Le torture,
denunciate nei mesi scorsi, contro gli iracheni nel
carcere di Abu Ghteib erano solo un antipasto. Le
democrazie occidentali fecero finta di inorridire,
Qualche soldatino USA ebbe come punizione qualche
mese di galera. Le nuove foto recentemente emerse
sulle torture nel carcere iracheno di Abu Ghreib ad
opera di soldati americani non sono davvero nuove,
ha detto ieri il segretario Usa alla Difesa Donald
Rumsfeld: o meglio appartengono alla stessa serie di
quelle già note e quindi sono l'immagine di una
faccenda già vecchia, archiviata, che è
irresponsabile andare a ripescare tanto più che
alcuni militari già sono stati condannati. Oggi un
articolo del Guardian di Londra protesta: non è
vero, poiché ora, "a quasi due anni dalle prime foto
dei detenuti iracheni nudi e umiliati, per la prima
volta l'ampiezza intera degli abusi viene dimostrata
da un rapporto dell'inchiesta interna dell'esercito
statunitense, rivelato dalla stampa".
Così il Guardian
sciorina le cifre: "1.325 immagini di torture, 93
file di video di torture, 660 immagini
pornografiche, 29 immagini di soldati in pose di
atti sessuali simulati", e forse la più
impressionante, "546 immagini di detenuti iracheni
forse morti".
Le organizzazione
dei diritti umani combattono da mesi per ottenere
dall'esercito la pubblicazione di tutti i dati sulle
torture di Abu Ghraib, e questo a prescindere dal
dibattito di fondo: se gli abusi fossero compiuti
solo da poche mele marce o, come alcuni degli
imputati hanno sostenuto, fossero un sistema
coerente e richiesto dall'alto, in particolare dagli
agenti della Cia, per 'ammorbidire' negli
interrogatori i sospetti partecipanti alla
resistenza irachena.
Il catalogo degli
orrori è stato ottenuto dalla rivista americana
online Salon, e non avrebbe potuto arrivare in un
momento peggiore per l'amministrazione Bush, dato
che coincide con il rapporto delle Nazioni Unite
sugli abusi sui detenuti di Guantanamo e con la
pubblicazione di un video che mostra quattro ragazzi
iracheni picchiati brutalmente da soldati britannici
a Bassora. A questo si aggiunga l'ira del mondo
islamico per la pubblicazione delle vignette su
Maometto.
Secondo il Salon,
il materiale pubblicato sulle sue pagine include
adesso tutte le fotografie che furono in origine
mostrate nell'aprile del 2004 oltre a quelle
recentemente mostrate dalle tv australiane. La
rivista afferma di averlo ottenuto da un membro
dell'esercito che ha passato del tempo nel carcere
vicino Baghdad e conosce gli elementi
dell'inchiesta.
La tesi di
Rumsfeld riprende quanto detto ieri sia da un
portavoce del Pentagono (secondo cui la
pubblicazioni di altre immagini può solo "infiammare
ulteriormente e forse incitare violenze non
necessarie nel mondo") sia dal premier iracheno
Ibrahim al Jaafari che pur condannando gli abusi,
ha osservato che i soldati americani già sono stati
puniti. Lo stesso Jaafari è sulla difensiva dopo la
scabrosa vicenda degli squadroni della morte del
ministero degli Interni, creati per arrestare ed
uccidere sunniti. La loro esistenza è stata ieri
confermata dal generale americano incaricato di
addestrare la polizia irachena, Jospeh Peterson,
secondo cui hanno lavorato dall'interno della
polizia irachena ma con uniformi da commando
speciale. "Abbiamo trovato uno squadrone" ha detto
Pererson, "fanno parte delle forze di polizia
irachene".
E dopo tutto
questo i padroni occidentali e i loro leccapiedi
della carta stampata e della televisione hanno
ancora il coraggio di dire che sono andati in Iraq a
portare la pace.