Regolamentare è un'attività tutt'altro che agevole. Intervenire per realizzare una sostanziale liberalizzazione lo è ancora meno, soprattutto se sono in tanti coloro che possono esercitare competenza in materia.

E' questa la situazione in cui versano le aziende italiane che hanno sposato il modello liberista della globalizzazione. Infatti il lavoro precario si cerca di regolarizzarlo adottando interventi tutt'altro che leciti. In che modo? E' semplice! SI potrebbe ipotizzare che il processo di precarizzazione permetta un ulteriore sfruttamento della forza lavoro fino alla mercificazione. Io mi spingo oltre dando spazio alla mia immaginazione, augurandomi che rimanga tale e che non sia il dettato di una realtà, a me tutt'ora sconosciuta. Se per esempio si fa versare un piccolo contributo in danaro da parte del lavoratore interinale in cambio di un miglioramento della sua condizione lavorativa o meglio della sua tipologia contrattuale, l'ostacolo della precarietà viene superato con risoluzione. Non è altro che un compromesso tra gli stessi lavoratori e coloro i quali sono titolati al trattamento delle assunzioni. Talaltro ciò avverrebbe con l'adesione a tale compromesso di chi dovrebbe invece tutelare i lavoratori. Questa è una vera e propria mercificazione delle risorse umane! Anzi è semplicemente una tratta degli schiavi!!! Però sono certo che in una società trasparente come la nostra, dove la realtà la fa da padrona, non c'è alcuno spazio per la fantasia. Se, in ogni caso, proseguendo in questo viaggio, nell'immaginario, si potrebbe credere che i lavoratori non siano più i soggetti della produzione ma diventino invece l'oggetto della stessa, costituendo uno dei classici fattori della produzione, allora i soggetti che fine hanno fatto? Quest'ultimi in questo macabro contesto diventano i prodotti dell'azienda poiché per loro non c'è bisogno di alcuna tutela, come invece si richiederebbe per i lavoratori. E' solo un incubo!!! Comunque non si può permettere di effettuare una compravendita delle persone. La stessa la si può effettuare per le cose, ma qui stiamo parlando di soggetti in carne ed ossa, che si sacrificano lavorando tutta una vita. Mentre le cose non devono rivendicare nulla. Le cose non possono lamentarsi di essere sfruttati e non possono pretendere di avere i salari aumentati. La realtà sicuramente è cosa ben diversa dalla fantasia, dove tutto si muove con una logica e in modo lecito!

In ogni caso non deve assolutamente esistere questo stato di cose perché domani anche i nostri figli potrebbero trovarsi dinanzi alla stessa situazione. Quindi, a volte è necessario far riferimento ai nostri brutti pensieri per cercare di prevenire certe nostre paure. Non è certo questo comunque il modo per riscattare le nostre posizioni e i nostri diritti. Anche se ciò andrebbe in perfetta intesa con le politiche sociali del nostro paese, dove i ricchi si arricchiscono sempre di più e dove noi diventiamo sempre più poveri, bisogna evitare di fare questi brutti pensieri. Ma se fosse cosģ, perché dover sopportare tutto ciò! Ribelliamoci! Ma soprattutto cerchiamo di trovare la via di uscita, che non necessariamente è quella più facile, per migliorare noi stessi e le nostre situazioni, facendo trasparire la nostra dignità di lavoratori. A volte i sogni sono il riflesso delle nostre paure più nascoste o situazioni che vorremmo non capitassero mai, proprio perchè ci facciamo assalire da quei tanti pensieri, riconducibili tutti ad un'unico quesito: chissą cosa ci prospetterą il nostro futuro? E soprattutto perchč vorremo avere un futuro intriso di onestą per noi e per i nostri figli. Solo che a volte ci si rende conto che le speranze, affinchč qualcuno possa concretizzare i nostri bisogni e le nostre esigenze, non servono pił di tanto e si approda sempre pił all'idea che solo noi in prima persona possiamo cercare di migliorare lo stato delle cose!!!