche dei partiti fino
ad
> > ora portatori di interessi solo forti e di mercato. E il movimento è
> > impegnato a dare ancora significatività e visibilità a quelle battaglie
> che
> > sono in corso nelle diverse città d'Italia come a Napoli, a Messina. E
la
> > definizione delle prossime strategie saranno a Milano il 23 e il 24
> > settembre per la prima festa nazionale dell'acqua all'idroscalo, e la
> > seconda quella di lanciare il primo forum italiano di tutti i movimenti
> > impegnati sull'acqua per realizzare un'agenda alternativa in difesa
> > dell'acqua, della vita.
> >
> >
>
***************************************************************************
> >
> > Appuntamento al camping "Le Tamerici" di Cecina Mare (Li) sabato 23
> luglio,
> > all'interno dell'XI Meeting Antirazzista dell'Arci (ore 11-17)
> > Verso il Forum italiano dei movimenti per l'acqua
> >
> >
> > L'acqua è fonte di vita. Senza acqua non c'è vita. L'acqua costituisce
> > pertanto un bene comune dell'umanità, un bene irrinunciabile che
> appartiene
> > a tutti. Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: dunque l'acqua
> non
> > puÚ essere di proprietà di nessuno, ma deve essere condivisa equamente
da
> > tutti. Il modello neoliberista ha prodotto una enorme disuguaglianza
> > nell'accesso all'acqua, dovuta anche alle scelte politiche di Governi
> > inefficaci e corrotti, nonchÈ ha generato una sempre maggior scarsità di
> > quest'ultima a causa di modi di produzione distruttivi dell'ecosistema.
> > Le istituzioni economiche, finanziarie e politiche che per decenni hanno
> > creato il degrado delle risorse naturali e l'impoverimento idrico di
> > migliaia di comunità umane oggi dicono che l'acqua è un bene prezioso e
> raro
> > e che solo il suo valore economico puÚ regolare e legittimare la sua
> > distribuzione. Noi sappiamo che non è così. Dopo decenni di ubriacatura
> > neoliberista, gli effetti della messa sul mercato dei servizi pubblici e
> > dell'acqua dimostrano come solo una proprietà pubblica e un governo
> pubblico
> > e partecipato dalle comunità locali possano garantire il diritto e
> l'accesso
> > all'acqua per tutti e la sua conservazione per le generazioni future.
> >
> > In questa battaglia, insieme globale e locale, è ormai largamente
diffusa
> la
> > consapevolezza delle popolazioni riguardo alla necessità di non
> mercificare
> > il bene comune acqua e non esiste quasi pi~ territorio che non sia
> > attraversato da vertenze per l'acqua.
> >
> > Le lotte per il riconoscimento e la difesa dell'acqua come bene comune
> hanno
> > acquisito in questi anni una rilevanza e una diffusione senza
precedenti,
> > assumendo anche nuovi significati ed approfondimenti. Da una parte, le
> lotte
> > contro la privatizzazione dei servizi pubblici, e per un nuovo governo
> > pubblico e partecipato degli stessi, sono diventate uno degli assi
> > dell'azione dei movimenti e uno dei nodi del conflitto sociale.
> Dall'altra,
> > lo specifico tema dell'acqua ha raggiunto consapevolezza sociale e
> > diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e
> > facendo divenire la battaglia per l'acqua un paradigma di un altro
modello
> > di società.
> >
> > Se per anni, soprattutto grazie all'azione del Comitato per il Contratto
> > Mondiale dell'Acqua, il concetto di acqua come bene comune ha
contribuito
> a
> > costruire modelli valoriali e nuove narrazioni dei conflitti in corso,
> oggi,
> > grazie al radicamento dei movimenti, l'acqua è diventata vertenza
> > territoriale con contenuti di forte radicalità e capacità d'azione.
> >
> > L'esperienza felicemente in corso della campagna per la raccolta firme
in
> > Toscana in calce ad una legge di iniziativa popolare per la
> > ripubblicizzazione del servizio idrico; le lotte in Abruzzo che,
> > dall'opposizione al terzo traforo del Gran Sasso, hanno costruito un
> > percorso regionale fino alla nascita dell'Alleanza Abruzzese per
l'Acqua;
> la
> > costituzione del Coordinamento Acqua Pubblica Lazio che ricompone
vertenze
> > sia per impedire le privatizzazioni in corso, sia per rimettere in
> > discussione quelle già avvenute; la lotta dei movimenti contro la
svendita
> > del servizio idrico a Napoli e le decine di vertenze aperte in
altrettanti
> > territori del Paese, dimostrano come sul tema della difesa dell'acqua si
> sia
> > sedimentata una nuova cultura e sia scesa in campo una massa critica
> > sufficiente per consentirci di dire che cambiare si puÚ. Qui ed ora.
> >
> > Con due nuove consapevolezze: la certezza di essere immersi in una
> battaglia
> > di dimensione planetaria, che dalle lotte in America Latina, in Africa e
> in
> > India chiama i movimenti ad aprire conflitti nel nord del pianeta,
laddove
> > hanno sede le grandi multinazionali dell'acqua; e la maturata
> consapevolezza
> > della necessità che l'insieme delle vertenze territoriali trovino un
luogo
> > di confronto e di scambio, costruendo alcuni obiettivi comuni a livello
> > nazionale.
> >
> > Un luogo dove sia possibile fare il punto delle esperienze in corso e
> > provare a lanciare con forza l'obiettivo della ripubblicizzazione
> dell'acqua
> > a livello nazionale e del governo pubblico e partecipato a livello
> > territoriale.
> >
> > Ecco perchÈ, con questa lettera, ci rivolgiamo a tutti i comitati e a
> tutte
> > le reti locali, territoriali e nazionali che in questi anni hanno
> costruito
> > le lotte dei movimenti, per proporre la costruzione condivisa e dal
basso
> > del primo Forum italiano dei movimenti per l'acqua.
> >
> > Non pensiamo ad un evento, anche se vogliamo che ne abbia la medesima
> > evidenza. Non pensiamo ad un appuntamento fine a se stesso, bensì ad una
> > tappa di ricomposizione di quanto prodotto nelle diverse realtà
> territoriali
> > per moltiplicarne gli effetti sulla dimensione nazionale.
> >
> > Pensiamo ad un processo costruito dal basso, dalla forza e
dall'autonomia
> > dei movimenti, che, per approssimazioni successive, sappia costruire
> > obiettivi politici comuni e capacità di mobilitazione in grado non solo
di
> > invertire la rotta dei processi di privatizzazione dell'acqua, bensì di
> > prefigurare nella concretezza delle esperienze l'alternativa di un altro
> > modello sociale.
> >
> > Per questo chiediamo a tutte e tutti di aderire alla presente lettera e
di
> > moltiplicarne la diffusione e l'adesione nelle diverse realtà
territoriali
> e
> > non.
> >
> > A tutte e tutti proponiamo un primo Incontro Nazionale per costituire
> nelle
> > forme e nei modi che assieme decideremo, il Comitato promotore del Forum
> > italiano dei movimenti per l'acqua.