Il movimento operaio russo attraversa attualmente un periodo di transizione. L'opera brillantemente iniziata, nella quale si sono distinte le organizzazioni operaie socialdemocratiche del Territorio occidentale, di Pietroburgo, di Mosca, di Kiev e di altre città, si è compiuta con la fondazione del "Partito operaio socialdemocratico russo" (primavera del 1898). Fatto questo enorme passo avanti, la socialdemocrazia russa, come se avesse temporaneamente esaurito tutte le sue energie, è ritornata al precedente lavoro frazionato delle singole organizzazioni locali. Il partito non ha cessato di esistere; si è solo ripiegato su se stesso, allo scopo di raccogliere le forze per porre la causa dell'unificazione di tutti i socialdemocratici russi su una base solida. Compiere questa unificazione, elaborare per essa la forma adeguata, liberarsi definitivamente dal meschino frazionamento locale: ecco il compito immediato e più urgente dei socialdemocratici russi.
Siamo tutti d'accordo che il nostro compito è quello d'organizzare la lotta di classe del proletariato. Ma che cos'è la lotta di classe Se gli operai di una singola fabbrica, di una singola industria scendono in lotta contro il proprio padrone o i propri padroni, si tratta forse di lotta di classe? No, si tratta solo di deboli germi di questa lotta. La lotta degli operai diventa lotta di classe solo quando tutti i rappresentanti di avanguardia di tutta la classe operaia di tutto un paese hanno coscienza di costituire un'unica classe operaia e cominciano a lottare non contro i singoli padroni, ma contro tutto la classe dei capitalisti e contro il governo che. sostiene questa classe. Solo quando il singolo operaio si riconosce parte di tutta la classe operaia, quando vede nella sua piccola lotta quotidiana coi singoli padroni ed i singoli funzionari la lotta contro tutta la borghesia e contro tutto il governo, solo allora la sua lotta diviene lotta di classe. "Ogni lotta di classe è lotta politica": sarebbe sbagliato interpretare queste celebri parole di Marx nel senso che ogni lotta degli operai contro i padroni sia sempre una lotta politica. Bisogna interpretarle nel senso che la lotta degli operai contro i capitalisti diventa necessariamente una lotta politica nella misura in cui diventa lotta di classe. Il compito della socialdemocrazia è appunto quello di trasformare, mediante l'organizzazione degli operai e la propaganda e l'agitazione fra di essi, la loro lotta spontanea contro gli oppressori in lotta di tutta la classe, in lotta di un determinato partito politico per determinati ideali politici e sociali. Un tale compito non può essere assolto col solo lavoro locale.
Il lavoro socialdemocratico locale ha già raggiunto, qui da noi, un livello abbastanza alto. Il seme delle idee socialdemocratiche è già stato sparso dovunque in Russia; i fogli operai - questa prima forma di letteratura socialdemocratica - sono già noti a tutti gli operai russi, da Pietroburgo a Krasnoiarsk, dal Caucaso agli Urali. Ciò che ci manca ora è appunto la fusione di tutto questo lavoro locale, si da trasformarlo in lavoro di un unico partito. Il nostro principale difetto, per la cui eliminazione dobbiamo tendere tutte le nostre forze, il carattere ristretto, "artigianesco" del lavoro locale. Per effetto di questo artigianismo numerose manifestazioni del movimento operaio in Russia rimangono avvenimenti puramente locali le perdono molto della loro importanza come esempi per tutta la socialdemocrazia russa, come tappe di tutto il movimento operaio russo. Per effetto di questo artigianismo gli operai non si rendono abbastanza consapevoli che, in tutta la Russia, i loro interessi sono comuni, non collegano sufficientemente alla loro lotta l'idea del socialismo russo e della democrazia russa. Per effetto di questo artigianismo le varie concezioni dei compagni sulle questioni teoriche le pratiche non vengono discusse apertamente in un organo centrale, non servono all'elaborazione di un programma di partito comune le di una tattica comune, ma si perdono nell'angusta vita dei circoli o portano ad una eccessiva accentuazione di particolarità locali e occasionali. Ne abbiamo, abbastanza di questo artigianismo! Siamo già abbastanza maturi per passare ad un lavoro comune, all'elaborazione di un programma di partito comune, alla discussione collettiva della nostra tattica e organizzazione di partito.
