Montezemolo non aspetta il congresso Cgil |
Confindustria spara: «Contratti, riforma subito» |
di Fabio Sebastiani |
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Dura pochissimo il clima rilassato del dopo-metalmeccanici. Governo, Confindustria, e Pezzotta, segretario della Cisl, tornano all'attacco sulla riforma dei modelli contrattuali. La Cgil , in piena fase congressuale, prova a difendersi, ma il fuoco arriva da più fronti. A dare il "la" è direttamente il presidente della Confindustria Montezemolo che a Repubblica dichiara: «Non ci sono più alibi. Ogni rinvio è contro l'interesse del paese». Montezemolo ha fretta. «Cominciamo a lavorare - sottolinea - guadagniamo tempo così quando ci sarà il prossimo governo, quale che sia la maggioranza, non si partirà da zero». Gli fa eco il vicepresidente Bombassei che in una intervista al Corriere della Sera propone di "spiaggiare" il diritto di sciopero, alleggerire il contratto nazionale ed introdurre ulteriori quote di flessibilità. Perché ha tanta fretta il presidente di Confindustria? La risposta è facile. Da una parte ci sono le elezioni e il prevedibile cambio di maggioranza e dall'altra vuole evitare a tutti i costi che al congresso nazionale della Cgil (si celebrerà dal primo al 4 marzo) esca rafforzata la linea dei metalmeccanici di Gianni Rinaldini, che sul contratto nazionale ha idee completamente opposte a quelle degli imprenditori. La materia del contendere è il peso e il ruolo del contratto nazionale. C'è tutto un fronte (da Confindustria alla Cisl passando per il governo Berlusconi e per il professor Ichino) che intende alleggerirlo, attribuendo un peso maggiore al livello aziendale. Ciò vorrebbe dire una busta paga maggiormente "volatile", e ridimensionata di fatto, per i lavoratori e comunque un bel taglio ai diritti consolidati. Il segretario della Cisl Savino Pezzotta ne approfitta per tornare a formulare la sua proposta: «Un contratto nazionale è importante per stabilire diritti universali e va salvaguardato, poi bisogna accentuare procedure decentrate sia d'azienda e là dove non possibile anche territoriale. Lo dico a Confindustria, non vogliamo tre livelli di contrattazione ma due con il secondo variabile a seconda delle dimensioni aziendali». A Bombassei risponde Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom: «Dichiarazioni inaccettabili, da bocciare complessivamente». «E' la piattaforma degli imprenditori», aggiunge. «Quello che non abbiamo fatto passare nel contratto - conclude Cremaschi - vogliono rimetterle ad un livello superiore, ma per questa strada non si va da nessuna parte, si riapre solamente e si estende il conflitto». In merito alla proposta di Bombassei di riaprire subito il confronto sul nuovo modello contrattuale, senza aspettare il congresso della Cgil, Cremaschi commenta: «Se quelle sono le posizioni, possiamo aspettare anche il congresso del 2026. E' una questione di merito, devono sapere che non c'e' nessuno spazio». Secondo Fausto Durante, anche lui segretario nazionale della Fiom, Bombassei è in palese contraddizione quando da una parte auspica un modello nordico di relazioni industriali e dall'altra nega tutte le conseguenze per quanto riguarda il welfare, la coesione sociale e le relazioni sindacali. Il sottosegretario Sacconi si distingue per le sue dichiarazioni al vetriolo. «Come al solito, la Cgil si oppone o parla d'altro per non farne niente». |