L'indennità di fine rapporto segue la disciplina generale sell'eredità anche per i dipendenti statali non di ruolo.
Lo ha deciso la Corte costituzionale, con la sentenza numero 458 che ha bocciato una vecchia norma (l'articolo 9 , comma 3 del decreto legislativo 207/47). In base a questa disposizione, alla morte del dipendente statale non di ruolo, l'indennità va solo alle persone indicate dalla stessa, ponendo in essere un regime speciale rispetto alle leggi di successione. I giudici spiegano che in questo modo si crea una disparità di trattamento tra i dipendenti statali non di ruolo, quelli di ruolo e i dipendenti privati. Mentre gli emolumenti riconosciuti comunque al lavoratore alla fine del rapporto hanno natura di retribuzione differita a fini previdenziali. Di conseguenza tali indennità devono ritenersi già entrate a far parte del patrimonio del dipendente al momento della sua morte e devono devolversi agli eredi secondo le regole successorie.
Una soluzione obbligata, anche alla luce della connotazione unitaria, per natura e funzione, delle varie categorie di indennità di fine rapporto.