La socialdemocrazia russa ha fatto :molto per la critica delle vecchie teorie rivoluzionarie e socialiste; essa non si é limitata solo alla critica e alla teorizzazione; essa ha dimostrato che il suo programma non è campato in aria, ma va incontro al largo movimento spontaneo sviluppatosi in mezzo al popolo, e precisamente nel proletariato di fabbrica e d'officina; le rimane ora da fare il passo successivo, particolarmente difficile, ma anche particolarmente importante: forgiare un'organizzazione di questo movimento adeguata alle nostre condizioni. La socialdemocrazia non si limita a essere semplicemente al servizio del movimento operaio: essa è l' "unione del socialismo col movimento operaio" (per usare una definizione di K. Kautsky che riproduce le idee fondamentali del Manifesto comunista); suo compito è di introdurre nel movimento operaio spontaneo determinati ideali socialisti, di legarlo a convinzioni socialiste, le quali devono essere al livello della scienza moderna, di legarlo ad una lotta politica sistematica per la democrazia quale mezzo per attuare il socialismo, di fondere, in una parola, questo movimento spontaneo, in un tutto indissolubile con l'attività di un partito rivoluzionario. La storia del socialismo e della democrazia nell'Europa occidentale, la storia del movimento rivoluzionario russo, l'esperienza del nostro movimento operaio: ecco il materiale che dobbiamo assimilare per forgiare un'organizzazione ed elaborare una tattica del nostro partito che siano adeguate ai fini da raggiungere. L' "elaborazione" di questo materiale deve tuttavia essere autonoma, poiché sarebbe inutile cercare dei modelli bell'e fatti: da una parte il movimento operaio russo è posto in condizioni del tutto diverse da quelle dell'Europa occidentale. Sarebbe molto pericoloso abbandonarsi a questo proposito a delle illusioni, di qualunque genere esse siano. E, dall'altra parte, la socialdemocrazia russa si distingue dai vecchi partiti rivoluzionari russi nella maniera più profonda, per cui la necessità di imparare dai più eminenti fra i vecchi rappresentanti russi della tecnica rivoluzionaria e cospirativa (non abbiamo la minima difficoltà a riconoscere questa necessità) non ci esime in alcun modo dal dovere di assumere nei loro riguardi un atteggiamento critico e di forgiare la nostra organizzazione in maniera indipendente.
Due sono le principali questioni che s'impongono, con particolare forza nell'impostazione di questo problema. 1) Come conciliare la necessità di una piena libertà dell'attività socialdemocratica locale con la necessità di formare un partito unitario, e quindi ispirato ai principi del centralismo? La socialdemocrazia attinge tutta la sua forza nel movimento operaio spontaneo, movimento che si manifesta nei diversi centri industriali in maniera non uniforme e non simultanea; l'attività delle organizzazioni socialdemocratiche locali costituisce la base di tutta l'attività del partito. Ma se essa sarà un'attività di "artigiani" isolati, non la si potrà, a rigore di termini, nemmeno chiamare socialdemocratica, in quanto non sarà l'organizzazione e la guida della lotta di classe del proletariato.
2) Come conciliare l'aspirazione della socialdemocrazia a diventare un partito rivoluzionario, che faccia della lotta per la libertà politica il suo obiettivo principale col deciso rifiuto, da parte della stessa socialdemocrazia, di organizzare complotti politici, col deciso rifiuto “di chiamare gli operai sulle barricate” (secondo la giusta espressione di P. B. Axelrod) o, in generale, di imporre agli operai questo o quel "piano" di attacco al governo elaborato da un gruppetto di rivoluzionari?
La socialdemocrazia è pienamente in diritto di ritenere di avere dato la soluzione teorica di questi problemi; soffermarsi su questo punto significherebbe ripetere quanto è stato detto nell'articolo Il nostro programma. Si tratta ora della loro soluzione pratica. Una simile soluzione non può essere data da una singola persona o da un singolo gruppo: solo l'attività organizzata di tutta la socialdemocrazia può darla. Noi pensiamo che al presente il compito più urgente sia quello di accingerci alla soluzione di questi problemi, e a questo, scopo dobbiamo porci come obiettivo immediato quello di dar vita ad un organo di stampa del partito che esca regolarmente e abbia stretti legami con tutti i gruppi locali. Pensiamo che in tutto il prossimo futuro tutta l'attività dei socialdemocratici debba essere indirizzata verso questo obiettivo. Senza un tale organo l'attività locale resterà ristretto "artigianismo". La creazione del partito - se non viene organizzata un adeguata rappresentanza di questo partito, in un determinato giornale - resterà in gran parte una vuota parola. Se non viene unificata da un organo centrale la lotta economica non può diventare lotta di classe di tutto il proletariato russo. È impossibile condurre una lotta politica se tutto il partito non si pronuncia su ogni questione della politica e non dirige le singole manifestazioni di lotta. È impossibile organizzare le forze rivoluzionarie, disciplinarle e sviluppare la tecnica rivoluzionaria, se tutte queste questioni non vengono discusse in un organo centrale, se non vengono elaborate collettivamente determinate forme e direttive di lavoro, se non viene instaurata - a mezzo di un organo centrale - la responsabilità di ogni membro del partito di fronte a tutto il partito.
Quando parliamo della necessità di concentrare tutte le forze del partito - tutte le forze nel campo della pubblicistica, tutte le capacità organizzative, tutti i mezzi materiali, ecc. - sulla fondazione e sulla giusta direzione di un organo di stampa di tutto il partito, non pensiamo affatto di relegare in secondo piano le altre forme di attività, per esempio l'agitazione locale, le manifestazioni, il boicottaggio, la rappresaglia contro le spie, nonché contro singoli rappresentanti della borghesia e del governo, gli scioperi dimostrativi, ecc. ecc. Al contrario, siamo convinti che tutte queste forme di attività costituiscono la base dell'attività del partito, ma se non trovano la loro sintesi in un organo di stampa di tutto il partito, tutte queste forme di lotta rivoluzionaria perdono i nove decimi del loro valore, non portano al formarsi di un'esperienza comune del partito, al formarsi di una tradizione e di una continuità di partito. L'organo di stampa del partito non solo non sarà un concorrente di questa attività, ma, al contrario, contribuirà enormemente ad estenderla, a rafforzarla ed a trasformarla in sistema.
La necessità di concentrare tutte le forze per organizzare un organo di stampa del partito che esca e si diffonda regolarmente scaturisce dalla situazione originale della socialdemocrazia russa, diversa da quella della socialdemocrazia degli altri paesi europei e dei vecchi partiti rivoluzionari russi. Gli operai della Germania, della Francia, ecc. hanno, oltre ai giornali, molti altri mezzi per esplicare pubblicamente la loro attività per organizzare il movimento: attività parlamentare, agitazione elettorale, assemblee popolari, partecipazione ad organismi pubblici locali (rurali e urbani), organizzazione aperta di associazioni di categoria (sindacali, corporative), ecc. ecc. Noi dobbiamo sostituire tutti questi letteralmente tutti questo, - fino a quando non avremo conquistato la libertà politica - con un giornale rivoluzionario senza il quale non potremo avere nessuna vasta organizzazione che abbracci tutto il movimento operaio. Non crediamo nelle cospirazioni, ripudiamo le azioni rivoluzionarie isolate volte a rovesciare il governo; la parola d'ordine pratica del nostro lavoro ci viene fornita dal motto di Liebknecht[Wilhelm] , veterano della socialdemocrazia tedesca: "Studieren, propagandieren, organisieren" - studiare, propagandare, organizzare - e il fulcro di questa attività può e deve essere costituito unicamente da un organo di stampa del partito.
Ma è possibile, e a quali condizioni, organizzare un tale giornale in modo da farlo funzionare bene e con una certa stabilità ?